mercoledì 21 luglio 2021

Recensione: Le vite nascoste dei colori




Le vite nascoste dei colori
di Laura Imai Messina

 Editore: Einaudi
 Prezzo Cartaceo: €18,50
 Pagine: 328

Nero mezzanotte con una punta di luna, indaco che sa di mirtillo, giallo della pesca matura un attimo prima che si stacchi dal ramo: Mio sa cogliere e nominare tutti i colori del mondo. Ha appreso l’arte dei dettagli invisibili guardando danzare ago e filo sui kimono da sposa, e ora i colori sono il suo alfabeto, la sua bacchetta magica, il suo sguardo segreto. Aoi, invece, accompagna le persone nel giorno piú buio: lui prepara chi se ne va e, allo stesso modo, anche chi resta. Conosce i gesti e i silenzi della cura. All’inizio sembra l’amore perfetto, l’incanto di chi scopre una lingua comune per guardare al di là delle cose. Ma il loro incontro non è avvenuto per caso.

 

Non sempre nascere con un dono è un vantaggio, di certo è una responsabilità. Mio è una giovane donna dallo sguardo speciale: i suoi occhi sono capaci di cogliere ogni minima sfumatura e dare un nome a tutte le tonalità, soprattutto quelle invisibili. Nell’atelier dove la sua famiglia cuce e ricama kimono nuziali con gesti preziosi tramandati da generazioni, ha imparato fin da piccola la potenza dei dettagli, scoprendo in segreto le vite nascoste dei colori. Ma a custodire un segreto, in questa storia, non è la sola. Aoi possiede la sensibilità rara di capire a prima vista chi ha di fronte: la sua agenzia organizza cerimonie funebri, e lui – allo stesso modo di un mago – sa sempre come accompagnare i vivi e i morti nel giorno piú buio. Quando i loro destini s’incrociano in una mattina qualsiasi, Mio e Aoi si specchiano l’una nell’altro come due colori complementari. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che il loro incontro non è stato casuale: ancora non lo sanno, ma le loro esistenze stanno per entrare in collisione. Laura Imai Messina sa raccontare il potere magico delle cose di tutti i giorni, fa scintillare le coincidenze, anima le storie come in una danza da cui si sprigiona, semplicemente, il prodigio dello stare al mondo. E il Giappone, luogo di tutte le contraddizioni, è l’alambicco ideale di questo incantesimo. Cosí per le strade di Tōkyō, città da sempre scagliata verso il futuro, si celebrano ogni giorno le antiche pratiche di una cultura millenaria, i rituali dei matrimoni e dei funerali, le cerimonie del passaggio. Le vite nascoste dei colori – una fiaba metropolitana capace di ammaliare il lettore – ci fa conoscere la forza dell’amore tra due figure indimenticabili e opposte. Due personaggi unici, legati a doppio filo da un nodo di meraviglia che aspetta soltanto di manifestarsi.



Un romanzo pienissimo di informazioni stupende e interessanti, conoscevo poco i rituali dei matrimono e dei funerali in Giappone e l'autrice li racconta entrambi con la stessa delicatezza e lo stesso fascino. Assolutamente fantastica l'idea di far incrociare due anime che sembrano essere agli antipodi dell'esperienza umana, chi all'inizio chi alla fine, chi effervescente di colori e chi scevro per rispetto. 
La potenza e l'eleganza della scrittura di questa autrice a me sconosciuta mi hanno spiazzata, una classe e una abilità innata per risvegliare sentimenti e creare quadri di colori davanti ai nostri occhi.
 
Il romanzo mi ha emozionata e commossa più volte, nella dolcezza con cui parla della morte e della preparazione alla perdita di una persona amata, ma anche nella vestizione di una sposa impaurita e insicura. 
I personaggi sono pochi e molto elaborati, profondi e complessi nelle loro peculiarità. Seguiamo la crescita di Mio separatamente da quella di Aoi, sembrano non avere davvero nulla in comune, ma quando i loro mondi collideranno nascerà qualcosa di inaspettato. 
La sofferenza che entrambi vivono ha scolpito le loro vite, Mio ha sempre avuto un dono, una visione dei colori diversa da tutti, una caratteristica che la madre sembra proprio non accettare, per la mamma il rosso ha poche definizioni, per Mio ne ha miliardi, non esiste il doppio di un colore, non esiste un colore senza anima. La madre non sa ovviamente che Mio ha solo una visione partcolare, non un difetto, la porta da dottori e cerca di indottrinarla in ogni modo, ma la bambina che guarda la nonna lavorare al kimono, non vede altro che un mondo di toni e sfumature diverse. Il bianco si presenta solo quando la sofferenza diventa tale da non lasciar spazio ad altri colori o sentimenti.
La scrittrice non solo ha una conoscenza profonda della cultura e delle tradizioni giapponesi ma anche della profondità dei sentimenti umani e di come siano elaborati in modo diverso in paesi diversi. L'amore di cui parla non è fatato e magico, ma duro, reale, destabilizzante e porta con sè segreti e un mondo sconosciuto con colori completamente diversi di quelli a cui siamo abituati.

Il romanzo ci insegna come non si possa scappare da tante cose, la gioia, la perdita, la tristezza, bisogna concedersi il tempo di accettare i propri sentimenti e le proprie reazioni agli eventi della vita, con calma e pazienza. 

Assolutamente consigliato, la scrittura poetica di questa autrice mi ha fatta rapita completamente!

E voi che colore siete? 


Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata: Succo di albicocca
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni 



"In fondo è esattamente ciò che non sai di una persona 
a farti innamorare di lei, – le diceva ridendo la madre. 
– Mio, cerca di trovare anche tu qualcuno di cui non sai quasi nulla. 
Ne rimarrai innamorata tutta la vita"



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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