domenica 28 luglio 2019

Recensione: Un mare viola scuro

Un mare viola scuro
di Ayanta Barilli


Editore: Dea Planeta
Prezzo Cartaceo: € 17
Pagine: 400



Un bisnonno, Belzebù, dal nome improbabile e inquietante. E un luogo, Colorno, così carico di segreti e di orrore da non potersi evocare. Parte da qui, dagli ostinati silenzi e dalle invenzioni di una famiglia di saltimbanchi, bugiardi, scrittori, amazzoni e diavoli, il viaggio di Ayanta alla scoperta della sua verità.
Tre donne: Elvira, Angela, Caterina. Un secolo di Storia: la nostra. E poi Padova, Parma, Roma, Tellaro, Madrid. Per riannodare il filo contorto e spezzato della memoria, Ayanta si addentra nel labirinto ora spaventoso, ora traboccante di luce delle proprie radici, fruga nei vecchi cassetti, separa le favole dalla realtà, le leggende dalle bugie. Sveglia fantasmi a lungo sopiti, forza le stanze chiuse dei ricordi, traccia i frastagliati contorni di un dramma famigliare ma non domestico – anzi, universale – lungo tre generazioni. Perché sono le donne a custodire la memoria, lacune e omissioni comprese, delle generazioni passate e presenti. E sono sempre loro, le donne, a mettere le mani in quei cassetti, a trasformare i detriti in storie che pretendono di essere ascoltate. Storie così vive da riguardarci tutti.




Una storia familiare di parecchie generazioni diverse. Una miriade di personaggi si susseguono nella famiglia ma le donne che la compongono ne sono sempre il fulcro fondamentale. 
Elvira, Angela, Caterina, e poi successivamente Carlotta. Una dopo l'altra partono da ragazzine e le vediamo diventare nonne e di conseguenza le loro figlie e nipoti crescere creando davanti a noi una vera e propria saga familiare, un albero genealogico con le radici basate sulla forza delle donne. 
Tutto inizia quando Ayanta, alla morte della nonna, inizia a svolgere delle ricerche nel proprio passato, nelle vite e negli amori della madre Caterina e della nonna Elvira. Nessuna di loro ha avuto molta fortuna in amore, che fosse per colpa dell'uomo di turno o della mancanza di amore vero, nessuna di loro sembra essere stata davvero felice.
Ho trovato la prima parte del romanzo molto interessante, dove si parla della nonna Elvira, inizialmente ho anche pensate che il romanzo girasse attorno alla situazione dei manicomi, della mancanza di rispetto per la persona che perdeva ogni dignità una volta entrata nell'ospedale. Invece poi la storia si sviluppa su piú livelli, sulla condizione familiare, su queste donne che sono vittime degli uomini che hanno a fianco, vittime, come una brutta eredità, dello stesso tumore al seno. La storia diventa anche confusionaria e inizia ad approfondire eventi che poi vengono abbandonati e non si capisce bene il collegamento col resto.

Questo romanzo non mi ha entusiasmata, l'ho trovato troppo lungo e intricato.con troppi salti avanti e indietro da una generazione all'altra. Alle volte ero confusa su chi fosse la nonna di cui si stesse parlando, o la Caterina di turno. Peró la scrittura é da apprezzare, onesta, grezza e piena di sentimento, non sappiamo davvero cosa sia vero e cosa inventato perché l'autrice stessa lo dice che alla sua famiglia non piace affrontare la realtà. 



Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: Frappé alla fragola
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni 





      "Il linguaggio usato tra due innamorati, tra un padre e un figlio, in famiglia, nasconde così tanti segreti della nostra intimità condivisa da risultare incomprensibile ai non iniziati.
Questo lessico privato, questo codice segreto, custodisce la verità."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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