venerdì 23 febbraio 2024

Recensione: Bestie

 

Bestie
di Federigo Tozzi

Editore: Fazi Editore
Prezzo cartaceo: 17 € 
Pagine: 180

Uno dei capolavori della letteratura del Novecento in una nuova edizione arricchita dalle illustrazioni originali di Giuseppe Salvatori, uno dei più importanti artisti contemporanei.

Pubblicato per la prima volta nel 1917, Bestie è una raccolta di piccoli frammenti sul mondo animale visto nel suo rapporto con l’uomo. Sullo sfondo di una Toscana rurale, l’autore esplora le inquietudini dell’età contemporanea attraverso una serie di quadretti ispirati ogni volta ad animali diversi. Osservatori silenziosi delle vicende umane, gli animali arrivano a diventare un nuovo elemento in grado di dare senso alla vita. Un capolavoro della letteratura italiana del Novecento in cui convivono l’amore per la natura e il disincanto, e dove l’istinto e la violenza dei protagonisti ci ricordano che, nonostante tutto, l’uomo possiede ancora una forte componente ferina, forse troppo radicata e per questo ineludibile.

L’originale corredo iconografico aggiunge un fascino unico alla forma frammentaria di Bestie, un  libro prezioso che, per l’attualità e l’incisività del suo messaggio, mantiene intatta la sua forza narrativa guadagnandosi la statura di un classico.





Un libro originale e inaspettato, unico del suo genere e dunque non di semplice presentazione e recensione. 
Per lungo tempo poco conosciuto, Federigo Tozzi - di cui la maggior parte delle opere è stata pubblicata postuma - viene ora considerato come uno dei più importanti narratori italiani del Novecento ed è sempre più apprezzato dalla critica.
"Bestie" è stata la prima opera tozziana a varcare i confini della provincia senese attirando l’attenzione del mondo letterario italiano. Si presenta come una raccolta di 69 brevi prose, talvolta  lunghe non più di una sola pagina, in cui l'autore descrive situazioni, racconti e avvenimenti in una cornice costante: la città di Siena, sua culla natale. I racconti, talvolta vagamente autobiografici, ci presentano personaggi umili e quotidiani e si chiudono puntualmente con l'apparizione di un animale, spesso improvvisa e in apparenza slegata al racconto precedente. 
Come commentato brillantemente anche da Edoardo Albinati nella sua postfazione a "Bestie", è proprio questa costante presenza del mondo animale a lasciare il lettore sorpreso, se non perplesso: le bestie non sono altro che un vezzo letterario dell'autore che ha deciso di inserirle come fil rouge della sua opera, oppure sono una sorta di rappresentazione dei suoi stati d'animo?
La linea narrativa umana e quella animale, infatti, coesistono costantemente, seppur solitamente senza un legame esplicito. Le bestie appaiono in modalità differenti: talvolta fanno capolino solo nell'ultima frase del racconto, mentre in altre occasioni sono protagonisti di una domanda conclusiva che rimane senza risposta. Quel che è certo è che hanno un effetto molto esplicito, chiudendo la narrazione in modo tanto inaspettato quanto efficace rappresentando il tratto distintivo dell'opera.
Altro aspetto degno di nota nel libro è il fatto che ogni breve prosa sia accompagnata dal disegno dell'animale che appare nella narrazione, disegnato sotto forma di una silhouette grigio-nera dalla brillante mano di Giuseppe Salvatori. Il disegnatore sceglie infatti di rappresentare la presenza animale sotto forma di un profilo che si sdoppia e si moltiplica sotto forma di elemento decorativo, sottolineando la portata misteriosa ed estranea di tali presenze nella narrazione, quasi come se il lettore potesse vederle soltanto in uno specchio deformante.
Opera davvero originale e inaspettata, che val la pena riscoprire. 

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  amaro alle erbe
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni


"Che punto sarebbe quello dove s’è fermato l’azzurro?
Lo sanno le allodole che prima vi si spaziano e poi vengono a buttarsi come pazze vicino a me?
Una mi ha proprio rasentato gli occhi, come se avesse avuto piacere d’impaurirsi così, fuggendo.
Che chiarità tranquille per queste campagne, che si mettono stese per stare più comode!
Che silenzii là dall’orizzonte e dentro di me!
La strada per tornare a Siena è là. Vado".


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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