venerdì 10 agosto 2018

Recensione: Una luce passeggera

Una luce passeggera
di Aldo Tanchis

Editore: 1000 e una notte
Prezzo Cartaceo: €10                                                                                                                            
Pagine: 119


Eolo, sardo risoluto e volitivo, lascia la sua terra per inseguire il miraggio della fortuna e della ricchezza nell'Etiopia dell'imperialismo fascista. Ad Addis Abeba conosce e sposa Liliana, una bellissima ragazza di Parma, che condividerà insieme a lui la tragica esperienza dei campi di prigionia. Finita la guerra, che gli è costata la perdita di tutti i suoi averi e la vita del figlio appena nato, torna in Sardegna, dove cercherà il riscatto diventando allevatore di bestiame. Durante una gelida notte in sella al suo cavallo inseguirà i briganti che gli hanno rubato il bestiame, ripercorrendo, in un intrecciarsi vorticoso di ricordi ed emozioni, facendo i conti col suo passato e il suo presente.





Ci troviamo in punta alla collina con un uomo e il suo cavallo, assieme a lui guardiamo giù verso la pianura il bestiame, la neve, le reazioni del cavallo, tutto ci viene descritto nei minimi dettagli senza interruzioni. Vedremo anche cosa succederà la sera anche se non è ancora avvenuto, perché l'uomo a cavallo sta immaginando tutto nella sua mente, sapendo già come le cose si evolveranno. Allo stesso tempo sta ricordando, di Liliana, della guerra in Etiopia, di quell'uomo che non aveva mai visto il mare. I suoi ricordi sembrano avvolti dalla dolcezza e dalla nostalgia, la guerra in Etiopia, il madamismo con Assede, tutto viene ricordato in un unico flusso di coscienza senza pause e confini. Mi ha ricordato molto il flusso di coscienza di Gao Xingjian. 
Alterniamo il racconto della ricerca del bestiame rubato ai soldati italiani in trincea e chi "fortunatamente" per una malattia al cuore veniva rimpatriato.
Una scelta stilistica particolare e sicuramente diversa dal solito che a me ha fatto apprezzare il breve romanzo che anche nelle poche pagine, racconta una parte della storia del nostro paese vista dagli occhi di chi l'ha vissuta, un evento purtroppo poco trattato nei libri di scuola.
Il finale però cambia completamente struttura, narratore e tempistica lasciandoci una goccia di sofferenza e delicatezza allo stesso tempo. Bel libro, forte e mascolino, molto particolare, da leggere tutto d'un fiato come il pensiero del sardo sul cavallo.


Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Latte caldo
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni









      "Non è che la fortuna è cieca, è che da noi la tengono lontana a fucilate!"


   

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