Un romanzo di storie di famiglie, di riscatto personale, di coraggio e vendetta.
Ci troviamo nel pieno della Depressione Americana post 1929 quando le comunità Afro-americane ed ebree si appigliano al tanto famoso "Sogno americano" e alla ricerca della libertà e uguaglianza.
Il romanzo si apre su un mistero, un corpo ritrovato a Chicken Hill, la parte superiore della cittadina di Pottstown.
La divisione degli abitanti era semplice, i bianchi a Pottstown, gli afroamericani e gli ebrei a Chicken Hill. Le due comunità vivevano in una coabitazione semi-pacifica, con personaggi che cercano riscattarsi sia da una parte che dall'altra. La famiglia che conosciamo più a fondo è quella di Moshe un expat rumero che diventerà conosciuto per aver riscattato un teatro e per la prima volta nella storia, ha messo in scena un paio di balli per entrambe le comunità. Sua moglie Chona, una donna indipendente e acculturata che a primo acchito ci sembra solo scorbutica e testarda, si scopre poi essere la colla che tiene le due comunità unite.
Il centro del romanzo si focalizza su tutte queste storie, tra amore, povertà e ingiustizie tra comunità, il razzismo dilaga e copre tutto in ogni direzione, sia verso una comunità che l'altra.
Tutto cambia quando Dodo, un ragazzino sordomuto afroamericano, viene cercato dallo Stato per essere mandato in un manicomio molto conosciuto per il terribile trattamento dei suoi pazienti. Le comunità si uniscono per nasconderlo e salvarlo ma la cattiveria e il sopruso hanno la meglio.
Mi è piaciuta tantissimo la scrittura di James McBride, una novellare fatto di frasi lunghissime e piene di informazioni.
Un quartiere povero, ben descritto, con tantissime voci diverse ma che ci appare chiaro e definito. Purtroppo il romanzo ha un paio di caratteristiche che mi ha reso la lettura meno interessante, la quantità spropositata di personaggi, ad esempio, crea una miriade di piccole storie, molte iniziate ma non portate avanti, quasi come fossero spunti per altre storie ma poi abbandonte.
Allo stesso tempo manca un pezzo fondamentale, la connessione tra il primo mistero e il finale.
Data la enorme quantità di eventi e personaggi al centro, perdiamo del tutto il legame tra inizio e fine, manca la chiusura del cerchio.
Ho apprezzato molto il valore del sacrificio, del'amore per sè stessi e per la propria dignità, il forte bisogno di vicinanza ed empatia che lega ogni comunità, qualunque ne sia il colore e la religione.