lunedì 8 luglio 2019

Recensione: Mia è la vendetta

Mia è la vendetta
di Eka Kurniawan


Editore: Marsilio Editori
Prezzo Cartaceo: € 16
Pagine: 208



Ajo Kawir, un adolescente di Giava ossessionato dal sesso e un po’ voyeur, assiste suo malgrado allo stupro di una donna bellissima da parte di due poliziotti e, a causa del trauma, diventa impotente. I molteplici tentativi di recuperare la virilità perduta – dal peperoncino alle punture delle api fino alle visite al bordello – si rivelano vani, e così Ajo decide di scaricare la frustrazione nella violenza, diventando in breve l’attaccabrighe più noto del suo villaggio. Grazie alla fama guadagnata nelle risse, viene assoldato per uccidere la Tigre, un boss della mafia locale, ma prima di riuscirci si innamora della splendida Iteung, guardia del corpo e incredibile picchiatrice. Nonostante il suo “handicap”, Iteung accetta di sposarlo, ma quando, qualche mese dopo, confessa di essere incinta, l’idillio matrimoniale subisce un brutto colpo. Dieci anni dopo, ritroviamo Ajo sulle strade di Giava e Sumatra come autista di camion: è un uomo solo, adesso, ma è un uomo riconciliato e saggio, che ha conosciuto la durezza del carcere e fatto pace con la sua condizione fisica. A un certo punto, però, si rende conto del fatto che Iteung ha lasciato un vuoto incolmabile, e che qualcuno deve ancora pagare per i suoi torti... Dal talento pungente e gioiosamente pulp di Eka Kurniawan, più volte paragonato a Gabriel García Márquez e Salman Rushdie, una commedia tragicomica che ci fa immergere nella società indonesiana – brutale, corrotta, ma anche fascinosa e magica; una società la cui unica possibilità di redenzione, sembra dirci l’autore, è in mano alle donne.




Un potente affresco di un'esistenza difficile. Ajo è un bambino che inizia a sentire le prime pulsazioni della propria sessualità e il modo migliore per stuzzicarla sembra essere spiare la moglie del capo villaggio insieme al suo migliore amico Gecko. 
Questo finché non gli capita di scoprire di poter spiare la pazza Rossetto Rosso. La sua follia e la sua nudità lo affascinano, ma un giorno assiste allo stupro della donna da parte di due poliziotti. Questo gli rovinerà completamente la vita, il suo cazzo non si alzerà più. 
Normalmente non userei certe parole, ci girerei attorno con soprannomi o altri termini, ma questo vi farà capire il linguaggio del romanzo. Forte, diretto, senza scorciatoie, una scrittura estremamente reale e graffiante. Uno scorcio sulla vera vita indonesiana lontana dagli scorci turistici che conosciamo. Un libro feroce sulla mascolinità e di come la perdita di essa ribalti il destino di un uomo, già arrabbiato col mondo prima, ma ancora più irritato e frustrato dopo.
Inizialmente non mi aveva colpita totalmente ma lascio sempre un paio di giorni dopo la fine della lettura per capire quale sia stato davvero l'effetto del libro e mi sono resa conto di avere in mente ancora le vivide immagini dipinte dall'autore, ottimo segno! 

Un romanzo consigliato soprattutto per la ferocia del tono, diverso dai tanti romanzi letti.


Durata totale della lettura: 4 giorni
Bevanda consigliata: Succo di pomodoro
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni 





      "Certo, i nostri genitali spesso hanno un potere selvaggio su di noi.
Sono come una seconda mente, molto più influente del cervello vero e proprio.
È questo che ho imparato dai miei genitali, dopo tutti questi anni."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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