venerdì 26 aprile 2019

Recensione: La lingua che visse due volte




La lingua che visse due volte
di Anna Linda Callow
Editore: Garzanti
Prezzo edizione cartacea:
 € 16,00
Pagine: 224





Nella Bibbia il Dio della Genesi crea la luce e ordina il cosmo parlando ebraico e all'ebraico ricorre Adamo per dare un nome a tutti gli esseri viventi. L'ebraico è il più antico idioma al mondo a essere utilizzato in maniera pressoché identica da millenni, e attraverso liturgie e traduzioni è penetrato in molti lessici europei, italiano compreso: oggi è una lingua ufficiale in uno stato (Israele) e quelli di una religione. Ma la sua vicenda è stata tutt'altro che lineare: per molti secoli è rimasto sostanzialmente una lingua morta, coltivata da rabbini e intellettuali ma soppiantata nei contesti profani dalle innumerevoli parlate della diaspora ebraica, dallo yddish al ladino. Solo complesse circostanze storiche, identitarie e politiche l'hanno riportata in vita, facendone un organismo vivo e fecondo. Anna Linda Callow racconta questa avventurosa epopea con la conoscenza della studiosa e il gusto dell'esploratrice: ci inizia alla lettura di un alfabeto affascinante e misterioso, ci fa scoprire vicende epiche come quella di Eliezer Ben Yehuda, che compilò un monumentale dizionario e allevò il primo bambino ebraicofono dalla nascita dopo secoli, ci conduce per mano attraverso splendide pagine di letteratura, e ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio immergendoci in una cultura in cui tutti noi affondiamo le radici.







Da sempre sono stata affascinata dal mondo della cultura ebraica. Sarà forse perché ho amici carissimi di origine israeliana, con i quali ho avuto modo di condividere momenti anche molto toccanti e colmi di emozioni. Dal matrimonio della mia carissima amica a Tel Aviv, una cerimonia sotto le stelle all'insegna della musica, del ballo, un vero e proprio inno alla gioia. Alla nascita dei suoi quattro figli, tre dei quali maschi, e ho assistito a tutte e tre le cerimonie di circoncisione, Brit Milah, בְּרִית מִילָה, nella Sinagoga. Una cultura ricca di tradizioni che vengono osservate e che sono parte integrante della vita quotidiana. Il rispetto di Shabbah, delle tradizioni alimentari, il tutto sempre fatto con grande gioia e trasporto, mai vissuto come un obbligo. Anche per questo ho scelto di leggere questo libro. L'autrice è molto brava nell'accompagnare il lettore tenendolo per mano alla scoperta di questa lingua che nasce nella notte dei tempi ma che è ancora oggi così attuale. Si parte proprio dai fondamentali: l'alfabeto, la pronuncia di ogni lettera e il suo significato. Non è facile, ma con costanza, così come quando siamo alle prese con l'apprendimento del nostro alfabeto, nei primi anni della nostra vita, si può fare. Dalla Bibbia ai giorni nostri, ripercorriamo un percorso ricco di significati: ogni lettera corrisponde anche a un numero, e ci sono esempi che dimostrano la doppia lettura di una parola o di un nome, in forma di lettere e di numero.
La storia di una lingua che ha rischiato di essere dimenticata e che è stata riportata in vita grazie alla forte volontà di un popolo sempre unito contro tutte le avversità. Una lettura molto interessante, che arricchisce e ci permette di comprendere in modo più approfondito una cultura da sempre ricca di fascino.




Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata: succo di melograno
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni







   

   Un viaggio nella storia e nella letteratura di una cultura millenaria.



  

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