lunedì 12 febbraio 2018

Recensione: Vorrei essere mio fratello



Vorrei essere mio fratello
di Markus Zusak

Editore: Frassinelli
Prezzo Cartaceo: € 14,90
Pagine: 180
Titolo Originale: The Wolfe Brothers 2 


Dopo il successo planetario di Storia di una ladra di libri, Markus Zusak torna nelle librerie italiane con The Wolfe Brothers, una travolgente, divertente, commovente storia di formazione articolata su tre romanzi.


La famiglia dei fratelli Wolfe sta passando un brutto momento. Il padre ha perso il lavoro, soldi ce ne sono sempre meno, e il clima in casa è sempre più pesante. Per questo Cameron e Ruben accettano di entrare nel circuito degli incontri clandestini di boxe tra ragazzi. Con le scommesse e le mance si può guadagnare bene.
Naturalmente lo fanno di nascosto dai genitori, e Cameron dovrà anche nascondere, persino a se stesso, quello che prova per la ragazza che viene sempre agli incontri, e che sembra avere occhi soltanto per Ruben. Ma i due fratelli presto capiranno che stanno combattendo per qualcosa di più importante dei soldi, persino delle ragazze: combattono per la loro dignità, combattono per scoprire chi sono veramente. E combattono l'uno per l'altro.



Vorrei essere mio fratello è la seconda parte di una cronaca famigliare in tre puntate. Rispetto al primo questo romanzo si mostra da subito più grintoso e cattivo, come può esserlo la vita che mette a dura prova la nostra famiglia Wolfe, costringendo i due giovani Ruben e Cameron a crescere, pretendendo tutto quello che possono dalla vita.
La situazione dunque precipita quando il pilastro della famiglia Wolfe, il padre, perde il lavoro e di conseguenza la vita di tutti i componenti della famiglia viene sconvolta: Steve va via di casa alla ricerca della propria strada, la madre fa i salti mortali per ricoprire anche il ruolo economico del padre, Sarah cerca di essere di aiuto alla famiglia ma è ancora troppo scossa dalla rottura con il suo fidanzato per poterlo essere veramente, e infine ci sono loro: Ruben e Cameron, più uniti che mai, i quali, spinti dalla voglia di non pesare sulla famiglia, accettano al volo la possibilità di guadagnare soldi combattendo in incontri di boxe clandestini. Naturalmente, come già il primo romanzo ci aveva abituato, i due affrontano la cosa in maniera completamente diversa: Ruben è mosso da uno spirito combattente innato e si dimostra da subito vincente, Cameron, invece, sul ring ha paura e tutto quello che vuole è non finire ucciso.
Questo secondo capitolo è praticamente tutto incentrato sui loro incontri di pugilato, dove la boxe diventa una vera e propria metafora di vita: a Ruben vincere riesce facile, a Cameron, invece, no. Ma probabilmente, in fin dei conti, è proprio lui il vero vincitore, in quanto tutte le volte è in grado di rialzarsi.
Molto belle le conversazioni notturne tra i due fratelli in cui si mostrano senza maschera per quello che sono realmente: due giovani non più bambini, troppo vecchi per i giochi dei piccoli ma ancora impauriti e impreparati per affrontare la vita vera.
A differenza del primo capitolo, in questo non viene dato molto spazio all'amore, ma la voglia di innamorarsi di Cameron è ancora viva. Ed è forse proprio questo il romanzo nel quale il personaggio di Cameron ti entra di più nel cuore e diventa uno dei protagonisti più belli  che sia capitato di incontrare nelle tue letture. Una volta arrivati alla fine di questo romanzo non si può fare altro che avere fretta di leggere la terza parte, augurando il meglio ai due giovani protagonisti e alla loro famiglia.





Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Cioccolata calda
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: Dai 13 anni







      "Un combattente può vincere, ma non è detto che un vincente sappia combattere."


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