venerdì 27 giugno 2025

Recensione: L’inventario dei sogni



  L’inventario dei sogni

 di Chimamanda Ngozi Adichie

 Editore: Einaudi
 Prezzo: €22
 Pagine: Dream count 
 Titolo originale: 512
 Traduzone a cura di: Giulia Boringhieri
 

  Nigeriana di nascita e americana di adozione, Chiamaka si porta appresso da sempre il nomignolo di Latteburro: è ricca, è bellissima, di mestiere viaggia comodamente da un posto all’altro scrivendo reportage leggeri sulla vita quotidiana nei luoghi del mondo. Ma che stia riferendo di un rave party a Budapest, delle rovine antiche e dei gabinetti moderni di Gede, o dei ristoranti rustici e un po’ razzisti di Skopje, l’obiettivo della sua ricerca rimane altrove: un essere umano che la conosca fino in fondo e per sempre. E allora il catalogo degli uomini della sua vita si va dilatando anno dopo anno: Darnell, Chuka, l’inglese, Luuk, Johan, uomini adoranti, uomini sprezzanti, un graal comunque irraggiungibile. Anche quando l’epidemia di Covid ferma i suoi spostamenti, ma non gli aneliti del suo cuore. Aneliti che la sua amata cugina Omelogor tratta con bonaria canzonatura. Maga della finanza nigeriana, capace di far lievitare fortune come di azzerarle, o ridistribuirle, Omelogor è volitiva, spigliata, caustica, critica del modello americano di esistenza e dell’approccio maschile alla sessualità, al quale dedica un blog ironico dal titolo Per soli uomini. Sembra del tutto padrona della sua vita, fino a quando non si trova a fare i conti con il lato oscuro di sé. Anche Zikora, la migliore amica di Chiamaka, sembrerebbe non aver bisogno di nulla. Organizzata, scostante, ambiziosa, affermata nel suo mestiere di avvocata, non è avvezza alla sconfitta in nessun campo. Senonché un imprevedibile abbandono rischia di annientare ogni sua certezza. La quarta donna della storia, Kadiatou, non ha nulla a che spartire con le altre tre: non è bella, non è ricca, non è colta; non può contare su una famiglia presente né sulla protezione della società. È un’immigrata francofona giunta negli Stati Uniti dalla nativa Guinea nel tentativo di offrire riscatto e futuro alla figlia Binta. Le sue speranze si infrangono in pochi minuti nella cieca violenza di un uomo potente e inattaccabile. Ma è proprio a lei e alle sue ali spezzate che Adichie regala il momento di piú alto riscatto, in un abbraccio materno che supera gli umani fallimenti. Definito dal «Times» «un Guerra e pace femminista», questo nuovo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie è una riflessione acuta, poetica e militante sull’essenza dell’amore, il prezzo della fedeltà a se stesse, la forza del legame fra madre e figlia e l’effimero godimento della felicità. E conferma l’autrice come una delle voci piú dinamiche ed emozionanti del panorama letterario mondiale.




Chia è di origini nigeriane ma vive in America dove sta cercando di diventare una famosa scrittrice di viaggio. 

Le sue amiche Omelogor e Zikora sono interessanti e affezzionate. Cosa c'è di male allora direte voi? Darnell il suo fidanzato, se vogliamo definirlo così, non sembra particolarmente interessato alla loro relazione. Questo non sembra essere stata una evoluzione della storia ma anzi lui è sempre stato poco disponibile, non sembra stimarla per niente, soprattutto dato che lei arriva da una famiglia molto ricca. Ad ogni minino gesto positivo o tenero, lui risponde con indifferenza, distanza e anzi con sarcasmo freddo mettendo distanza tra loro. Chia però, nonostante sia cosciente di tutti questi atteggiamenti, sembra non voler uscire da questa relazione (tossica ve lo dico direttamente io). Nasconde i difetti di Darnell alle amiche, lo riempie di regali, fa finta di non leggere i messaggi di altri donne sul suo cellulare. Il precedente era troppo perfetto, un uomo che rappresentava l'idolo di ogni mamma nigeriana, igbo, cristiano, con un lavoro e voglia di sposarsi e fare figli. Il fidanzato successivo invece sulla carta era fantastico, ma sulla carta era anche sposato. 

Zikora è la migliore amica di Chia e nella sua vita ci sono stati un paio di ladri di tempo, uno che la vede come troppo sicura e non le chiederà mai di sposarlo, l'altro che non le racconta tutta la verità è nasconde un altra vita. Anche qui però è lei ad accettare e chiudere un occhio, perché l'età avanza e di conseguenza la possibilità di fare I due figli che sogna si allontana. Ma anche perché la societá e la famiglia non perdonano e continuano a mettere il dito nella piaga. Perlomeno ha una candela che glielo ricorda costantemente. Quando però quella gioia arriva solo una persona può aiutarla, quella che ha sempre odiato e incolpato per tutti i suoi mali. Ma conosciamo davvero chi ci dá la vita o crediamo alla storia che ci hanno raccontato. 

La storia di Kadiatou mi ha spezzato il cuore, i dolori vissuti e le mutilazioni subite sin da bambina sembrano renderla debole ma in realtà la sua testa rimane alta e anche quando scopre un tradimento non si riduce mai al silenzio ma lotta per lei e Binta per una vita migliore. Il destino e la bestialità di alcuni uomini però non la lasceranno vivere in pace e riapriranno vecchie ferite e ne creeranno di molte più grandi. 

Omelogor non gira intorno a niente, nessuna mezza parola ma va dritta per la propria strada guardando tutti negli occhi. Il suo studio per la pornografia che la porta al di fuori del paese. Infine abbiamo Chiamaka, anche la sua vita intrecciata alle altre donne, anche lei che ricostruisce se stessa nella nuova vita americana, lottando con le differenze di pensiero e di società. 

I temi del romanzo sono tantissimi, potere, violenza sessuale, genere, immigrazione, rapporto madre e figlia. In un romanzo basato sulle donne e dedicato a queste si nota purtroppo una fortissima presenza degli uomini ma questa è la realtà della vita. 

La capacità di raccontare è dipingere vite di Chimamanza rimane imbattuta e anche stavolta il romanzo mi è piaciuto tanto. Vi avverto che vi lascerà con tanto su cui riflettere soprattutto sui rapporti di cui vi circondate. Le scelte che compiamo sono davvero le nostre o sono influenzate al mondo che ci circonda?


Durata totale della lettura: Dieci giorni
Bevanda consigliata: Cappuccino
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Appunti sul dolore di Chimamanda Ngozi Adichie




"Forse mi innamorai quel giorno; l’amore arriva molto prima che lo chiamiamo amore. " 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 26 giugno 2025

Recensione: Nove vite segrete


Nove vite segrete
di Robert Gold

Editore: Longanesi
Titolo Originale: Nine hidden lives
Prezzo Cartaceo: €19,60
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 368
Traduzione a cura di: Giuseppe Maugeri

I segreti sopravvivono solo dentro l’oscurità.

Un venerdì sera, a tarda ora, una donna parcheggia l’auto in una piazzola di sosta di Haddley, un sobborgo di Londra attraversato dal Tamigi. Spegne il motore e scende. Nascosto nel bosco vicino alla strada, il suo assassino la sta aspettando. La vittima è Alaka Jha, giornalista del Richmond Times, che con le sue inchieste ha dato voce a molte donne vittime di abusi domestici.

Trent’anni dopo, sua figlia Uma sta ancora tentando di scoprire la verità sulla morte della madre e per questo si rivolge a Ben Harper, brillante giornalista investigativo della stessa testata.

Anche Harper in passato ha perso in modo violento chi amava. E ha lottato per anni in cerca della verità. Non può dunque tirarsi indietro e si tuffa nell’indagine.

Ma scavare nel passato, a volte, porta lontano da dove si credeva di arrivare, in un intreccio di misteri e bugie insospettabili. Quando qualcuno inizia a minacciare di morte Uma, a poco a poco si scopre che troppe persone sono coinvolte. E tutte, da oltre trent’anni, hanno qualcosa da nascondere…



Sono passati trent’anni dalla morte di Alaka Jha quando la figlia Uma torna a Londra per scoprire la verità sull’omicidio della madre.
Alaka era giornalista del Richmond Times e negli ultimi tempi si occupava principalmente di donne vittime di abusi domestici, dando loro voce attraverso i suoi articoli.
Le sue ricerche però stavano per riportare a galla delle verità che erano state tenute nascoste per moltissimi anni e proprio per questo Alaka viene uccisa.
Uma, ormai adulta, non riesce a darsi pace e vuole a tutti i costi ottenere delle risposte sull’omicidio irrisolto della madre, per riuscirci chiede aiuto a Ben, giornalista investigativo che pubblica immediatamente un articolo digitale sulla morte di Alaka, con la speranza di ottenere delle informazioni tramite i commenti dei lettori.
Naturalmente, la loro scelta di investigare nuovamente sul caso Jha non va a genio a tutti, una sera mentre Uma cammina nell’isolato insieme a Dani, moglie di Ben, un uomo sbuca da un sentiero e dà fuoco alla sua macchina, lei però non si lascia intimidire e procede con le indagini.
Qualche giorno dopo, appare al mercato del quartiere una tossicodipendente che corre verso di lei brandendo un martello insanguinato, per fortuna i presenti riescono a fermarla ma la donna riesce a fuggire. Dopo questo avvenimento molti cercano di sviare Uma dal suo intento ma lei resta rigida sulla sua volontà di ottenere una spiegazione alla morte della madre e continua imperterrita a indagare insieme a Ben.
Le ricerche di Uma e Ben procedono, ma i tasselli del puzzle che cercano di ricostruire sembrano non avere in alcun modo dei lati combacianti e tra ulteriori morti, aggressioni e verità nascoste si scoprirà che alcuni avvenimenti avevano un’origine del tutto inaspettata.

Un giallo leggero, vecchio stile, che scorre facilmente.
Un libro che risveglia l’istinto di detective che c’è un po’ in ognuno di noi e spinge la mente a cercare la chiave per risolvere il caso anche dopo aver messo in pausa la lettura.

Nove vite che sembrano non avere alcun punto in comune.
Nove personaggi che sono apparentemente sconnessi tra loro, ma ognuno di essi nasconde un segreto che unito a quello degli altri otto porterà alla soluzione di più di un caso.


Durata  della lettura:  Sei giorni
Bevanda consigliata: Caffè freddo shakerato
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Dieci secondi, Robert Gold



      "Era uscita da casa di Eileen con una certezza. Mark Marvis e David Lennon. Due morti per nasconderne un’altra."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 19 giugno 2025

Recensione: Amore in esilio



  Amore in esilio

 di Shon Faye

 Editore: Atlantide Edizioni >
 Prezzo: €19
 Pagine: 208
 Titolo originale: Love in exile
 Traduzione a cura di: Clara Nubile
 

  Quando finisce un amore, quello che resta non è solo il vuoto, ma un’intera architettura da ricostruire: quella dell’identità, del desiderio, della possibilità stessa di essere amati ancora. Per Shon, dopo la fine della sua relazione con B. questa ricostruzione attraversa la fila dei giorni che passano senza l’uomo che ama, le notti di pianto soffocato in un cuscino, la realtà che sembra quasi sfilacciarsi sotto i piedi e soprattutto l’idea di non essere “abbastanza” per l’amore. Insieme confessione e saggio, manifesto politico sull’identità sessuale e riflessione sulla natura dell’amore contemporaneo in una società che pretende di insegnarci cosa l’amore dovrebbe essere e a chi dovrebbe spettare, Amore in esilio è il racconto luminoso e bruciante di una ferita e di una rinascita che scava nelle fondamenta stesse della nostra cultura sentimentale. Così, mentre pagina dopo pagina cerca le rovine di un amore perduto, in quelle stesse rovine Shon Faye prova a disegnare una nuova mappa per amare, restare, salvarsi: “Avevo bisogno di immaginare un altro modo di dare e ricevere amore. Dovevo capire che cosa c’era di sbagliato in ciò che mi avevano insegnato sull’amore e ricominciare da capo”.




Questo non è solo un libro da leggere, è un libro da ascoltare. Perché dietro la storia personale dell’autrice c’è molto di più: c’è un’intera riflessione su amore, identità e società che ci riguarda tutti, anche se in modi diversi. 

 La relazione con B., che si rompe nel corso del racconto, non sembra finire per mancanza d’amore, ma piuttosto per qualcosa di più profondo e doloroso: la sensazione della protagonista di non essere “abbastanza”. Non abbastanza donna, non abbastanza partner, non abbastanza giusta. Una sindrome dell’impostore che la porta a dubitare perfino del suo diritto di essere amata. Ma viene anche da chiedersi: quella relazione era autentica, o era solo un tentativo di aderire a ciò che la società si aspetta? 

Il modello “donna, moglie, madre” imposto dal mondo che ci circonda funziona davvero per tutti? L’autrice parte da sé – senza paura di mettersi a nudo – e da lì si allarga, parlando dell’evoluzione dell’amore romantico e dell’eterosessualità (che, spoiler: è un termine coniato solo nel 1868!). È una narrazione personale, sì, ma anche molto ben documentata: chi ha già letto The Transgender Issue, della tessa autrice, sa che lei non parla mai a caso ma anzi ci lascia con una lunghissima lista di letture che ho aggiunto alla mia TBR.

Il libro affronta anche un tema spesso ignorato: l’amore non è semplice nemmeno per le donne etero, cresciute in una società che per secoli le ha messe in secondo piano. Oggi, mentre molte donne iniziano a pretendere (giustamente) relazioni più paritarie, tanti uomini faticano a stare al passo. Risultato? Più donne felici da sole e più uomini che si sentono spaesati e che hanno problemi con la comunicazione. I rifermenti sono ovunque, politici, storici, femministi e musicali e ci vengo presentati in un unico fiume insieme alle sue esperienze di vita. 

E il sesso? L’autrice non si tira indietro nemmeno su questo. Racconta con sincerità e un pizzico di ironia come la sua sessualità sia cambiata nella transizione, e quanto sia complicato trovarsi desiderata da uomini che prima non la vedevano neppure. È un mix di rabbia, piacere, confusione. E tanta umanità. 

 Ma il cuore del libro, quello che davvero colpisce, è il tema dell’amore per sé stessi. È lì che si concentrano le ferite più profonde: quelle che ci portiamo dentro e che, a volte, ci fanno sabotare la nostra felicità ( e alle volt anche il nostro corpo). L’autrice è lucida ma anche vulnerabile, e proprio per questo riesce a parlare in modo così autentico. In poche parole: un libro che fa riflettere, che smonta certezze e apre nuove domande. 

Da leggere con la testa... ma anche con il cuore.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tisana al melograno
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Ero un prodotto del mio ambiente, e c’erano delle spiegazioni chiare per le mie scelte in amore; io avevo il potere di imparare da esse, e quindi cambiare. Ma se io potevo cambiare, come conseguenza logica anche gli uomini potevano cambiare." 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 16 giugno 2025

Recensione: Kala

  

Kala
di Colin Walsh

Editore: Fazi Editore
Prezzo Cartaceo: €19,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 456 

Che fine ha fatto Kala? 

A Kinlough, una cittadina irlandese che si affaccia sul mare, è l’estate del 2003. Un gruppo di amici quindicenni sta vivendo il momento più bello della vita: i primi amori, le  prime sbronze, l’amicizia viscerale come può esserlo solo a quell’età. È un’estate vissuta come se dovesse durare in eterno. È l’estate che cambierà per sempre le loro vite. Kala Lanann, carismatica leader del gruppo, trasgressiva e spericolata, al culmine di quella stagione scomparirà senza lasciare traccia. Quindici anni dopo, tre dei vecchi amici si ritrovano nella cittadina. Helen, Joe e Mush, un tempo inseparabili, ormai hanno preso strade diverse e si sono lasciati tutto alle spalle. Negli stessi giorni, però, vengono ritrovati dei resti umani nel bosco di Caille, lo stesso bosco dove Kala viveva con sua nonna. È l’inizio di un nuovo incubo. Mentre passato e presente cominciano a sovrapporsi, i tre amici sono costretti a confrontarsi ancora con la tragedia che li lega, cercando di mettere fine a quella storia una volta per tutte. Sullo sfondo di una città soffocata dai suoi stessi segreti, Kala, descrive in maniera brillante il costo a volte brutale dell’appartenenza, ma anche il contrasto tra vendetta e perdono, condanna e redenzione.

L’esordio di Colin Walsh, un bestseller che ha conquistato il primo posto della classifica in Irlanda, è un thriller letterario che cattura il  lettore sin dalla prima pagina. Romanzo emozionante e ricco di tensione, racchiude tutta l’intensità dell’amicizia tra adolescenti e la  nostalgia per un’innocenza perduta mentre, con abilità, conduce il lettore verso la soluzione di un grande mistero.

«Kala è molto più di un thriller. È emozionante e strutturato in modo intelligente, ma la sua grande  forza sono i personaggi: fantastici».

Roddy Doyle

« Un esordio frizzante, intriso di nostalgia e segreti. La forza della dinamica di gruppo e la persistente promessa di una resa dei conti spiegano i paragoni  con Dio di illusione di Donna Tartt. Kala è un vero e proprio page-turner,  ma anche una profonda riflessione sulla memoria, su come questa plasmi le nostre vite, su come la persona che siamo stati in passato non smette di tormentare la persona che siamo diventati».

«The Guardian»

«Un’ottima lettura, soprattutto se state cercando qualcosa di avvincente e veloce, con una trama forte. Una rielaborazione magistrale del giallo: avrete enormi difficoltà a smettere di leggere».

«The Irish Time»

«Un thriller crudo che ti spezza il cuore. Un po’ tenero romanzo di formazione, un po’ brutale noir irlandese, sarà una lettura spettacolare per i fan di Donna Tartt e Tana French».

«Kirkus Reviews»



2003, Kinlough, Irlanda. Kala, Joe, Helen, Aoife, Aidan e Mush stanno vivendo un periodo fantastico e spensierato, nel pieno dell’adolescenza. Vivono le giornate a pieni polmoni in quella fase di totale inconscienza giovanile, tra amicizia e primi amori. I ragazzi si conoscono dalle elementari, così come Aoife e Kala. L’unica “estranea” è Helen, il padre è originario di Kinlough e, dopo numerosi trasferimenti in giro per il mondo, decide di tornare nella sua amata Irlanda. Tra Kala ed Helen si crea un legame fortissimo, entrambe hanno un passato burrascoso, anche se nessuna delle due ne parla mai. Joe e Kala sono ufficialmente una coppia dalla sera del Sisco, la festa di fine anno delle scuole superiori di Kinlough. L’estate prosegue lenta e i sei amici sono inseparabili, finché, una sera di ottobre, Kala Lenann sparisce, nessuno sa cosa possa esserle successo. 
La storia riprende 15 anni dopo, nel 2018, di nuovo a Kinlough. Mush, l’unico rimasto in città, lavora nel locale di sua madre. Joe Brennan, ormai famoso cantante torna a Kinlough a trovare i suoi genitori. Helen, giornalista freelance in Canada, torna per il matrimonio di suo padre, che non vede e non sente da tempo. Sono passati 15 anni dalla scomparsa di Kala, nessuno ne ha più parlato e i rapporti tra i ragazzi sono andati piano piano a dissolversi. 

Helen, Mush e Joe si ritrovano di nuovo nel passato, in quel lontano 2003 a rivivere tutte quelle emozioni che hanno cercato di trattenere negli ultimi 15 anni: nel bosco di Caille sono stati trovati dei resti umani, proprio dove Kala viveva con sua nonna Mummy. 

Ogni capitolo è il punto di vista di uno dei tre amici, quasi un’introspezione in ognuno di loro. Passato e presente si mescolano in modo estremamente naturale: le loro storie, ogni piccolo segreto, il loro rapporto con Kala, vengono fuori pezzetto per pezzetto da ogni singolo capitolo. 

La scomparsa di Kala e la ricerca della verità sono sicuramente il centro della storia, in parallelo viene però gestita la scomparsa delle gemelle, cugine di Mush e figlie di Pauline, futura moglie di Helen, che non si presentano all’addio al nubilato della madre. 

I personaggi sono tanti, ognuno di loro con ruoli fondamentali per la riuscita del racconto: dai Lyons, ai genitori di Joe, alla nonna di Kala e persino all’insegnante di francese. Ogni singola frase o comportamento hanno avuto un ruolo e un impatto enorme nella storia. 

Il punto forte del libro è sicuramente il cambio continuo di punti di vista e l’alternarsi di passato e presente, gestito in modo magistrale. L’alone di mistero è presente in tutto il libro, fino alla fine, fino all’ultima pagina. 

Ricco di frasi profonde e  psicologiche, è un romanzo che consiglio assolutamente, non solo per la storia, ma per il modo in cui viene raccontata. Kala è un mix perfetto di emozioni: ansia, paura, curiosità e nostalgia.

Durata  della lettura:  Sette giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Traduzione a cura di: Stefano Tummolini



      "Il dolore è come l’innamoramento: è sempre narcisistico. Quando una catastrofe attraversa la nostra vita, ridisegniamo subito il mondo per trasformare quel disastro nel battito segreto di ogni cosa, nella verità sepolta dell’universo.”

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 13 giugno 2025

Recensione: La principessa d'argento

   

La principessa d'argento
La saga dei Guggenheim
di Rebecca Godrey con Leslie Jamison

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 320
Titolo originale: Peggy
Traduzione a cura di: Roberta Scarabelli


1908. Una fotografia. Tre sorelle vestite di bianco sorridono innocenti all’obiettivo. Sono il simbolo di un sogno infranto. Il sogno di un erede maschio. Perché le bambine sono le figlie di Benjamin Guggenheim, uno degli uomini più ricchi del mondo. Tra loro c’è Peggy, che nella foto si distingue per lo sguardo deciso. Peggy cresce con una convinzione: ogni donna ha il dovere di fare qualcosa di straordinario nella propria vita. Quando il padre muore nel naufragio del Titanic, le sorelle si ritrovano in mano una fortuna enorme, ma anche una pesante eredità. Peggy sente il vincolo delle aspettative della famiglia, di una strada già tracciata per lei, ma che non le appartiene. Ha voglia di azzardare. Ha bisogno di una vita che sia veramente sua. Lascia Manhattan e parte per Parigi. In Francia la accoglie un mondo nuovo, fatto di arte e bellezza. La sua vita si intreccia con quella di artisti destinati a rivoluzionare la storia: Jackson Pollock, che Peggy sarà la prima a capire e sostenere; Man Ray, di cui diventa la musa ispiratrice. Parigi la trasforma, la fa sentire libera. La sua passione per l’arte diventa un fuoco che la spinge sempre più lontano. Ma ci sono famiglie da cui è difficile scappare. Anche mentre viaggia per il mondo, cercando la bellezza e l’indipendenza, il peso del suo cognome la segue ovunque. Un peso che si fa insostenibile quando un evento sconvolgente travolge la sorella Hazel, protagonista di uno scandalo indicibile e doloroso. Eppure, a volte, è proprio dalla sofferenza che nascono le più grandi rivoluzioni.
La principessa d’argento è in via di pubblicazione in tutto il mondo ed è già stato acclamato dalla critica internazionale. Rebecca Godfrey ha trovato una voce capace di restituire non solo la complessità di un personaggio immenso come Peggy Guggenheim, ma anche l’intensità del Novecento. La sua scrittura, lirica e coinvolgente, rende questa saga familiare epica, indimenticabile e unica nel suo genere. 



Amo leggere biografie.
Per me, ogni biografia è un viaggio dentro una vita che credevo di conoscere, e che invece – quasi sempre – mi sorprende, mi spiazza, mi insegna qualcosa. Spesso parto con un’idea chiara della protagonista, magari costruita su racconti, aneddoti o immagini iconiche. Ma poi, leggendo davvero la sua storia, quella idea si modifica e lascia spazio a una comprensione più profonda, più umana. È esattamente quello che mi è successo leggendo Peggy Guggenheim di Rebecca Godfrey.
Questo libro non è una semplice biografia. È un’opera viva, densa, appassionata. È un lascito. Rebecca Godfrey ha dedicato dieci anni alla scrittura di questa biografia romanzata, una ricerca intensa e totalizzante che purtroppo non ha potuto concludere: è stata la sua amica e scrittrice Leslie Jamison a completarla, dopo la sua scomparsa. Il risultato è potente: un ritratto intimo, complesso, profondamente umano di una donna fuori dal comune.
Peggy Guggenheim non è solo “la collezionista d’arte” o “la mecenate eccentrica di Venezia”, come spesso viene etichettata. Figlia di Benjamin Guggenheim, morto nel naufragio del Titanic, Peggy perde il padre a quattordici anni. Non sarà l’unico dolore della sua vita: alla morte della sorella durante il parto si aggiungono un matrimonio infelice, relazioni turbolente, la difficoltà di essere madre e donna in un mondo che non perdonava l’anticonformismo femminile.
Ma Peggy non si è mai piegata.
Ha scelto di vivere altrove, altrove rispetto alle aspettative, altrove rispetto ai confini imposti. Ha viaggiato tra New York, Parigi, Londra, Venezia. Ha raccolto attorno a sé i nomi più straordinari dell’arte e della letteratura del Novecento: Marcel Duchamp, Samuel Beckett, Max Ernst (che fu anche suo marito), ma anche Jackson Pollock, che scoprì e sostenne quando era ancora sconosciuto.
Quello che colpisce, in questo libro, è il modo in cui l’autrice riesce a restituirci ogni sfaccettatura: la Peggy coraggiosa e visionaria, ma anche la Peggy fragile, piena di dubbi, in costante ricerca d’identità e appartenenza. Non solo una vita dedicata all’arte, ma una vita salvata dall’arte. Una vita in cui la cultura diventa ancora prima che un lavoro, una missione: quella di rendere l’arte accessibile, rivoluzionaria, parte della vita quotidiana.
Peggy Guggenheim di Rebecca Godfrey (completato da Leslie Jamison) è uno di quei libri che ti rimangono addosso. Non si sfogliano soltanto: si assorbono, si ascoltano. È una storia di audacia e vulnerabilità, di perdita e creazione, di libertà e bellezza.
Se volete approfondire, dopo che avrete letto il libro, andate su Peggy Guggenheim Collection


Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè au lait
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Open di Andre Agassi


  "Leggere biografie non è mai solo leggere vite altrui.
È imparare a guardare la propria da nuove angolazioni."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.
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