martedì 30 maggio 2023

Recensione: Ritratti di Neve

Ritratti di neve
di Chiara Cito

Editore: Bookabook
Prezzo Cartaceo: € 10,00
Prezzo eBook: n.a.

Pagine: 96

L’anima di Ripalta è la Beppa, che tornando dai campi si toglie gli stivali, guarda sua nipote, sorride. È la saggezza infantile di Elia, le cui radici si espandono tra i carruggi stretti e i passaggi ripidi. È Leandro, al quale il mare è rimasto negli occhi. È Arturo, che sfida i bambini a guardare nel buio fitto e spaventoso della stalla. È la Dora, che ha sempre una moka pronta sui fornelli. È la vita divisa a metà della signora Trinci, sempre al confine, abitante e ospite allo stesso tempo. È la chioma folta e grigia di Giuseppe, che ondeggia come i campi al vento. Ripalta è viva finché sono vive le sue storie.




Se vi piacciono i racconti brevi, questo libro è per voi.

Chiara Cito tratteggia le vite dei personaggi di un piccolo paesino ligure - attingendo alla sua memoria personale - che si preparano per la festa dell’estate.
Tradizione, religione e storie personali vengono a galla mostrando vite all’apparenza sperare eppure legate le une alle altre.

Brevi capitoletti dedicati ai vari personaggi - Mario, Erminia, Giovanni, Arturo - che in poco più di due pagine raccontano il legame con il paese, le loro aspirazioni, successi e insuccessi, ma soprattutto i loro legami sentimentali con gli altri abitanti. 

Invisibile il filo ricamato tra una storia e l’altra a simboleggiare l’attesa e la fibrillazione per l’evento in arrivo. Una sorta di sabato del villaggio moderno. Eppure, forse è proprio questa brevità a rendere meno tonda la storia, più effimera e a tratti ripetitiva, senza riuscire a invogliare il lettore abituato alla lettura di lunghi romanzi. Resta tutto sospeso, come una calda sera d'estate, in attesa della festa in procinto di iniziare che porterà a compimento l'eccitazione dei personaggi. A quella festa però, noi non siamo ammessi - spettatori rilegati a osservare i preparativi da uno spioncino nascosto. 

Intendiamoci: quella sensazione di adrenalina e precarietà che dà stare sul bordo di un precipizio - non tanto reale, quanto figurato - è quello a cui nei racconti brevi spesso si aspira e si ricerca. Dipende dalla tipologia del lettore. Sicuramente le parole di Chiara rendono la sensazione, avvolgono in questo molteplice allestimento interiore ed estetico. 

Lodevole, invece, la mission della casa editrice Bookabook che, a differenza delle altre case editrici, si basa sul crowfunding. La pubblicazione è quindi affidata ai lettori che, dopo la lettura della preview del libro, lo acquistano e aiutano a raggiungere il numero minimo di copie per la pubblicazione.


Durata totale della lettura: 1 giorno
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni



      "La Beppa attraversa Ripalta indossando il suo sorriso dolce." 



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

lunedì 29 maggio 2023

Recensione: La ragazza che cadde in fondo al mare



 La ragazza che cadde in fondo al mare

 di Axie Oh

 Editore: Oscar Mondadori
 Prezzo: € 24
 Pagine: 396
 Titolo originale:: The girl who fell beneath the sea

 Tremende tempeste devastano da secoli il paese di Mina. È la furia del Dio del Mare, un tempo benigno, che si scatena, crede la gente. Per placarlo tutti gli anni una fanciulla viene gettata tra le onde. Sono in molti a pensare che la bellissima Shim Cheong, fidanzata del fratello di Mina, Joon, porrà fine a tutta quella sofferenza. Ma la notte in cui Cheong dovrebbe essere sacrificata, Joon la segue, pur sapendo che ciò significherà morte certa. Per salvarlo, Mina si getta tra i flutti al posto di Cheong. Trasportata nel Regno degli Spiriti, la ragazza si mette in cerca del Dio del Mare, ma quando lo trova scopre che è prigioniero di un sonno incantato. Con l’aiuto di un giovane uomo misterioso e di una bizzarra banda di demoni e spiriti, Mina decide che risveglierà il Dio del Mare e farà terminare una volta per tutte le tempeste assassine. Ma un essere umano non può vivere a lungo in mezzo agli spiriti. E c’è qualcuno disposto a tutto pur di non risvegliare il Dio del Mare




Non posso non spendere una parola sulla bellezza della copertina di questo romanzo che è davvero stupenda, ce ne sono due tra cui scegliere!
Un romanzo che parla di destino, di quello che ci è stato assegnato e quello che invece abbiamo creato per noi stess*, di come le persone che conosciamo possano sembrarc una cosa ma rivelarsi tutta un'altra.

La nostra protagonista inizia subito con un gesto di amore assoluto per il fratello. Si lancia nel mare al posto della Sposa del Dio del Mare di quell'anno per evitargli un dolore. 
Nessuno sa esattamente cosa succeda dopo che queste ragazze belissime entrano in acqua quindi lei si ritrova a scoprire un mondo nuovo, uno in cui tutto quello che le aveva raccontato la nonna non si rivela per forza vero. 
 La prima cosa che accade infatti è che il suo filo del destino viene separato dal Dio del mare che è in uno stato totalmente inaspettato. Ma Mina non è una che si butta giù d'animo facilmente e cerca di recuperare cioè che le viene rubato subito, questo in realtà la legherá a lord Shin ancora di più. 
Tutto il romanzo sembra un acquerello dipinto a mano, tanto affascinante quanto la copertina. 
La magia sta in ogni angolo, le mille barchette che viaggiano nell'acqua con i desideri, la volpe regina dal pelo di velluto o il drago arazzato così realistico da volerlo toccare. Shin e Mina sono ormai involontariamente legati e questo li obbliga a stare sempre insieme e a conoscersi in tutte le loro sfaccettature. 
Nel suo viaggio nella scoperta della verità e le cause di tutte le tempeste e i maremoti che stanno infliggendo agli umani, Mina conosce tanti personaggi e spiriti peculiari, nessuno di loro sembra essere quello che appare ma soprattutto non si sa mai di chi fidarsi ma anche nei momenti più bui lei mantiene una certa forza e positivitá interiore. 
Riuscirà la nostra eroina a tornare dalla sua famiglia o almeno a risolvere l'intricato mistero dietro tutte queste divinità?
 Un romanzo scorrevole e imbevuto di magia e buoni sentimenti, ho apprezzato molto il fatto che l'autrice si sia basata su una leggenda coreana. 
L'ho trovato leggermente zuccheroso alle volte, data la bellezza della storia forse una scrittura più descrittiva mi sarebbe piaciuta. 
Questo non ne rovina il complesso, non vedo l'ora di vedere cosa faranno gli illustratori perché le descrizioni sono posti e personaggi sono così ben descritti che disegnati saranno stupendi. 

Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata: Te alla cannella
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Website dell'autrice: Axie Oh

"Perché al pensiero della mia famiglia provo questo immenso dolore? 
Da dove viene il dolore se non dall’anima"

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 25 maggio 2023

Recensione: La vedova delle Highlands

   


La vedova delle Highlands
di Walter Scott


Editore: Elliot Edizioni

Prezzo cartaceo: € 14,50
Pagine: 128

Elspat MacTavish, detta anche la Donna dell'Albero - la gigantesca quercia sotto la quale, in un miserabile tugurio, vive solitaria con due capre - non è una figura attraente, anzi, è piuttosto sgradevole, per essere l'assoluta protagonista di un romanzo. E però ebbe subito ammiratori, e venne considerata «la più bella delle creazioni» di Scott. Con il fascino oscuro di una nuova Medea o Lady Macbeth, Dama nera e fattucchiera capace di crudeltà inaudite, questa donna divenne il simbolo delle tragedie del popolo scozzese, privato della sua identità e del suo orgoglio nazionale dalla conquista inglese. "La vedova delle Highlands" è il racconto più noto e appassionante di una trilogia scritta da Scott a fine carriera, in cui con passo spedito, ricchezza di suggestioni e grande suspense vengono narrati una struggente storia personale e il destino di un intero Paese.




Questa storia del celebre romanziere scozzese Sir Walter Scott (1771–1832) apparve per la prima volta come parte della sua raccolta Chronicles of the Canongate. Nel primo capitolo, una sorta di prefazione a "La vedova delle Highlands",  Chrystal Croftangry (narratrice e fittizia editrice delle Chronicles) riporta parte del memorandum di una defunta amica, Martha Bethune Baliol in cui essa racconta il suo "breve tour delle Highlands" scozzesi con la guida del fidato Donald MacLeish, postiglione e guida turistica locale. E' in questa prima parte del libro, prima del vero e proprio inizio della narrazione, che i nostri occhi si riempiono della straordinaria e malinconica bellezza della parte settentrionale della Scozia, un luogo magico e brutale che ha da sempre un posto particolare nel mio cuore - e che Sir Walter Scott descrive con tutta la maestria e conoscenza di un vero scozzese. 

E' durante questo tour in carrozza (siamo a metà 700 circa) fulmineo ma efficace nelle sue poche pagine, che Martha Baliol incontra la misteriosa “Donna dell'albero”, Elspat MacTavish, ed impara dal postiglione la sua tragica storia. Questa si svolge sulle rive del fiume Awe nell'Argyllshire durante la guerra dei sette anni (1756-63). La protagonista (perché di eroina forse non si può parlare) è la vedova di MacTavish Mhor, uno degli ultimi caterans delle Highlands ("guerrieri/predoni"), fucilato come giacobita dopo la battaglia di Culloden nel 1745. Vive sola con suo figlio, Hamish Bean MacTavish, sperando che cresca nelle orme del padre. Hamish, tuttavia, si rende conto che le cose stanno cambiando in Scozia e l'unico modo onorevole in cui può imitare il coraggio e il senso dell'avventura di suo padre è unendosi a un reggimento governativo diretto in America. Per Elspat, questo è un tradimento impensabile: unendosi ai Black Watch, Hamish ha contemporaneamente accettato il potere degli Hannover e abbandonato le vecchie faide tra i MacTavish e gli altri clan delle Highland, rinnegando i valori del padre. Sapendo che Hamish teme la flagellazione come disertore, Elspat lo convince a restare con lei fino a quando il suo congedo è quasi scaduto, quindi droga il suo drink. Purtroppo è troppo tardi, Hamish si sveglia e scopre di essere diventato, a tutti gli effetti, un disertore. Quando il sergente di Hamish, Allen Breack Cameron, viene ad arrestarlo, Elspat incoraggia con successo Hamish a sparargli, assicurando così la sua stessa esecuzione. Cerca disperatamente di salvarlo dal suo destino, ma tutto per niente. Dopo aver saputo della sua morte, Elspat si isola nel suo dolore, rifiutandosi di avere altro a che fare con la società umana, scomparendo e ritirandosi nella dilapidata capanna accanto all'albero per morire in solitudine. 

"La vedova delle Highlands", che ricorda Cime Tempestore ed il Re Lear shakespeariano, affronta molti temi familiari dei romanzi di Scott, ma con passo spedito e stile affilato inusuale: gli intricati scontri culturali di Highland e Lowland Scots, così come tra scozzesi e inglesi; il ruolo delle donne nella creazione e nel mantenimento delle tradizioni popolari; il potere e suggestione del paesaggio naturale; la psicologia della superstizione; e, soprattutto, il triste ma inevitabile crollo dei vecchi modi di vivere di fronte alla modernizzazione. In un certo senso la storia funziona come un sequel del Waverley, tracciando lo sfortunato e forse inevitabile crollo della cultura delle Highlands sulla scia della ribellione giacobita. Ed è proprio su questo fulcro che si percepisce leggendo l'opinione ambivalente dello stesso Sir Walter: se da un lato il desiderio selvaggio ed ingenuo di Elspat di trattenere, appigliarsi al passato scomparso della grande Scozia viene presentato come impraticabile e insensato, l'abbraccio della Scozia alle usanze inglesi simboleggiato dai Black Watch, viene descritto con altrettanto scetticismo. 

Un grande classico, forse meno conosciuto ma non per questo minore, di uno dei più grandi (se non il maggiore) scrittori scozzesi - perché mi rifiuto, come alcuni vorrebbero, di considerarlo uno scrittore inglese solo per lingua o cultura. L'interesse vivo, la voglia di raccontare e spiegare la sua terra risuonano in tutta la loro potenza in queste pagine che lo rendono, incontrovertibilmente, Scozzese.


Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata: Scotch...ovviamente!
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 11 anni


« Dov'è il codardo che oserebbe non combattere per una terra come la Scozia? ».


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 24 maggio 2023

Blogtour: Le aquile della notte

 Oggi fa tappa sulle nostre pagina una nuova tappa del Blogtour dedicato al nuovo libro "Le aquile della notte" di Alice Basso edizione Garzanti.





 Le aquile della notte
 di Alice Basso

 Editore: Garzanti
Prezzo: € 16,90
Pagine: 360


Langhe, 1935. La fuliggine delle fabbriche lascia il posto al dolce profilo delle colline infiammate dai colori dell’autunno. Mentre guarda il paesaggio che scorre dal finestrino del treno, Anita sa che ad attenderla non è una vacanza, ma una trasferta di lavoro per la rivista di gialli «Saturnalia», in compagnia dell’immancabile Sebastiano Satta Ascona. Per lei è così raro lasciare Torino che tutto le sembra meraviglioso. Inoltre è il periodo della vendemmia, il momento ideale per visitare le Langhe. Se non fosse che, pochi giorni dopo il suo arrivo, il corpo di un ragazzo viene trovato al limitare del bosco. In quel breve lasso di tempo, Anita ha scoperto che, insieme ad altri coraggiosi coetanei, il giovane faceva parte di un gruppo scout, in segreta violazione dei divieti imposti dal regime. Anita rimane affascinata da quella dimostrazione di carattere. E intanto, forse ispirata dal rosso del vino e dai mille volti di una terra ricca di inaspettati misteri, si avvicina come mai accaduto prima a Sebastiano. Ma perdere il controllo è un rischio, soprattutto se ci sono una verità da scoprire e la morte di un ragazzo a cui rendere giustizia. Anita è consapevole che solo le parole dei suoi amati detective possono mostrarle la strada verso la verità. Anche se il coraggio di non fermarsi davanti a nulla deve trovarlo dentro di sé. E ora ha bisogno di molto coraggio, perché i fili delle sue intuizioni la portano dove non avrebbe mai immaginato. L’appuntamento annuale con i libri di Alice Basso è finalmente arrivato. Trecentosessantacinque giorni possono sembrare lunghissimi, ma l’attesa è ripagata quando ci si tuffa nelle sue storie. Anita è di nuovo qui e con lei i racconti gialli che hanno fatto la storia della letteratura. Sullo sfondo dei vigneti incantevoli delle Langhe, la morte arriva puntuale, ma anche l’amore. Nessuno dei due in modo semplice, questo ormai Anita l’ha capito.



Anita e i sentimenti


Anita sta per sposare Corrado. I mesi avanzano e il suo periodo di sei mesi come dattilografa sta per esaurirsi. Corrado è un bravo ragazzo, un pò troppo fascista ma ha alle spalle una buona famiglia ed è un grande lavoratore.

Anita è innamorata del suo capo Sebastiano Satta Ascona. Uno scrittore sagace che sta sfidando insieme a lei la censura pur di far conoscere all'Italia storie vere di cronaca e non le falsità che il Regime vuole trasmettere.

Sebastiano è fidanzato con Mavi. 

Sebastiano ama Anita.

Questa è la situazione che, santa polenta al sugo, non fa dormire Anita di notte e le fa palpitare il cuore di giorno quando lavora gomito a gomito con Sebastiano.


Anita sa però che ci sono confini che non possono essere superati per il bene di tutti. Il suo carattere esplosivo la porta a buttarsi a capofitto nelle indagini non ha paura del pericolo, non ha paura di essere scoperta vuole che per una volta giustizia sia fatta. Ma sa anche nonostante il cuore e le farfalle nello stomaco sposare Sebastiano non è la scelta giusta. Rovinerebbe la sua famiglia, metterebbe in pericolo Sebastiano stesso e suo padre. 

Quindi al cuore si può comandare. O almeno ci si può provare. 
Il turbinio di emozioni e di sentimenti che prova Anita sorprendono e travolgono il lettore che da una parte spalleggia la vittoria dell'amore vero ma dall'altra capisce che, nonostante l'età anagrafica, Anita è una donna con la testa sulle spalle.

Caparbia e tenace segue sempre l'istinto ed in moltissime situazioni il suo fiuto non si è mai sbagliato. Ma questa volta sa che la scelta deve essere fatta con la testa. Il periodo insieme a Sebastiano sta per esaurirsi mentre il loro affiatamento cresce a dismisura. Anche adesso che si trovano fuori dalla loro Torino e dovranno indagare su un nuovo omicidio la loro intesa è perfetta. 


Non è solo l'amore che pervade Anita ma anche un profondo senso di giustizia. In un momento storico che rimarrà impresso nella mente di tutte le generazioni presenti e future Anita sente crescere dentro di lei un moto di ribellione verso il Regime e le sue imposizioni. 

La messa al bando di alcuni libri prima, la censura giornalistica poi la colpiranno in prima persona. Insieme a Sebastiano non solo cercheranno di scovare i colpevoli indagano su omicidi sospetti ma attraverso le storie pubblicate su Saturnalia denunceranno i soprusi che il popolo italiano è costretto a subire.

Amore, ribellione, testardaggine sono solo alcuni dei sentimenti che rendono Anita un personaggio indimenticabile.

Durata totale della lettura: due giorni
Bevanda consigliata: Tè alla menta
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 16 anni

Serie "Anita Bo"
  1. Il morso della vipera
  2. Il grido della rosa
  3. Una stella senza luce

Per conoscere meglio questo libro vi consiglio di visitare tutti i blog partecipanti allo speciale. 
Buona lettura. 



    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 23 maggio 2023

Review Party: Dunbridge Academy. Anyone. Chiunque tu sia

Oggi Review Party dedicato al secondo libro della serie Dunbridge Academy "Anyone - Chiunque tu sia" di Sarah Sprinz edizione Tre60.

Una nuova avventura romantica che prende vita tra le aule della famosa accademia scozzese.



 Dunbridge Academy. Anyone. Chiunque tu sia

 di Sarah Sprinz

 Editore: Tre60
Prezzo: € 16,90
 Pagine: 348
Titolo originale: Dunbridge Academy. Anyone

 Sin dalle elementari Charles Sinclair è il migliore amico di Victoria Belhaven-Wynford, l'unico con cui sente di potersi confidare. Ma c'è una cosa di cui non riesce a parlargli: il disagio che prova da quando ha cominciato a frequentare Valentine Ward, il ragazzo più popolare della Dunbridge Academy, per il quale ha preso una cotta. A differenza dei sentimenti che prova per Charles, infatti, Tori sente che quello che la lega a Val non è amore. Ma tutti sanno che l'attenzione di Sinclair è rivolta alla compagna di classe Eleanor, al cui fianco andrà in scena, nel ruolo di Romeo, nella recita annuale del college. Non che a Tori dispiaccia. Se non fosse che sarà lei a dover scrivere personalmente la storia d'amore tra Charles e la sua Giulietta per il corso di sceneggiatura...




Con questo secondo capitolo si ritorna tra i corridoi della prestigiosa Dunbridge Academy in Scozia, dove abbiamo seguito, grazie al primo libro, la storia di Henry e Emma e dove troviamo adesso protagonisti Tori e Charles Sinclair.
Appartenenti al gruppo di amici di Henry inizialmente e di Emma poi, Tori e Sinclair si conoscono fin da piccoli e la loro amicizia è una di quelle speciali, storica e indissolubile.
Lei inizia a frequentare Valentin Ward, il ragazzo più popolare dell'accademia, fin da subito mi è stato antipatico soprattutto per come la tratta e per la sua arroganza. Ben presto Tori si rende conto del grande abbaglio che ha preso e scopre che il suo cuore in fondo batte per un'altra persona, proprio quella che ha sempre avuto sotto il naso e che nonostante tutto è sempre presente per lei. Anche Charles in segreto è sempre stato innamorato di Tori ma non ha mai trovato il coraggio per dichiararsi, entrambi sembrano non capirsi e lanciarsi messaggi sbagliati. Le gelosie non mancano da ambo i lati e quando poi entra in gioco anche la rappresentazione di Romeo e Giulietta per la recita di fine anno il dramma si infittisce, Charles infatti viene scelto per il ruolo da protagonista e la sua Giulietta sarà Eleanor, tra i due sembra esserci una bella intesa e a Tori tocca scrivere la sceneggiatura, vi lascio immaginare che quadretto che si presenta!
Già dal primo libro entrambi Tori e Sinclair avevano catturato la mia attenzione e si meritavano un volume dedicato interamente a loro. La storia Friends to Lover è ricca di parole non dette, occasioni mancate e fraintendimenti e nonostante mi sarebbe piaciuto trovare un Charles più convinto e appassionato devo dire che ho amato molto seguirli. Lo stile dell'autrice, come d'altronde evidente anche nel primo capitolo è sempre molto fluido e quindi la lettura scorre che è un piacere, intrattiene il lettore ritardando il più possibile l'avvicinamento tra i due protagonisti, che poi diciamo la verità, si capisce fin dal primo libro che sono fatti l'uno per l'altro, devono solo capirlo loro e rivelarsi senza troppi pensieri e paure. L'ambientazione anche questa volta perfetta, mi piace proprio seguire i diversi intrecci amorosi che si consumano tra le ore di lezione e le aule di questa accademia e che sembra abbiano ancora tanto da raccontare. Proprio il finale ci lascia a bocca aperta e fa venire voglia di leggere il terzo capitolo che spero non si faccia attendere troppo come è successo tra il primo e il secondo. Anche questo libro promosso e non vedo l'ora di leggere il prossimo.

Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Frullato al cioccolato
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 14 anni

Serie "Dunbridge Academy"
  1. Anywhere - Ovunque tu sia
  2. Anyone. Chiunque tu sia
  3. Anytime (Inedito in Italia)

Per conoscere meglio questo libro vi consiglio di visitare tutti i blog partecipanti allo speciale. 
Buona lettura.




    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 15 maggio 2023

Recensione: Nannina


Nannina 
di Stefania Spanò 

Editore: Garzanti 
Prezzo Cartaceo: €16,80
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 224

Secondigliano. Stephanie ha dieci anni e ogni volta che torna a casa si lamenta con la madre perché i suoi cugini giocano all’aperto e lei no. Il motivo è semplice: loro possono perché sono maschi, lei invece è una femmina. Dopo la scuola, si mette a leggere sul balcone, il solo spazio esterno in cui le è concesso di stare. Stephanie studia e studia perché sa che le parole sono la sua unica difesa contro il mondo. Gliel’ha detto la nonna nei pomeriggi passati a casa sua, due piani sotto nello stesso caseggiato: «Per le femmine tutte le cose sono più difficili. Devi imparare a difenderti. Tu devi sempre tenere il coraggio di parlare, Stephanie». E se lo dice lei deve essere così. Del resto sua nonna è Nannina de Gennaro, detta Nannina la Cuntastroppole, la cantastorie. Per alcuni è solo una vecchia pazza; per altri è colei che, grazie ai suoi cunti, i racconti recitati nei cortili, ha dato un’identità e una dignità alle madri di famiglia sfiancate dalla miseria e dalla protervia degli uomini. Con le sue storie, Nannina ha donato un volto a chi non l’aveva, ha riscattato i più deboli, ha fatto ridere e piangere. Ma adesso spetta a Stephanie riprendere la sua voce, cercare nei cunti un riscatto, il proprio riscatto, quello di una ragazza che ha un sogno: studiare e scoprire la libertà. Stefania Spanò ci porta nel cuore di una realtà in cui tra i vicoli, i cortili e le piazze si può ancora udire l’eco delle tradizioni. L’eco di un passato che non è mai passato davvero. L’eco di una lingua che è musica. L’eco di gesti e movenze che fanno di ogni luogo un teatro a cielo aperto. Due protagoniste, due generazioni, due diverse Secondigliano che si incontrano e si scontrano. Un’unica cosa non cambia mai: l’importanza delle parole e delle storie. Oggi come allora. 


Nannina è un libro meraviglioso. 
Per quanto mi riguarda Stefania Spanò è riuscita a far emergere il potere della parola, il potere del racconto e della trasmissione orale che, purtroppo, in un mondo in cui i social sono lo specchio delle nostre vite, sta andando a scomparire, per non dire che è scomparso del tutto. 
Ma Nannina non è solo questo. Nannina è folklore, amore, rispetto, ribellione, rabbia, voglia di cambiamento, ma anche paura e senso di colpa. 
Stephanie, con gli occhi di bambina prima e adulta poi, ci racconta la sua storia e la storia di sua nonna Nanninella ‘a Pazza, quella figura che le starà accanto e cercherà di aiutarla sempre, a modo suo, e che, crescendo, imparerà a conoscere e a capire, anche se non ne conoscerà mai tutti i segreti. 

Questo non è un libro da raccontare, ma da vivere    attraverso i cunti delle due cuntastroppole protagoniste, Stephanie e Nannina: sono loro a raccontare al lettore la storia, a fargli vivere il quartiere di Secondigliano, il terremoto dell’Irpinia, quello che ha fatto nascere i quartieri brutti grazie ai palazzoni, la camorra, le ingiustizie, la visione della femmina, l’amicizia, il senso della famiglia e a farti affezionare ai personaggi secondari, primo fra tutti Massimino ‘o Scemo.

Ho adorato i titoli dei capitoli, perché li associavo  ai cunti di Nannina che si celano nel libro, con questo sottotitolo narrante, che ti dà un assaggio di quello che sarà il racconto. 
Ma la cosa che mi è piaciuta di più in assoluto è il linguaggio utilizzato dall’autrice, perché personalmente è questo che cerco nei libri in cui viene in qualche modo rappresentato  il folklore delle regioni italiane: ricchezza di parole ed espressioni dialettali, alcune forse addirittura in disuso. Il dialetto dà senza ombra di dubbio una svolta in più a un libro già meraviglioso.

Concludo con quella che secondo me è una delle frasi che racchiude al meglio questo bellissimo romanzo: “Bisogna tenere il coraggio di parlare, anche quando ad ascoltarti non ci sta nessuno”. 

Durata totale della lettura:  Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè della moka
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


      "Mi ricorda che, per quanto io lontana possa andare, il mio quartiere è un buco nero: risucchia tutto quello che prova a scappare. Non ci saranno licei né letteratura a salvarmi dalla ferita aperta che mi sanguina dentro e quando apro bocca appesta l’aria di miasmi che parlano al posto mio e dicono chi sono e da dove vengo. Secondigliano è così:se non ti mimetizzi muori e se ti mimetizzi muori lo stesso"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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