martedì 7 maggio 2024

Review Party: The Gilded Cage

Torna Lynette Noni per Sperling & Kupfer con l'atteso seguito di The Prison Healer, ovvero "The Gilded Cage" e noi non potevamo farcelo scappare.


 The Gilded Cage

 di Lynette Noni

 Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: € 17,60
Pagine: 416
Traduzione di: Angela Ricci

 Dopo essere scampata alla prigione di Zalindov e al mortale Giudizio degli Elementi, Kiva Meridan è una sopravvissuta. Negli ultimi dieci anni, il suo unico obiettivo è stato quello di riunirsi alla famiglia e distruggere le persone che hanno rovinato le loro vite, ma questa missione sta diventando più complicata che mai. Ora che si sta ambientando nella capitale, scopre di non essere stata l'unica a soffrire mentre era a Zalindov: i suoi fratelli e i loro ideali sono cambiati, e ben presto la ragazza si ritroverà a nascondere segreti non solo ai propri nemici ma anche a chi ha di più caro al mondo. Fuori dalle mura della città, nel frattempo, serpeggia la tensione fra i ribelli, insieme alle voci di una crescente minaccia da parte dei regni del Nord. Questa volta, per sopravvivere, Kiva dovrà destreggiarsi in una complicata rete di bugie, in cui un passo falso potrebbe costarle tutto.




Il primo libro della serie finisce veramente con il botto e sono stata contentissima di avere tra le mani il secondo capitolo e inutile dire che mi ci sono fiondata subito e l'ho letto davvero in poco tempo.
Ritroviamo la nostra protagonista Kiva, che finalmente è riuscita a scappare dalla prigione di Zalindov, dove ha vissuto i suoi ultimi dieci anni, e può godersi finalmente la vita da libera cittadina nella capitale.
Ovviamente una delle prime cose che le accadono è l'incontro con i suoi fratelli, la famiglia che ha sempre portato nel cuore durante i suoi anni di prigionia e che le hanno sempre dato quella speranza per andare avanti e alimentato la voglia di vendetta contro quelli che hanno imprigionato lei e suo padre senza pietà.
Il ricongiungimento con suo fratello e sua sorella non si svolge come previsto, Kiva  presto capisce che il tempo e gli avvenimenti del passato hanno lasciato cicatrici molto profonde, ma diverse dalle sue, loro sono adesso molto cambiati rispetto al ricordo che portava con se. Hanno portato avanti con decisione un piano spietato per la loro vendetta e forse Kiva, dopo tutto questo tempo, non è sicura che la vendetta sia poi la risposta giusta a tutte le sue domande e a quello che ha subito. Inoltre la sua vicinanza con Jaren, iniziata a Zalindov sembra intensificarsi e forse questa nuova libertà le sta permettendo di osservare le cose da un punto di vista diverso, quel punto di vista che lei in passato non ha mai preso in considerazione accecata dal desiderio di riscatto.
Un secondo libro che ha le caratteristiche del libro intermedio, succedono tante cose ma molte diciamo sono prevedibili, quello che mi ha spiazziato più di tutto è il finale che, se per certi versi avevo intuito per altri mi ha sorpreso e lasciato con la voglia di leggere il terzo subito.
Kiva l'ho trovata meno incisivo come personaggio, dopo tutto quello che ha dovuto subire in prigione, mi è sembrata più morbida e indecisa, spero che nel terzo capitolo riesca a ritrovare la forza e la determinazione che la contraddistinguono. Tanto del suo passato e della sua storia trova chiarezza in questo volume, molti tasselli lasciati in sospeso dall'autrice qui trovano il loro posto e ricostruiscono una leggenda cha ha radici profonde e che con il tempo non è stata tramandata in maniera veritiera portando alla luce il lato oscuro della magia che ha fatto vittime in passato e ha fame di farne ancora adesso.
Un altro libro ben scritto, la Noni continua a tenere viva l'attenzione per questa storia e il destino della protagonista e mantiene la narrazione scorrevole e mai noiosa e il libro davvero si finisce in poco tempo. Sono proprio curiosa di leggere il capitolo finale e spero che arrivi presto in Italia, ho bisogno di sapere come va a finire e ho bisogno di vedere Kiva splendere come non mai.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tè mandorla e caramello
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni
Sito dell'autrice: Lynette Noni

Serie "The Prison Healer"
  1. The Prison Healer
  2. The Gilded Cage
  3. The Blood Traitor (inedito in Italia)


Buona lettura.


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 6 maggio 2024

Recensione: Grammamanti

 


GRAMMAMANTI
Immaginare futuri con le parole
di Vera Gheno

Editore: Einaudi
Prezzo: €15.00
Pagine: XVI - 152

Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità. Per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Perché le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo.

Chi può definirsi grammamante? Chi ama la lingua in modo non violento, la studia e cosí comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo.




Il nuovo libro di Vera Gheno, "Grammamanti", che ho atteso con impazienza e curiosità, esplora la relazione tra l'essere umano e la lingua come una vera e propria forma d'amore. 

Non aspettatevi un libro di grammatica oppure un manuale che insegni a parlare o scrivere meglio. Gheno ci guida attraverso un affascinante viaggio nel mondo delle parole, invitandoci a considerarle non solo come strumenti di comunicazione, ma come preziosi alleati con cui instaurare una relazione appassionata e profonda. 
Questo invito all'amore per la lingua come elemento centrale ed essenziale della nostra esistenza è supportato dalla figura dei "grammamanti", coloro che accettano la natura flessibile e mutevole della lingua (tutto scorre e cambia)  e rifiutano il dogmatismo linguistico dei "grammarnazi".
"Grammamare" significa quindi amare l'uso delle parole e riconoscere il loro potenziale trasformativo e narrativo.

Attraverso quattro storie d'amore linguistiche, vengono esposte le teorie più datate sull'emersione del linguaggio, tra le quali spicca la putting the baby down theory, dell'antropologa Dean Falk e viene messa in luce l'importanza della condivisione della materia linguistica per renderla accessibile a chiunque. Con una prosa coinvolgente e ricca di spunti di riflessione, Gheno ci mostra inoltre come la realtà e la lingua siano interconnesse, delineando il nostro modo di pensare e relazionarci al mondo. 

Ciò che emerge è un ritratto affascinante della lingua come uno strumento potente non solo per definire la nostra identità e plasmare il nostro mondo emotivo e immaginario, ma anche per la comprensione di sé e degli altri, nonché per la costruzione della società che desideriamo. 
Gheno ci incoraggia svelandoci anche la sua personale ricetta a "grammamare", ossia ad amare l'uso delle parole e ad essere consapevoli del loro potenziale nel trasmettere significati, culture e identità.    

"Grammamanti" è consigliato a coloro che desiderano riflettere sulla centralità e il potere della parola nella nostra vita quotidiana. Grazie alla sua scrittura scorrevole l'argomento è accessibile a chiunque e i riferimenti che spaziano dalla letteratura al cinema aggiungono un interessantissimo tocco di fascino.

Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: caffè doppio
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 13 anni 
Consigliato a chi ha apprezzato: i libri di Michela Murgia


"Avere le parole per definirsi vuol dire avere le parole per capirsi, e capirsi significa, forse, stare un po' meglio con sé stessi. Vuol dire potersi amare."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 3 maggio 2024

Recensione: Il sogno di Unnur


Il sogno di Unnur
di Ragnar Jónasson

Editore: Marsilio
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 11,99
Pagine: 224
Titolo originale: Mistur
Traduzione a cura di: Valeria Raimondi


La violenta bufera di neve che si è abbattuta sull’Islanda orientale, isolando completamente le poche case dell’interno, avrebbe dovuto tenere chiusi in casa anche i più audaci. Eppure, qualcuno ha deciso di sfidare il vento e il gelo e di avventurarsi in una delle zone più remote del paese. Un posto non adatto agli esseri umani; non in quel periodo dell’anno. In una fattoria dove manca la corrente e la linea telefonica è interrotta, Einar ed Erla si preparano al loro Natale solitario, quando un rumore inaspettato li fa sussultare. Qualcuno sta bussando alla porta. Una visita inattesa. Einar apre, e l’ospite sconosciuto entra. Chi è l’uomo che dice di essersi perso in una giornata come quella? Cosa sta cercando realmente? Forse è un bugiardo. O addirittura un assassino? Una cosa è certa: in quella casa, esclusa dal resto del mondo, avvolta dal buio, dal freddo, dal sibilo del vento, non tutti sopravviveranno alla notte. In seguito al ritrovamento dei corpi, le indagini sono affidate a Hulda Hermannsdóttir, ispettore della polizia di Reykjavík, rientrata in servizio dopo che la sua vita è stata sconvolta da drammatiche vicende familiari. Ma liberarsi dei propri fantasmi è molto difficile: Hulda sarà perseguitata ancora a lungo dalla sensazione di non aver capito in tempo. Davvero esiste una via di fuga dal proprio senso di colpa? Il suo lavoro di poliziotta è una sorta di gioco che si svolge in un’area grigia al confine tra il giorno e la notte, dove le vittorie definitive non esistono. Così, «la migliore eroina tragica che il giallo ci ha dato negli ultimi tempi», come scrive il Sunday Times, dovrà imparare a nascondere i sentimenti e a difenderli, a comportarsi come se niente fosse successo, per non dover rinunciare alla vita.



È quasi Natale e nella fattoria che giace in mezzo al nulla Erla si guarda intorno, ammira l'albero di Natale che hanno preparato e già pregusta la lettura di un buon libro alla luce fioca del salotto. Einar andrà a letto presto, come sempre e lei potrà immergersi nei mondi lontani. Ma, proprio mentre stanno parlando seduti nella loro cucina, sentono dei colpi alla porta. È impossibile che qualcuno si sia avventurato fino alla loro fattoria, con questo tempo. Ma i colpi si ripetono, ancora più violenti. Quando aprono la porta si trovano davanti Leo, un uomo che dice di essersi perso mentre era a caccia con amici. Einar lo accoglie e lo invita a rimanere da loro ma Erla ha da subito la sensazione che questo ospite inatteso non è chi dice di essere e la tensione è sempre più forte. Erla pensa alla figlia che li deve raggiungere per il pranzo di Natale. Abita in una fattoria non lontano dalla loro ma con questa bufera non è detto che riesca a raggiungerli. Durante la notte Erla non riesce a dormire, non si sente tranquilla ad avere uno sconosciuto in casa. Mentre veglia al suono della bufera che imperversa sente che l'uomo si aggira per la casa ma non ha il coraggio di andare a controllare. 
Al commissariato di Reykjavík, Hulda Hermannsdóttir cerca di concentrarsi sul lavoro. La sua scrivania è ricoperta di rapporti e ci sono indagini su cui lavorare, ma le risulta molto difficile. È rientrata al lavoro dopo la tragedia che ha sconvolto la sua vita e che l'ha lasciata con un senso di colpa che difficilmente riuscirà a superare. Ma c'è un caso in particolare che torna sempre alla sua memoria: una ragazza scomparsa anni prima che non è riuscita a risolvere. Unnur era una ragazza tranquilla, seria, brava a scuola, con la passione per la scrittura. Dopo il diploma ottiene il permesso dai genitori per prendersi un anno sabbatico per fare un viaggio in Islanda, alla scoperta di luoghi a lei sconosciuti, senza un itinerario preciso, per scrivere il suo primo libro. Ma dopo qualche mese scompare, così, da un giorno all'altro, senza più dare notizie di sé. A nulla servono gli sforzi di Hulda per ritrovarla ed è sempre più convinta che sia morta. Sente ancora ogni tanto i genitori di Unnur, che la chiamano anche dopo anni per sapere se ha qualche novità. L'hanno cercata anche pochi giorni prima ma lei non ha avuto la forza di rispondere, alle prese con il suo dramma familiare, proprio non ce la fa a parlare con loro. Quando finalmente trova il coraggio di andare a trovarli, scopre che anche il padre di Unnur è scomparso. È uscito un giorno e non ha fatto più ritorno ma con la bufera è praticamente impossibile cercarlo e si teme il peggio.
Quando al commissariato arriva la notizia che in una fattoria immersa nel nulla è successa una tragedia, molti giorni dopo Natale, Hulda decide di prendere parte alle indagini, è l'occasione per allontanarsi da casa per dedicarsi a qualcosa che spera la terrà lontana anche dai suoi pensieri. Quello che trova alla fattoria è inspiegabile e, a mano a mano che scava nella vita dei due proprietari, emergono dettagli che la portano a capire che qualcosa di tremendo deve essere successo nel passato di quella famiglia e che, forse, non sarà possibile spiegare cosa sia realmente accaduto. 
 
Durata totale della lettura: 4 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: latte caldo
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Arnaldur Indriðason

  "Una notte infinita non solo nella realtà ma anche nella mente di chi la sta affrontando senza vedere mai la luce."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

giovedì 2 maggio 2024

Recensione: Autobiografia clitoridea



 Autobiografia clitoridea

 di Teresa Cinque

 Editore: Longanesi
 Prezzo: €18,6
 Pagine: 304
 

 «La mia idea di relazione era che se vengo amata sono salva. Se vengo amata da uno fico sono salva un po’ di più. Lo vedi com’è semplice creare un mostro?» Elisa è una bambina bionda, estroversa, spontanea. Ama la vita con la voracità dell’infanzia e con la stessa feroce innocenza insegue ciò che è bello e che le piace. E a Elisa piacciono i buoni voti a scuola, il prosciutto crudo, e masturbarsi. Lo fa per istinto, per curiosità, per stare bene. Finché suo padre, Bruno, la coglie sul fatto e si ritrae disgustato. In quel momento qualcosa in Elisa si rompe per sempre: comincia a sentirsi sporca, reietta, malata, diversa. Quell’episodio plasma la sua vita. Alla solitudine in cui Bruno l’ha relegata si aggiungono nuove esperienze che la intrappolano sempre più in una sensazione di disagio e repulsione verso se stessa: prima le molestie di un prete, poi le attenzioni violente di ragazzi sempre più sbagliati. Nata femmina, intera e perfetta e poi rotta dall’impatto con il mondo dei maschi, Elisa si convince che essere donna significa accettare di lasciarsi misurare e “validare” dagli uomini e si rifugia nel sesso, strumento per sentirsi finalmente giusta e non più sbagliata, uguale a tutti gli altri. Colleziona maschi belli, prestanti, ormonali, trofei di un combattimento senza vincitori. Perché queste relazioni a senso unico sono come svuotate, prive di gioia, e infatti per lungo tempo Elisa raggiunge l’orgasmo unicamente in solitudine, masturbandosi. Tanto, a nessuno sembra interessare granché del suo piacere, troppo capriccioso e inaffidabile, troppo volubile e immaturo per essere preso in considerazione. In una parola: troppo clitorideo. Un romanzo autobiografico dolce e duro, una storia universale in cui molte donne si riconosceranno. 




La crescita di una ragazzina negli anni 80 in cui la cultura del consenso non esisteva nemmeno lontanamente, un legame con l'eros e la propria clitoride 
Il romanzo segue la storia di una normalissima ragazza italiana, che cresce in un contesto in cui i genitori si conoscono sempre meno e si innervosiscono sempre di piu.
Un contesto in cui la mamma che inizialmente era una casalinga, pian piano inizia un commercio di pianoforti e questo per quanto supportato inzialmente, non viene digerito bene dal padre professore.
Un contesto comune con un padre che ama la figlia e la fa sentire speciale fino al giorno in cui, ancora molto piccola, la coglie mentre si masturba. 
La parola ancora non esiste nel suo vocabolario, non sa nemmeno cosa stia facendo, le piace solo la sensazione che deriva da quello che lei chiama "frullare". Negli occhi del padre, purtroppo, la piccola bambina adorabile sparisce automaticamente e ai suoi occhi rimane una sconosciuta, pervertita e chiaramente lasciva. tutto l'affetto si annulla e da quel momento lei non viene nemmeno abbracciata. Inizia in questo modo il vortice in discesa di una serie di relazioni tossiche o sbagliate in cui va a finire nella ricerca (ancora inconsapevole) dell'a,ore e dell'afftetto che il padre non le concedeva.
Finalmente la luce inizia con l'inizio della terapia, anche se non tutti i dottori con cui si incontra sono moderni/femministi/aggiornati. 
Nonostante tutto viviamo con lei tutte le storie e le sue evoluzioni, il modo di approcciarsi agli uomini e al sesso. Uno scorcio sulla vita e la crescita mentale di una ragazza che potrebbe essere ognuna di noi, una lezione onesta sul bisogno di capire le nostre radici, da dove nascono le nostre inclinazioni e "problematiche", un romanzo che ci ricorda quanto sia importante la consapevolezza di se stessi e quanto l'esplorazione del se influisca su tutta la nostra vita.
Il rapporto del padre viene analizzato con attenzione e quel continuo tira e molla tra dovere filiale e rabbia inespressa per un amore perso.

Un libro che mi é piaciuto tantissimo! Un romanzo sincero, una ferita aperta ispezionata per noi e attraverso anni di terapia. Un percorso che ho similmente affrontato e in cui mi sono ritrovata molto.

Assolutamente consigliato.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Aranciata
Formato consigliato: Cartaceo
Consigliato a chi ha apprezzatoTre ciotole di Michela Murgia



"L’inclinazione è una faccenda troppo sottile per chi già è ottusamente piegato dalla povertà. " 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 30 aprile 2024

Recensione: Conversazioni letterarie

 


Conversazioni letterarie
a cura di Adam Biles

Editore: Neri Pozza

Prezzo cartaceo: € 20
Pagine: 256
Traduzione: Massimo Ortelio

Per qualsiasi avido lettore, è impensabile andare a Parigi senza programmare una visita a una delle librerie più iconiche al mondo: Shakespeare and Company. A due passi da Notre-Dame, l’insegna verde e gialla con accanto un affresco di Walt Whitman che veglia sulla soglia, è stata il rifugio della Beat Generation negli anni Cinquanta e rimane ancora oggi un punto di riferimento per autori e autrici da tutto il mondo. Ed è infatti qui, dove la letteratura si respira in ogni angolo, su ogni scaffale e ripiano, che incontriamo scrittrici e scrittori in carne e ossa, sentiamo le loro voci, conosciamo i loro pensieri sulla vita e sui libri che li hanno resi famosi. Nelle interviste raccolte dal direttore letterario Adam Biles si conversa degli aspetti più disparati dell’umano: l’idea di natura per Annie Ernaux, il concetto di rappresentanza secondo Reni Eddo-Lodge e Colson Whitehead, la cognizione del tempo di Carlo Rovelli, il senso dello scrivere per Rachel Cusk e per Karl Ove Knausgård, la definizione di solitudine secondo Olivia Laing, la presenza dei classici nel contemporaneo per Madeline Miller, e molto altro ancora. Venti conversazioni ospitate da Shakespeare and Company, venti protagonisti della letteratura mondiale celebrano il nostro tempo, offrendo ai lettori l’occasione di un dialogo vivo, un incontro unico.

Ci sono momenti speciali in cui la libreria, il rapporto fra autore e intervistatore e le aspettative del pubblico entrano in sintonia dando vita a una misteriosa alchimia. Allora si avverte un’energia irresistibile nella stanza, un’energia che raggiunge quella che io chiamo «velocità di fuga». Sono occasioni inebrianti, in cui l’intervista trascende i vincoli formali e diventa qualcosa di più: una conversazione densa di significato.

Gli autori e le autrici

Claire-Louise Bennett – Rachel Cusk – Geoff Dyer – Reni Eddo-Lodge – Annie Ernaux – Percival Everett – Marlon James – Meena Kandasamy – Katie Kitamura –  Karl Ove Knausgård – Hari Kunzru – Olivia Laing – Madeline Miller – Carlo Rovelli – George Saunders –  Leïla Slimani – Miriam Toews – Jesmyn Ward – Colson Whitehead – Jenny Zhan




L'anfrattosa, storica, meravigliosa libreria Shakespeare & Company è uno degli angoli di questo mondo che mi è rimasto nel cuore fin dal mio primo viaggio a Parigi, e so di essere decisamente poco originale: è difficile visitarla e non percepirne l'atmosfera particolare, di quei posti che sanno lasciare il segno. Un santuario per gli amanti dei libri, come gemme di contenuto ma anche come oggetti preziosi, in cui echeggiano anni di amore per la letteratura lasciati indietro da decine di migliaia di autori e lettori insieme.

Nata nel 1919 dall'americana Sylvia Beach in Rue de l’Odéon, già agli inizi degli anni Venti era diventato un punto di riferimento e di ritrovo per aspiranti autori e scrittori allora in erba di quella che sarebbe diventata la Lost Generation: Ernest Hemingway, Ezra Pound, James Joyce Sherwood Anderson, Andre Gide, Gertrude Stein, Alice B. Toklas, D. H. Lawrence, Scott Fitzgerlad per citarne alcuni. Purtroppo a causa dell'occupazione nazista di Parigi, la libreria fu costretta a chiudere nel 1941 e non vide la luce per almeno una decade.

Nel 1951 George Whitman aprì la sua "Le Mistral" al 37 di Rue de la Bûcherie con grandioso affaccio sulla cattedrale di Notre Dame de Paris, cambiandogli nome in "Shakespeare and Company" nel 1964 come omaggio a Sylvia Beach. Ancora una volta la libreria intitolata al celeberrimo drammaturgo inglese diventa luogo di scambio culturale, ristoro e confronto per la gioventù autorale, la Beat Generation prima (James Baldwin, William Burroughs, Anaïs Nin, Allen Ginsberg, Richard Wright, Julio Cortázar, Henry Miller...) ed ancora oggi ospita - grazie anche a nuove iniziative che Sylvia Whitman delinea nella sua introduzione al volume - la crema del panorama culturale internazionale.

Il volume è sicuramente impegnativo, non tanto nella lettura essendo interviste ben formulate e ben trasposte, quanto un minimo di cultura generale e familiarità con almeno alcune delle opere degli scrittori intervenuti renderanno certamente più agevole la comprensione e l'assaporamento del contenuto, di buon livello culturale. Le ho trovate molto interessanti e credo che possano essere uno stimolo proficuo anche per chi non conosce le personalità in questione, ma ama il mondo della cultura e dei libri. Ogni autore si racconta in quelli che diventano scambi trascendenti il ruolo di intervistato e intervistatore, un'evoluzione sempre personale di ciò che per loro incarna il processo scrittorio, di ciò che delle loro vite intime trasborda nelle pagine che raggiungono noi lettori. 

"Abbiamo cercato di individuare i momenti speciali in cui la libreria, il rapporto fra autore e intervistatore e le aspettative del pubblico entrano in sintonia dando vita a una misteriosa alchimia. Serate in cui l’ospite, invece di rifugiarsi nell’aneddotica, sceglie il percorso più incerto, ma anche più eccitante, di un nuovo pensiero. […] Sono occasioni inebrianti, in cui l’intervista trascende i vincoli formali e diventa qualcosa di più: una conversazione densa di significato" dice il curatore Adam Biles nella sua prefazione...ed è sicuramente riuscito nell'intento.


Durata totale della lettura: 8 giorni
Età consigliata: 15 anni 
Bevanda consigliata: 
Formato consigliato: Cartaceo
Consigliato a chi ha apprezzato: Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura di Virginia Woolf; Perché scrivere di Zadie Smith; Perché scrivere? Saggi, conversazioni e altri scritti 1960-2013 di Philip Roth; 


«Ho creato questa libreria come se un uomo scrivesse un romanzo, costruendo ogni stanza come un capitolo, e mi piace che le persone aprano la porta nel modo in cui aprono un libro, un libro che conduce in un mondo magico nella loro immaginazione »
 George Whitman 


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 29 aprile 2024

Recensione: L'arte magica di riordinare l'armadio

 

L'arte magica di riordinare l'armadio
Il metodo infallibile per spendere meno, scegliere meglio e creare il tuo guardaroba perfetto in 5 semplici step
di Andrea Cheong

 Editore: Newton Compton Editori
 Prezzo: €5,90
 Pagine: 288
Titolo originale: Why don't I have anything to wear?
Traduzione di: Amerigo Dercenno
 
Il metodo infallibile per spendere meno, scegliere meglio e creare il tuo guardaroba perfetto in 5 semplici step

Quante volte vi è capitato di pensare: “Non ho niente da mettermi” davanti a un armadio pieno di abiti e accessori? Avete mai provato l’amara delusione di scoprire che quel maglione tanto desiderato non ha resistito al primo lavaggio? Vi siete mai chiesti se il prezzo dei vostri capi d’abbigliamento corrisponda effettivamente alla loro qualità? Dopo un esaurimento da shopping compulsivo, Andrea Cheong ha ideato il metodo “Mindful Monday”, un programma di disintossicazione in cinque fasi per fare acquisti più mirati e creare un guardaroba in linea con la propria personalità. Grazie a quiz interattivi, liste e tabelle, imparerete a distinguere marchi e materiali sostenibili, a scegliere i capi più adatti alle vostre esigenze e a liberare il vostro armadio dal caos per vestirvi ogni mattina con il sorriso sulle labbra.

Acquistare meno, acquistare meglio: la guida definitiva per non dover più dire “non ho niente da mettermi”.

«Il libro di Andrea Cheong è ricco di consigli e suggerimenti pratici per acquistare i capi giusti e farli durare.»
Vogue

«Ho amato questo libro! Ho letto e riletto alcune sezioni e ho imparato molto.»

«Uno strumento prezioso per capire quali capi di abbigliamento sono più funzionali e perché.»

«Un libro fantastico, interessante e ben scritto!»




Se tematiche come il decluttering, il minimalismo e il metodo Marie Kondo sono ormai entrate a far parte di conversazioni comuni e della vita di tutti i giorni, il libro di Andrea Cheong aggiunge spunti interessanti e ulteriori informazioni utili a questo bagaglio di partenza. 
Lettura consigliata a chiunque sia sensibile alla riduzione degli sprechi, all'evitare per quanto possibile di comprare capi di abbigliamento prodotti da aziende fast-fashion e anche semplicemente a chi vorrebbe spendere meglio il proprio denaro ritrovandosi un armadio più soddisfacente, "L'arte magica di riordinare l'armadio" mira proprio a non sentirci più pronunciare la fatidica, frustrante affermazione che - almeno in un'occasione - tutt* abbiamo detto ad alta voce, in preda allo sconforto: "Non ho niente da mettermi!"
 Ciò spesso accade, spiega Cheong, perché non abbiamo sviluppato una reale competenza del fare acquisti, né abbiamo ricevuto un'educazione specifica in merito, e al contempo ci ritroviamo nel mezzo di un bombardamento pubblicitario costante da parte delle aziende di retail, con delle collezioni di vestiti che cambiano continuamente, facendoci sentire quasi in dovere di rincorrere le ultime novità, con l'unico risultato che purtroppo spesso ci saremo portat* a casa un capo simile a quello che avevamo già nel nostro armadio, un colore che non ci dona, o ancora un materiale poco sostenibile che avrà vita breve. 
Partendo dal suo vissuto personale e lavorativo, l'autrice ci fa esplorare il metodo “Mindful Monday”, da lei ideato, tramite una serie di step ed esercizi pratici volti a portare sempre maggiore consapevolezza al nostro rapporto con la moda, individuando quali tipologie di capi, materiali ed eventuali marchi sono per noi prioritarie e si addicono alla nostra personalità e stile di vita. Il tutto partendo, banalmente, da un'ispezione del nostro armadio, che saprà già rilevarci moltissimo sui nostri gusti, modalità di fare acquisti e visione dell'abbigliamento in rapporto alla nostra persona. Tale analisi ci consentirà inoltre di quantificare la spesa che dedichiamo all'abbigliamento e a riflettere sulla possibilità di ridurla o modificarla, magari investendo quella stessa cifra in attività più gratificanti, come una cena con gli amici o un breve viaggio rigenerante.
Al contempo, il libro della Cheong non si configura unicamente come un manuale di esercizi e pratiche mirati agli aspetti sopradescritti, ma ha anche una valenza informativa: l'autrice consacra infatti alcune pagine alla descrizione dei vari materiali tessili in commercio, analizzandone pregi e difetti, consentendo al lettore di acquisire maggiore conoscenza in materia, che potrà essere messa in pratica sin dal prossimo acquisto, quando sapremo leggere l'etichetta di quel maglione che tanto ci attira con uno spirito più critico ed esperto. Le medesime descrizioni tecniche si ritrovano anche per gli articoli di gioielleria, dettaglio che ho trovato particolarmente utile perché spesso agli accessori non è dedicato grande spazio, mentre sono parte integrante del mondo abbigliamento. 
In conclusione, cosa aspettate ad aprire il vostro armadio e lasciarvi guidare dall'esperienza Mindful Monday
Ne gioveranno senz'altro il vostro benessere psicofisico e il vostro portafoglio!


Durata totale della lettura: cinque giorni
Bevanda consigliata:  acqua tonica
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 12 anni



"
Pensa a ogni capo come a una responsabilità: se non vuoi assumerti un impegno, allora farai meglio a non comprarlo."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio