lunedì 1 aprile 2019

Recensione: La chimica dell'odio



La chimica dell'odio
di Carme Chaparro
Editore: SEM
Prezzo edizione cartacea:
 € 18,00
Pagine: 450
Titolo originale: La química del odio


Carme Chaparro, alternando i punti di vi­sta e la narrazione in prima, seconda e ter­za persona, costruisce una storia formidabi­le; un’indagine che avanza grazie agli ultimi gadget digitali. Un thriller ‘moderno’, che trasuda passione.

È la vigilia di Natale, ma per l’ispettrice capo Ana Arén non c’è tregua, deve affron­tare una difficile sfida: l’omicidio di una delle donne più famose di Spagna. Il corpo di Monica Spinoza, duchessa di Mediana, viene trovato disposto al centro di una ma­cabra composizione: intorno ha due cerchi, il primo di gioielli e l’altro di rifiuti, come se l’assassino avesse compiuto un rituale. La duchessa, protagonista del jet set interna­zionale e celebrità da rivista patinata, ha tre matrimoni alle spalle. 11 primo con un cal­ciatore, poi con un uomo d’affari milionario e, infine, con un nobile da cui ha ereditato un favoloso patrimonio. La polizia cerca una pista anche tra alcu­ni suoi amici “illustri” con scarsi risultati: il presidente del Barcellona, il viceministro de­gli Interni, un famoso presentatore televisi­vo, il capo del protocollo della Casa Reale. Ci sono molti potenziali assassini, dai suoi fi­gliastri alla sua lunga lista di amanti. Chi di loro odia di più la duchessa? Poco dopo Natale, in un ospedale di Madrid, precipita un montacarichi dal sesto piano e muoiono quattro persone. L’ispettore si tro­va ad affrontare due indagini impegnati­ve: l’assassinio della duchessa e l’incidente dell’ascensore. Due casi in apparenza indi­pendenti ma che trovano un collegamento inaspettato e che ricadono entrambi sotto la responsabilità della squadra in cui Ana non conosce nessuno e dove nessuno si fida di lei; l’investigatrice dovrà condurre l’indagine quasi da sola, ostacolata dal suo capo, schiac­ciata dalla pressione mediatica sul caso della duchessa che occupa le prime pagine.




Questa volta vorrei partire dal titolo: La chimica dell'odio, che è stato, insieme alla copertina, quello che mi ha fatto allungare la mano per prendere questo libro.
Dice molto su cosa troveremo in questo poliziesco. Perché cosa c'è alla base di ogni cattiva azione, fino ad arrivare all'omicidio? L'odio.
E Carme Chaparro scrive dell'odio nella sua forma più vera, di come ogni persona lo viva, lo dimostri o lo celi.
La protagonista del romanzo è Ana Arén, ispettrice capo di polizia che è tornata a lavorare proprio il giorno della vigilia di Natale. Ne avvertiamo la tensione, il disagio. Rientra dopo un lungo periodo di assenza causato da qualcosa di traumatico che le è capitato ma che non riusciamo a comprendere, se non molto più avanti nel libro. È umana, reale, potente. E molto intuitiva e abile nel gestire sia i rapporti con i suoi colleghi, sia con il suo capo (che la odia) con il quale ha dei duelli dialettici notevoli.
Ma veniamo alla storia. Proprio nel giorno del suo rientro al lavoro Ana si imbatte in un omicidio ad alti livelli. La duchessa Monica Spinoza viene trovata assassinata nella sua casa e le persone coinvolte ricoprono cariche importanti, o sono comunque famose, e pertanto difficili da indagare senza scatenarne le ire. Come se non bastasse, poco dopo Natale accade la tragedia del montacarichi, dove quattro persone perdono la vita. Apparentemente i due casi, che vengono affidati al team di Ana, non sono legati tra loro, ma... attenzione, perché ogni dettaglio, anche quello che può sembrare meno importante, è fondamentale per l'evolversi della storia e ogni colpo di scena, senza alcun ricorso a trucchi o artifici, alla fine ci fa capire che era tutto lì, fin dall'inizio.
Come avrete immaginato è un libro dalla trama molto complessa che si sviluppa su diversi livelli temporali, è scritta in prima, seconda e terza persona, ma la scrittrice è stata molto brava a tenerne le fila. Difficile da gestire ma risolta egregiamente e con uno stile che non viene mai meno, non ha mai cedimenti. Ad un certo punto ho pensato che il tutto fosse troppo "caricato" e mi è venuto da chiedermi come avrebbe fatto l'autrice ad arrivare alla conclusione senza perdere di vista la storia nel suo insieme. Ma, naturalmente, ci è riuscita e lo ha fatto grazie una svolta narrativa decisamente spettacolare. Sicuramente, andrò subito a procurarmi anche il suo libro precedente, Non sono un mostro, che vede sempre come protagonista Ana Arén. Altamente consigliato.


Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata: limonata fresca
Formato consigliato: edizione cartacea
Età di lettura consigliata: dai 17 anni







   
   "Non aveva mai percepito la vita con tanta chiarezza. Finalmente tutto aveva un senso."


  

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