lunedì 27 ottobre 2025

Recensione: Il labirinto di seta



  Il labirinto di seta

 di Anna Samueli

 Editore: Sonzogno
 Prezzo: €19
 Pagine: 464 

 Un’aggressione violenta a Granada, e Luz in una notte perde tutto. Unico, misterioso lascito della madre: una scatola bianca con un logo a forma di labirinto, una lettera di presentazione fasulla e un biglietto per Venezia. È così che la ragazza, sedici anni e muta per scelta, si ritrova a lavorare per Mariano Fortuny, l’alchimista delle stoffe. Nel suo palazzo di campo San Beneto, già si stampano con tecniche segrete gli scialli knossos, ambiti dalla buona società di tutta Europa, ma il suo genio instancabile è ossessionato dalla creazione di un abito senza tempo, la cui piega perfetta possa disegnare il corpo e l’anima di chi lo indossa. Da questa visione e dalle intuizioni della compagna, l’affascinante Henriette, nascerà il delphos, un vestito destinato a entrare nella storia della moda. Testimone e poi artefice di questo mondo di tessuti e colori, Luz dovrà scavare tra i meandri del passato e affrontare le incertezze del primo amore e del futuro, per dare finalmente forma alla sua vera identità. A fare i conti con i propri fantasmi è anche Mariano, che vive da sempre sotto l’ala protettrice della madre e oscurato dall’ombra del padre – il famoso pittore Marià Fortuny y Marsal, ufficialmente morto di malaria ma con i sintomi di un avvelenamento da piombo. E tra le pieghe della seta, di una città, di una storia, sia Luz che Mariano dovranno scoprire chi sono davvero. Nella chiassosa vivacità della Venezia di inizio Novecento – in cui si muovono Gabriele D’Annunzio e Giovanni Stucky, Luisa Casati e Marcel Proust, ma anche operaie e impiraresse dalla saggezza spiccia – Anna Samueli unisce la finzione alla realtà per restituirci il ritratto di un artista poliedrico, un inventore eclettico e insaziabile che ha segnato un’epoca.




Preparatevi, perché qui c’è davvero tantissimo da scoprire!

La storia ruota attorno a Mariano Fortuny, inventore del celebre Delphos e vero mago dei colori e dei tessuti. Mariano condivide la sua vita con Henrietta, una donna elegante e di classe, ma con un passato pieno di segreti che nessuno conosce. I due vivono nel suggestivo Palazzo Orfei, dove hanno anche il loro laboratorio, animato da lavoranti molto particolari, dedite alla creazione di stoffe straordinarie. Un giorno, però, qualcosa cambia: al palazzo arriva una ragazzina muta, Luz, con una lettera. Sua madre l’aveva preparata a questa eventualità nel caso fosse morta. 

Anche Luz ha molti segreti, ma il suo silenzio e la sua intelligenza la rendono subito preziosa. Inizia a lavorare in cucina, ma ben presto le sue mansioni si evolvono, segno che qualcosa in lei colpisce profondamente chi la incontra. 

    “La sua muta presenza si rivelava potente, capace di osservare, comprendere e trasformare. 

Il suo percorso era quello di una rinascita, in cui la parola non era necessaria per 

affermare la propria identità.”

 Il mondo che circonda questi personaggi è sfavillante: siamo nella Venezia dei primi del Novecento, tra serate mondane, abiti favolosi e ospiti illustri come Proust e d’Annunzio. Un intrigo di trame, letteratura e bellezza, dove persino i ghepardi al guinzaglio fanno parte del quadro. 

Mariano è un genio inquieto, sempre alla ricerca di qualcosa di più. Ogni sua invenzione sembra solo un passo verso un’idea migliore, che però non riesce mai a realizzare. Vive nel ricordo del padre, un pittore rinomato, la cui morte per malaria non ha mai accettato del tutto. I personaggi che si susseguono sono numerosi e complessi, anche se non sempre si integrano perfettamente nella trama. 

Il romanzo, come le stoffe che descrive, intreccia le insicurezze dei protagonisti: Mariano e il peso del suo talento, Luz e la sua voce da ritrovare, Henrietta e la sua genialità nascosta, insieme alle intricate vicende della famiglia Fortuny. Pur avendo apprezzato la storia, ho trovato il ritmo del romanzo piuttosto lento. La presenza di così tanti personaggi e sottotrame rischia di distogliere l’attenzione dalla narrazione principale. Personalmente, avrei preferito un maggiore approfondimento su Luz, Henrietta, o anche sulle figure di Dele e Piera. 

Consigliato a chi ama i romanzi impegnativi, basati su eventi reali, con un forte focus sulla storia della moda e, più in generale, sulla bellezza in tutte le sue forme.

Durata totale della lettura: Dieci giorni
Bevanda consigliata: Cappuccino
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Quell'uomo pensava come un pittore, lavorava come un artigiano e disponeva dei poteri di un alchimistaSolo silenzioe e rancore per nascondere la vergogna di dover ammettere che un futuro, per loro, lì non c’era più . " 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 22 ottobre 2025

Recensione: Nido di vespe


Nido di vespe
di Mark Edwards

Editore: Piemme
Prezzo Cartaceo: € 21,00
Pagine: 416

Titolo originale: The Wasp Trap
Traduzione: Cristina Ingiardi  

Estate 1999. Sei brillanti studenti si uniscono in un gruppo di lavoro guidato da un eccentrico professore di psicologia. Stanno per lanciare un metodo in grado di cambiare per sempre il mondo degli incontri online, mettendo a punto un test in grado di rivelare rapidamente le psicopatologie.
Venticinque anni dopo, un inaspettato invito dalla coppia che ha portato avanti l'idea costruendo un impero tecnologico, riunisce gli amici in una sontuosa villa nel cuore di Notting Hill. La cena è in onore del loro mentore, recentemente scomparso. Ognuno porta con sé i propri fantasmi: chi è ancora ossessionato da ciò che avrebbe potuto essere ma non è, chi combatte con problemi economici, chi sta lavorando a un'innovazione segreta, chi nasconde una tragedia familiare logorante. E poi c'è Finn, un invitato misterioso. All'improvviso le porte si chiudono a chiave. Il segnale dei cellulari scompare. Strane voci risuonano nelle stanze vuote. Una verità agghiacciante prende forma: sono intrappolati. Non per caso, ma per un disegno preciso. Uno di loro nasconde un segreto terribile. Finché non verrà confessato, nessuno potrà andarsene. Mentre le tensioni aumentano, le amicizie si sgretolano e la paranoia cresce, diventa chiaro che qualcuno non è chi dice di essere. Ma una sola persona custodisce la rivelazione più devastante. Chi di loro è disposto a uccidere in nome di quel terribile segreto?



Sei amici si ritrovano ad una cena dopo essersi persi di vista per ben venticinque anni.
Da studenti universitari avevano collaborato come assistenti di un carismatico professore di psicologia, partecipando ad esperimenti e studi allo scopo di individuare tratti distintivi di psicopatici e sociopatici, affetti cioè da gravi disturbi psichici e di personalità.
Ora, dopo un quarto di secolo, decidono di organizzare una cena commemorativa in occasione della morte del loro professore, un’occasione per rivedersi e ripensare al passato.
La location è una bellissima e lussuosissima villa nella ricca Notting Hill e, grazie ad un catering organizzato apposta per l’occasione, la cena prosegue egregiamente.
Ma all’improvviso un inquietante cambiamento. Internet smette di funzionare e l’impenetrabile, iper-tecnologico sistema di sicurezza della casa li intrappola al suo interno, porte e finestre bloccate, senza nessuna via d’uscita.
Un senso crescente di incertezza si insinua, qualcosa sicuramente sta per accadere, qualcuno sta giocando con loro. Riusciranno a liberarsi e a superare la notte?

Ciò che colpisce maggiormente di questo romanzo è sicuramente il ritmo.
Dopo un inizio lento, elegante e posato, tipico di una atmosfera dell’alta società, la narrazione cambia improvvisamente diventando incalzante ed aggressiva. L’azione accelera, l’atmosfera si fa inquietante : rumori inspiegabili ed ombre sospette insinuano un crescente senso di pericolo, amplificando ancora di più la claustrofobia dell’intrappolamento all’interno della villa, senza via di fuga, e mantenendo costante la tensione fino alle ultime pagine.
Temi principali ovviamente psicologia e psichiatria.
Vi è un’ampia analisi psicologica dei personaggi, a volte fin troppo cerebrale. Dopo aver avuto a che fare con psicopatici per gran parte della loro vita, si finisce per sospettare davvero di tutti e, in un certo senso, riflettere anche sulle proprie fragilità, svelando come ciascuno indossi una maschera per celare i propri segreti e le proprie debolezze.
Vengono inoltre presentati test psicologici, esperimenti e studi sul comportamento dei cosiddetti psicopatici e sociopatici, permettendo al lettore di approfondirne la conoscenza.

Il libro si divora velocemente. La scrittura semplice e diretta, accompagna il lettore in un crescendo di rivelazioni, combinando suspense ed analisi psicologica, la voglia di scoprire segreti e bugie, svelare rancori e questioni non risolte.
Un romanzo che intreccia abilmente paranoia e claustrofobia in uno studio sulla natura umana e sui meccanismi della psiche. Lo stress, la paura e l’isolamento trasformano la mente umana generando sospetti e tensioni, mettendo i personaggi tutti uno contro gli altri.
In fin dei conti chi può davvero dire di non nascondere qualcosa? Molto probabilmente un pizzico di follia ce l’abbiamo tutti! :)

Durata totale della lettura: sei giorni  
Bevanda consigliata: crème brûlée latte
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Mark Edwards
«  Sebastian ripeteva sempre che gli psicopatici erano molto bravi a mimetizzarsi in società.
È negli istanti in cui il soggetto si crede inosservato che la maschera scivola via 
e si può scorgere il vero io sottostante »


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 21 ottobre 2025

Recensione: Un grido fatale

     

Un grido fatale

di Angela Marsons

Editore: Newton Compton
Prezzo Cartaceo: € 12,90
Prezzo ebook: € 6,99
Pagine: 384
Titolo originale: Deadly Cry
Traduzione a cura di: 
Marialuisa Amodio


Due vittime uccise con la stessa modalità, messaggi inquietanti che nascondono il grido d’aiuto di un assassino che vorrebbe essere fermato. Riuscirà la detective Kim Stone a sentirlo e a porre fine a un incubo?

Un’indagine di Kim Stone

In un affollato centro commerciale, c’è una bambina da sola che stringe un orsacchiotto, aggrappandosi a lui in assenza di sua madre, Katrina. Ore dopo, il corpo privo di vita della donna viene scoperto in un edificio abbandonato. Sembrerebbe un omicidio come tanti altri, ma l’istinto della detective Kim Stone le suggerisce che c’è molto di più dietro questa morte. Qual era il movente per uccidere una giovane madre che andava a fare shopping con la figlia? Giorni dopo, una seconda vittima viene trovata in un parco, con l’osso del collo spezzato esattamente come Katrina; inoltre, si sono perse le tracce del figlio di sei anni che era con lei. Kim e i suoi colleghi lottano per fare progressi in quello che sta rapidamente diventando un caso molto complesso. E quando una lettera scritta a mano dall’assassino e contenente una richiesta d’aiuto giunge sulla sua scrivania, Kim capisce che il tempo a disposizione per riportare a casa il bambino vivo sta per scadere. Con il supporto di un grafologo e una profiler, Kim e la sua squadra iniziano a entrare nella mente del serial killer e fanno una scoperta sconvolgente. Ci sono dei graffi sul corpo delle vittime, ma non sono segni casuali: l’assassino li sta usando per comunicare con qualcuno. La domanda è: con chi?
 Se Kim non riuscirà a identificare presto questa persona, un altro innocente morirà.



Ritrovare Kim Stone è sempre un piacere: la sua mente acuta, il carattere diretto fino all’eccesso e quella determinazione che la porta a non fermarsi mai, anche quando tutto sembra giocarle contro. In questo nuovo capitolo, Angela Marsons la mette di fronte a un’indagine che parte da un semplice esercizio di routine — scegliere un cold case da riaprire — e che invece si trasforma in un intreccio di violenze, silenzi e segreti.

Tutto comincia con la decisione di Stacey e Penn di occuparsi del caso di una giovane donna vittima di stupro, il cui aggressore non era mai stato condannato. 

La squadra si ritrova presto coinvolta in una serie di omicidi di giovani donne, ritrovate con modalità inquietanti e particolari ricorrenti. Nel primo caso la bimba della giovane madre assassinata rimane nel negozio ad aspettare la mamma stretta al suo orsacchiotto regalatole da una commessa, nel secondo caso il bimbo Archie di sei anni scompare.

Ma l'assassino contatta Stone con un appello di aiuto: chiede di essere fermato. Stone deve trovare il modo per entrare in contatto con lui, per rispondergli ed evitare che uccida di nuovo.

Le indagini si moltiplicano, si intrecciano, e Kim deve tenere insieme tutto — compresi gli equilibri del suo team e un incarico di sicurezza per un evento pubblico che sembra lontano, ma che finirà per avere il suo peso.

Marsons alterna con grande equilibrio la tensione del thriller all’indagine psicologica, mostrando come ogni vittima abbia una storia che merita di essere capita, non solo risolta. E lo fa con quella scrittura diretta e pulita che la contraddistingue: niente eccessi, solo ritmo, dialoghi autentici e personaggi che sembrano vivi.

Kim Stone è una certezza, con la sua storia particolare, i fantasmi del suo passato che tornano a trovarla, la sua squadra, dove ognuno affronta la propria quotidianità  senza farsi mai travolgere. Sempre con un risvolto umano e sociale che fa riflettere.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: te al limone
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito web dell'autore: Angela Marsons
Consigliato a chi ha apprezzato: Uccidere ancora, Patricia Gybney


  "Nulla accade per caso"


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

lunedì 20 ottobre 2025

Recensione: Estranea

Estranea 
di Yael Van Der Wouden

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo eBook: €9,99

Pagine: 272

Solo in casa Isabel si sente protetta. Lì, da bimba, ha potuto giocare felice, al riparo dai bombardamenti. Ancora oggi, vent’anni dopo, quei muri la difendono. Saldi e immobili, come lei. Per questo tutto deve essere in ordine: le posate allineate, le stoviglie lucidate, il giardino senza erbacce. Un mattino, però, Isabel trova la scheggia di un piatto di porcellana. La prima incrinatura in un mondo perfetto, a cui ne segue presto una seconda, ben più grave. Quel giorno, si presenta sulla soglia di casa Eva, la nuova fidanzata del fratello, che Isabel è costretta a ospitare per qualche tempo. Eva è l’estranea. Ha i capelli ossigenati tagliati troppo alla moda, un rossetto rosso troppo audace. Soprattutto, è troppo piena di vita e di entusiasmo, che riversa nelle stanze in cui echeggiano passi di danza e risate. Nulla è più immobile come prima. Eva ruba il silenzio – o, forse, lo sta dissipando. Mentre fuori la primavera tarda a mostrarsi, Isabel sente sciogliersi un nodo nel petto. Non solo. Sente anche una pulsione, una gravità ineluttabile, che la spinge, suo malgrado, verso Eva. Eppure, qualcosa le dice di rimanere vigile. Perché Eva fa molte domande. Forse la sua non è solo curiosità. Forse c’è un segreto in quelle mura, un segreto che non appartiene a Isabel. Appartiene alla casa stessa, a pareti che non sono permeate di silenzio bensì di grida disperate e mai sopite. 

Ci sono romanzi che ci sfidano a cambiare prospettiva. Storie che parlano di ossessioni, scelte, superamento delle proprie convinzioni. Di segreti svelati e di come non sempre la nostra verità coincida con quella degli altri. L’estranea è uno di questi. L’esordio straniero di cui la stampa italiana ha parlato prima della pubblicazione.

Uno dei casi editoriali più eclatanti degli ultimi anni. Venduto in 25 paesi, in cima a tutte le classifiche internazionali, è nominato libro dell’anno da numerose testate e finalista di innumerevoli premi, tra cui il Booker Prize, e ha vinto il Women’s Fiction Prize. Un successo annunciato. È impossibile non rimanere sedotti dallo stile elegante di Yael van der Wouden.




Una casa nella campagna olandese, un ospite inatteso e una vita ordinata destinata a essere scardinata: ecco l'incipit che ci accoglie tra le pagine di Estranea. Ma attenzione, perché addentrarsi oltre nella trama significherebbe svelare i segreti che queste mura celano e che, pagina dopo pagina, si rivelano essenziali per comprendere la complessa rete di eventi.

Ciò che si può rivelare, però, è che l'estraneità non è un tratto esclusivo di Eva, la nuova fidanzata del fratello Louis. Al contrario, ogni personaggio che incontriamo è avvolto da un velo di mistero, un'aura di distacco che permea le relazioni, persino quelle più intime. Sono tutti, a loro modo, degli estranei a se stessi e agli altri, ognuno con qualcosa da celare, rendendosi così sconosciuti. Nessuno, infatti, rivela la sua vera essenza, cosa li smuove, il perché dietro le loro scelte. Solo quando le regole si infrangono, quando il controllo si allenta per l’eccesso di sostanze o quando il buio si fa complice, diventando un protettore, che la maschera crolla. Ed eccoli, allora, omosessuali, fragili, impauriti, opportunisti, amanti pronti a fuggire, donne in cerca di giustizia.

Chi sono, dunque, queste figure complesse – Isabel ed Eva, ma anche i fratelli Hendrik e Louis che gravitano attorno a loro, tutti avvolti dall'ombra e dal retaggio di una madre defunta? Impariamo a 'sconoscerli' – nel senso più profondo di disvelare ciò che era celato – attraverso la penna di Yael. E già solo per questo, il libro merita di essere letto, anzi, vissuto.

Una scrittura camaleontica che si adatta e si permea degli stati d’animo dei protagonisti. Intrisa di tensione nei momenti del disgelo relazionale, frenetica nella concitazione delle discussioni, annoiata nella prolungata attesa o nella malattia. Così la lettura diventa una montagna russa emotiva da cui è difficile scendere. Si corre tra le pagine quando l’adrenalina sale e le parole scorrono veloci. Si diventa schivi o ci si mette sulla difensiva quando qualcosa arriva per disturbare l’ordine della routine. Si rallenta per osservare ogni dettaglio nei momenti di riflessione e scoprire parti inaspettate di questi protagonisti così sfaccettati.

Estranea ti costringe a un atto di fiducia: a seguire la scia narrativa senza indugio, restando costantemente all'erta per carpire ogni minimo dettaglio. Ti chiede, ciecamente, di cambiare costantemente prospettiva – senza mai darti modo di credere che il punto di vista proposto sia quello finale e giusto. E questo stesso dinamismo si riflette nei protagonisti che cambiano e si scoprono cambiati, indossando nuove versioni di sè. Così Isabel inizialmente è acida e giudicante, piena di sé, ossessivamente protettiva nei confronti della casa nella quale abita da una vita e di cui si prende cura. Eppure, ecco scardinare tutto per scoprirsi in cerca d’amore e compassionevole. Eva, d'altro canto, arriva avvolta in una nuvola di frivolezze e moine, per poi rivelarsi glaciale e, infine, impaurita, nel suo ennesimo tentativo di salvezza.

Nel ricco e prezioso arazzo fatto di relazioni e viaggi interiori, la Storia non è un semplice sfondo, ma un'entità viva che continua a bussare alla porta, irrompendo con tutto il peso delle conseguenze degli eventi del conflitto mondiale da poco terminato.  E così il gioco di cambio di prospettiva si intensifica: chi è la vittima quando è la storia che ci costringe a trovare un modo per salvarci e per riappropriarci di ciò che crediamo nostro? Fino a che punto qualcosa ci appartiene davvero, e cosa siamo disposti a fare per difenderlo?

Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè 
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni


      "Che cos'era la gioia, comunque. Che valore aveva una felicità che lasciava dietro di sé un cratere grande il triplo del suo impatto.



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

mercoledì 15 ottobre 2025

Recensione: Il caso dell'uomo che fu ucciso due volte

 

Il caso dell'uomo che fu ucciso due volte
di Alvise Trisciuzzi

Editore: 
Newton Compton Editore
Prezzo Cartaceo:  €9,90  
Prezzo e-book: 6,99   
Pagine: 320
                          

Nel paesino della Bassa avvolto nella nebbia è avvenuto un misterioso omicidio. La vittima è Fabio Mazza, il rubacuori locale. I sospetti sono tanti: indifferente com'era al fatto che la sua conquista fosse sposata o meno, il morto si era fatto molti nemici, e certo non aiuta le condizioni del corpo trovato in mezzo alla piazza. Fabio Mazza presenta, infatti, due ferite mortali, come se l'avessero ammazzato due volte: con un colpo di pistola e tagliandogli la gola. Il maresciallo Arturo Bonomi, aiutato dall'ineffabile dottor Peruzzi, da Boris l'oste e dal resto della sua compagnia di amici, è costretto ad addentrarsi nei segreti e nei vizi dei suoi compaesani, scoprendo un mondo di gelosie brucianti e passioni nascoste, amori che iniziano e amori che finiscono, femmes fatales e mogli insoddisfatte... ma chi tra loro sarà il vero assassino?



Sono le sei di una tranquilla domenica del 1967. In caserma, il maresciallo Arturo Bonomi sogna ad occhi aperti una meritata fuga romantica a Venezia con la moglie. Ma la pace dura poco. Un suono secco e inconfondibile squarcia il silenzio della provincia: uno sparo.

Così ha inizio un'indagine che trascina il lettore nel cuore di un piccolo paese della Bassa, dove tutti si conoscono e nessuno è innocente davvero. La vittima è Fabio Mazza, muratore aitante, noto per il sorriso facile e lo sguardo troppo lungo verso le mogli altrui. Ma il vero enigma è un altro: come può un uomo morire due volte?

Il maresciallo Bonomi si ritrova a inseguire verità sepolte sotto anni di rancori, gelosie, bugie e segreti inconfessabili. Ogni porta che bussa rivela qualcosa di scomodo. Tra padri furiosi, mariti vendicativi e donne chiacchierate, nessuno è davvero al sicuro.

A sorreggere l'indagine c'è la precisione quasi chirurgica del dottor Peruzzi e la lealtà dei pochi uomini fidati di Bonomi. Ma sarà soprattutto il suo intuito a guidarlo verso una scoperta che cambierà tutto.

Quanti assassini si nascondono tra le nebbie della Bassa?
E, soprattutto, quanti altri segreti sono pronti a esplodere?

Un giallo avvincente, dal sapore tutto italiano, che mescola atmosfere rurali, ironia sottile e un mistero che si infittisce ad ogni pagina. È una storia che consiglio a chi cerca un giallo che va oltre il semplice enigma, dove il mistero si intreccia alla vita del paese e ogni personaggio ha qualcosa da nascondere. La scrittura è scorrevole, semplice ma mai banale, e rende la lettura piacevole fin dalle prime pagine. Il giallo si dipana con naturalezza, senza forzature, tenendoti coinvolto fino alla fine senza mai perdere il ritmo. Non è solo l'indagine a tenere incollati alle pagine, ma il modo in cui, passo dopo passo, si scoprono le persone dietro i volti familiari, con le loro verità taciute, i piccoli drammi quotidiani e le ombre del passato. Mi ha colpito proprio questo: la capacità del racconto di svelare tutto con naturalezza, senza fretta, lasciandoti il ​​gusto della scoperta fino all'ultima riga. 

Ti sembrerà davvero di far parte della comunità del maresciallo Bonomi, tra chiacchiere di piazza, sguardi di traverso e commenti a volte pungenti. E quello che colpisce di più è come certi personaggi, inizialmente etichettati per la loro fama — come il donnaiolo che forse voleva solo una seconda possibilità, o la donna chiacchierata che dietro i suoi gesti nasconde una profonda lealtà verso un marito incapace di amarla — finiscano per rivelare una complessità umana che spiazza e commuove. Nessuno è davvero come appare, e ogni storia ha radici più profonde di quanto si possa immaginare.

Durata della lettura:  Sette giorni
Bevanda consigliata:  Tisana lamponi e vaniglia
Formato consigliato:  Cartaceo
Età di lettura consigliata:  dai 18 anni
Consigliato a chi ha apprezzato:  Il Giallo di villa Nebbia, Roberto Carboni



Le sei, finalmente. Le campane della chiesa iniziarono a battere, ma poi, dopo qualche secondo dall'ultimo rintocco, sentì quel rumore. Ci sono dei suoni che riconosci sempre. Il tuo udito non si lascia trarre in inganno neppure quando c'è una nebbia così densa da essere quasi liquida, che non solo blocca la vista, ma arriva ad attutire e alterare persino i rumori. Quei suoni li riconosci comunque. uno di quei suoni inconfondibili. »."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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