lunedì 12 marzo 2018

Recensione: Noi siamo il buio. Nel ventre di Napoli

Noi siamo il buio. Nel ventre di Napoli. 
di Stefano Cordoni

Editore: Damster edizioni
Prezzo Cartaceo: € 14,00
Pagine: 280

Francesco Dommarco è un ragazzo come tanti altri. Una notte all'uscita di un locale di Napoli, lui e i suoi amici disturbano un senzatetto. Non sanno che hanno scelto l'uomo sbagliato...Un mondo che brulica sotto i nostri piedi, pochi metri sotto il Maschio Angioino o Piazza del Plebiscito. È il sottosuolo di Napoli, stratificato, nascosto, a più livelli, che arriva addirittura a quaranta metri di profondità.
Laggiù il tempo si paralizza, non si conoscono le stagioni, non c'è mai differenza di temperatura. È il luogo dove tutte le aspirazioni dell'uomo venono alimentate da una strana forza. Dove un ragazzo dovrà lottare con tutto il suo coraggio per salvare una bambina, con il solo aiuto di un vecchio professore che con il mondo di sopra ha chiuso. È il luogo dove il popolo dei reietti si nasconde, dove vive e dove crea le proprie regole. Abbiate paura degli aitanti del mondo di sotto. Stanno venendo su.



Checco è sempre stato un bravo ragazzo che vive nel centro di Napoli con i genitori e la sorella fino a quando non fa amicizia con Milza e Rusty, due ragazzi della sua età ma con situazioni familiari difficili e amicizie poco raccomandabili. Checco diventa molto più strafottente e distratto viene bocciato a scuola, per punizione il padre, politicamente stressato perché concentrato a diventare il sindaco di Napoli, decide che dovrà rimanere a casa da solo invece di andare con il resto della famiglia in vacanza.
Checco credeva sarebbe stato uno spasso rimanere a casa libera senza genitori, si ritrova invece annoiato a passare la maggior parte del tempo con Milza e Rusty. Finché un giorno quest'ultimo maltratta un barbone dagli occhi di ghiaccio, tutto sembra finito lì, una ragazzata adolescenziale. Il barbone invece ha un progetto diverso, insegue Checco per tutta Napoli, lo colpisce con un machete e lo imprigiona in una sorta di cantina umida e fetida. 
Nella sua cella puzzolente e circondata da grate, l'unico contatto che Checco ha col mondo, è Lauretta, una ragazzina simpatica, anche lei è stata rapita tempro prima mentre tornava a piedi a casa da scuola. Quello che  vede dalla cella in cui si trova é un vero e proprio mondo sotterraneo, una società "di sotto" con una gerarchia e regole non scritte, in cui tutti sono lerci e malconci e hanno paura della "bestia", proprio quella bestia che Checco vedrà uccidere il povero disgraziato che si trovava nella cella a fianco alla sua. 


Un romanzo molto interessante, un viaggio umido, freddo e inquietante nei tunnel borbonici sotto una Napoli inconsapevole. Una nota di merito per la descrizione dei personaggi, accurata e non ridondante allo stesso tempo. Molto interessante la figura del professore, reietto involontario della società, grande conoscitore della storia della città e dei suoi meandri più oscuri. La narrazione è veloce e scorrevole e ci si ritrova a chiedersi cosa faremmo se succedesse a noi di trovarci nella situazione di Checco. Speriamo solo che sia davvero un romanzo di fantasia!

Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Tè verde
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni






      "..perchè, vedi, Checco, quando a un uomo porti va i sogni, tutto quello che rimane è sudore e sangue. Nient'altro. E qui siamo tutti così , uomini senza sogni. L'Ombra risveglia i sogni, ma quelli primordiali, quelli insani".


   

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