mercoledì 22 marzo 2017

Recensione: Morivamo di freddo


Morivamo di freddo

di Rosalia Messina

Editore:Durango edizioni
Prezzo Cartaceo: € 11,99
Pagine: 106



Mauro e Sandra, Guido e Loredana. Quattro amici, due coppie. Attraverso due tragedie e con il passare del tempo scopriranno che nessuno di loro conosceva davvero gli altri. Enrico, il figlio di Mauro e Sandra, si è costruito una vita al riparo da scosse emotive. Gli attacchi di panico e la necessità di prendersene cura metteranno a dura prova le sue solide protezioni.



Un piccolo libro, una grande trama, mi sento di definirlo in questo modo. E’ iniziato tutto con un sudore sulla fronte e sulle tempie (sintomi di un attacco di panico), che investe l’animo di un giovane (Enrico), la cui storia è fondamentale per comprendere il messaggio celato in questo romanzo. I verdetti unanimi dei cardiologi, hanno escluso che il suo cuore abbia dei problemi concreti. Ne ha consultato diversi, con crescente impazienza, tra l’altro; alla fine il giovane ha sua malgrado, deciso di arrendersi alle insistenze di sua madre, e iniziare un percorso di psicoterapia. La vita di Enrico, non cela particolari difficoltà. Suo padre tuttavia, si è suicidato, è stato ritrovato sul divano del suo studio, imbottito di farmaci come Cesare Pavese. Accanto alla storia di questo ragazzo, si affiancano irrimediabilmente nel corso della trama, quelle del padre (Mauro) e del migliore amico di quest’ultimo (Guido). Il padre Mauro, in particolare, durante tutta la sua esistenza, si è spesso ritrovato a confrontarsi con Guido, il quale secondo lui, non avrebbe mai sposato una donna che non amava abbastanza, solo perché c’era di mezzo una gravidanza. Egli si sarebbe assunto le sue responsabilità nei confronti del figlio, ma nessun impegno con la madre. Fin da bambini, gli sguardi delle ragazze finivano sempre per fermarsi su Guido, dopo essere scivolato indifferenti su di lui, non bello, non fascinoso, non spiritoso, l’insignificante Mauro di cui era facile non accorgersi. Mauro non ne ha mai parlato con nessuno, e adesso sente tutto il peso dei pensieri ruminati e mai espressi che per fortuna Guido non ha conosciuto, e che è terribile pensare che non potrà ora più conoscere. Dalla personalità complessa del padre, il giovane Enrico, ha compreso che i suoi attacchi di panico erano legati all’arrovellarsi continuo sulla morte di suo padre appunto, sul suo disappunto verso di lui, e il distacco dalla madre. Mauro vedeva Guido come la somma di tutte le meravigliose qualità che credeva di non possedere, e certamente Guido era una persona straordinaria, speciale, ma non il semidio che Mauro sembrava credere. L’altra faccia del suo carisma, era la capacità di far fare agli altri quello che voleva, senza che nemmeno se ne accorgessero. Un viaggio intenso, tra dolori, amori e vicissitudini diverse che hanno legato due famiglie per anni e che sfociano in un intricata trama che attrae e coinvolge.


Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata: Latte di mandorla
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Rosalia Messina







  " Siamo dei sopravvissuti, ma tutti sopravvivono a qualcuno, a qualcosa e qualcuno,
 qualcosa ci sopravvivrà"



                            

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