mercoledì 31 gennaio 2024

Recensione: Dare la vita



 Dare la vita

 di Michela Murgia

 Editore: Rizzoli
 Prezzo: € 15
 Pagine: 128
 
 Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue. Pagine straordinarie che ci permettono di entrare nelle infinite sfaccettature degli affetti e di comprendere come aprire all’altrə non riduce ma amplifica l’amore.




Vi dico giá che la parte più difficile di scrivere questa recensione è non quotare TUTTO!
Non c'è un'idea fuori posto, una parola sbagliata, un concetto espresso male...insomma tutto quello a cui la nostra amata Michela ci ha abituato. 
Il romanzo ha come fulcro di discussione la gravidanza e la maternità, il loro impatto e conseguenze sulla vita delle donne e come la politica italiana abbia un impatto su esse. 
Anche in questo caso, come in altri suoi romanzi, la Murgia scava in sé stessa e nelle proprie esperienze per raccontarci della difficoltá di definire "queer" nella societá italiana ancora profondamente cattolica e legata al bipolarismo del dentro/fuori, maschio/femmina, gay/etero. 
La stessa società tratta in modo dispari la maternità naturale, capitata, rubata, e quella di natura differente che sia essa tramite l'aiuto di una terza persona o l'assistenza medica. L'autrice parla poi della gestazione per altrə e come venga trattata legalmente in modo diametralmente opposto rispetto all'aborto, mi ha aperto gli occhi su come l'ostacolo economico che alle volte porta all'aborto, può allo stesso modo essere la causa della gestazione surrogata. 
Come al solito, così com'era stato per il divorzio, senza una legge che delimiti regole e divieti, le donne e le coppie che intraprendono questo percorso si ritrovano in un limbo di possibilità che la maggior parte delle volte non sostiene né un lato né tantomeno l'altro. 
Un testo di riferimento anche se non completato da lei, manca infatti quella chiusura finale e quei collegamenti nel romanzo a cui ci aveva abituato, nonostante questo è un lavoro stupendo. 
Come sempre i ragionamenti arrivano da domande che lei stessa si è posta, alcune vissute sulla pelle, altre legate a eventi accaduti in Italia e non solo, sono sicura che anche stavolta farà scatenare gli animi e obbligherá a mettere in discussione le proprie ideologie. 
Un romanzo da leggere lentamente, deglutendo con dolore ogni parola, un po' perché sono le ultime che la Murgia ci ha donato e un po' perché la realtà davvero ferisce costantemente. 

Soprattutto in un momento in cui si cerca di re-indottrinare le donne ad avere la maternitá come unico scopo della vita, la Murgia ci conferma che "Le donne italiane ricominceranno a dare la vita quando per farla venire al mondo e crescerla non sarà ̀ piu ̀ necessario amputare la propria".

Durata totale della lettura: Quattri giorni
Bevanda consigliata: Te alla cannella
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni

"A nessuno in realta ̀ importa una benamata minchia di cosa pensano le bambine e i bambini. 
 Il bambino, la bambina, abbraccia quel che trova e ama quel che offri da abbracciare"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 30 gennaio 2024

Recensione: Avete presente l'amore?

Avete presente l'amore?
di Dolly Alderton

Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo eBook: €9,99

Pagine: 368

Trentacinquenne con il sogno di diventare uno stand-up comedian di successo, Andy è un’anima che gira a vuoto. Da quando la sua ragazza l’ha lasciato, ha in testa mille domande su di sé, ma una più delle altre lo tiene sveglio e lo sballotta per le strade di Londra: perché l’unica donna che abbia mai davvero amato se ne è andata così, dall’oggi al domani? Senza più una casa, Andy si trasferisce prima dalla madre e poi nella camera degli ospiti di una coppia di amici, e intanto divaga: giorno e notte si abbandona a gratuiti esercizi mentali, compila lunghe liste di dubbi su Jen, sulla fine della loro relazione, sperando così di sciogliere il mistero dei propri insuccessi e di riuscire a voltare pagina. Tra fallimenti professionali, grotteschi tentativi di riallacciare i rapporti con ex fidanzate dei tempi della scuola, sbronze sconsolanti e coinquilini complottisti ultrasettantenni, capirà che per uscire dalla prigione della propria nostalgia e diventare finalmente l’adulto che si è sempre rifiutato di essere, dovrà mettere in discussione tutto quello che credeva di sapere sulle donne, su se stesso e sull’amore. Con l’ironia e l’acume che l’hanno resa un’autrice di culto in tutto il mondo, Alderton torna alle origini e mette in scena relazioni, rotture e cuori infranti di una generazione di uomini e donne alle prese con la sfida più grande: sopravvivere all’età adulta.




Avete presente Dolly Alderton? 

Se è la riposta è no allora avete ben tre bellissimi libri da recuperare e aggiungere alla TBR - Tutto quello che so sull’amore, Sparire quasi del tutto e, l’ultimo appena pubblicato, Avete presente l’amore?

Per tutti gli altri, beh, Dolly è Dolly. 

Meravigliosa e arguta penna contemporanea, amica alla quale, anche se non conosci, sai di sentirti connessa perché racconta le tue emozioni e quella di una generazione intera, che ha vissuto l’evoluzione rocambolesca di un mondo che da analogico diventava digitale con tutte le conseguenze del caso. L’amica che speri di trovare nella vita adulta, quella che ti scegli, perché non ti giudica e ti capisce, che è incasinata anche lei con quella cosa chiamata “crescere” e che eppure la sta affrontando – proprio come te. Quando leggi Dolly, sembra di leggere il tuo diario segreto, quello che però non hai mai avuto modo, tempo e voglia di leggere ma i temi di cui vorresti scrivere sono ben presenti nella tua mente, taciuti perché intimorita da sentire un giudizio non richiesto. 

Insomma, Dolly è una di noi. 

E se nei primi due libri, sempre editi Rizzoli, ha messo al centro le vite di due donne alle prese con l’età adulta, questa volta il protagonista è Andy, comico squattrinato, innamorato di Jen, talmente tanto impegnato da se stesso da non accorgersi che, inesorabilmente, il momento della rottura sta arrivando. Lo troviamo proprio così, disperato e ancora incredulo che sia successo, con tanti punti di domanda su dove andare, cosa fare, come gestire il tutto, ora che ha più di 30 anni e tutti i suoi amici sono accasati. Già, perché essere single a 30 anni è diverso che esserlo a 25 – ci passa una vita davanti e tutta la distanza dalla Terra a Plutone. 

Il suo struggersi mostra un’intimità maschile che la Alderton ha scovato intervistando diversi uomini over 30, per capire le emozioni “dell’altro lato” quando una rottura avviene. Vediamo Andy percorre la discesa negli abissi dell’umiliazione e dell’assurdità mentre pensa continuamente alla sua Jen. Il racconto dal punto di vista maschile diventa così un escamotage per ironicamente mostrare come, dopo una rottura, mondo maschile e femminile non differiscono poi così tanto, anzi! Ci comportiamo in maniera strana, restiamo attaccati a un passato che ormai è sempre più ieri, cercando di ritrovarci. E, allo stesso modo, se dovessimo rispondere alla domanda titolo del libro “avete presente l’amore?”, anche le risposte non differirebbero. L’amore è quello strano sentimento che ci fa fare cose strane, metterci da parte se necessario, ci fa trovare coraggio e forza inaspettata, ma anche scendere a dei compromessi che, da single, non avremmo mai creduto possibile. 

In queste montagne russe del post rottura, Dolly racconta un altro lato ancora del crescere: un ritrovarsi che non smette mai. Anzi, spesso succede proprio superato il grande scoglio dei 30 anni quando ti accorgi di essere su una strada scelta da altri. Una sorta di sliding doors a cui ormai è impossibile sottrarsi per non ritrovarsi a vivere una vita fatta da rimpianti e sogni… rimasti sogni.
Se Jen è la prima della coppia a capirlo, con un grande coraggio per non farsi incasellare in percorsi prescritti, a mano a mano anche Andy lo capirà. Eccoli allora ripartire, per crescere. Sì perché alla fin fine, non si finisce mai di diventare grandi. 

Dolly lo sa e lo racconta con uno stile che è come una calda bevanda ristoratrice, un abbraccio da cui non staccarsi subito, ma in cui restare protetti per un po’, guardando da sopra la spalla per vedere che non siamo soli nel provare le emozioni della vita adulta. C’è un’intera generazione e molto più che è descritta nei libri di Dolly Alderton, contraddistinta da tratti che generano un senso di appartenenza inaspettato, valicando i confini geografici. 

Proprio come noi lettori siamo cresciuti da quando Tutto quello che so sull’amore venne pubblicato in Italia per la prima volta, anche le storie proposte dalla Alderton mostrano lo scorrere del tempo. Maturità di scrittura e narrativa, ma anche di situazioni. Come se anche i protagonisti ora stessero affrontando una fase diversa della loro vita. E perché no, mi piace pensare che anche Dolly le abbia vissute in prima persona, elaborate, trascritte, per condividerle con il suo pubblico, per ritrovarci tra le pagine dei suoi racconti. Cresciuti sì, ma fermi mai. 


Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: té con miele, caffé corretto - per i momenti più intensi della storia di Andy
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni


      "Come potevano aspettarsi che prendessi una decisione così importante se mi sentivo ancora così giovane?" 



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

lunedì 29 gennaio 2024

Recensione: Lo Scudo del Principe


Lo Scudo del Principe
di Cassandra Clare


Editore: Mondadori
Prezzo cartaceo: 21,90 €
Prezzo ebook: 10,99 € 
Pagine: 540
Tradotto da: Roberta Maresca, Alessandra Roccato


Io sono lo Scudo del Principe. Sono la sua armatura indistruttibile. Sanguino perché lui possa non sanguinare. Soffro perché lui non debba soffrire. Muoio perché lui possa vivere per sempre.

Questo è il destino inesorabile di Kel, prelevato dalla Casa degli Orfani di Aigon quando era poco più che un bambino per diventare la controfigura dell’erede al trono, il suo scudo umano. Cresciuto accanto al principe Conor quasi come un fratello, viene addestrato fin dal primo giorno a morire al suo posto, prima o poi. Nessun altro futuro è possibile per lui.
Lin Caster è una guaritrice appartenente alla piccola comunità Ashkar che, nel regno, è l’unica ancora in grado di esercitare la magia e che, per questo motivo, è stata confinata nel Sault, un’area recintata di Castellane da cui nessuno è autorizzato a uscire. Alla ragazza, però, capita spesso di disattendere il divieto, perché altrimenti non potrebbe curare i malati e i moribondi della città.
Quando i due giovani si incontrano in seguito a un attentato, i loro destini si intrecciano indissolubilmente. Una misteriosa figura che governa il mondo sotterraneo e criminale della città li trascinerà in una realtà fatta di intrighi e ombre dove scopriranno quanto la corruzione si estenda dai bassifondi più oscuri di Castellane fino alla torre più alta dei suoi palazzi. Perché se c’è una cosa che, qui, accomuna i nobili più ricchi e i criminali più dissoluti è la loro insaziabile brama di ricchezza e potere.
Posti di fronte allo svelamento di segreti a lungo custoditi, Kel e Lin saranno costretti a chiedersi se la conoscenza valga il prezzo del tradimento e, soprattutto, il rischio che la loro nazione finisca in guerra e il mondo nel caos…





Cassandra Clare è una delle autrici che adoro - fin da quando ho avuto modo di leggere il primissimo volume dedicato al mondo degli Shadowhunters. Mi sono avvicinata perciò a questo libro - Lo Scudo del Principe - con un mix di fiducia e timore. Fiducia nelle capacità della Clare - che se dopo dieci anni e passa mi riesce ancora a convincere a leggere nuove avventure ambientate nel mondo Shadowhunter vuol dire che è davvero brava a scrivere; timore nella possibilità che questo libro mi piacesse di meno di quelli che avevo già letto.
E, ahimé, all'inizio è stato così: i primi capitoli - che ovviamente hanno il compito doi introdurre personaggi, ambientazioni e world building - apparivano ai miei occhi troppo lenti. Da una parte abbiamo Kel, strappato da un orfanotrofio quando era ancora un bambino e portato a Corte per diventrare lo Scudo del Principe Conor: la somiglianza fisica (e un talismano magico) permettono a Kel di essere praticamente identico a Conor, e di sostituirsi a lui ogni volta che il Principe potrebbe correre qualche pericolo. Dall'altra parte abbiamo Lin, una Ashkat - un popolo ormai senza terra, ma in possesso dellapoca magia che è rimasta al mondo. Gli Ashkar sono divisi in vari regni, e Lin abita in un quartiere all'interno di Castellane, il regno che erediterà Conor. Lin è l'unica donna medico del suo popolo, ma è davvero molto brava - ed è per questa ragione che suo nonno, il consigliere del Re, la manda a chiamare quando Kel viene quasi ucciso perché è stato scambiato per il Principe.
Ed ecco che improvvisamente il romanzo parte in quarta, complice anche le bellissime interazioni tra Lin e Conor - che resta incredulo nello scoprire quanto Lin lo trovi antipatico. Da quel momento in poi ho divorato le pagine ad una velocità impressionante - fino ad arrivare all'inaspettato finale che mi fa dire "no dai, ci devono essere altre pagine, non può finire proprio adesso!"
Quindi, in attesa del seguito (Cassandra, non metterci troppo!), non mi resta che consigliarvi questa lettura. Non vi deluderà!

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata:  Infuso ibisco, rosa e peperoncino
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Cassandra Clare 


"L'amore semplicemente capita, che tu lo voglia o no"

                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 25 gennaio 2024

Recensione: Troverò la chiave

 

Troverò la chiave 
di Alex Ahndoril

Editore: Longanesi
Prezzo Cartaceo: €19,90
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 288

L’uomo che si presenta nell’ufficio dell’agenzia investigativa di Julia Stark un lunedì di agosto è il cliente che tutti vorrebbero. Si chiama PG Mott e a Stoccolma tutti sanno chi è, tutti conoscono la sua famiglia, per una semplice ragione: è ricchissimo.

PG ha un problema che solo Julia Stark può risolvere: la sua vita è precipitata all’improvviso, e senza alcuna spiegazione, in un terribile enigma. Sconvolto, PG racconta a Julia che, all’indomani di una cena di famiglia, ha trovato sul proprio cellulare la foto di un uomo legato, gravemente ferito e incappucciato. PG non ricorda di aver scattato quella foto, né sembra riconoscere la persona immortalata.

Ma non è la prima volta che PG non ricorda qualcosa: la sua vita è tutt’altro che specchiata, tra vizi, abuso di alcol e di psicofarmaci.

Julia capisce subito che il caso è più complesso di quanto può sembrare e chiede aiuto all’unica persona che, nonostante tutto, può aiutarla. Si chiama Sidney Mendelson, è un poliziotto e, soprattutto, è il suo ex marito. E forse, a dispetto del passato tragico che li ha divisi, Julia potrà riavvicinarsi a lui… Ma giunti nella villa di famiglia dei Mott, Julia e Sid presto intuiscono che, sotto la patina di vestiti eleganti, cene da gourmet e vini costosi, scorrono tensioni, invidie e rivalità. E violenze.

Una cosa è certa: la verità si nasconde tra i misteri della famiglia. E anche quando il caso sembra per tutti ormai chiuso, l’intuito infallibile di Julia saprà vedere lontano…



Stoccolma, agosto. PG Mott, uno dei ricchissimi proprietari di Mannheim, si presenta nell’ufficio dell’investigatrice Julia Stark con un solo obiettivo: vuole scoprire se è colpevole di omicidio. L’uomo infatti ha sul cellulare la foto di un un uomo legato, con la testa incappucciata, probabilmente morto. Ma non ricorda assolutamente di averla scattata nè di aver fatto del male a qualcuno. E ha un disperato bisogno di scoprire la verità: chi è quell’uomo e perché quella foto è sul suo cellulare? Lo ha davvero ucciso lui? 
Julia accetta di lavorare al caso e capisce subito che ha bisogno dell’aiuto dell’unica persona di cui si può fidare, il suo ex marito, nonché poliziotto, Sidney Mendelson.
PG, quella mattina, spiega a Julia che la foto era stata scattata la sera precedente e che, poco prima, si era tenuta la solita riunione della famiglia Mott, in cui si discute dell’andamento degli affari e, soprattutto, del destino della proprietà. Tutta la famiglia era presente, tranne suo fratello Werther che era solito saltare quelle inutili riunioni di famiglia. Julia e Sid vengono invitati a soggiornare alla proprietà Mannheim per qualche giorno per poter interrogare ognuno dei presenti e rivivere in qualche modo l’atmosfera e le possibili tensioni di quel giorno. Come Julia sospettava, ogni membro della famiglia ha qualcosa da nascondere e queste reunion non sono le occasioni ideali per mantenere dei segreti. Il che complica parecchio la situazione.


Diverso pseudonimo, stessa capacità di catturare il lettore. Un giallo intenso, sicuramente molto meno cruento dei romanzi dei coniugi svedesi a cui siamo abituati, ma molto accattivante. Sulla scia dei vari “assassinii” alla Poirot, sono riusciti a creare un romanzo intriso di particolari, di faide famigliari non indifferenti, di gelosia, di violenza, di tradimenti e di avidità. 

Come sempre una garanzia!

Durata totale della lettura:  Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero fumante 
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


      "Julia fece un respiro. Le sembrava di percorrere lentamente il corridoio di un aereo, e di osservare i volti dei passeggeri attraverso le maschere per l’ossigeno che dondolavano appese ai tubi di plastica”
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 22 gennaio 2024

Review Party: Il club dei lettori in cerca di felicità

Iniziamo la settimana con il Review Party dedicato a una nuova uscita firmata Garzanti Libri.

Si tratta di "Il club dei lettori in cerca di felicità" di Erica Bauermeister, un'autrice che ritorna a emozionare con una storia emozionante e che potrebbe essere la storia di ogni lettore. 


 Il club dei lettori in cerca di felicità

 di Erica Bauermeister

 Editore: Garzanti Libri
Prezzo: € 18,60
Pagine: 276
Titolo originale: No Two Persons
Traduzione di: Sara Caraffini

 Può un libro cambiare tante vite diverse? Il profumo di un giardino, una barca nascosta tra gli scogli, una madre che si volta a guardare il figlio. Immagini che si levano dalle pagine e si avvinghiano al cuore di chi posa gli occhi su Theo, romanzo d’esordio della giovanissima Alice. Quando finisce nelle mani di Lara, assistente di redazione di una casa editrice, le permette di ritrovare la passione per il lavoro; Rowan, l’attore che presta la voce all’audiolibro, ci trova un nuovo slancio vitale; Juliet, che ascolta Theo narrato da Rowan, si riscopre innamorata di suo marito. Theo aiuterà anche Saylor a districare i nodi del proprio passato, Nola a ritrovare la strada, e poi ancora William ad accogliere la memoria della persona che ha amato di più… Forse è proprio questo il compito di una scrittrice. Solo che Alice, ora, non riesce più a scrivere. Prima, le storie la raggiungevano spontaneamente. Dove sono adesso? Ci si può dire scrittori se si è destinati a scrivere un romanzo solo? Alice non lo sa. Ma non sa nemmeno che il suo romanzo ha raggiunto così tante persone e donato loro un pizzico di felicità. Forse, se sapesse quanto hanno viaggiato le sue parole, capirebbe che la letteratura è proprio questo: uno scambio infinito tra chi scrive e chi legge. Perché chi legge un libro lo ha scritto per metà. Alice non ne ha idea, ma i suoi lettori la aiuteranno a trovare la forza di ripartire.

Erica Bauermeister si è fatta conoscere con La scuola degli ingredienti segreti che, grazie al passaparola, è diventato un bestseller internazionale. Da allora i suoi romanzi hanno conquistato i lettori di tutta Italia. Con questo libro ha deciso di raccontare proprio loro: i lettori. Perché ogni libro, ogni opera, cambia attraverso la lente dell’esperienza di chi lo legge. I libri sono vivi ed è così anche grazie a noi. E noi, nei libri, possiamo cercare, quasi sempre sicuri di trovarla, la felicità.




La storia è quella di un libro che fin dalla sua stesura entra a far parte della vita di diverse persone in maniera determinante.
Inizia con quella dell'autrice Alice, che ama scrivere anche se non è il destino che i suoi genitori vorrebbero per lei. Dopo un grave incidente, come comprensibile, impiega un po' per ritrovarsi, con il tempo e il supporto giusto riesce a tirare fuori la storia che ha nella mente e nel cuore e a dare il vita al suo primo libro "Theo", che dopo una serie di rifiuti trova finalmente l'editore che è deciso a pubblicarlo.
Da qui, l'attenzione si sposta dalla vita di Alice a quella di Lara, assistente di un'agenzia letteraria che rimane folgorata da "Theo", ci si ritrova fin dalle prime frasi e da buona intenditrice abituata a leggere tanti manoscritti capisce subito che questo merita decisamente una possibilità. Così inizia il viaggio di questo libro, che in modo diverso e di capitolo in capitolo fa la sua comparsa nella vita di vari personaggi che aprono una finestra sul loro quotidiano e sul loro vissuto. "Theo" risulta stregare e essere compatibile con diverse sfumature di momenti di vita di persone slegate tra loro e che non si conoscono, quello che d'altronde succede nella vita reale con i libri. In qualche modo riescono, e anche spesso in maniera casuale, a toccare l'animo di tantissime persone in maniera diversa, lasciando un'impronta mai uguale nell'animo di chi li legge o se li ritrova tra le mani.
Il messaggio che l'autrice lascia è davvero comprensibile per chi ama la lettura ma arriva anche a chi è capitato di essere catturato da un libro in particolare in una fase specifica della propria vita. 
Un libro può piacere, si può odiare, può far riflettere e mostrare punti di vista mai considerati o può essere la svolta, la spinta che si sta aspettando da tanto tempo. Le emozioni che i libri riescono a scaturire nel lettore sono davvero infinite e la Bauermeister in questa sua ultima fatica cerca di descriverne alcune dimostrandone la potenza.
Le storie che vengono descritte forse le ho trovate troppo brevi, a tratti ho sentito la mancanza di tempo per riuscire a familiarizzare davvero con alcuni dei personaggi che si susseguono e appassionarmi a loro come loro riescono a lasciarsi appassionare da "Theo". La lettura scorre davvero in maniera fluida e l'autrice, come anche in passato, dimostra la voglia di racchiudere in un unico volume tanti mondi, molteplici voci legate da un filo sottile, in questo caso rappresentato da un oggetto, o come nei libri precedenti da un luogo.
Un romanzo contemporaneo ben scritto, con eleganza tocca sentimenti reali e mette in luce la positività della lettura e il meraviglioso percorso che spesso fanno i libri, tre diamantini e mezzo la mia valutazione finale. Lo consiglio se cercate una lettura suggestiva ed emozionante.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Camomilla alla vaniglia con miele
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni
Sito dell'autrice: Erica Bauermeister


Buona lettura.


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 12 gennaio 2024

Recensione: Sua eccellenza perde un pezzo

 

Sua Eccellenza perde un pezzo 
di Andrea Vitali

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: €18,60
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 304

I fratelli Venerando e Gualtiero Scaccola sono titolari dell’omonima forneria a Bellano. Tirati su a pedate dal padre panettiere, conoscono solo il piccolo mondo del forno e dell’abitazione al piano di sopra. Si alternano in negozio con un sincronismo perfetto, che però inizia a cedere la mattina del 7 aprile 1930. Quel giorno, infatti, bussa alla porta del loro tran tran la lettera in cui il segretario del sindacato panettieri di Como chiede una mano per l’idea che gli è venuta: organizzare una gita in battello degli iscritti comaschi in quel di Bellano per celebrare l’anniversario della fondazione di Roma. E il mondo degli Scaccola sembra andare a gambe all’aria. Passare la missiva, con le relative incombenze, al segretario comunale, non li mette al riparo. Perché quello che si insinua nella loro quiete attraversa con la forza di un’onda irresistibile il cuore di Gualtiero, che ora smania per avere dalla vita tutto ciò che il lavoro gli ha impedito di godere. Ma in quella tiepida primavera sembra abbia iniziato a palpitare anche il cuore del carabiniere Beola, da qualche tempo osservato speciale del maresciallo Maccadò, preoccupato che il giovane non commetta sciocchezze violando il regolamento dell’Arma. Anche il maresciallo però dovrebbe stare attento, perché indispettire la moglie Maristella potrebbe rendergli la vita difficile. E finalmente arriva il gran giorno dei panettieri a Bellano, impreziosito dal Federale di Como in persona, che vorrebbe saperne di più di quel paese turbolento dove non si riesce a tenere in piedi una sezione del Partito neanche a piangere. Ma niente, dev’esserci qualcosa nell’aria che fa andare tutto storto, perché sul più bello un furto, che parrebbe inspiegabile, finisce per agitare acque già fin troppo mosse.

In Sua Eccellenza perde un pezzo, le inquietudini della Bellano di Andrea Vitali si mescolano con le morbidezze del paesaggio lacustre, creando quella magica combinazione che ha conquistato il maresciallo Ernesto Maccadò e affascina da sempre i suoi lettori.



Premetto che non avevo mai letto nulla di Andrea Vitali prima d’ora e devo dire che è stata una piacevole sorpresa. 

Mi aspettavo un libro diverso, una storia diversa. Eppure Vitali è riuscito a conquistarmi con una storia apparentemente semplicissima, quella di due panettieri della Bellano degli anni ‘30, le cui vite si intrecciano a quella della vedova Venturina Garbati, del carabiniere Beola e dei suoi superiori Misfatti e Maccadò. Gualtiero e Venerando Scaccola sono due fratelli che non hanno mai visto nè conosciuto altro al di fuori della panetteria tirata su da loro padre, nella quale continuano a lavorare alternandosi a turno, mentre uno lavora l’altro dorme. Così per tutta la vita: dormire, mangiare, lavorare. Nient’altro era contemplato nella loro routine, finché non ricevono una lettera altisonante dal sindacato dei panettieri che la interrompe bruscamente. I due fratelli decidono che quella lettera va portata alle autorità, così Gualtiero, di buona leva si dirige dal Fizzolati, messo comunale di Bellano. 
Da quel momento, cambia tutto: fuori dalla panetteria e dal loro appartamento esiste un mondo da scoprire, e Gualtiero Scaccola decide finalmente di viverlo. 
In parallelo la storia del Beola, che sembra essersi infatuato della bella vedova Venturina Garbati. Per questo motivo il suo superiore Ernesto Maccadò decide di tenerlo d’occhio e farsi comunicare dal Misfatti i pettegolezzi che sua moglie, soprannominata l’appuntata, recepisce sulla donna e sul giovane carabiniere. Sarebbe un peccato per lui perdere un così buon elemento. 
Tutta la storia gira però intorno alla gita dei panettieri e soprattutto alla presenza del Federale, Briga Funicolati Gariboldo: tutto deve assolutamente essere perfetto. Ma si sa, quando serve che tutto sia impeccabile la sfortuna e gli imprevisti vengono a bussare alla porta. Così quella giornata speciale si trasforma in qualcosa terribile per alcuni dei personaggi coinvolti e si conclude con la scomparsa di un oggetto estremamente prezioso per il Federale. Un bottino succulento per qualcuno dei cittadini che assisteva in piazza. 

Andrea Vitali dà uno spaccato della Bellano degli anni ‘30 davvero interessante. 
A tratti in modo estremamente comico, ha reso interessante una vicenda semplice mostrando diverse sfaccettature della vita dei tantissimi personaggi coinvolti. 
Piacevolissimo da leggere, ricco di parole dialettali, di con discorsi diretti che si trasformano fino a sembrare quasi pensieri e personaggi descritti implicitamente attraverso i loro comportamenti.

Davvero consigliato! 

Leggerò presto qualche altro caso del commissario Maccadò e della sua Bellano. 

Durata totale della lettura:  Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè macchiato 
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


      "Un sacco di cose, e solo belle. La gente, i colori, i profumi, le…le…le cose… nel senso degli alberi, le panchine, le montagne, il cielo… come glielo doveva dire la… la libertà ecco, e poi ancora, insomma, quella parola gli veniva difficile dirla però… era la cosa più bella, mai immaginata prima d’allora. Roba da toglierti il sonno e stringerti lo stomaco in una morsa!"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 8 gennaio 2024

Recensione: La malizia del vischio



 La malizia del vischio

 di Kathleen Farrell

 Editore: Fazi Editore
 Prezzo: €18,50
 Pagine: 240
Titolo Originale: Mistletoe Malice  
Traduzione: Stefano Bortolussi
 

 Nella sua prima traduzione italiana, La malizia del vischio di Kathleen Farrell è un irriverente romanzo a sfondo natalizio che combina deliziose atmosfere rétro, spietate battute al vetriolo e una sfilata di personaggi in cui ogni lettore ritroverà qualcosa di sé – e del proprio Natale in famiglia. In una località sulla costa del Sussex, una famiglia si appresta a riunirsi nella dimora dell’anziana matriarca per trascorrere le festività natalizie. Fuori soffia un vento freddo, la neve comincia a cadere e la tirannica padrona di casa è pronta ad accogliere la sua ribelle nidiata. A mano a mano che arrivano gli ospiti, ognuno con il suo carico di segreti, risentimenti e drammi personali, l’atmosfera si scalda: il fuoco viene acceso, lo sherry versato, i regali incartati e gli artigli affilati. Molte sono le tensioni nascoste che strisciano silenziose per i corridoi della grande casa: la nipote Bess, che vive con la zia, asseconda tutti i suoi capricci ma in realtà fantastica di fuggire; la figlia Marion è bersagliata dalla madre per il fatto di essere una donna in carriera e sfoga la propria frustrazione sul malcapitato marito; il figlio Adrian, inadeguato sotto tutti i punti di vista, si presenta a casa della madre ubriaco e pronto a dare spettacolo; il nipote Piers, giovane ambizioso e avventato, si diverte a corteggiare la cugina Bess, del tutto incurante delle possibili conseguenze. E se inizialmente gesti, sguardi e frecciatine sono ammantati dal velo ingannevole delle buone maniere, nell’arco di tre giorni può succedere di tutto, e i membri della famiglia faranno bene a prepararsi a un finale… scoppiettante. 




Il romanzo perfetto da leggere dopo il solito Natale a casa dei parenti. Vi ricordate "Parenti Serpenti" degli anni '80? Ecco immaginatevi una versione inglese della stessa banda di problematiche familiari. 
La capofamiglia Rachel, che da come parla sembra una centenaria ma in realtà non è così vecchia, si lamenta di tutto, ai suoi tempi tutto era meglio, le cose, le persone e soprattutto lei. 
Il figlio Adrian che in passato ha creato parecchi subbugli in famiglia, torna dopo un anno dall'Italia senza un soldo e già mezzo ubriaco. 
La figlia Marion e il marito Thomas non potrebbero essere più diversi tra loro, lei una direttrice hitleriana, pronta a giudicare tutto e tutti, sopratutto l'eccessiva arrendevolezza del marito. 
Anche le due cugine Kate e Bess sono lontane anni luce, Kate appena tornata single per qualche misterioso motivo, abita a Londra mentre Bess che ha quasi 40 anni, non ha mai lasciato quella casa, dá quasi la sensazione di far parte del mobilio. 
A chiudere il gruppetto c'é Piers, il cugino di secondo grado, pieno di sé e pieno di commenti svenevoli verso Rachel. 
Il gruppetto si ritrova a passare le feste natalizie a casa di Rachel, nessuno sembra sopportarsi, anzi provano tutti un gran piacere a punzecchiare gli altri familiari, d'altronde nessuno conosce i nostri difetti meglio della nostra famiglia. 
In particolare Bess e la sua mancanza di polso, sembrano essere il capro espiatorio per tutti soprattutto Piers con il quale c'è un tira e molla di anni a cui lei è romanticamente legata e lui fa finta di esserlo. Se siete stufi di romanzi natalizi mielosi e dalle happy ending, sicuramente questo romanzo è adatto, nonostante non abbia trovato i personaggi particolarmente profondi, sembrano tutti descritti in superficie, tutti cervellotici ed estremamente fastidiosi. 
Un rincorrersi di negatività e litigi, sotterfugi e dolore che non trova né sfogo in una seria litigata, né tantomeno gioia in una riappacificazione. 
Se la vostra famiglia è piena di relazioni tossiche e disfunzionali peró, potreste riconoscere parecchie personalità nonostante il romanzo sia del 1951. 

Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: Vin brulè
Formato consigliato: Cartaceo





"..riflettendo sulle strane abitudini di certe famiglie che si riunivano al solo scopo di tormentarsi e infastidirsi a vicenda 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio