giovedì 29 febbraio 2024

Recensione: Fili d'ombra

 

Fili d'ombra
di Christian Guay-Poliquin

Editore: Marsilio
Prezzo cartaceo: 18 € 
Pagine: 288
Titolo originale: Les ombres filantes
Traduzione di: Francesco Bruno

In una magnifica foresta canadese, tra felci lussureggianti e cespugli minacciosi, un uomo solo cammina verso il capanno dove la sua famiglia si è rifugiata dopo un blackout generalizzato. Dimenticati i rigori dell’inverno, in una terra diventata di nessuno, la natura si sta riprendendo lo spazio che le compete e muoversi diventa via via più difficile, anche perché sui sentieri battuti imperversano bande di disperati pronti a tutto. In preda alla paura, alla fame e alla sete, l’uomo sta per arrendersi a questa selva oscura quando incontra un ragazzino. Dimostra dodici anni, sembra non avere paura di niente, e si unisce a lui come se lo conoscesse da sempre. Insieme proseguiranno il cammino e, nell’abbraccio di un paesaggio sontuoso e malevolo, sperimenteranno modi inediti per sopravvivere, sperare, e perfino per amare. Nella prosa esatta, minuziosa, ferocemente asciutta di Guay-Poliquin, prende vita un romanzo palpitante e attualissimo, che rivisita i classici della sopravvivenza nella natura e, attraverso una storia avventurosa e commovente, si interroga sul significato più profondo– e non convenzionale – dell’essere famiglia.

"Un'ode alla vita selvaggia e un invito all'avventura. Un romanzo eccezionale, che celebra la bellezza, la profondità e la forza della natura." 
LE JOURNAL DU QUEBEC





Se vi capiterà di prendere in mano questo libro, sono certa che non riuscirete più a posarlo, ma verrete catturati dalla minuziosa prosa dell'autore sin dalle prime righe. 
"Fili d'ombra" è un romanzo non convenzionale ed estremamente attuale che affronta in chiave inedita il tema del rapporto tra uomo e natura, della sopravvivenza umana in circostanze naturali talvolta anche ostili, oltre che dei legami famigliari e del senso di appartenenza di ognuno alle proprie radici. 
Oltre che dai contenuti, il lettore è invogliato a proseguire la lettura anche dalla comoda architettura del romanzo, suddiviso in brevi capitoli talvolta anche di una sola pagina che portano come titolo una determinata ora del giorno o giorno del calendario, a testimonianza dello scorrere ineluttabile del tempo. 
La storia si sviluppa lungo tre momenti principali. Il primo, iniziale, in cui il protagonista si presenta al lettore già nel corso del suo cammino all'interno della foresta, che dura da alcune settimane. Si è dunque immediatamente catapultati all'interno della cornice che accompagnerà l'intera narrazione, ossia il mondo della foresta, con i suoi abitanti, le sue risorse e meraviglie, ma anche ostilità e pericoli. Il nostro protagonista è un uomo che sappiamo aver subito un incidente d'auto da cui si è ormai praticamente ripreso e ha deciso di attraversare la foresta per raggiungere dei suoi parenti che vi si sono rifugiati ormai da anni, a seguito di un blackout generale. L'uomo è solo ad affrontare la foresta ed è proprio nel momento di maggiore sconforto, quando crede di aver perso il suo zaino con le provviste, la cartina e la bussola e si ritrova a terra senza riuscire a rialzarsi, che avviene l'incredibile: appare dal nulla un ragazzino, Olio, che lo aiuta a ritrovare il sentiero e da quel momento diventa il suo compagno di viaggio e di tutte le avventure che si ritroveranno ad affrontare. Della sua storia e da dove venga, si apprende pian piano dai pochi momenti di apertura del ragazzo. 
Questo incontro fa da transizione verso il secondo momento chiave del romanzo, ossia quello del ricongiungimento dell'uomo con i suoi famigliari, una serie di zii e cugini che si sono rifugiati nel vecchio capanno di caccia costruito a suo tempo dal nonno, e lì vivono in una sorta di autarchia in cui si sono costruiti regole ferree e routine obbligatorie. Per un periodo l'uomo e Olio si trattengono al capanno, felici di non essere più soli e di ritrovare un confortante senso di famiglia, anche se presto l'assurdità dell'ostinarsi a vivere come reclusi senza neanche voler scoprire cosa sta succedendo nei villaggi sulla costa, o comunque intorno a loro, diventa inaccettabile. Ecco dunque che si apre il terzo e ultimo tempo del romanzo, quando i due decidono di ripartire per scoprire cosa succede altrove e com'è diventato il mondo dopo il blackout generalizzato. Un nuovo, coraggioso viaggio nella foresta per l'uomo e il suo giovane amico e compagno, che li porterà ad affrontare nuove sfide, con un finale a sorpresa che ci esorta ad approfondire il senso delle nostre relazioni umane. 

Durata totale della lettura: quattro giorni
Bevanda consigliata:  Festivo Portofino
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Il peso della neve, Christian Guay-Poliquin




"Per un momento ho come l'impressione che ogni persona intorno a quel tavolo reciti una parte, senza mai discostarsi dal personaggio che le è stato assegnato. Che le nostre conversazioni siano orchestrate da un meccanismo molto particolare. Che il nostro accanimento nella caccia e i lavori manuali sia salvifico ma alienante. Come se nel nostro modo di vivere ci fosse una forma di penitenza volontaria.
Mi domando cosa ci facciamo, qui, tagliati fuori dal mondo, come naufraghi prigionieri di un oceano di verde."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 28 febbraio 2024

Recensione: La verità sul caso Cara Dunne

                                          

La verità sul caso Cara Dunne
di Patricia Gibney

Editore: Newton Compton
Prezzo Cartaceo: € 9,90
Prezzo ebook: € 5,99
Pagine: 384
Titolo originale: Broken souls
Traduzione a cura di: Laura Miccoli


 In una fredda mattina d’inverno, Cara Dunne viene trovata impiccata nel suo bagno. È vestita da sposa e tutto fa pensare che si tratti di un suicidio, anche se c’è uno strano dettaglio: le manca una ciocca di capelli. Nello stesso pomeriggio, però, viene trovato un secondo corpo: la giovane infermiera Fiona Heffernan è precipitata giù dal tetto della casa di riposo dove lavorava. Anche lei indossa un abito bianco e anche lei è priva di una ciocca di capelli. L’ispettore Lottie Parker, a cui è stato affidato il caso, intuisce che queste morti non sono semplici suicidi e, mentre iniziano le indagini, scopre un altro pezzo dell’inquietante puzzle: Lily, la figlia di otto anni di Fiona, è scomparsa. Da quel momento in poi, Lottie intraprende una disperata corsa contro il tempo per catturare l’assassino. Chi è questo individuo? Perché ha ucciso le due donne? E, cosa più importante, è la povera Lily la prossima vittima designata?



Un nuovo caso per la detective Lottie Parker e la sua squadra.
Come ci abituati Patricia Gibney, il libro inizia con una breve narrazione dell'assassino che ci fa capire da cosa tutto è iniziato.
Il caso con cui è alle prese Lottie Parker è una serie di apparenti suicidi. Donne con un vestito da sposa che si tolgono la vita ma apparentemente senza un motivo. E alle vittime manca una ciocca di capelli che viene ritrovata sul cadavere successivo. Ma non sono solo donne a morire. A distanza di breve tempo anche se questi suicidi-omicidi sembrano avere avuto luogo anche nel passato.
Sembrano non esserci collegamenti tra i casi e molte sono le persone coinvolte e anche sospettate. Per la prima vittima accertata, Cara Dunne, si teme che il responsabile possa essere il suo ex fidanzato con il quale avrebbe dovuto sposarsi ma che l'ha lasciata ormai da tempo. Un personaggio arrogante, irascibile che potrebbe non avere un alibi per il momento dell'assassinio. La seconda vittima, Fiona, avrebbe dovuto sposarsi il giorno successivo a quello del presunto suicidio. Fiona aveva una figlia che è scomparsa. Le indagini devono procedere a ritmo frenetico perché si teme per la piccola che potrebbe diventare a sua volta una vittima e per Lottie, che nel recente passato ha vissuto in prima persona la scomparsa dei suoi figli rapiti poi ritrovati, diventa una lotta contro il tempo. Lottie è anche alle prese con il suo rapporto con Mark Boyd che le ha chiesto di sposarlo ma che ultimamente sembra sempre più sfuggente con i suoi frequenti viaggi nei quali dice di dover assistere la madre. Lottie teme che Boyd abbia cambiato idea o che, ancora peggio, abbia un'altra ma non riesce a parlargli apertamente e ogni tentativo diventa occasione di discussione senza risposte.
Anche intorno alle vittime si aggirano personaggi discutibili: l'ex compagno di Fiona, padre della piccola scomparsa, avvocato legato nel suo passato alla malavita e che anche ora sembra seguire attività illecite. Il futuro marito di Fiona, un ragazzo apparentemente tranquillo che nasconde però paure e una fragilità che non si riesce a spiegare. Tanti i segreti, le cose non dette, che rendono le indagini sempre più difficili e con intrecci che sembra impossibile spiegare.
Riuscirà la nostra detective a trovare il bandolo di questa matassa intricata?

Durata totale della lettura: 4 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè macchiato con cannella
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Sito dell'autore: Patricia Gibney


  "Un abito da sposa, una ciocca di capelli, l'amore di una madre, il trauma di un bambino."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

venerdì 23 febbraio 2024

Recensione: Bestie

 

Bestie
di Federigo Tozzi

Editore: Fazi Editore
Prezzo cartaceo: 17 € 
Pagine: 180

Uno dei capolavori della letteratura del Novecento in una nuova edizione arricchita dalle illustrazioni originali di Giuseppe Salvatori, uno dei più importanti artisti contemporanei.

Pubblicato per la prima volta nel 1917, Bestie è una raccolta di piccoli frammenti sul mondo animale visto nel suo rapporto con l’uomo. Sullo sfondo di una Toscana rurale, l’autore esplora le inquietudini dell’età contemporanea attraverso una serie di quadretti ispirati ogni volta ad animali diversi. Osservatori silenziosi delle vicende umane, gli animali arrivano a diventare un nuovo elemento in grado di dare senso alla vita. Un capolavoro della letteratura italiana del Novecento in cui convivono l’amore per la natura e il disincanto, e dove l’istinto e la violenza dei protagonisti ci ricordano che, nonostante tutto, l’uomo possiede ancora una forte componente ferina, forse troppo radicata e per questo ineludibile.

L’originale corredo iconografico aggiunge un fascino unico alla forma frammentaria di Bestie, un  libro prezioso che, per l’attualità e l’incisività del suo messaggio, mantiene intatta la sua forza narrativa guadagnandosi la statura di un classico.





Un libro originale e inaspettato, unico del suo genere e dunque non di semplice presentazione e recensione. 
Per lungo tempo poco conosciuto, Federigo Tozzi - di cui la maggior parte delle opere è stata pubblicata postuma - viene ora considerato come uno dei più importanti narratori italiani del Novecento ed è sempre più apprezzato dalla critica.
"Bestie" è stata la prima opera tozziana a varcare i confini della provincia senese attirando l’attenzione del mondo letterario italiano. Si presenta come una raccolta di 69 brevi prose, talvolta  lunghe non più di una sola pagina, in cui l'autore descrive situazioni, racconti e avvenimenti in una cornice costante: la città di Siena, sua culla natale. I racconti, talvolta vagamente autobiografici, ci presentano personaggi umili e quotidiani e si chiudono puntualmente con l'apparizione di un animale, spesso improvvisa e in apparenza slegata al racconto precedente. 
Come commentato brillantemente anche da Edoardo Albinati nella sua postfazione a "Bestie", è proprio questa costante presenza del mondo animale a lasciare il lettore sorpreso, se non perplesso: le bestie non sono altro che un vezzo letterario dell'autore che ha deciso di inserirle come fil rouge della sua opera, oppure sono una sorta di rappresentazione dei suoi stati d'animo?
La linea narrativa umana e quella animale, infatti, coesistono costantemente, seppur solitamente senza un legame esplicito. Le bestie appaiono in modalità differenti: talvolta fanno capolino solo nell'ultima frase del racconto, mentre in altre occasioni sono protagonisti di una domanda conclusiva che rimane senza risposta. Quel che è certo è che hanno un effetto molto esplicito, chiudendo la narrazione in modo tanto inaspettato quanto efficace rappresentando il tratto distintivo dell'opera.
Altro aspetto degno di nota nel libro è il fatto che ogni breve prosa sia accompagnata dal disegno dell'animale che appare nella narrazione, disegnato sotto forma di una silhouette grigio-nera dalla brillante mano di Giuseppe Salvatori. Il disegnatore sceglie infatti di rappresentare la presenza animale sotto forma di un profilo che si sdoppia e si moltiplica sotto forma di elemento decorativo, sottolineando la portata misteriosa ed estranea di tali presenze nella narrazione, quasi come se il lettore potesse vederle soltanto in uno specchio deformante.
Opera davvero originale e inaspettata, che val la pena riscoprire. 

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  amaro alle erbe
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni


"Che punto sarebbe quello dove s’è fermato l’azzurro?
Lo sanno le allodole che prima vi si spaziano e poi vengono a buttarsi come pazze vicino a me?
Una mi ha proprio rasentato gli occhi, come se avesse avuto piacere d’impaurirsi così, fuggendo.
Che chiarità tranquille per queste campagne, che si mettono stese per stare più comode!
Che silenzii là dall’orizzonte e dentro di me!
La strada per tornare a Siena è là. Vado".


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 20 febbraio 2024

Recensione: L'elisir dei sogni



 L'elisir dei sogni

 di Silvia Cinelli

 Editore: Rizzoli
 Prezzo: €17,50
 Pagine: 336

 Milano, 1862. Gaspare Campari mesce fiori, spezie e bucce d’agrumi nel suo laboratorio da liquorista sotto il Coperto dei Figini. È arrivato da poco dalla provincia, pieno di speranze dopo il successo del suo Caffè dell’Amicizia a Novara, e nella grande città in trasformazione, animata da una borghesia ricca e desiderosa di godere dei piaceri della vita, è determinato a realizzare il suo sogno. Gaspare cerca qualcosa che non esiste, un elisir: il Bitter perfetto, che piaccia a signore raffinate, intellettuali e uomini di mondo. Poco dopo la magia avviene: nasce il Bitter Campari, inconfondibilmente rosso e dal sapore dolceamaro, destinato a diventare un’icona. Da allora, l’ascesa è inarrestabile: è il 1867, e nella nuova Galleria Vittorio Emanuele II apre le porte il Caffè Campari, luogo di ritrovo per politici e scrittori, frequentato dai musicisti del vicino Teatro alla Scala e dai giornalisti del neonato “Corriere della Sera”. Ma quando Gaspare muore all’improvviso, lasciando cinque figli e una formidabile vedova dalla chioma rossa, è subito chiaro che la successione non seguirà i piani del capostipite. Sarà l’intraprendente e coraggiosa Letizia a traghettare l’azienda verso il futuro, consegnandola nelle mani dei suoi figli, Davide e Guido, che non possono essere più diversi: visionario e orientato al potere il primo, ribelle e passionale il secondo. Due fratelli caparbi, destinati inevitabilmente a scontrarsi sull’eredità paterna. Tra amori contrastati e solitudini, scelte audaci e venti di rivoluzione, un romanzo che emoziona e affascina, raccontando la parabola di una famiglia che ha scritto con l’inchiostro rosso del suo Bitter la storia di Milano. 




Ci troviamo a Milano nel fervido periodo risorgimentale italiano, il padre di famiglia Gaspare famoso per il suo Bitter, mette in chiaro con il suo secondo figlio Davide che non sarà lui a gestire l'azienda di liquori ma suo fratello maggiore Giuseppe.
Davide però ha una passione conosciuta a pochi e la morte improvvisa del padre lascerà tutta la famiglia scossa. 
Giuseppe, farà un breve tentativo di portare avanti il sogno familiare ma la sua vocazione lo porta a desistere e per fortuna indica Davide come prescelto. 
La madre Letizia, che sta gestendo tutta l'azienda e la famiglia, non crede molto nella sua conoscenza quindi decide di farlo specializzare in Francia da un liquorista amico di famiglia. 
Davide qui scopre non solo come i liquidi lavorano e si evolvono ispirandosi fra di loro ma anche a vivere da adulto, a parlare con le persone e in particolare con le donne. 
Il romanzo ripercorre tutta la sua esperienza, partendo da un ragazzino insicuro ad un famoso capo d'azienda conosciuto e amato in tutto il mondo.
La stessa azienda che gestisce, passa dall'essere conosciuta localmente a essere riconosciuta in tutto il mondo, Davide infatti capisce che la marca va pubblicizzata su giornali e cartelloni e con designer impegnati nel progetto. 
Il passaggio da piccola azienda a nuove fabbriche e automatizzazione, non risulta semplice alla vita sociale e romantica di Davide, sempre propenso ad migliorare la propria attività ma con poca capacità di essere incisivo in amore. Inoltre il momento storico in cui si trova, pieno di scontri, scioperi e moti tipici del '48 non aiuta a concentrarsi sul romanticismo, ma a quello ci pensa il fratello minore Guido.
Come in tante familgie. il mix lavoro/famiglia diventa difficile in un clima politico instabile.

Il romanzo si fa leggere con facilità, mi è piaciuto conoscere la storia dell'azienda e della famiglia orgoglio nazionale, nono conoscevo nulla prima e leggere del trattamento onesto nei confronti dei lavoratori della fabbrica mi ha sicuramente invogliata a continuare ad apprezzare la marca con piacere.

Se vi piace conoscere la storia di come un sogno si trasformi in una realtà questo romanzo fa per voi.

Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: Bitter Campari
Formato consigliato: Cartaceo
Consigliato a chi ha apprezzato: La casa dello champagne di Helen Fripp



"Tutto tace, all’apparenza, ma lui ormai conosce la vita segreta dei liquori, sa il lavorio sotterraneo e incessante di liquidi che si trasformano, di vapori che si liberano, di molecole che si separano e si uniscono, gli sembra quasi di poterlo percepire nel silenzio". 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 19 febbraio 2024

Recensione: Educazione nordica

 

Educazione nordica
Il segreto dei genitori svedesi per crescere bambini consapevoli e sereni
di Federica Pepe


Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo cartaceo: 18,90 €
Pagine: 208



È vero che l'educazione dolce scandinava aiuta i bimbi a crescere serenamente e a diventare adulti autonomi e consapevoli? Quella nordica è una filosofia che non si limita a offrire consigli per aiutare i genitori a compiere le scelte migliori. Riguarda i piccoli ma anche i grandi, e vede al centro un concetto semplice: occorre trattare i bambini come piccoli esseri umani meritevoli di rispetto e fiducia. In questo libro Federica Pepe, mamma italiana trapiantata in Svezia e autrice della pagina Instagram @mammainsvezia, ci racconta in maniera semplice e diretta quali sono i valori a cui si rifà l'educazione svedese e come possiamo metterli in pratica anche noi. A partire dai concetti alla base dell'approccio nordico: «In Svezia difficilmente vedrete genitori urlare o alzare la voce. Al contrario, li troverete chini sulle ginocchia per mettersi al livello dei più piccoli, impegnati a parlare, magari a spiegare perché qualcosa si può fare e qualcos'altro invece no. Li sentirete anche raccontare le proprie emozioni, ammettere di essere stanchi o di essere rimasti male per una certa situazione. Vedrete bambini coinvolti nella vita quotidiana, incoraggiati a dare il proprio contributo ogni volta che è possibile, per esempio preparandosi per uscire o sistemando i giocattoli. L'autonomia è insegnata e incoraggiata. Vi sembreranno bambini lasciati liberi: di provare, di sbagliare, semplicemente di fare. Liberi dalle sgridate e dagli ordini imposti, perché i piccoli svedesi vengono educati soprattutto con l'esempio. Il rispetto lo imparano vedendolo praticato dai più grandi, dai genitori e non solo.»





Federica Pepe è una donna italiana che vive in Svezia con il compagno svedese Joakim e il loro bambino Leonard. Da sempre affascinata dalla cultura scandinava e amante dei climi freddi, lavora come educatrice e in questo libro ci racconta la sua esperienza di mamma italiana in una realtà estera, presentandoci gli assi portanti del cosiddetto "metodo nordico" di educazione dei bambini.
Educazione nordica mette infatti a sistema le riflessioni e i consigli che l'autrice condivide anche tramite il suo profilo Instagram @mammainsvezia e il sito web personale, con il pregio di utilizzare un linguaggio chiaro, semplice e alla portata di tutte/i, accompagnando i concetti teorici con esempi pratici basati sulla sua esperienza di madre. 
A ognuno dei concetti fondamentali su cui si basa l'educazione nordica è dedicato un capitolo, che si chiude sempre con un pratico prontuario che fornisce qualche consiglio immediato su come mettere in pratica quanto appreso. Tali concetti chiave sono i seguenti sette:
  1. identità: certo, i bambini sono piccoli, ma sono degli esseri umani. Trattiamoli come tali senza dimenticarci che, in quanto adulti, abbiamo maggiori strumenti di loro
  2. rispetto: alzare il tono della voce non è funzionale all'apprendimento del bambino, anzi. Proviamo a metterci al loro livello, anche fisicamente abbassandoci in ginocchio per parlare con loro e spiegare le ragioni dei nostri "no"
  3.  dignità: si può essere autorevoli senza ricorrere a metodi autoritari. Nella cultura svedese infatti, le punizioni corporali (in cui rientra anche una banale "sculacciata") sono perseguibili a norma di legge ormai da decenni, e dunque inammissibili nell'educazione dei più piccoli
  4. comprensione: ciò che banalmente spesso chiamiamo "capricci" è in realtà l'espressione emotiva dei bambini, il cui cervello è ancora in via di sviluppo e non consente loro di avere reazioni emotive proporzionate agli avvenimenti che li circondano. Aiutiamoli ammettendo che riconosciamo le loro emozioni e cerchiamo di spiegare perché diamo certe regole
  5. libertà: questo forse uno dei temi più interessanti del libro, da cui si evince l'importanza chiave del garantire ai bambini di giocare e sperimentare nella natura, senza troppe costrizioni, stimolando lo sviluppo di autostima e responsabilità. Se infatti sulle altre tematiche si potrebbe obiettare che non sono una prerogativa unicamente di genitori nordici, dato che l'essere genitori si sta ormai evolvendo nella stessa direzione anche in altri Paesi, in questo capitolo emerge la peculiarità svedese per cui non esiste il brutto tempo, ma solo l'abbigliamento sbagliato
  6. autonomia: legato al concetto precedente, significa consentire ai bambini di sperimentare, dunque accettando un possibile rischio, ma non il pericolo
  7. responsabilizzazione: nel leggere questo libro di primo acchito si potrebbe pensare che il metodo nordico sia certamente condivisibile in linea teorica, ma difficilmente nella pratica perché privo di regole. Tutt'altro, le regole esistono come in tutte le famiglie, ma sono chiare e condivise a più riprese con i bambini, in modo da aiutarli nel tempo a interiorizzarle.
In conclusione, Federica Pepe ci restituisce un quadro realistico di un metodo pedagogico per certi aspetti molto diverso da quello tradizionale con cui siamo cresciuti in Italia, senza idealizzazioni né pretese propagandistiche. Certamente vi sono delle differenze climatiche, culturali e sociali che  restano tali e al momento non possono rendere un genitore italiano e uno svedese totalmente intercambiabili, ma come è cambiata la Svezia, può farlo anche l'Italia, magari partendo proprio da noi che con i nostri figli mettiamo in pratica qualcosa di diverso da quello che abbiamo sempre sentito e, talvolta, vissuto. 


Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  kombucha
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Sito dell'autrice: Federica Pepe


"Gli svedesi lasciano giocare i bambini, ed è il regalo più grande che possano far loro: permettere di provare, di affrontare i problemi - a cominciare dai più piccoli, come risolvere un puzzle - e non risolverli al posto loro. Insomma, di essere liberi."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 16 febbraio 2024

Recensione: Amarsi

  


Amarsi
di Elizabeth Jane Howard

Titolo originale: 
Love All
Editore: Fazi Editore

Prezzo cartaceo: € 20
Pagine: 528
Traduzione: Manuela Francescon

Per Persephone Plover, figlia anglo-greca di genitori distanti e negligenti, i giorni dell’infanzia sono ormai lontani; a vent’anni, reduce da una storia d’amore finita male, deve fare i conti con le difficoltà del mondo adulto e la sua unica ancora di salvezza è l’amata zia Florence, con la quale vive in una bella villetta londinese. Nel frattempo Jack Curtis – un milionario fattosi da sé – ha acquistato Melton House, una sontuosa tenuta di campagna, e ha deciso di assumere Florence, curatrice di giardini, perché si occupi di sistemare il parco. Fresco di divorzio, l’uomo si invaghisce di Persephone e fa sì che la ragazza segua la zia e si stabilisca insieme a lei a casa sua. Nelle vicinanze vivono i fratelli Musgrove, Thomas e Mary, che vorrebbero rientrare in possesso della tenuta, originariamente appartenuta ai loro genitori, ma faticano a riprendersi dopo la tragica morte di Celia, moglie di Thomas. Ai due si aggiunge Francis, il fratello di Celia, pittore di scarso successo rifugiatosi anche lui fuori città in attesa di capire quale sarà il suo futuro. Ognuno ha una ferita da cui guarire e ognuno, a modo suo, ha bisogno d’amore. Le loro strade si incroceranno e si ingarbuglieranno non senza complicazioni, finché tutti troveranno ciò che cercavano… o forse qualcosa di molto diverso.

Amarsi, uno degli ultimi romanzi dell’autrice della saga dei Cazalet, è un intrigante gioco delle coppie che delizierà il lettore. Con la grazia, l’abilità e l’intelligenza che la contraddistinguono, Elizabeth Jane Howard ci regala un libro pieno di calore sull’amore e le conseguenze della sua assenza. 




La scrittura di Elizabeth J. Howard non ha bisogno di presentazioni; la saga dei Cazalet (Cazalet Chronicles) che l'ha proiettata alla notorietà nell'editoria internazionale è stata amatissima fin dall'inizio della sua pubblicazione, intrisa di storie vere, umane, declinate in tutte le sfumature delle emozioni che ci accompagnano negli alti e bassi della vita, rendendola una serie confortante, in cui rispecchiarsi e in cui ritrovare tante delle persone che incontriamo anche nella vita reale, quella di tutti i giorni. In questo senso lo stile della Howard ricorda molto quello di Jane Austen, a cui è sicuramente e volutamente ispirato, per la capacità di rendere riconoscibili, emblematiche le comuni esperienze umane. 

Amarsi è un romanzo standalone (si può quindi leggere autonomamente, sconnesso dalla serie) ma è comunque legato alla saga dei Cazalet, rendendo la lettura più piacevole e facile se già si conoscono gli altri romanzi della serie. L'atmosfera suggestiva di Melton House fa da sfondo e fulcro di questo romanzo (le case, le tenute famigliari sono spesso un punto focale della scrittura di Howard) che segue le vite di sei personaggi principali, tutti collegati in qualche modo alla tenuta di Melton House. Ci sono Thomas e Mary Musgrove, la cui famiglia originariamente possedeva la proprietà, il milionario Jack Curtis, che ha recentemente acquistato e ora sta ristrutturando la casa, il designer di giardini Floy, la sua nipote solitaria Percy e Francis, un vedovo locale. Insieme ad un visibilio di altri personaggi che entrano ed escono dalla narrazione come una specie di fiume in piena. 

Quello di Elizabeth Howard vuole essere uno sguardo onesto e realistico alle relazioni familiari e romantiche e all'importanza dell'appartenenza, delle radici che ci legano non solo alle nostre origini, ai luoghi della nostra storia, ma anche alle persone a cui via via ci avviciniamo durante il percorso della vita, ambientandolo in un mondo ormai perduto alla storia (o forse mai veramente esistito). Un'Inghilterra indicativamente post-seconda guerra mondiale dove nessuno sembra vincolato dalle esigenze della vita lavorativa, le famiglie possiedono case maestose con splendidi giardini che siano ricche o squattrinate, e le grandi passioni e drammi interiori padroneggiano sui problemi pragmatici della quotidianità. 

Vi ho ritrovato sicuramente alcune delle caratteristiche tipiche della Howard: il suo stile morbido, le bellissime descrizioni ambientali e la mole di personaggi le cui storie sono - più o meno abilmente - intrecciate, ma a cui a volte si fa fatica a stare dietro. Devo essere onesta però, lo sviluppo della trama è stato per me eccessivamente lento e a tratti deludente, privo della verve che mi aveva accattivata e interessata negli altri romanzi della serie dei Cazalet. Lo ritengo una grande opportunità mancata,  in cui la professionalità della scrittrice si intuisce negli schizzi di personaggi, nelle fantastiche ambientazioni e nel tratteggio sapiente di alcune scene domestiche...e che tuttavia rimane evanescente. L'arco dei personaggi è contraddittorio o a volte inesistente - lasciandoli identici dall'inizio alla fine, come se non avessero imparato niente dalle varie vicissitudini a cui vengono sottoposti dall'autrice; la trama spesso sembra abbozzata con disattenzione, il finale come una frenata brusca durante un viaggio lento ma tutto sommato sereno e privo di intoppi. 

E voi, cosa ne pensate? Avete spunti per farmi cambiare idea ed apprezzare maggiormente quello che comunque resta - ne conveniamo - un buon romanzo? Fatemi sapere nei commenti! 


Durata totale della lettura: 7 giorni
Età consigliata: 15 anni 
Bevanda consigliata: Earl Grey con latte - rigorosamente
Formato consigliato: Ebook 
Consigliato a chi ha apprezzato:  Saga dei Cazalet


« Quanto impariamo dagli errori? Dipende da quanto siamo disposti ad imparare ».


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 15 febbraio 2024

Recensione: Quando il caffè è pronto

 

Quando il caffè è pronto
di Toshikazu Kawaguchi

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: €16,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 192

Un caffè, una sedia e una regola da seguire. Pochi passi che possono condurre alla felicità. Ma solo se si è nel posto giusto. E il posto giusto è una caffetteria di Tokyo in cui si può scegliere di rivivere un preciso momento della propria esistenza. Un’esperienza che dura un istante, giusto il tempo di gustare la bevanda prima che si raffreddi. Certo, non è facile decidere, perché la vita è spesso piena di rimpianti. Ma ci sono quel gesto, quella parola, quella lettera, quel bacio, quella dichiarazione che non abbiamo fatto o detto. Quello è l’attimo giusto. Ci vuole coraggio per affrontarlo di nuovo, ma il risultato, a volte, è inaspettato. Chissà se il piccolo Yūki, che non riesce a superare il divorzio dei suoi genitori, è pronto. E chissà se lo è Megumi, che deve decidere che nome dare alla figlia senza avere accanto l’uomo che ama; o le amiche Ayame e Tsumugi, che hanno permesso all’orgoglio di intromettersi tra di loro. Fili e destini che potevano rimanere spezzati, ma che ora hanno una seconda possibilità. E non importa che il passato sia ormai alle spalle e nulla si possa fare per modificarlo, lo sguardo è rivolto al futuro, perché su quello si può ancora intervenire. Quanto è accaduto è solo un insegnamento per non commettere di nuovo gli stessi errori, per non lasciare più che rabbia, odio, gelosia o frustrazione offuschino i sentimenti più veri che sono dentro di noi.

Nelle classifiche dei libri più venduti in Italia, con oltre un milione di copie, c’è una sola certezza: Toshikazu Kawaguchi. Mai romanzi sono stati più premiati dall’affetto dei lettori e dall’elogio della stampa. Del resto hanno regalato a tutti giorni sereni in questi anni difficili. Non è mai troppo tardi per entrare nella caffetteria che dona serenità.



Non piangevo leggendo un libro da davvero molto tempo. 
Toshikazu Kawaguchi è riuscito con i suoi racconti a commuovermi in un modo estremamente sincero. 
Nella piccola caffetteria di Tokyo gestita da Nagare e Kazu si può tornare nel passato semplicemente bevendo un caffè. Ma le regole parlano chiaro: la persona che si vuole incontrare deve essere stata almeno una volta nella caffetteria; qualsiasi cosa si faccia non cambierà il presente; una volta tornati indietro non bisogna alzarsi dalla sedia. E, infine, regola più importante di tutte, si resta nel passato solo finché il caffè è caldo. 
Sono tantissimi i motivi che potrebbero spingere una persona a tornare indietro nel tempo, ma probabilmente quello principale è pensare di poter cambiare le cose. Ed è per questo che molte persone rinunciano nel momento in cui vengono informate delle regole per viaggiare nel tempo. In fondo che scopo avrebbe tornare nel passato per così poco tempo se non si può modificare il presente in nessun modo? 
I protagonisti di questi quattro racconti conoscono bene le regole e nonostante ciò decidono di lanciarsi lo stesso ed affrontare la sfida, perché quando ci sono di mezzo l’affetto e l’amore, ne vale sempre la pena. 
Il filo rosso di questo romanzo sono sicuramente i sentimenti: rimorso, rancore, senso di colpa, mancanza, amore. E li viviamo tutti attraverso la storia del piccolo Yuki che vuole dimostrare ai suoi genitori che è diventato grande e può accettare il loro divorzio; o quella della giovane Yoko che vuole chiedere perdono al padre per la sua fuga d’amore; o ancora quella di Megumi che vuole far conoscere la loro bambina a suo marito Ryuji; e infine in quella di Tsumugi e Ayame che non hanno saputo affrontare l’orgoglio, rovinando il loro rapporto.

Ma pensateci, cosa fareste e cosa direste se aveste l’opportunità di tornare indietro nel tempo, anche solo per qualche istante, per rivivere un momento in particolare o per parlare di nuovo con una persona che avete perso? 
Non posso far altro che immaginarlo e sono convinta che potrebbe essere lacerante, ma allo stesso tempo incredibilmente liberatorio. 

Credo che ognuna di queste storie racconti in qualche modo il vissuto di ognuno di noi e che ci stimoli determinati sentimenti che sono rimasti nascosti. Io ho pianto in particolare per due racconti che mi hanno toccata profondamente. E voi, da quali vi lascerete commuovere? 

Bellissimo!

Durata  della lettura:  Tre giorni
Bevanda consigliata: Caffè caldo
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


      "Le persone vivono tutta la vita tra dubbi e indecisioni. E anche quando decidono qualcosa non accade mai che siano privi di dubbi al cento per cento. Il dubbio è un altro sé che vive dentro le persone."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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