domenica 5 agosto 2018

Recensione: Di questi tempi


Di questi tempi
di Antonio Maggi

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 15,00
 Pagine: 168




«Di questi tempi» oppure «al giorno d’oggi» sono espressioni che indicano ogni volta qualcosa di negativo, che si parli dei giovani come della politica, della famiglia o del lavoro. Si avverte spesso un rimpianto diffuso per i «bei tempi» andati, per un passato che è sempre più felice del presente, e che non ritornerà più, come la moda e le canzoni di una volta. Ma Alberto Maggi, con la sua gioia contagiosa, ci dimostra che questa nostalgia non ha ragion d’essere, e che invece si può e si deve vivere serenamente il presente e andare incontro fiduciosi al futuro. Perché infinite sono le piccole e grandi bellezze che costellano la nostra esistenza ma che troppo spesso ci ostiniamo a trascurare. Grazie alle riflessioni raccolte in questo libro, riscopriremo la voglia e la capacità di aprire gli occhi e il cuore, così da saper accogliere le novità come opportunità e non come pericoli.



Questo libro è un vero inno alla felicità, un romanzo che insegna a cercare quella che definiamo come tale in ogni angolo della nostra vita, sempre e comunque. Addirittura, laddove si parla di morte, l’autore rileva che: indiscutibile che la fine di ogni essere vivente è sempre esistita in natura come normale conclusione del ciclo biologico, che la morte non è la conseguenza di un ipotetico peccato dell’uomo (il termine peccato è assente nel racconto della creazione). Assolta definitivamente dall’idea di una colpa e di un castigo, occorre tornare ad avere una visione il più possibile sereno della morte, e viverla come i patriarchi biblici, che evidentemente nulla sapevano della colpa di Adamo, e che morivano, come Abramo, «in felice canizie”. Il romanzo è intriso di una vena fortemente “cattolica”, ma credo possa essere avvicinato a chiunque desideri trovare una chiave di lettura “moderna” della religione, intesa come ricerca della felicità, non solo di quella apparente. Particolarmente interessante, la parte inerente alla domanda chiave: Quale atteggiamento deve avere la comunità dei credenti di fronte ai nuovi problemi e ai nuovi temi che la vita presenta continuamente? La tentazione, sempre ricorrente, è quella di guardare al passato, e in questi casi «da che mondo è mondo» è la frase magica usata per rifarsi alla tradizione e difendere modelli di vita consuetudinari, cercando di farli risalire alle origini della Chiesa. Con quest’atteggiamento s’ignora il cammino evolutivo della comunità cristiana, che è giunta sino a oggi proprio perché non ripete schemi del passato, ma sempre ne crea di nuovi, trovando in se stessa la capacità di cambiare e adattarsi alle nuove situazioni umane che non sono mai statiche ma sempre dinamiche. Pertanto quanti basano le proprie certezze sull’assunto, per essi divenuto dogma, secondo cui «si è sempre fatto così», si esclude, di fatto, dal dinamismo dell’azione creatrice di quel Signore che fa «nuove tutte le cose». Un libro, che prima di ogni altra cosa è un esposto d’amore verso Dio, e che spinge il lettore verso il tentativo di “collaborare all’azione creatrice di Dio per trasformare il mondo secondo il suo progetto d’amore”.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Granita al caffè
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Antonio Maggi









      "La felicità non è un’utopia, ma una possibilità
 concreta alla portata di tutti."





                            

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