mercoledì 8 marzo 2017

Recensione: L'elogio del barista

L'elogio del barista.
Riflessioni semiserie di una psicoterapeuta 
sull'inutilità della psicanalisi
di Caterina Ferraresi




Editore: Corbaccio
Prezzo E-Book: € 7,99 
Prezzo cartaceo: € 10,00
Pagine: 144


Caterina Ferraresi ha raccolto in questo libro le sue riflessioni su anni di lavoro come psicoterapeuta. L’amore per la sua professione traspare da ogni pagina, ma ancor più traspare la solidarietà che la lega alle persone che a lei si rivolgono, sempre con una ragione, ma a volte con una ragione sbagliata. Il disagio esistenziale o l’infelicità, l’incapacità di vivere bene la propria vita possono derivare da traumi più o meno profondi, o da personalità particolarmente complesse, ma attenzione a non far diventare queste cause delle scuse per arrendersi, prima ancora di cominciare a voler cambiare in meglio la propria vita. 
In una carrellata divertente e spiritosa di piccoli esempi, di casi clinici, di psicologismi superficiali, di «trappole» tese dagli altri o peggio da se stessi, di «modelli per l’infelicità» e di «strategie per combatterli», Caterina Ferraresi invita tutti a non perdere di vista il concetto chiave: la nostra responsabilità per ciò che siamo e ciò che possiamo diventare. «Perché la vita sia una cosa leggera, da intraprendere con passo lieve e con il cuore puro.»



L'elogio del barista è un libricino, un tascabile nel senso letterale del termine. L'ho letto a piccole dosi, la mattina mentre andavo al lavoro. Me lo sono assaporato e gustato per diversi giorni, ed intanto stilavo mentalmente un elenco di amici e conoscenti a cui dovevo prestarlo finita la lettura.
 Di cosa parla questo libro? Beh, nonostante il titolo, non è un'ode alla preparazione di caffè espresso paradisiaci o cocktail con l'ombrellino. Il titolo prende spunto da questa frase, che si legge proprio all'inizio del volume: "qualcuno - non ricordo chi - ha detto: se hai un problema puoi fare tre cose, parlare con il tuo barista, andare in analisi o tenerlo per te. Il risultato alla fine sarà lo stesso".
Ora, non so se avete notato, ma pare che il genere umano si divida in due categorie: coloro che credono che la psicoanalisi sia la panacea di tutti i mali e che smuovono Freud e soci anche per delle piccolezze (e che quindi si fionderebbero sull'opzione due) e coloro che provano una profonda avversione all'idea di parlare con uno psicologo (e che quindi propendono per le opzioni uno o tre). Nessuna via di mezzo, o è bianco o è nero, o tutto o niente.
Questo libricino parte proprio dal presupposto che la psicoanalisi può essere d'aiuto, ma non può risolvere tutti i problemi del mondo. Così come non si piò curare una gamba rotta prendendo una pastiglia contro l'acidità di stomaco, così la psicoterapia non deve essere vista come la soluzione per tutti i problemi o la cura per ogni infelicità.
E se a dirlo è una psicoterapeuta - con tanto di simpatici esempi pratici di come, in determinati casi, non sia sufficiente sdraiarsi su un lettino ed analizzare la propria infanzia alla ricerca di traumi ormai dimenticati per risolvere tutti i propri problemi - beh, diciamo che forse un mezzo minuto di riflessione dovremmo perdercelo pure noi, no?



Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata:  Caffè d'orzo
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Caterina Ferraresi

 









"Freud, bisogna dirlo, è innocente dell'uso 
che noi facciamo delle sue teorie.

                                            

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