giovedì 17 settembre 2015

Recensione: Il Palazzo Degli Specchi



Il Palazzo Degli Specchi
di Amitav Ghosh


Prezzo cartaceo: € 11,00

Prezzo E-Book: Non Disponibile
Titolo Originale: The Glass Place

Editore: BEAT
Pagine: 637
Genere: Storico


Nel novembre del 1885, quando giunge a Mandalay, Rajkumar ha undici anni e lavora come aiutante e garzone su un "sampan". Dopo aver risalito l'Irrawaddy dal golfo del Bengala, la sua barca si è dovuta fermare per riparazioni e il ragazzino indiano si è spinto per un paio di miglia nell'entroterra ed è arrivato nella capitale del regno di Birmania. Vi è arrivato nei giorni della fine del regno. La casa reale ha chiamato i sudditi a combattere contro gli eretici e i barbari kulan inglesi, per difendere l'onore nazionale e "avviarsi sul cammino che conduce alle regioni celesti e al Nirvana". Ma gli inglesi hanno la più grande flotta che abbia mai navigato un fiume, cannoni che possono abbattere le mura di pietra di un forte, fucili a retrocarica, mitragliatrici a ripetizione, e tre battaglioni di sepoy temprati da mille battaglie. L'esercito birmano si è disintegrato, i soldati sono fuggiti sulle montagne con le armi, due ministri hanno fatto a gara nel tenere sotto sorveglianza la famiglia reale, e il popolo di Mandalay si è riversato nel palazzo reale saccheggiando e mettendo a soqquadro ogni cosa. Rajkumar si aggira ora nel vastro atrio al centro della cittadella, in quello che tutti chiamano il Palazzo degli specchi, con le sue pareti di cristallo lucente e i soffitti rivestiti di specchi. L'esito finale del regno e della famiglia reale birmana, sarà l'inizio della fortuna di Rajkumar.



Rajkumar ha dodici anni quando arriva in Birmania ed è l'unico sopravvissuto della sua famiglia ad una epidemia: tutto quello che gli rimane sono i suoi stracci ed i suoi ricordi. Decide così di salire a bordo della nave sampan che, risalendo il golfo del Bengala giunge a Mandalay, capitale della Birmania in cui risiede il re Thebaw, confinato all’interno del celebre palazzo degli specchi. Rajkumar,  decide di iniziare una nuova avventura lavorando come cameriere in un chiosco di vivande nei pressi del porto. La sua vita ed i suoi viaggi ci porteranno a conoscere la Birmania, l'India e la Malesia con gli occhi dei colonizzati, non più con l'occhio del colonizzatore che conquista un luogo ma di chi deve sfuggire alla guerra, ai soprusi ed improvvisamente si ritrova ad essere un profugo nella sua stessa terra natìa. Amitav Ghosh ci propone un viaggio nel Novecento alla scoperta di luoghi lontani che conosciamo solo dopo la colonizzazione britannica dandoci così modo di conoscere dei posti magnifici e dei protagonisti indimenticabili. La narrazione incanta nonostante la mole del libro superi le seicento pagine: di fronte al lettore si disegnano posti incanti la cui storia ci avvolge e ci ammalia come l'eco di ricordi lontani, con i suoi profumi e le sue tradizioni a noi sconosciute. Insieme al protagonista seguiremo l'occupazione dell’ esercito inglese a Mandalay, la lotta per l’indipendenza dell’ India e la Seconda Guerra Mondiale: tutti eventi che siamo abituati a studiare e che qui diventeranno incredibilmente vividi e reali, diventando parte del nostro bagaglio culturale. Amo particolamente i libri storici e quelli che raccontano la storia di altri paesi ancora di più perchè mi danno modo di sentirmi parte della loro lotta, del loro dolore e della loro rivincita permettendomi di ampliare il mio mondo e la mia conoscenza. In definitiva questo romanzo è un piccolo grande capolavoro che consiglio agli amanti del genere, non lasciatevi scoraggiare dalle pagine numerose vi prego, non fate questo errore: lasciatevi conquistare dalla penna di Amitav Ghosh e della storia di Rajkumar.

Durata totale della lettura:  quattro giorni
Bevanda consigliata: Tè ai frutti rossi

Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni



“La storia di un paese colonizzato e del suo popolo”








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