lunedì 18 marzo 2024

Review Party: Le figlie di Saffo






 
Le figlie di Saffo
di Selby Wynn Schwartz

 Editore: Garzanti
 Prezzo Cartaceo: € 18
 Pagine: 264
 Titolo originale: After Sappho
 Traduzone a cura di: Mariagiulia Castagnone

«La nostra prima iniziativa fu quella di cambiarci il nome. Saremmo diventate Saffo.» Ci facciamo chiamare così perché vogliamo essere libere e indipendenti. Vogliamo avere idee e prospettive. Vogliamo essere attrici, scrittrici, o qualunque cosa scelgano i nostri sogni. Vogliamo avere speranze e infinite possibilità. Vogliamo essere e sentirci donne nel modo in cui piace a noi e a nessun altro. Ma non sempre è possibile. Molte volte, ci obbligano a sottostare al volere degli altri. Molte volte, altri prendono le decisioni al posto nostro. Molte volte, siamo costrette a sposarci, a essere madri, a essere docili, a essere belle come dicono loro, a dire sempre di sì. Ed è allora che decidiamo di resistere, di lottare, di ribellarci. Siamo Lina Poletti, Virginia Woolf, Natalie Barney, Romaine Brooks, Sarah Bernhardt, Isadora Duncan, Nancy Cunard, Gertrude Stein e Radclyffe Hall. Siamo qui a dirvi cosa vuol dire essere donna quando non hai una voce. Quando soffocano la tua voce. Siamo qui a dirvi che un futuro diverso è possibile. Siamo qui a dirvi che per viverlo bisogna lottare, ieri come oggi. Selby Wynn Schwartz ha scritto un romanzo necessario, il miglior libro dell’anno tra quelli inclusi nella longlist del Booker Prize secondo «The Guardian» e «The Independent». Amato dai librai indipendenti, è stato acclamato dalla critica. Con uno stile lirico e intenso, ripercorre la storia, il mito, la politica, le leggi per raccontare di donne che hanno precorso i tempi senza sottomettersi al pensiero comune e alle convenzioni sociali. È una perla da tenere sul comodino, da sfogliare quando qualcuno che conosciamo è costretto ad agire contro la propria volontà. Dopo averne letto qualche riga, la speranza ritroverà la strada.




Una quantità enorme di storie di donne, lesbiche femministe, coraggiose e non, italiane e non. 
Per tutte il primo passo è il cambiarsi il nome, nessuna si riconosce nel proprio, alcune volte il cambio del nome è dovuto alla fuga dalla famiglia e dagli abusi. Alcune sono famosissime, Lina Poletti studia all'università di Bologna con Pascoli e scrive la tesi su Carducci, Rina Faccio, scrittrice che poi diventerà Sibilla Aleramo, la mia amata Anna Kuliscioff, paladina del diritto femminile, madre non sposata della figlia di un anarchico, studia medicina quando nessuna donna lo fa e si specializza in febbre puerperale. Alcune non le conoscevo come per esempio Laura Stephen, una delle tante donne rinchiusa in un manicomio perché diversa dalle altre.
 Tutte lottano a modo proprio per i diritti delle donne, il voto, lo studio, la possibilità di agire e crescere come individui senza essere vendute in spose a colore che le avevano violentate. 
Il romanzo tratta donne di tutto il mondo, le donne inglesi che si ribellano per essere giudicate sui loro scritti quando contemporaneamente il governo non consente loro di essere istruite come i ragazzotti di Cambridge. 
La costante è l'amore per le Saffo e le arti in generale, che siano esse la pittura, Natalie Barney per esempio è stata la prima a partecipare a una lezione di pittura dal vivo con una modello nuda, oppure la recitazione anche se a volte in ruoli maschili. 
L'autrice cadenza la breve presentazione di queste figure femminili con pezzi di poesie di Saffo legati ad esse in qualche modo, dando al romanzo un idea di una quasi mancanza di struttura, invece di un fiume di coscienza, un vero e proprio fiume di amore saffico, una donna dopo l'altra e le loro relazioni tra loro. Le storie si concentrato tra Italia, Francia e Inghilterra, i paesi più prolifici in ambito artistico nel primo Novecento, tra fascismo e guerre, guance rosee e capelli al vento. 
Purtroppo per quanto il tema sia estremamente affascinante, la brevità dei racconti su ogni personaggio mi ha lasciato una sensazione di non averne conosciuto bene nemmeno uno. 
Mi è piaciuta la vena poetica di questo testo che evidentemente segue lo stile di Saffo stessa ma tende a sembrare un testo troppo accademico e senza una struttura portante.
Consigliato da leggere a tratti, per conoscere meglio le femministe e lesbiche del primo Novecento, ma anche solo per conoscere la condizione delle donne e le leggi che mancavano di proteggerle dall'essere considerate merce di scambio.

Durata totale della lettura:
 Quattro giorni

Bevanda consigliata:  Succo all'albicocca
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


Non dimenticate di leggere anche le altre tappe del Review Party :)



" ...ogni volta che mettevamo da parte il verbo "impadronirsi", la nostra fuga era senza ritorno"


    

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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