mercoledì 2 luglio 2014

Recensione: il Serpente di Dio

il Serpente di Dio
di Nicolai Lilin


Prezzo di copertina: € 20,00
Prezzo EBook: € 10,99
Editore: Einaudi
Pagine: 343
Genere: Narrativa Moderna


"Due teste diverse ma un cuore solo", dicono i vecchi di due amici come loro. Ismail impulsivo e curioso, Andrej più maturo e riflessivo. Sono cresciuti insieme in un pacifico villaggio incastonato tra i monti del Caucaso. Un antico patto, dal nome dolcissimo, lega le due comunità di quel luogo, dove musulmani e cristiani convivono in un clima di rispetto reciproco. Finché Konstantin, agente dei servizi segreti federali, sceglie proprio quel paesino come avamposto per i suoi traffici di droga. In combutta con la banda di Hassan, terrorista locale, intende costringere gli abitanti a collaborare. Per i due adolescenti il tempo dei giochi è finito. Ora si tratta di mettere in salvo quanto hanno di più prezioso, e cioè di difendere gli oggetti sacri che sigillano quella promessa di pace, di proteggerli dalle "bestie di Shaitan" come fossero parti del loro stesso corpo. Ismail e Andrej dovranno affrontare di colpo la violenza del mondo per portare a termine il compito, e comprenderne poi il fine ultimo: salvare quel "cuore solo" che da sempre li unisce, e con esso qualcosa di più. Fino a una straordinaria rivelazione che li sconvolgerà, e a cui non potevano essere preparati.





Nel cuore del Caucaso c'è un piccolo villaggio in cui gli islamici ed i cristiani vivono in pace da molto tempo, mentre attorno a loro si combatte una guerra fratricida in nome di un Dio. Ismail ed Andrej sono due ragazzini cresciuti come fratelli: le loro religioni non li hanno divisi anzi, sono proprio le loro differenze ad averli uniti. Hassan e Konstantin sono i due capi del traffico di droga all'interno del Caucaso: ora però le regole del gioco sono cambiate, in Russia i contatti sono stati cambiati e la loro vita è appesa ad un filo, la loro unica speranza è quella di conquistare quel piccolo paesino sperduto e dimenticato . Nicolai Lilin, autore famoso per la trilogia che comprende Educazione Siberiana, ha creato una finestra su un mondo crudo in cui non c'è spazio per pensare ma solo per agire: la guerra porta in superficie quel lato animalesco ed oscuro in cui per sopravvivere non esiste la pietà ma solo la freddezza e la rapidità con cui riesci ad uccidere il tuo nemico. I due amici Ismail ed Andrej nel giro di un'ora da bambini che si divertivano a giocare alla guerra sono diventati improvvisamente adulti: gli uomini di Hassan sono sulle loro tracce ed i fucili che hanno con loro ora non sono più dei semplici giochi per sparare ai barattoli ma sono diventati indispensabili armi. Mai giustificando le azioni, l'autore rimane imparziale dando così la possibilità al lettore che si ritrova davanti uno spaccato di società scomodo e senza remore di guidicare i colpevoli: dietro ad ogni guerra ci sono sempre degli interessi più alti,  di persone che seduti su poltrone comode lontano dal "fronte" muovono fili e burattini che una volta erano ragazzi con sogni e paure e che ora non sono altro che macchine da guerra. E' il primo romanzo che leggo di questo autore e l'ho amato in ogni sua parte: la narrazione tagliente ed i personaggi, astuti, controversi e spietati si contrappone all'ingenuità dei due ragazzini. L'analisi attenta di Lilin è illuminante: non si limita a descrivere i fatti ma ne analizza i retroscena spiegando al lettore come si muovono certi meccanismi, facendogli così aprire gli occhi. La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita non esistono buoni e cattivi ma solo persone con un passato che li ha resi quello che sono ora, sarà di conseguenza il lettore a decidere chi è davvero buono e chi cattivo. Ottimo romanzo, davvero consigliato, personalmente sono già alla ricerca degli altri romanzi di Lilin.

Durata della lettura: un giorno e mezzo
Formato consigliato: cartaceo
Bevanda consigliata: tè alla pesca
Età di lettura consigliata: ai 17 anni






“Un'antica leggenda narra di un paesino in cui islamici e cristiani vivono in pace ed i figli crescono come fratelli.."


Nicolai Lilin è nato nel 1980 a Bender, in Transnistria, vive in Italia dal 2003 e scrive in italiano. Presso Einaudi ha pubblicato i romanzi Educazione siberiana (2009), tradotto in ventitre Paesi, Caduta libera (2010 e 2011), Il respiro del buio (2011 e 2013), Storie sulla pelle (2012 e 2013), Il serpente di Dio (2014) e Trilogia siberiana (2014, che raccoglie Educazione siberiana, Caduta libera e Il respiro del buio).
Da Educazione siberiana Gabriele Salvatores ha tratto un film, interpretato tra gli altri da John Malkovich e prodotto da Cattleya con Rai Cinema, uscito nel 2013.

www.nicolaililin.com
www.kolima.it
info@nicolaililin.com


E voi cosa ne pensate? Siete incuriositi?


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