martedì 15 novembre 2016

Recensione: Volevo solo andare a letto presto


Volevo solo andare a letto presto
di Chiara Moscardelli

Editore: Giunti
Prezzo Cartaceo: € 14,00
Prezzo E-Book: € 8,99
Pagine: 272

Ipocondriaca, ossessiva, maniaca del controllo e sfegatata di telenovelas brasiliane: del resto che cosa aspettarsi dopo un'infanzia trascorsa in un borgo hippy, senza tv, con una mamma fissata con la cristalloterapia, un padre non ben identificato e tanti amici che danzano in giro, spesso senza vestiti?
E' comprensibile che a trentacinque anni Agata Trambusti voglia avere il pieno controllo di ogni aspetto della sua vita e detesti qualsiasi fuoriprogramma. Inclusa la pioggia, e quella mattina si è messo a piovere sul serio, mentre in tailleur e chignon Agata varca il cancello di una villa sull'Appia per valutare alcuni quadri che il proprietario vuole mettere all'asta. Ma la pioggia non è niente rispetto a quello che la aspetta: in meno di un minuto la sua tranquilla esistenza si trasforma in un rocambolesco film d'azione, a partire dall'uomo misterioso - terribilmente somigliante a Christian Bale! - che Agata mette ko con due abili mosse di krav maga prima di darsela a gambe. Ma che cosa sta cercando quell'uomo? E perché le sta improvvisamente alle calcagna?
Tra una fuga nei vicoli più sordidi di Barcellona, le minacce di uno strozzino di quartiere e un losco traffico di falsi d'autore, Agata dovrà per una volta dar ragione al suo psicologo e lasciarsi risucchiare dal vortice impazzito degli eventi. E delle emozioni. Perché sarà proprio questa la partita più dura.

Dalla scoppiettante autrice di ''Volevo essere una gatta morta'' e ''Quando meno te lo aspetti'', una commedia esilarante e intelligente dove il vero pericolo è quello di imbattersi nella felicità.


Agata è una trentacinquenne ipocondriaca fino al limite del possibile, con un’infanzia particolare alle spalle, cresciuta senza un vero padre e Rosa, sua madre, una sessantottina fissata con la cristalloterapia, che l’ha tirata su parlandole di vite passate e facendola crescere circondata dai suoi amici che giravano per casa tutti nudi. Per Agata tutto questo è normale, in fondo è cresciuta in quell’ambiente, ma tutte le sue amiche intimorite da sua madre e da quella situazione inappropriata, si allontanano da lei lasciandola da sola. Grazia invece no, condivide con lei un’infanzia diversa da quelle vissute dalle loro coetanee e tra loro si stabilisce un solido rapporto di amicizia. È proprio con lei che va a Roma per frequentare l’università, dove conosce anche Luca e Guglielmo, che fin da subito cercano di rompere quella fortezza che negli anni Agata ha costruito intorno a sè, per evitare di lasciarsi trasportare dalle emozioni per paura di soffrire.
A Roma Agata lavora per una casa d’aste di arte moderna e contemporanea, e durante uno dei suoi sopralluoghi succede l’impensabile. Doveva essere un semplice appuntamento di lavoro per esaminare dei quadri di un cliente e invece Agata viene aggredita alle spalle, si difende, scappa ma viene investita e portata in ospedale. Fortunatamente si riprende ma si accorge di venire seguita dappertutto da uno strano tizio con un grosso neo, forse è solo la sua immaginazione ma quando si reca a Barcellona e quell’uomo se lo ritrova davanti a sè, capisce che è tutto vero. Tenta di scappare e quando crede che sia tutto finito incontra Fabrizio che la aiuta nella sua fuga, non lo conosce ma inspiegabilmente capisce che di lui può fidarsi e proprio grazie a lui riesce a fuggire, anche se questo comporta una notte in galera e una strana sensazione che si fa largo dentro Agata. Così, da un semplice appuntamento di lavoro Agata si ritrova a fare i conti con persone sconosciute, con misteri da risolvere e quel Fabrizio che la porta a scoprire emozioni che Agata non sa nemmeno di poter provare.
Ammetto di aver preso inizialmente in antipatia il personaggio di Agata, esageratamente fissata con malattie immaginarie, catastrofica, ma poi ho apprezzato anche questo suo lato del carattere e l’ho trovata esilarante! Non credevo che potesse piacermi tanto, ma questo libro è una continua scoperta, la routine di Agata che si spezza, incontri con personaggi curiosi in quartieri particolari di Roma, Fabrizio tormentato dal suo passato, Rosa e i suoi ideali particolari, un mistero da risolvere e l’evoluzione del personaggio di Agata, la parte più inaspettata e quello che ho apprezzato di più! Insomma, è un libro piacevole da leggere e da gustarsi fino alla fine.



Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata: Aperol
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni




      "Si incontrano milioni di persone e non succede niente. 
Poi ne incontri una e la tua vita cambia per sempre."



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