mercoledì 8 febbraio 2017

Recensione + Intervista La Locanda Dell'Ultima Solitudine

La Locanda Dell'Ultima Solitudine
di Alessandro Barbaglia



Editore: Mondadori
Prezzo E-Book: € 8,99 
Prezzo cartaceo: € 17,00
Pagine: 168
Genere: Narrativa Moderna

Libero e Viola si stanno cercando. Ancora non si conoscono, ma questo è solo un dettaglio. Nel 2007 Libero ha prenotato un tavolo alla Locanda dell'Ultima Solitudine, per dieci anni dopo. Ed è certo che lì e solo lì, in quella locanda arroccata sul mare costruita col legno di una nave mancata, la sua vita cambierà. L'importante è saper aspettare, ed essere certi che "se qualcosa nella vita non arriva è perché non l'hai aspettato abbastanza, non perché sia sbagliato aspettarlo". Anche Viola aspetta: la forza di andarsene. Da anni scrive lettere al padre, che lui non legge perché tempo prima, senza che nessuno ne conosca la ragione, è scomparso, lasciandola sola con la madre a Bisogno, il loro paese. Ed è a Bisogno, dove i fiori si scordano e da generazioni le donne della famiglia di Viola, che portano tutte un nome floreale, si tramandano il compito di accordarli, che lei comincia a sentire il peso di quell'assenza e la voglia di un nuovo orizzonte. Con ironia leggera, tra giochi linguistici, pennellate surreali e grande tenerezza, Alessandro Barbaglia ci racconta una splendida storia d'amore.







Ci sono storie che aspettando di essere raccontate, ci sono personaggi che aspettano che il loro autori li scopri e li porti alla luce e ci sono romanzo che ti scaldano il cuore e l'anima, come è successo a me con questo libro. Libero e Viola sono due anime semplici ma complicate, ricche di sfumature e di sfacettature sempre alla ricerca di qualcosa, o meglio di qualcuno, che li completi. Alessandro Barbaglia ha esordito con questo bellissimo capolavoro ed è inutile ripetermi, per me queste 168 pagine sono pura poesia. In punta di piedi entriamo nella vita del giovane Libero che ha un appartamento tutto blu, con un divano blu, con degli scaffali blu ancora vuoti ed un cane di nome Vieniquì, mi raccomando quando leggete questo nome state attenti alla pronuncia con cui lo leggete perchè è facile sbagliarsi e dire semplicemente vieni qui. Libero sa aspettare, ama l'attesa ed il godersi il momento in cui l'attesa finisce, ed è quello che ora sta facendo, sta aspettando la donna dalle labbra color Nebbiolo con la quale andrà in bicicletta e riempirà la casa e gli scaffali. Viola invece in un paesino chiamato Bisogno accorda i fiori insieme a sua mamma, prova ad accordarli ma è lei stessa ad essere stonata, a sentirsi fuori posto in quel paese ed in quella casa dove c'è una mancanza così grande da far venire voglia di urlare senza mai fermarsi. Alessandro ci racconta le loro vite, anzi dovrei dire che le sussurra piano mentre ci mostra un mondo fatto di sensazioni e di suoni, di emozioni vere e di colori che parlano direttamente al cuore. Ho apprezzato lo stile narrativo dell'autore che richiama i grandi autori del passato che sapevano tradurre immagini ed emozioni in pura poesia in prosa. I personaggi mi hanno conquistata ed i luoghi, Punta Chiappa e la sua Locanda mi hanno incantata sino all'ultima pagina, incapace quasi di porre fine alla lettura. Un'ottima prima prova di un'autore di talento che farà parlare a lungo di sè.


Durata totale della lettura: Un giorno e mezzo
Bevanda consigliata:  Tè aromatizzato alla rosa
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Alessandro Barbaglia

 






""Mi basta aspettare" pensa Libero "Mi basta trovarla" è la coda di quel pensiero."




Ed ora, cari lettori, ecco a voi una bellissima intervista che Alessandro Barbaglia ci ha rilasciato.



Ciao Alessandro e benvenuto sulle nostre pagine, grazie per il tempo che ci ha dedicato. Ho appena finito di leggere il tuo romanzo ed è come se avessi sognato.. Ho sentito il vento sul viso mentre correvo alla ricerca di vieniqui e mi sono lasciata incantare dalle bugie della menta.. Ti ringrazio per aver creato un mondo così meraviglioso fatto di personaggi indimenticabili.

Ma veniamo alle domande:


1.    Come sei riuscito a trovare Libero e Viola? e' stato un incontro casuale o vi conoscevate già da tempo?

Ci sono posti che hanno fuori il suono del silenzio che hai dentro. Quando li trovi, e sono difficili da trovare perché si nascondono in cima alle montagne o dove il mare gioca con gli scogli o dove ci sono gli angoli scuri ai confini dei boschi, devi fermarti perché quei silenzi hanno qualcosa da dirti. E’ lì che ho incontrato Libero: aspettava. E io non riuscivo a capire cosa. Allora Libero mi ha detto: “Siediti qui, lo aspettiamo insieme”, “ma cosa?” ho detto io “Il futuro” ha risposto lui. E’ stato lui a raccontarmi della nostalgia del futuro e quindi, insomma, la sua storia.
Viola mi è apparsa ballando. E’ uscita dalle corde di un amico musicista, Andrea Fabiano. L’ho vista ballare nella voce di Andrea Fabiano e da allora non ha più smesso di ballarmi le sue storie e le storie di fiori che le stavano attorno: Margherita, Rosa, Ciclamina....

2.    quanti percorsi hai fatto per arrivare sino alla Locanda dell'Ultima Solitudine? Io abito a Genova e conosco a menadito il sentiero che dalla Ruta di Camogli scende sino a Punta Chiappa ma non mi sono mai avventurata sino alla Locanda nè soprattutto ho mai giocato con il signore con i baffi..è stato un vero peccato.


Sei mai andata di giovedì? Giovedì è il giorno sospeso, il giorno in cui la settimana ha smesso di iniziare ma non ha ancora iniziato a finire. E’ soprattutto di giovedì che se arrivi alla Locanda dell’ultima solitudine tutto accade. Io ci sono arrivato trascinato da Libero, perché questa è un’altra cosa fondamentale: devi essere libero per arrivare alla locanda, ed è stato lui a farmi incontrare l’uomo coi baffi. Il sentiero della Ruta, lo scoglio di Punta Chiappa poi sono i posti più belli del mondo. Se queste cose non accadano lì, dove altro possono accadere?

3.    Leggendo il romanzo mi sono ritrovata come dentro un sogno che si fa quando l'alba è ormai prossima e la giornata sta per cominciare ma si è ancora molto assonnati e tutto sembra avvolto da una luce dorata..dove hai trovato l'ispirazione per raccontare questa storia che riesce a toccare nel profondo chi apre il tuo romanzo?


Avevo bisogno di trovare la risposta alla domanda: si più avere nostalgia del futuro? Si può avere nostalgia di qualcosa che non è ancora accaduto? E mi sono risposto sì, così come si risponde libero, e mi sono risposto no, così come si risponde Viola. Le loro risposte, e la domanda stessa, vivono di quel confine tra sogno e risveglio. Hai ragione. E forse è per questo che il romanzo ha queste tonalità, perché è fatto di quei suoni.

4. Se fossi seduto alla Locanda con chi saresti in compagnia? E quale sarebbe la tua prima e la tua ultima portata?


Che domanda sorprendente! Se fossi seduto alla Locanda di fronte a me ci sarebbe uno scintillio di ricordi fatto tutto della mia infanzia. Forse è lei la LEI che ho incontrato alla Locanda: la mia infanzia. Fatta delle mie storie, dei miei luoghi, dei miei ricordi e delle mie nostalgie per un futuro a venire. La mia infanzia ha le gambe lunghe di Viola e la follia di Libero che pensa che il futuro vada solo aspettato. Mi aspettava lì, andava rincontrata. Grazie per questa domanda, non ci avevo mai pensato nemmeno io. Le portate? Vorrei che la prima portata fosse avesse il gusto del domani e l’ultima il gusto del primo giorno. Vorrei gustare così le parentesi che contengono i miei respiri.  


5.    Scrittori si è o si diventa? E tu come hai intrapreso questo bellissimo percorso?


Diciamo che si nasce. Poi qualcosa si diventa. Nel frattempo si vive. Bisogna fare così come dice la nonna di viola: i sogni bisogna coltivarli sempre e piantarli in inverno quando nessuno ci crede. I sogni vanno piantati in inverno e se all’inverno sopravvivono (e sta a noi prenderci cura che questo accada) in primavera sbocceranno. Credo che l’importante sia non aver fretta di cogliere l’attimo ma coltivarlo e prenderlo quando sarà maturo. Così si diventa felici, poi se nel frattempo si impara anche a scrivere lo si racconta in una storia.


Grazie di tutto e ti auguro un piacevole Giovedì.

E buon giovedì a te! Grazie per le bellissime domande!



                      
   

                                        

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