domenica 2 giugno 2019

Recensione: Migrante per sempre

Migrante per sempre
di Chiara Ingrao


Editore: Baldini&Castoldi
Prezzo Cartaceo: € 20
Pagine: 416



Dall’Italia degli emigranti a quella degli immigrati, cinquant’anni nella vita di Lina, ispirata a una storia vera: bambina in Sicilia, ragazza in Germania, donna a Roma. Un paese di padri lontani e di preti padroni, di pistacchi e di mandorle; un papà che varca i confini da clandestino, una madre assente e inafferrabile che condiziona ogni scelta. La nonna bracciante è mamma e maestra, ma non è lei che può decidere chi parte e chi resta.
Partire è inverno tedesco, è la fabbrica: è suoni incomprensibili sputati in faccia, sorelle perdute e amicizie turche, compaesani soffocanti. Manca l’aria, i sogni s’infrangono e le parole vecchie non bastano più. Per Lina si apre una stagione di nuove esperienze, e la sfida di un amore forse impossibile.
Riesce a tornare, finalmente: ma dove? Affetti e fatiche, solitudini e alleanze impreviste, in un mondo profondamente cambiato ma con la stessa ostinata voglia di trovare la propria strada, fra radici strappate e sprazzi di futuro.
«Noi due siamo come due carciofi, Lina. Ogni mondo che abbiamo attraversato è una foglia avvinghiata alle altre senza nessuna dolcezza, attorno a un cuore pieno di spine.»




Un romanzo italiano che parla di un'Italia dimenticata ma non solo. Lina, Gianna, Saro, Pippuzzu potrebbero tranquillamente essere i nostri bisnonni, i nostri nonni e zii, nati e cresciuti in una Sicilia povera, con tutte le tradizioni, le feste, le superstizioni. 
Il romanzo è diviso in tre fasi, la prima in Sicilia, Lina e fratelli e sorelle crescono insieme con la nonna che li accudisce mentre la madre è in Germania. Finché non torna a prenderli per portarli tutti con lei. Il personaggio della nanna è stupendo, una nonna coraggiosa, con le spalle larghe e il coraggio da vendere, abbiamo quasi l'impressione di sentirne il profumo di zagare e la sensazione di calore e famiglia che porta con sé.
La seconda parte si svolge in Germania, quando tutti si ritrovano a essere gastarbeiter, termine usato negli anni 50 per definìre i lavoratori immigrati. La vita nella fabbrica, il razzismo, la difficoltà con la caporeparto che parla solo il "germanese" e lo scanto di essere rimandate in Sicilia. 
Qui le ragazze diventano adolescenti e poi donne, lontane dal calore familiare provano i primi interessi per i ragazzi, il bisogno delle amicizie e Lina si scopre più coraggiosa di quanto pensasse ma sopratutto si rende conto di non dover essere per forza sottomessa alle stesse regole per sempre. 
La terza fase torna invece in Italia, la vita da madre, la solitudine e le amicizie cilene, i nonni senili e i clandestini. "fantasmi di oggi, rimescolate a quelli di domani e di ieri: passato e futuro si confondono spesso, nelle vite migranti". 

Una storia di donne forti, coraggiose, che si parlano solo con gli occhi e col cuore quando si rendono conto di avere tutto sulle proprie spalle. 
Una storia che mi ha emozionata, mio padre si è spostato a 14 anni da solo da Napoli a Torino perché mia nonna, con un marito disperso in guerra, non poteva mantenere 9 figli. 
Io, 50 anni dopo, mi sono ritrovata a fare, con meno urgenza e difficoltà, la stessa cosa alla volta di Londra. 

Ho riconosciuto nel romanzo le difficoltà, l'audacia e la distanza dalla famiglia così come un suono e un profumo possa catapultarti in una era e in un luogo diversi.
Veramente un bel romanzo, complimenti!




Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata: Spremuta d'arancio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni 
Sito web dell'autrice: Chiara Ingrao




      "A mmia, mi vuole comandare, un analfabeta?".


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta e condividi con noi la tua opinione!