venerdì 3 giugno 2022

Recensione: Le due morti del signor Mihara



 Le due morti del signor Mihara

 di Tommaso Scotti

 Editore: Longanesi
 Prezzo: € 18,80
 Pagine: 350
 

 Un Giappone sconosciuto e oscuro, corroso da antichissime e spietate tradizioni. Questo il teatro in cui l’ispettore nippoamericano Nishida si trova ad affrontare un caso impossibile da risolvere. Takaji Mihara, un uomo d’affari ormai in pensione, è stato ucciso nella sua casa, trafitto da un colpo di spada. La polizia è convinta di aver trovato il responsabile del delitto, un sospettato che avrebbe avuto sia il movente che l’opportunità. Ma il presunto colpevole ha problemi psichiatrici, forse è persino tossicodipendente e ripete di aver trovato la vittima già morta. Il suo sembra un delirio, ma anche per Nishida qualcosa non torna nella ricostruzione dei fatti. Persino le analisi del medico legale riportano alcune stranezze che sembrano contraddire il profilo della vittima. Cos’è successo? Chi era davvero Takaji Mihara? Nishida capisce presto che, per fare luce su questi interrogativi, dovrà addentrarsi nella pericolosa zona grigia degli «evaporati»: migliaia di uomini e donne che per svariati motivi decidono di scomparire e ricominciare da un’altra parte, con un altro nome, con un’altra vita. Un business gestito da società clandestine si occupa proprio di questo: far evaporare le persone. Sarà seguendo la loro scia fumosa che Nishida cercherà di risolvere il mistero, svelandoci un volto del Giappone inedito, spiazzante e inquietante, ma anche incredibilmente poetico.




Non vedevo l'ora di rileggere del nostro amato ispettor Nishida, del suo amico pennuto Ettore, del suo caffè Boss e della figlioletta distante.
Nonostante abbia appena risolto il caso dell'ombrello e dovrebbe essere in licenza per qualche giorno, viene richiamato subito per un caso importante. Il capo di un azienda viene trovato morto nel suo ufficio con una spada nel petto e una espressione felice sul volto.
Il caso sembra quasi quasi semplice ma sappiamo che Nishida è un perfezionista e non lascia nulla di intentato, non si lascia nemmeno distrarre dal palese interesse della giovane e bella collega. Secondo voi Nishida si accontenta della soluzione semplice oppure va di nuovo dal suo amico cuoco di ramen a farsi influenzare dalla sua conoscenza innata?

Non sono le uniche novità nella vita personale dell'ispettore, stavolta infatti abbiamo qualche evoluzione anche nel rapporto con la figlia e la ex moglie. 
Che sia la volta buona che riesca a creare un rapporto con lei?

Nel frattempo Scotti ci racconta tantissime cose del Giappone che non sappiamo, piccole pillole di conoscenza, una qui e una là così da non diventare pesanti, usciamo dalla lettura avendo non solo seguito con interesse il processo investigativo ma anche con un insieme di interessanti chicche sul Giappone che rimangono con noi. In questo romanzo impariamo di kanji e di come impararli e anche come confonderli, di caffè e come sia arrivato in Giappone, degli evaporati, quelle persone che vogliono sparire da ogni sistema e "rinascono" tempo dopo e con diverse identità. Anche stavolta mi ha spinta a fare ricerche sull'argomento per approfondirlo dato che non ne sapevo nulla. 

Anche stavolta l'autore centra in pieno e ci racconta una storia accattivante che pensiamo di aver capito anche se ci sorprende non una ma ben due volte verso il finale. Un incastro intrigante tra presente e passato, tra evaporati e malviventi, tra ex mogli cattive e giovani amori distrutti sul nascere.
Assolutamente consigliato e non vedo l'ora di seguire le prossime avventure di Nishida.

Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Succo di melograno
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


"Tuttavia, nel suo mestiere troppa empatia poteva essere pericolosa. 
Annebbiava il giudizio e suggeriva strade sbagliate. 
Ma, soprattutto, c’erano gia ` abbastanza nodi in vita per legarsi troppo pure ai morti."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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