mercoledì 7 maggio 2025

Recensione: L’alveare



  L’alveare

 di Margaret O'Donnell

 Editore: Mondadori
 Prezzo: € 22
 Pagine: 312
 Titolo originale: The Beehive 
 Traduzione a cura di: Federica Aceto

  Dopo essere salito al potere accusando le donne di aver portato il paese alla catastrofe economica per aver occupato posizioni professionali destinate agli uomini, il dittatore Gorston getta le basi di una nuova società che si fonda su due pilastri: l’ossessione per la maternità e la disumanizzazione femminile. Dall’età di dieci anni, infatti, le donne vengono suddivise in due categorie: la maggioranza, che ha il compito di sposarsi e partorire un figlio ogni due anni; e le ragazze con un quoziente intellettivo più elevato che, dopo essere state sottoposte a una sorta di “indottrinamento” volto a spegnerne ogni vivacità umana, devono lavorare. Le posizioni a loro riservate, tuttavia, sono quelle ancillari, che gli uomini abitualmente rifiutano: segretarie, infermiere, centraliniste. Costrette a tingersi i capelli di grigio e a indossare abiti grigi in una sorta di tenuta d’ordinanza che mortifica ogni tratto della loro femminilità, questo esercito in bianco e nero si muove silenzioso in un sistema di controllo e di divieti. Sarah Hillard è una di loro, ma solo all’apparenza. Di giorno fa la segretaria, di notte si nasconde in luridi scantinati, dove prepara militarmente una rete clandestina di donne per il giorno dell’Insurrezione, momento in cui Gorston dovrà morire e le donne potranno finalmente liberarsi. Pedinata da Steiner – capo della polizia segreta e braccio destro di Gorston -, che ha fiutato qualcosa, Sarah è pronta a tutto pur di mettere a segno il suo pericoloso piano rivoluzionario. Unico romanzo pubblicato da Margaret O’Donnell, attivista irlandese per i diritti civili, L’alveare è stato scritto cinque anni prima del famoso Racconto dell’Ancella di Margaret Atwood, con cui condivide le tematiche di fondo e molti elementi di trama. Temi che, a quasi mezzo secolo di distanza, continuano a risuonare con grande forza e rilevanza, facendo dell’Alveare un pilastro della narrativa distopica femminista da riscoprire assolutamente.




Se vi è piaciuto Il racconto dell'ancella, questo romanzo fa assolutamente per voi. 

Ci troviamo in una città non ben definita in Irlanda, governata da un regime dittatoriale capeggiato da Gorston, salito al potere trent'anni prima. A causa di un tasso di natalità eccessivo, la città (e in parte anche il resto del mondo) era sprofondata in una profonda recessione, con un tasso di disoccupazione spaventoso. Gli uomini, sostenuti dalla Chiesa, vedevano di cattivo occhio il fatto che le donne lavorassero mentre loro erano disoccupati: secondo la loro visione, le donne avrebbero dovuto limitarsi a essere madri e mogli. 

Gorston crea quindi una società "perfetta" per loro. Le donne vengono analizzate all’età di dieci anni e suddivise tra lavoratrici e mogli. Le prime, chiamate “le grigie” per via dei capelli tinti, vengono educate a considerarsi inferiori agli uomini, a non provare emozioni né a pensare autonomamente. Le seconde devono sposarsi e avere un figlio ogni due anni. 

 Alcune donne, però, iniziano a organizzarsi per porre fine a questo scempio di società. Carl, autore di alcuni murales nella nuova Sala del Popolo e proveniente da un’altra città non soggetta al regime di Gorston, decide di aiutarle, sconvolto dalle vicende raccapriccianti che gli vengono raccontate. La struttura distopica del romanzo mi ha catturata subito e, man mano che proseguivo nella lettura, mi sono resa conto di quanto gli aspetti legati alla sottomissione femminile non fossero poi così "fantastici". Un immaginario inquietantemente vicino alla realtà. 

 Il romanzo ha un ritmo incalzante e uno stile asciutto, essenziale, proprio come la protagonista e le altre grigie. Mi è dispiaciuto che non fosse più lungo: ci sarebbero stati mille spunti da approfondire — cosa succede dopo? Cosa è accaduto alle mogli? Insomma, un romanzo di ribellione, di riscatto, di logica e strategia, con scene che vi faranno venire i brividi perché, purtroppo, troppo vicine alla realtà. Un libro che vi farà pensare e riflettere. 

 Ho trovato il finale troppo affrettato: come dicevo, mi sarebbe piaciuto leggere di più! Consigliatissimo, anche se non incisivo quanto il romanzo di Atwood pubblicato cinque anni dopo.


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Aranciata fresca
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Website dell'autrice: Imbi Neeme
Consigliato a chi ha apprezzato: Un grido di luce di Abi Daré





"Il cuore apparteneva a tempi più tranquilli, quando la battaglia sarebbe stata vinta e la società non avrebbe approfittato delle debolezze del cuore per distruggere lo spirito." 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 5 maggio 2025

Recensione: La distanza che cura

 


La distanza che cura
di Valeria Locati

Editore: Mondadori
Prezzo cartaceo: € 18.50
Pagine: 204

Quanto pesa la famiglia nelle scelte che compiamo? Fino a che punto le aspettative dei genitori influenzano la nostra realizzazione personale, economica e affettiva? E, soprattutto, come possiamo inseguire i nostri desideri senza tradire le nostre radici? Ci sono legami invisibili che spesso ci trattengono, aspettative che non ci appartengono, paure che non sono davvero nostre. Diventare adulti significa imparare a riconoscerli e, quando necessario, a prenderne le distanze. Ma come si fa senza provare sensi di colpa? In La distanza che cura, la dottoressa Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta della coppia e della famiglia, affronta con lucidità e delicatezza il tema dell’indipendenza emotiva dai genitori e dai condizionamenti familiari, una sfida cruciale per i giovani di oggi alle prese con il difficile equilibrio tra autonomia e appartenenza. Con uno sguardo attento ai Millennial e alla Generazione Z, l’autrice ci invita a riflettere su tre pilastri fondamentali della vita adulta – la scelta del partner, l’indipendenza economica e la realizzazione professionale – mostrandoci come la famiglia, con le proprie dinamiche interne e i miti narrati e tramandati di generazione in generazione, spesso diventi una gabbia che ci impedisce di evolvere. E, attraverso racconti tratti dall’esperienza clinica e dalla narrativa, ci accompagna in un percorso di consapevolezza e riposizionamento, insegnandoci a riconoscere i legami che ci condizionano e a ripensarli senza subirli. “Ci si svincola creando confini, limiti, definizioni, regole chiare, non barriere o assenze. È la distanza che cura, non lo strappo, non il rimanere, non il soccombere”: la “giusta distanza” per allontanarsi e poi ritornare con una nuova consapevolezza di sé e del proprio posto nel mondo.


Quanto costa il peso della famiglia nelle decisioni che prendiamo? In che misura le aspettative dei genitori influenzano la nostra vita? Come ci si libera dai legami familiari senza spezzarli e senza sensi di colpa?
Sono queste alcune delle domande che mi hanno accompagnata durante la lettura di La distanza che cura di Valeria Locati. 

Domande scomode, profonde, inevitabili se si è appassionati, come me, di psicologia e relazioni umane. Fin da subito mi sono sentita coinvolta nei temi trattati, ma devo ammettere che ho impiegato del tempo a concludere il libro: non perché non fosse interessante, o non mi piacesse, tutt’altro, ma perché è una lettura che richiede tempo e attenzione, riflessione e anche una certa dose di coraggio. Ogni pagina è un invito a fermarsi e riflettere e a fare i conti con ciò che portiamo dentro, da lontano.

Il titolo, già di per sé, racchiude e anticipa il cuore del libro: la distanza può essere una forma di cura. E non è una provocazione, ma una chiave preziosa per vivere relazioni più sane, autentiche, in cui ci si possa davvero vedere e riconoscere.
Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta, ci conduce in questo percorso con uno stile asciutto ma accogliente, professionale ma mai distaccato. Nei suoi brevi capitoli, che assomigliano a piccoli saggi , affronta con competenza e sensibilità il tema del legame con la famiglia di origine, quel filo che ci tiene legati e che, a volte, va allentato per poter respirare. 

Il libro lavora sul concetto di distanza relazionale, soprattutto nel contesto familiare, e prova a rappresentare quel limite sottile e delicato tra rottura e chiarezza. È una tensione che ci tocca da giovani, ma che continua a vivere in ogni fase dell’età adulta.
Attraverso casi clinici reali, riferimenti a personaggi della narrativa contemporanea e una lunga serie di domande stimolanti, il testo ci accompagna in un viaggio verso l’indipendenza emotiva, la consapevolezza, e la costruzione di relazioni familiari più funzionali.

È un libro che non si limita a raccontare: suggerisce, ispira, fa riflettere. Lo consiglio non solo a chi è in terapia, ma a chiunque si interroghi sulle proprie relazioni, a chi sente il bisogno di rimettere a fuoco qualcosa, a chi ha il coraggio o il desiderio di imparare a stare nella relazione in modo più sano e con più libertà e meno peso. Perchè sì, la distanza può curare e capire quando e come prenderla può fare davvero la differenza.

Durata totale della lettura: dodici giorni
Bevanda consigliata: succo ace
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni 




"Va ripensato lo spazio da concedere ai genitori, va immaginato che siano adulti che hanno fatto ciò che potevano, con ciò che avevano in quel momento. Accettare il limite, accogliere la fatica, non per perdonare ma per non infierire contro se stessi."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 1 maggio 2025

Recensione: Fearless. Coraggio e destino



  Fearless. Coraggio e destino

 di Lauren Roberts

 Editore: Newton Compton
 Prezzo: € 12,90
 Pagine: 480
 Tradzione a cura di: Valentina Cabras e Matilde Piccinini
 
 

 Dopo tante peregrinazioni e tante difficoltà, Paedyn è tornata a Ilya. Ma ad attenderla c’è un destino peggiore della morte: un matrimonio con un uomo che non ama e che non vuole per nessuna ragione al mondo. Ormai ne è certa, il suo cuore appartiene a Kai e i suoi sentimenti per lui sono ineluttabili. Tuttavia, non può sfuggire alla decisione che qualcun altro ha preso per lei e, del resto, si sente in dovere di sacrificarsi per il bene del popolo di un regno che tanto ha sofferto in passato. Così, divisa tra ciò che le suggerisce il cuore e ciò che la ragione reputa giusto, Paedyn ogni giorno si destreggia nel caos e nella confusione di una vita che non sente più sua. Tra tradimenti, insidie, segreti, promesse sussurrate e poi non mantenute, e baci rubati, riuscirà a fare chiarezza in sé stessa e a sopravvivere in una corte in cui non può fidarsi di nessuno, se non di Kai? E quando si arriverà alla resa dei conti, saranno l’amore o la lealtà a trionfare?  





Rientriamo a cento all’ora nella storia di Paedyn, che – come ormai ci ha abituati – è coperta di sangue. Siamall'ultimo romanzo della trilogia quindi abbiamo enormi aspettative!
Stavolta c’è qualcosa di diverso: al dito ha un anello, simbolo di un destino che non ha scelto. Un futuro a cui non può sottrarsi. Dovrà accettare la proposta di matrimonio, perché rifiutare significherebbe vanificare tutti gli sforzi di suo padre e degli Ordinari. E l’unico modo per aiutare davvero la Resistenza... è sposarlo. 
 Ma come potrà mai resistere al vero amore? 
Quell’amore proibito che la spinge tra le braccia del fratello, quella forza inarrestabile che ha travolto entrambi, stravolgendo le loro vite e mescolando le carte del loro destino. Cercano di allontanarsi, di combatterlo, ma è più forte di loro. E il re? Lui osserva, tace. Non si pronuncia mai sui sentimenti che li legano. Perché? All’inizio il romanzo potrà sembrarvi un po’ ripetitivo, e vi verrà naturale pensare di sapere già dove andrà a parare. Ecco, vi sbagliate di grosso. 
Vi aspettano colpi di scena a raffica, uno più sorprendente dell’altro! Confesso che raccontarvi tutto senza spoiler è complicato, ma vi posso assicurare che la componente romantica, quella erotica e le battaglie cruente non mancano nemmeno stavolta. Le dinamiche familiari si fanno ancora più intricate, sorprendendoci con rivelazioni su Paedyn, Kat e Kitt. Il dolore per la perdita di Adena rischia continuamente di distruggere Paedyn, ma al tempo stesso la rende più forte, quasi invincibile – anche se dentro resta piena di insicurezze. In questo volume conosciamo più a fondo i due fratelli, ma soprattutto il padre defunto. E se pensavate che fosse malvagio… preparatevi a scoprire cosa significa davvero il male. 
Il tentativo di costruire una dinamica da enemies to lovers purtroppo non regge, poiché è evidente fin dalle prime pagine – e lo rimane in tutti e tre i romanzi – che i due protagonisti finiranno inevitabilmente insieme. La tensione tra loro, anziché sembrare autentico conflitto emotivo, appare spesso forzata e funzionale solo a ritardare l’inevitabile sviluppo romantico. 
Questo rende difficile per il lettore percepire una reale evoluzione nel rapporto, trasformando quella che dovrebbe essere una dinamica carica di contrasti e crescita in una semplice attesa del lieto fine già annunciato.
 Nonostante un inizio un po’ lento, questo è stato il mio preferito della trilogia prncipalmente perchè è ricco di azione, emozione e sorprese che non ti aspetti.

Durata totale della lettura: Sette giorni
Bevanda consigliata: Tisana al tiglio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 12 anni
Website dell'autrice: Lauren Roberts
Consigliato a chi ha apprezzato: Powerless. Potere e inganno di Lauren Roberts





"Forse in un’altra vita, imparerò ad amarlo da lontano. E questa è la cosa più audace di tutte.."."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 28 aprile 2025

Recensione: 56 giorni

 

56 giorni
di Catherine Ryan Howard

Editore: Fazi Editore
Prezzo Cartaceo: € 19,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 372
Titolo originale: 56 days
Traduzione a cura di: Giuseppe Marano


Nessuno sapeva che vivevano insieme. Ora uno dei due è morto. Potrebbe essere questo il delitto perfetto?

56 giorni prima
Ciara e Oliver si incontrano per la prima volta in un supermercato di Dublino, durante una pausa pranzo come tante; tra loro scatta subito la scintilla e, nel giro di pochi giorni, iniziano a frequentarsi. Nella stessa settimana, il Covid-19 raggiunge le coste irlandesi.

35 giorni prima
Quando il lockdown minaccia di tenerli separati, Oliver suggerisce di andare a vivere insieme nel suo appartamento. Nonostante si conoscano da poco, Ciara accetta: per lei è l’unico modo di far funzionare la relazione sfuggendo al controllo della famiglia e degli amici. Per Oliver è l’unico modo di nascondere la sua vera identità.

Oggi
Nell’appartamento di Oliver viene trovato un cadavere in decomposizione. Gli investigatori si buttano a capofitto nell’indagine: riusciranno a capire cosa è realmente accaduto, oppure la pandemia ha permesso a qualcuno di commettere il delitto perfetto?

Una storia d’amore piena di lati oscuri intrappolata tra le mura di un appartamento durante il lockdown: tra i migliori libri dell’anno per «The New York Times», «The Washington Post» e «The Irish Times» e premiato come miglior Crime Fiction Book of the Year agli Irish Book Awards, 56 giorni è un thriller psicologico ad alto tasso di suspense in cui a fare da sfondo a una vicenda ricca di risvolti misteriosi è la più inquietante delle realtà.




Ipnotico lo definirei.
Dublino 2020 lockdown.
Ciara è in città da una settimana e ogni giorno alla pausa pranzo si reca nel piccolo market per acquistare il pranzo. Con sé una sportina con l'immagine di uno shuttle. 
Oliver è in città da qualche settimana e lavora presso uno studio di architettura. Anche lui ogni giorno si reca nel piccolo market per acquistare il pranzo.
Si notano a vicenda e finalmente Oliver decide di fare il primo passo e di avvicinarsi a Ciara. Inizia così una relazione che li porta ad andare a vivere da lui. Perché nel frattempo tutto sta chiudendo a causa della pandemia e la casa di lei è troppo piccina.
Già dalle prime pagine capiamo che entrambi hanno qualcosa da nascondere, che non vogliono confessare all'altro per paura che la relazione finisca ancora prima di iniziare.
Il palazzo dove vive Oliver è un complesso molto moderno e il suo appartamento è molto bello, spazioso e molto sorvegliato. Spesso scatta l'allarme anti incendio e i vicini si riversano nello spazio esterno.
Così Ciara conosce Laura, una bella donna che però le dice una frase che la lascia perplessa. Cosa avrà voluto dire? Riguarda Oliver.
Il romanzo è raccontato dal punto di vista di entrambi i protagonisti, Ciara e Oliver, e va avanti e indietro nei giorni e... negli anni.
Appunto, inizia con i 56 giorni prima (di cosa?) e continua così, come un countdown irregolare, avanti e indietro.
Oggi. Oliver viene trovato senza vita nel suo appartamento, apparentemente da più di un paio di settimane. 
Di Ciara nessuna traccia.
Una storia che ci fa tornare indietro di qualche anno e ci fa rivivere momenti che probabilmente abbiamo già accantonato nella scatola delle cose da dimenticare. Ma non per questo angosciante, narrato con delicatezza, ci racconta di questa che, apparentemente, è una storia d'amore iniziata per caso, ma che avrà dei risvolti inaspettati.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè forte
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: La ragazza nel parco di A.Burke
Sito web dell'autrice: Catherine Ryan Howard

  "Il passato, il presente. Ci sarà anche un futuro?"



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

giovedì 24 aprile 2025

Recensione: Bel modo di morire



Bel modo di morire
di Bella Mackie

Prezzo Cartaceo: € 19,50
Pagine: 400

Titolo originale: What a way to go
Traduzione: Ilaria Katerinov  


Mi chiamo Anthony Wistern e sono ricco, potente e con un talento speciale nel raccogliere nemici (e amanti) come altri collezionano orologi di lusso. Sfortunatamente, sono anche morto. No, non nel senso metaforico del “sto morendo di noia” (anche se, onestamente, certe conversazioni a cena con mia moglie si avvicinavano molto). No, io sono morto sul serio, e in grande stile, durante la sfarzosissima festa per il mio sessantesimo compleanno. Uno di quegli eventi esclusivi che finiscono sui giornali, anche se di solito non nella sezione cronaca nera. E invece eccomi qui, protagonista della serata, non per il brillante discorso di ringraziamento che avrei dovuto fare, ma per il modo cruento in cui sono stato eliminato. Ora, la vera domanda è: chi ha deciso di rovinare la festa? Mia moglie Olivia, troppo ossessionata dalle apparenze per sporcarsi le mani, ma abbastanza motivata da delegare? Uno dei miei adorabili figli che hanno già il canino insanguinato per l'eredità? O qualche ospite risentito, nascosto tra i finti sorrisi e i bicchieri di champagne? Mentre il mio corpo si raffredda più in fretta dei mini soufflé al caviale, la mia famiglia si scatena in una lotta senza esclusione di colpi per il mio patrimonio. Tra ipocrisie, vendette e segreti che sarebbe stato meglio lasciare sepolti (letteralmente, nel mio caso), la festa continua… solo senza di me. Per fortuna, c'è la Segugia, una content creator ossessionata dal true crime che vuole proprio risolvere il caso…

Alta società inglese, crime, misteri e famiglie disfunzionali... e un omicidio o due, naturalmente
Dopo "Come uccidere la tua famiglia", Bella Mackie torna in libreria con "Bel modo di morire"



Anthony Wistern è un multimilionario, talmente ricco da non sapere nemmeno quanti soldi possiede. Ma durante la sfarzosa festa per il suo sessantesimo compleanno muore improvvisamente, in un modo spettacolare e misterioso.
Si risveglia in un Limbo molto particolare, un luogo bianco, spoglio, semplice - l’opposto insomma della sua vita precedente, piena di eccessi ed ostentazione. 
E in questo Limbo ha tutto il tempo per riflettere sulla sua esistenza, ed osservare come procede la vita dei suoi cari sulla Terra : sua moglie, i suoi quattro viziatissimi figli e tutti i suoi ricchi amici (e nemici!)
L’unica condizione per poter proseguire nel suo viaggio ultraterreno è infatti scoprire come è morto, o meglio chi può averlo ucciso.
Non ha nessun ricordo dei suoi ultimi istanti, e mentre assiste alle reazioni dopo la sua morte, agli scontri familiari, ai drammi legati alla sua eredità e alle ipocrisie del suo ambiente, Anthony inizia a sospettare di tutti. Perché ciascuno dei suoi familiari, e molti dei suoi amici, avevano decisamente un buon motivo per volerlo morto.

L’intero romanzo procede alternando capitoli e narrazioni in prima persona di Anthony e di sua moglie Olivia.
Entrambi hanno segreti, entrambi formulano supposizioni : lui crede di sapere qualcosa di lei, lei sospetta qualcosa di lui. Ma in realtà nessuno dei due conosce davvero i reali pensieri dell’altro.
I loro quattro figli incarnano in modo perfetto lo stereotipo della ricchezza ereditata: viziati, egocentrici, completamente scollegati dalla realtà, preoccupati di mantenere il proprio status sociale ed interesse personale più che elaborare davvero la perdita del padre.
Mentre nel precedente romanzo di Bella Mackie “Come uccidere la tua famiglia” ci si trovava facilmente a tifare per la protagonista, nonostante stesse organizzando l’omicidio di sei membri della sua famiglia - in questa seconda opera l’empatia risulta molto più difficile. Una ricca famiglia disfunzionale, i cui protagonisti sono proprio quei familiari ricchi ed egoisti che venivano eliminati uno dopo l’altro nel libro precedente!

Una satira nera ricca di humour, sull’opulenza ed ipocrisia dell’alta società britannica.
Una critica pungente alle dinamiche tossiche di una famiglia instabile con personaggi volutamente superficiali e sgradevoli, le cui ossessioni legate ad eredità e potere hanno molta più importanza dei legami affettivi.
La rappresentazione surreale quasi comica del Limbo e la ricerca di una verità sulla propria morte ricordano sicuramente “Le sette lune di Maali Almeida” vincitore del Booker Price 2022.
Tuttavia lo stile di Bella Mackie risulta decisamente più leggero, ironico ed accessibile, mescolando mistero, riflessioni ed umorismo sarcastico, con una narrazione brillante e tagliente che rende la lettura senza dubbio scorrevole e coinvolgente.

Durata totale della lettura: sette giorni  
Bevanda consigliata: passion fruit lemonade
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Bella Mackie
Consigliato a chi ha apprezzato: Come uccidere la tua famiglia - Bella Mackie


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Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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