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martedì 26 novembre 2024

Recensione: L'ultimo omicidio alla fine del mondo



L'ultimo omicidio alla fine del mondo
di Stuart Turton

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: € 20,00
Pagine: 416

Titolo originale: The last murder at the end of the world
Traduzione: Christian Pastore 


Fuori dall’isola non c’è nulla: il mondo è stato distrutto da una fitta nebbia che ha invaso il pianeta, devastando tutto e uccidendo qualunque forma di vita.
Sull’isola, invece, ogni cosa è idilliaca: la natura è rigogliosa, l’aria pulita e centoventidue persone vivono in perfetta armonia, sorvegliate da Niema, suo figlio Hephaestus e Thea, tre scienziati che sono stati in grado di proteggere quel luogo paradisiaco dalle insidie esterne.
Gli abitanti del villaggio hanno poche pretese, si accontentano di pescare, coltivare i campi e godere dei frutti della terra e se hanno un dubbio possono appellarsi a Bia, un’entità che ognuno di loro sente nella propria mente. L’importante è che rispettino sempre il copri fuoco e le regole imposte dagli scienziati.
Fino al giorno in cui, con orrore degli isolani, Niema, la scienziata più anziana, viene trovata brutalmente uccisa. Oltre ad aver lasciato l’intera isola sotto shock, l’omicidio ha innescato un abbassamento del sistema di sicurezza intorno all’isola, l’unica cosa che teneva a bada la nebbia. Se il caso non verrà risolto entro 107 ore, la nebbia soffocherà l’isola e tutti i suoi abitanti.
Ad aggravare la situazione c’è che il guasto nel sistema ha anche cancellato la memoria di tutti gli abitanti: nessuno ricorda più ciò che è accaduto la notte precedente, il che significa che qualcuno sull’isola è un assassino e non sa di essere. Nel frattempo, il tempo stringe.

«L’attesissimo ritorno dell’autore de "Le sette morti di Evelyn Hardcastle" con uno straordinario thriller distopico capace di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine»



107 ore alla fine del mondo
In un futuro non troppo distante, l’intera popolazione mondiale è stata spazzata da una nebbia apocalittica, fitta ed assassina, capace di distruggere tutto ciò che avvolge. 
I pochi sopravvissuti vivono rifugiati su un’isola sperduta nel mare della Grecia. Qui hanno ideato un ingegnoso sistema di barriere che combatte la nebbia proteggendo l’isola come uno scudo.
Questo fragile equilibrio viene distrutto da una serie di misteriosi omicidi che non solo sconvolgono la tranquillità sull’isola, ma causano anche un guasto nel sistema di protezione. La nebbia inizia ad avvicinarsi e i superstiti hanno solo pochi giorni per trovare un modo di fermarla o l’intera isola verrà ricoperta, con completa estinzione della specie umana.
Emory viene incaricata di indagare sui misteriosi omicidi e fermare la nebbia. Da sempre la ribelle del gruppo, alquanto impopolare, l’unica a mettere in discussione le regole facendo fatica a seguirle.
Ma ora, grazie alla sua curiosità e ad un acuto spirito di osservazione, gli abitanti si sono accorti che Emory potrebbe essere l’unica speranza per salvare l’umanità.

L’intero romanzo si svolge su quest’isola, mondo utopico (o distopico?) perfettamente costruito in ogni minimo dettaglio. Ho letto tutti i libri di Turton ed é nota abilità dello scrittore creare questi universi fantastici e complessi, basati su una rigorosa struttura logica, con regole precise ed impeccabilmente illustrate, in modo da permettere al lettore una completa immersione nell’universo creato.
Tutti gli abitanti dell’isola hanno grandi abilità manuali ed intellettive, e grazie al progresso delle tecnologie e della medicina, ad alcuni di essi è consentito vivere in perfetta salute anche fino a 200 anni.
Le loro menti sono tutte connesse e guidate da una entità suprema, una sorta di Dio chiamato Bia, che prende parola nella testa degli abitanti come una coscienza, discutendo con loro, rispondendo alle loro domande, ed aiutandoli a prendere decisioni.
La vita sull’isola è governata da numerose regole ferree, ma anche avvolte nel mistero che spingono il lettore a proseguire la lettura con un ritmo incalzante alla ricerca di risposte :
  • perchè la maggior parte degli abitanti muore esattamente nel giorno del loro 60esimo compleanno? 
  • perchè non si può viaggiare liberamente sull’isola da soli? 
  • perchè dopo le 9 di sera è presente un coprifuoco e nessuno può lasciare la propria abitazione di notte? 
  • cosa sono i numeri e i segni che compaiono sulle braccia degli abitanti a loro insaputa mentre dormono?
  • e soprattutto : quali misteri nascondono l’isola e la nebbia che la avvolge?

Ulteriore piacevole particolarità dei romanzi di Turton sono gli elementi filosofici che arricchiscono la trama, sicuramente con l’intento di stimolare il lettore a profonde riflessioni sulla condizione umana.
Vengono esplorati temi come il conflitto tra libertà individuale e la necessità di un controllo sociale. Il difficile continuo alternarsi tra i ricordi del passato e il bisogno di vivere nel presente. Ed uno sguardo inquisitivo su un futuro interamente governato dall’avvento di nuove tecnologie. Un mondo tanto affascinante quanto terrificante.

Una miscela perfetta che mescola abilmente elementi di fantascienza distopica, il giallo classico dei misteri della “stanza chiusa", e profonde riflessioni filosofiche. Un mix avvincente che può facilmente ricordare grandi classici come 1984 e la serie Lost
Sei pronto ad immergerti in questo nuovo universo?

Durata totale della lettura: otto giorni  
Bevanda consigliata: pistacchio latte
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Stuart Turton
« Da sempre le grandi conquiste comportano grandi rischi
Fai partire il conto alla rovescia, Bia
Tra quattro giorni cambieremo il mondo
O moriremo provandoci
 »

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 18 aprile 2024

Recensione: La calda estate di Mazi Norris


La calda estate di Mazi Morris
di Daria Shualy

Editore: Nero Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 19,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 336
Titolo originale: 
Traduzione a cura di: Raffaella scardi


Tel Aviv 2014. È un giorno di luglio dell’estate più torrida di sempre, con i razzi che hanno ricominciato a piovere dal cielo, quello in cui Jasmin Shechter, figlia del re degli affari della città, svanisce nel nulla. I potentissimi Shechter non vogliono scomodare le forze dell’ordine: è già successo, ogni tanto Jasmin sparisce, e poi ricompare. Il marito Dudi, invece, non si dà pace e si rivolge a Mazi Morris, ex amica d’infanzia, ex poliziotta e ora investigatrice privata. Anche se il suo nome in ebraico significa fortuna, Mazal, per tutti solo Mazi, di fortuna nella vita ne ha avuta davvero poca. Dopo un’infanzia segnata dal dolore e un’adolescenza in cerca di un posto da chiamare casa, si era salvata da sé stessa entrando in polizia. Inadatta alle relazioni sentimentali e sessualmente sfrenata, più dura e più veloce dei colleghi maschi, era diventata presto la punta di diamante della squadra investigativa. Fino a quel giorno, terribile, di due anni prima in cui era stata cacciata. Per questo Mazi Morris ora non può rifiutare l’incarico. La donna che non ha più niente, nemmeno un distintivo da mostrare, sfreccia in sella alla sua moto per le strade roventi di Tel Aviv in cerca di Jasmin, bella e favolosamente ricca, la donna che ha avuto tutto, tranne un motivo per voler sparire. Ma Mazi è proprio la persona giusta per capire cosa si cela dietro l’arroganza del potere, perché sa giocare senza regole e non c’è abisso che possa farle paura, abiezione che non abbia già guardato negli occhi. Dalle ville di extralusso alla periferia in degrado della città che non dorme mai, l’indagine ad alto rischio di Mazi Morris, investigatrice dannata in cerca di salvezza, corre a tutta velocità fino alla sua stupefacente conclusione.

Erano passati due anni dalla notte di cui sapeva troppo e ricordava poco, la notte a causa della quale aveva perduto tutto. Indossò la parrucca bionda, mise le lenti a contatto verdi, infilò le scarpe tacco dieci e se ne andò in via Allenby, a bere e sfogarsi fino a dimenticare tutto un’altra volta.



Tel Aviv, estate, caldo, umidità. Mazi Morris, ex poliziotta, ora investigatrice privata, riceve una chiamata da un suo caro compagno di infanzia, Dudi. Sono cresciuti insieme, con le loro famiglie. Dudi ha un problema e Mazi è l'unica cui può rivolgersi. Sua moglie Jasmin è scomparsa misteriosamente: un attimo prima stavano prendendo un caffè, come ogni lunedì, con la loro figlia, seduti sui tavolini del loro bar, un attimo dopo Jasmin non c'è più. Ma la famiglia di Jasmin Schechter non vuole rivolgersi alla polizia, anche perché non è la prima volta che Jasmin scompare per poi essere ritrovata quasi per caso e ricondotta a casa. Mazi inizia a conoscere i vari membri della famiglia Schechter, il fratello più grande di Jasmin e la moglie Ester che appaiono piuttosto freddi e distaccati, per niente preoccupati. E il fratello più piccolo, Ari, al quale invece Jasmin è sempre stata molto legata. O almeno lo era fino a qualche anno prima. Ma l'incontro con Ari si rivela sconvolgente, perché mostra a Mazi un lato oscuro e nascosto della famiglia Schechter. Le indagini portano ad eventi pericolosi per la vita di Mazi e di chi le sta intorno. Mazi Morris, infatti ha come collaboratori suo fratello Benji e sua sorella Tilly, in realtà suoi cugini, figli del fratello della madre, scomparsa quando lei era piccola in circostanze tragiche. Ma lei li considera suoi fratelli perché anche il padre di Mazi scompare quando lei aveva solo 12 anni e, dopo essere stata affidata a diverse famiglie, lo zio la accoglie e con lui Benji e Tilly, entusiasti di avere una sorella grande. 
Mano a mano che i segreti della famiglia Schecther vengono a galla, Mazi capisce che Jasmin è in pericolo e che deve trovarla a ogni costo. Di chi si può veramente fidare Mazi? Chi potrà aiutarla a scoprire la verità su Jasmin e a riportarla a casa sana e salva? 
Avvincente e da leggere d'un fiato, con una narrazione molto schietta che costruisce pagina dopo pagina il personaggio di Mazi Morris, sesso dipendente, arguta e diretta. L'investigatrice che la polizia di Tel Aviv aveva nel suo team e che, a causa del suo carattere e di una sua particolare caratteristica, ne viene allontanata. Ma Mazi è una che non si arrende mai e siamo pronti ad attendere la sua prossima avventura.

Durata totale della lettura: 
5 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: limonata ghiacciata
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Olivier Norek

  "Un mondo a parte. Nascosto, oscuro e irraggiungibile per molti."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

venerdì 27 ottobre 2023

Recensione: Il fantasma del Vicario

 


Il fantasma del Vicario
di Éric Fouassier

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: €19,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 336

Dopo lo straordinario successo de L’Ufficio degli affari occulti, Éric Fouassier torna con una nuova indagine dell’ombroso ispettore Valentin Verne, che si destreggia tra esoterismo e scienza inseguendo l’inafferrabile e l’ignoto.

Parigi, marzo 1831. Non ha ancora ventiquattro anni, Valentin Verne, l’ispettore di polizia dal volto angelico ma dal cuore pieno di ombre, e già occupa un ruolo quantomeno originale in prefettura: è il responsabile dell’Ufficio degli affari occulti, un reparto non ufficiale creato per risolvere i crimini sovrannaturali, o presunti tali. Un giorno al suo cospetto si presenta una donna elegante, il viso dai lineamenti delicati sotto ricci ramati e gesti lenti da convalescente alla prima uscita dopo una lunga malattia. Madame Mélanie d’Orval, moglie del ricco Ferdinand d’Orval, ha un peso sul cuore: dopo la morte della figlia adolescente per un’inspiegabile e violenta crisi di convulsioni, suo marito ha perduto il senno, finendo tra le grinfie di una specie di medium, Paul Oblanoff, un losco individuo che lo ha persuaso di poter entrare in contatto con lo spirito della defunta. Madame d’Orval è convinta che a Verne basterebbe assistere a una di quelle famose sedute di spiritismo per smascherare il lestofante, ma l’ispettore, che ha la mente occupata da ben altri pensieri, cede il caso al suo collaboratore Isidore Lebrac. Proprio da poco, infatti, c’è stato uno sviluppo nell’inchiesta segreta che Verne porta avanti da tempo, una faccenda personale che l’ispettore intende risolvere a modo suo, a costo di spingersi ai margini della legalità: il Vicario, l’abietto criminale, il mostro perverso che si lascia dietro cadaveri di bambini come l’orco delle fiabe, è tornato a seminare il panico per le strade di Parigi, risvegliando in lui ricordi troppo dolorosi. Ma ecco che, quando si tratta di difendere l’esistenza stessa dell’Ufficio degli affari occulti, minacciata dall’incerta situazione politica in cui versa la Francia, il caso d’Orval potrebbe rivelarsi sorprendentemente cruciale.



Sono passati quattro mesi da quando il Vicario è sfuggito per un soffio all’ispettore Valentin Verne, responsabile dell’Ufficio degli affari occulti. Verne, non ha pensato ad altro da quel lontano giorno d’autunno: catturare il Vicario è il suo pensiero fisso e unico scopo. E lo è da ormai 12 anni lunghi anni. 

Marzo 1831. Parigi è scossa dai moti rivoluzionari e Valentin Verne sa bene che, a causa dei continui turbamenti politici, le sorti del suo Ufficio possono cambiare da un giorno all’altro. Insieme al suo collaboratore Isidore Lebrac, un ragazzino rosso di capelli, deriso da sempre a cui l’ispettore Verne ha deciso di dare una possibilità, cerca di svelare casi particolari, e smascherare imbroglioni che praticano spiritismo, approfittando della debolezza di coloro che hanno appena perso qualcuno di molto caro.
Dopo aver sentito parlare delle sue strabilianti doti nel smascherare questi individui, Madame Mélanie d'Orval, giovanissima e bellissima moglie del ricco Ferdinand d'Orval, chiede aiuto all'ispettore: suo marito è completamente condizionato del medium Paul Oblanoff. Monsieur d'Orval ha perso la sua amata figlia Blanche a causa di una crisi di convulsioni improvvisa ed il povero uomo, già vedovo della prima moglie, ne è uscito completamente devastato. Ed è proprio tra queste crepe, che lo scaltro medium, o il finto slavo, come lo definisce Madame Mélanie, si è infilato fino a conquistare completamente la fiducia dell'uomo. La giovane donna sa, nel profondo, che quest'individuo altro non è che un truffatore, ma ha bisogno di aiuto per smascherarlo. Valentin decide così di mandare il giovane Isidore alla prima seduta spiritica, in modo che lui possa continuare a dare la caccia al Vicario indisturbato. Sta infatti aspettando notizie dal Tocco e dal Bardolese, due loschi individui dei bassi fondi di Parigi, che ha ingaggiato per tendere una trappola al suo nemico. Purtroppo per il giovane ispettore però, i due hanno fatto una bruttissima fine ed il gioco si è ribaltato: adesso è il Vicario a condurlo e a voler trovare Valentin. Inizia così una specie di caccia al tesoro organizzata dal mostro, che continua a lasciare in diversi luoghi missive contenente indizi e giochi di parole per condurre il giovane da lui. 
Nel frattempo il caso d'Orval diventa sempre più importante per la sopravvivenza del suo ufficio, e l'ispettore Verne è combattuto tra salvare l'Ufficio degli affari occulti o scovare il Male e distruggerlo per sempre.

Questo bellissimo romanzo è il seguito de "L'ufficio degli affari occulti", uscito circa un anno fa. L'autore Éric Fouassier è riuscito a mantenere la stessa suspense e lo stesso clima senza annoiare il lettore, anzi coinvolgendolo completamente e  mantenendolo attivo e curioso.
Consiglio assolutamente la lettura di entrambi: sono convinta che anche voi non riuscirete a non immaginare i piccoli occhietti infossati quell'essere malvagio.


Durata totale della lettura:  Sei giorni
Bevanda consigliata: Tè nero 
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni


      "Perché quegli occhi popolavano ancora ogni notte i suoi incubi. Appartenevano al Male assoluto. E quel Male aveva un nome… Il Vicario"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 30 agosto 2023

Recensione: Il giardino delle rose

 


Il giardino delle rose  
di Tracy Rees


Editore: Neri Pozza

Prezzo cartaceo: € 19
Pagine: 384
Traduzione di: Ada Arduini

Londra, 1895. Mabs Daley ha diciotto anni e, da quando è morta sua madre, si è assunta il gravoso compito di provvedere alla sua numerosa famiglia. Per farlo, ha indossato abiti maschili, nascosto i capelli sotto un logoro berretto e detto a tutti di chiamarsi Mark. Il lavoro, che consiste nel trasportare blocchi di ghiaccio dal Regent’s Canal alle dimore degli aristocratici, è duro e faticoso, ma Mabs è determinata a non soccombere. Certo, se dovesse presentarsi una possibilità di migliorare le proprie condizioni, una qualsiasi, lei la coglierebbe al volo. Olive Westallen, che di anni ne ha ormai a sufficienza per essere considerata una zitella, è l’unica figlia del capitano Westallen, ex eroe della marina mercantile. Appartiene a una famiglia agiata, ma l’aspetto scialbo, un carattere fermo e un’ottima istruzione non la rendono certo un buon partito. Allo scoccare del suo ventottesimo compleanno, tuttavia, Olive realizzerà il sogno di diventare madre presentandosi all’orfanotrofio per adottare una di quelle bambine silenziose che aspettano solo la loro occasione di avere una famiglia. La dodicenne Otty Finch, invece, si è appena trasferita con la famiglia da Durham. Suo padre si è assicurato una nuova e meravigliosa opportunità di fare soldi acquistando delle azioni del Regent’s Canal, ma non è questo l’unico motivo per cui i Finch si sono precipitati a Londra. Sembra, infatti, che siano fuggiti da uno scandalo, una terribile vicenda che riguarda la signora Finch, la quale ora trascorre il proprio tempo a fissare il giardino dove si aggrovigliano furiosi i rami spogli, irti di spine, delle rose. Quando a Mabs viene offerta la possibilità di lasciare i canali e diventare la dama di compagnia della signora Finch, accetta senza esitazioni, incredula davanti alla prospettiva di lavorare in una dimora signorile. Ma nulla è mai davvero come appare, e Mabs, Otty e Olive verranno presto trascinate in una storia piena di ombre, di antichi rancori e segreti troppo a lungo taciuti… Dopo il successo dei suoi libri precedenti, Tracy Rees torna con un avvincente romanzo che, spaziando tra il lusso e la povertà dell’Inghilterra vittoriana, racconta l’amicizia e la solidarietà femminili.




Per le amanti dei romanzi storici tutti al femminile, questo libro è sicuramente da non perdere! La scrittrice Tracy Rees è prevalentemente conosciuta per i suoi romanzi storici incentrati sulle storie romantiche, ma con Il giardino delle rose ha voluto esplorare un altro sentimento altrettanto fondamentale per la vita di ognuno di noi: non l'amore romantico, bensì l'amicizia. Le storie di tre giovani donne - tanto diverse di estrazione quanto accomunate da coraggio, forza d'animo e carattere - si intrecciano tra i fumi della Londra vittoriana in un'amicizia di improbabile ma sostanziale solidarietà, trascendendo gli abissi classisti della società dell'epoca. 

E' un romanzo trainato dai ritratti delle tre protagoniste, disegnate con tratto deciso da un'autrice già familiare con il romanzo storico e con la creazione di personaggi femminili multidimensionali, umani, che non risultano mai piatti o irrealistici. Olive ha una vita che molte persone sognerebbero ed è pienamente consapevole del privilegio di cui dispone. Ma non è una giovinetta superficiale, oziosa e ossessionate dalla giostra della Season e delle sue interminabili occasioni sociali, è una donna onesta e profonda che vuole fare del bene ed è determinata ad adottare una giovane ragazza dell'orfanotrofio locale...c'è solo il piccolo problema dell'assenza di un marito. Otty invece ha 12 anni e si è recentemente trasferita nella zona da Durham con la sua famiglia, è decisa a rendere il padre orgoglioso di lei...ma la sua curiosità ingenua ed un desiderio inarrestabile di avventura la portano ad esplorare Londra in solitaria, senza farsi scoraggiare dalle convenzioni sociali o dalle profonde problematiche che la aspettano a casa.

E poi c'è Mabs, che a soli 18 anni porta tutto il peso della sua famiglia sulle spalle, facendo da madre e da padre ai suoi sei fratelli. Un esempio di lealtà e senso del dovere, di empatia e compassione nei confronti di Mrs Finch, la madre di Ottie, per cui viene assunta come dama di compagnia. Grata per la possibilità di lasciare il lavoro faticoso al porto e di provvedere meglio ai suoi cari, Mabs affronta il lavoro con dedizione ed altruismo, anche quando viene intrappolata nella rete di scandali e misteri che ammanta le vite della famiglia Finch, di cui la piccola Ottie rimane innocentemente ignara...

La ricerca storica è stata sicuramente molto accurata e si sente nell'autenticità dell'ambientazione, che è uno degli aspetti del romanzo che ho apprezzato maggiormente, riuscendo a trasportarci nel realismo della Londra in epoca vittoriana, lasciando da parte i dettagli sognanti e spesso inaccurati a cui ci hanno abituati i romance storici e traendo invece forza narrativa dalle magre e tristi realtà che ne facevano parte. Le tematiche sono comunque molto attuali, il carattere delle ragazze è a tratti assolutamente moderno e questo sicuramente farà piacere a chi soffre la mentalità "tradizionale" che a volte si riscontra in romanzi storici scritti in passato, ma che a tratti stona forse per anacronismo storico. L'autrice affronta tante delle questioni sociali dell'epoca, ma in modo morbido e ben radicato nella trama, senza che sembri una predica, trattando - tra gli altri - i temi della povertà, dei diritti delle donne, del razzismo e delle dinamiche sociali e familiari insalubri relative al periodo storico (ma non solo). Una piccola nota - molto personale - è legata all'uso dei tarocchi da parte di Olive...che ho trovato francamente fuori contesto e che non mi aspettavo assolutamente leggendo la trama redazionale del libro. Come cristiana credente, mi ha un pochino infastidita, ma non è un tema centrale della narrazione quindi si può tralasciare.

In sintesi, Il giardino delle rose è un racconto avvincente che ci dimostra l'importanza delle responsabilità familiari, del senso del dovere, della maturità e la forza dell'amicizia e della dedizione alla propria autenticità nel scavarsi la propria strada nel mondo. 


Durata totale della lettura: 7 giorni
Età consigliata: 16 anni 
Bevanda consigliata: Tè nero bello forte
Formato consigliato: Cartaceo
Consigliato a chi ha apprezzato: La signora del faro, di Hazel Gaynor


«  A volte gli angeli custodi compaiono sotto forme improbabili. Ma sempre al momento giusto ».


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 21 agosto 2023

Recensione: Endorfine

                                 

Endorfine
di Christophe Gavat

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: € 19,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 256
Titolo originale: Endorphine
Traduzione: Maddalena Togliani


Non c’è tregua per la polizia giudiziaria di Marsiglia e per il comandante Henri Saint-Donat, un tempo in forza a Parigi e da anni in servizio nella città del sole, del pastis e delle gang che trafficano droga e vite umane. Nemmeno quando Saint-Donat si trova dall’altra parte del mondo, in Québec, a un congresso internazionale delle forze dell’ordine, dove lo raggiunge una breve, drammatica telefonata del suo vice, il capi­tano Basile Urteguy, poliziotto con la musica nel sangue. Musica e sangue, del resto, sono motivi conduttori di una delicata indagine tra Marsiglia e Tolosa in cui la morte di una giovane prostituta, gettata da una finestra, pare collegata all’esecuzione di due uomini, uno dei quali, un musicista, torturato con un trapano elettrico. Saint-Donat, vedovo, stanco di affrontare il male quotidiano, sarebbe pronto a lasciare, ma a riportarlo in patria e in azione, rivita­lizzato dalle nevi canadesi e con nuove en­dorfine in circolo, è proprio la notizia che Basile è svanito nel nulla mentre indagava sulla scomparsa di un’altra ragazza, ça va sans dire musicista. Il grido di aiuto del suo vice, insomma, è arrivato forte e chiaro fino a lui oltreoceano. Cosí, in pochi giorni, Saint-Do­nat e gli altri della Giudiziaria ingaggiano una lotta contro il tempo per evitare che altro sangue venga versato, mentre a ogni passo risuonano alte e forti, dietro le quinte, le ma­giche note di Chopin. Dopo l’avvincente Omicidio a Cap Canaille, insignito del Prix du Quai des Orfèvres, torna in azione, in un poliziesco crudo e serrato, la squadra nata dalla penna e dall’esperienza di Christophe Gavat.

«Il corpo gli urla di fermarsi, rifiuta di produrre le endorfine necessarie per con­trastare il dolore. La mente lo supplica di non accanirsi. Come alla maratona, dove ha mollato al trentasettesimo chilo­metro. Cosí vicino al traguardo, cosí lon­tano dalla vittoria. Si è lasciato incastrare. Hanno vinto loro. Lui ha perso».

«Il corpo gli urla di fermarsi, rifiuta di produrre le endorfine necessarie per con­trastare il dolore. La mente lo supplica di non accanirsi. Come alla maratona, dove ha mollato al trentasettesimo chilo­metro. Cosí vicino al traguardo, cosí lon­tano dalla vittoria. Si è lasciato incastrare. Hanno vinto loro. Lui ha perso».


Henri Saint Donat è alle prese con i suoi incubi e con la depressione che lo affligge da quando ha perso prima il figlio e poi la moglie. È solo. Trasferitosi a Marsiglia da una Parigi che non gli dava più nulla pensando così di fuggire dalle proprie ossessioni, per trovare nel sole e nel mare la risposta.
Ma non è così, purtroppo. Anche in questo paesaggio assolato, i suoi demoni lo inseguono.
Si trova alle prese con un omicidio, per il quale apparentemente non si trovano moventi, ma a Marsiglia ce ne possono essere tanti: la prostituzione, la droga, un regolamento di conti. Cade sempre di più in una crisi che lo porta quasi al suicidio. In suo soccorso arriva il suo capo, Mathilde Deloumeaux, che gli ordina di accompagnarlo in Quebec a Montréal, per un convegno internazionale delle forze di Polizia di tutto il mondo. Ma, mentre è in Canada, riceve una strana telefonata dal suo vice, Basile Urteguy, una richiesta di aiuto, dice di essere stato rapito. Henri non capisce perché il suo vice abbia chiamato proprio lui, sapendo che è dall'altra parte del mondo. Invece di rilassarsi e di seguire la conferenza, continua a tenersi in contatto con la sua squadra a Marsiglia che, nel frattempo, è alle prese con il caso di una prostituta che, apparentemente, si è gettata dalla finestra di un palazzo. Ma i due casi sembrano essere legati tra loro, ma da cosa? L'urgenza è cercare di capire cosa sia successo al suo vice Urteguy, sposato con una poliziotta, Lucie, con la quale ha un bimbo piccolo. Inizia così un'indagine per capire chi ci sia dietro questi omicidi, la scomparsa di Urteguy. Sembra che il responsabile sia qualcuno ossessionato da Chopin, perché gli indizi portano a società i cui nomi corrispondono a opere del compositore. Una sorta di ossessione. Henri riesce così ad accantonare i propri incubi personali e a battersi incessantemente per risolvere il caso. Più che il caso in sè, l'autore affronta il contesto sociale in cui si sono svolti i fatti, con le emozioni, le sensazioni e l'inquietudine dei protagonisti. Un ritratto anche psicologico delle vittime e dei carnefici.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: te al limone
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni

  "La solitudine, la disperazione e l'oppressione spesso guidano verso sentieri impraticabili."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

mercoledì 3 maggio 2023

Recensione: Un altro Eden

                           

Un altro eden
di Paul Harding

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 224
Titolo originale: This other Eden


Dalla fine del Settecento fino al 1912, l’isola di Malaga accolse una comunità di pescatori composta da afroamericani, bianchi poveri e altre etnie che avevano trovato rifugio su quel lembo di terra nel Golfo del Maine. Nel 1912, il governatore dello Stato decretò «lo sgombero dei quarantasette residenti e la traslazione delle salme dei loro defunti». Un atto che sancí con efferata violenza la fine di quella comunità. In Un altro Eden, con la grazia della sua impeccabile scrittura, Paul Harding ritorna su quella vecchia vicenda crudele per narrare una magnifica storia "fatta di poesia e luce solare", come ha scritto il New York Times.
Il romanzo si apre nel 1793 con l'arrivo ad Apple Island - così viene ribattezzata nella finzione letteraria - Benjamin Honey, nero nato in schiavitù, e di sua moglie Patience, irlandese di Galway. Aspirante frutticultore, Benjamin Honey sbarca sull'isola con dodici sacchetti di iuta contenenti semi di diverse varietà di mele e, con ostinata pazienza, riesce a creare il suo piccolo Eden: un frutteto di trentadue meli. Più di un secolo dopo, nel 1911, una manciata di esseri umani vive sull'isola: i discendenti di Benjamin e Patience Honey, innanzi tutto, Esther Honey e suo figlio Eha, i figli di Eha; le sorelle McDermott, che passano le giornate a lavare i panni e ad accudire tre orfani; i fratellastri Lark, abili pescatori dai capelli e dagli occhi incolori, ereditati da padri africani, mamme irlandesi e nonni svedesi, e i loro quattro figli, vaganti per l'isola come spettri gentili e affamati; la vecchia Annie Parker e Zachari Hand to God Proverbs che vive in un albero cavo.
Gli abitanti di Apple Island conducono un'esistenza semplice e povera nel loro piccolo Eden, in cui ciascuno è libero di prendersi cura delle proprie ore e dei propri giorni. Ignorano, dunque, che qualcun altro possa decidere del loro tempo e decretarne addirittura la fine. Ignorano anche i tormenti di Matthew Diamond, il missionario bianco che ogni mattina rema fino all'isola per predicare e insegnare tutto lo scibile ai bambini. Fermamente convinto che ogni uomo è suo fratello, Matthew Diamond non può, tuttavia, fare a meno di provare un istintivo e viscerale senso di repulsione ogni volta che si trova, come afferma con candore in una lettera, "alla presenza di un negro". Angustiato dal senso di colpa, si rivela non soltanto impotente dinanzi alla distruzione della piccola comunità di Apple Island, decretata dai deliri eugenetici e razzisti dell'epoca, ma anche incapace di scorgere in quel lembo di terra un'antica verità della sua fede: che l'Eden è dei poveri e dei semplici.


Apple Island, 1793. Benjamin Honey e sua moglie Patience sbarcano sull'isola. Il sogno di Benjamin, nero nato in schiavitù, è di creare il proprio Eden, creando un frutteto di ben 12 varietà di mele i cui semi ha raccolto lavorando come schiavo. E ci riesce, nonostante le avversità. Inizia così la storia romanzata di avvenimenti realmente accaduti in un'isola nel golfo del Maine.
Benjamin e Patience danno vita a una vera e propria comunità. Tante etnie differenti, bianchi svedesi, irlandesi, africani. Tutte unite in un mélange che ha come risultato una varietà di personaggi peculiari. Anche perché essendo una piccola comunità, spesso i figli sono frutto di incesti, figli che sono anche fratelli perché nati dallo stesso padre. Qualcuno se ne va, qualcuno arriva. Come Matthew Diamond, ex insegnante, che confessa in una lettera a un amico di provare una certa repulsione alla vista di un negro e, per questo, per espiare il proprio senso di colpa, si dedica anima e corpo all'istruzione degli isolani. E scopre dei veri talenti, nelle materie più diverse. Una delle ragazze cui insegna riesce a parlare latino correntemente, un'altra ha uno spiccato talento per la matematica e apprende velocemente. Uno dei ragazzi disegna e dipinge come un artista nato. Seguiamo la vita di Esther Honey, discendente di Benjamin che per primo mise piede sull'isola, che vive con suo figlio Eha e i di lui figli. I Lark, le sorelle McDermott, Zachari Hand to God Proverbs, dall'età indefinita, carpentiere esperto che insegna il mestiere a Eha e lo aiuta a costruire la casa dove vive con la sua famiglia. Quanto a Zachari, lui vive nel tronco di un albero dove ne ha inciso tutte le pareti, quasi a lasciare una traccia per ricordare tutta la storia dell'isola.
Le sorelle McDermott hanno adottato tre orfanelli, portati lì dalla madre che poi, una volta certa che fossero in ottime mani, li ha abbandonati per andare a cercare una vita migliore.
La vita quotidiana degli abitanti è semplice e povera. Si nutrono di bacche e di tutto quanto trovano di commestibile. Esther fuma una pipa ma, in assenza di tabacco, utilizza foglie di artemisia. Ognuno aiuta l'altro e si prende cura quanto può di chi ha bisogno. Qualcuno muore e viene seppellito direttamente nell'isola. 
Tutto scorre serenamente, nonostante le difficoltà, fino al giorno in cui i politici che abitano di fronte all'isola sulla costa del Maine, decidono che bisogna fare qualcosa per risolvere il problema di avere davanti a sé una comunità così indecente, sporca, puzzolente, mescolanza di razze che ha portato a procreare una genie malata di mente e di cui avere paura.
È così che, sotto gli occhi di Matthew Diamond, iniziano le visite sull'isola da parte di medici, politici, sceriffi, a controllare, esaminare e... decidere di eliminare questa comunità.
A testimonianza di quanto avvenuto e delle persone che vivevano sull'isola, i disegni e i dipinti del nipote di Eha.
Una storia triste di come, invece di aiutare chi è in difficoltà, sia stato deciso di eliminare il problema alla radice. Facendo evacuare chi vi viveva e bruciando tutto. Ma non proprio tutto.....
Da leggere se avete voglia di immergervi in un mondo affascinante, noi abituati ad avere tutto a portata di mano, con la tecnologia e tutte le innovazioni che ogni giorno cercano di facilitare la nostra vita, possiamo scoprire che c'è stato un tempo in cui tutto ciò non esisteva e che ci sono molti modi per superare le difficoltà.

Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: limonata ghiacciata
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni

  "l'Eden, nell'immaginario collettivo un luogo di serenità, gioia, abbondanza."



martedì 11 aprile 2023

Recensione: Piccole bugie. Le inchieste di Maisie Dobb

 


Piccole bugie. Le inchieste di Maisie Dobbs
di Jacqueline Winspear


Editore: Neri Pozza

Prezzo cartaceo: € 20,00
Pagine: 352

Londra, 1930. Maisie Dobbs, caschetto nero lucido e un velo di rossetto, è ormai una detective affermata. Accompagnata dal fedele assistente Billy Beale, risolve i suoi casi con grazia e intelligenza, battendo spesso sul tempo Scotland Yard e l’ispettore Stratton, cui la lega un rapporto misto di corteggiamento educato e conflittualità. Nei primi anni del nuovo decennio il mondo sfavilla di luci e divertimento, ma in Inghilterra le ferite della Grande Guerra non sono ancora del tutto rimarginate. Sono in molti a rivolgersi a sensitivi e spiritisti, nel disperato tentativo di scambiare ancora una parola con i cari perduti. È il caso della compianta moglie di Sir Cecil Lawton che, per via dell’intervento di una medium particolarmente priva di scrupoli, si era convinta che il figlio Ralph non fosse davvero deceduto in battaglia. 
È per questo che Sir Cecil ingaggia Maisie Dobbs: per avere conferma una volta per tutte che Ralph, disperso durante l’esplosione del suo areo in Francia, non è piú tra i vivi. Il caso, potenzialmente lucroso, turba però Maisie, che intuisce dietro la richiesta di Sir Cecil un conflitto irrisolto e un dolore ambiguo, carico di reticenza e paura. Per quanto tormentata dal dubbio, la donna decide comunque di accettare, ma a una condizione: che Sir Cecil difenda Avril Jarvis, una tredicenne che, accusata di omicidio da Scotland Yard, ha bisogno di un «avvocato miracoloso»: proprio ciò che Sir Cecil, barrister di alto rango, è. Con la sua prosa vivida e arguta, Jacqueline Winspear restituisce al lettore il fascino intatto di un’epoca remota, e i tormenti, le passioni, i dolori che la animano, cosí prossimi ai nostri.  




Con Piccole bugie siamo al terzo libro dell'affermatissima serie gialla incentrata sulla psicologa detective Maisie Dobbs, una serie solo recentemente recuperata dall'editoria italiana grazie alla casa editrice Neri Pozza ma che all'estero è gia apprezzata da decenni ed ammonta ormai a 17 romanzi. Per chi non abbia mai letto le inchieste di Maisie, posso dire che ogni romanzo è tranquillamente leggibile come stand alone, ogni riferimento al passato utile al lettore viene recuperato e rispiegato nei libri successivi così da rendere agevole la lettura e la comprensione della trama e dei caratteri dei vari personaggi anche a chi vi si approccia per la prima volta, senza contesto. Maisie è una donna libera quando iniziava appena ad essere di moda, che con coraggio ha aiutato i soldati al fronte durante la tragica prima guerra mondiale e che a quella guerra ha perso il suo primo amore e la propria gioventù e serenità d'animo, come quasi tutti i personaggi che incontriamo nei suoi libri. Le eco della guerra sono palpabili attraverso le pagine del romanzo, crude e ingombranti rese in modo totalmente realistico dall'autrice, rispettoso e misurato come credo sia necessario fare in un romanzo storico ben fatto. I vari personaggi sono tratteggiati e trattati con compassione e comprensione umana dall'autrice, esibendo un'attenzione ai dettagli non solo descrittivi ma che compongono la complessità variopinta delle persone, che emergono realistiche e credibili dalle pagine. 

La protagonista è Miss Fisher meglio pensata, con più carisma e spessore letterario a cui sacrifichiamo una parte di umorismo e ironia. Maisie è una donna particolare, che ha imparato a leggere le persone grazie agli studi psicologici ma anche grazie ad un sesto senso soprannaturale ereditato dalla madre e coltivate attraverso la filosofia ed il misticismo orientale. Apprende infatti la meditazione, l'arte del rallentare la mente e percepire ciò che va oltre la nostra realtà, l'altro mondo grazie ad un guru a cui è stata presentata dal suo maestro e mentore Maurice Blanche, che le ha insegnato il mestiere del detective, incoraggiandola poi ad aprire la sua agenzia. Aspetti di psicologia e mistica si mescolano quindi e fondono nella figura di Maisie come anche nel suo operato quale investigatrice, permeando la narrazione in una fusione di logica deduttiva, analisi psicologica e istinto soprannaturale. Un incontro tra la logica razionale, matematica del lavoro investigativo e l'ascolto dell'istinto, la spiritualità che trascende nello spiritismo, il contatto con quello che va oltre il tangibile e lo spiegabile scientificamente. Personalmente, avrei apprezzato che questo aspetto fosse più deducibile dalla sinossi del libro, perché in questo romanzo è particolarmente intenso rispetto ad altri libri della serie di Maisie - ci sono medium spiritiche, miracoli soprannaturali ecc - e credo che sia un elemento che a tutti può piacere. 

C'è qualche accenno della sua vita amorosa con il brillante medico Andrew Dane al cui amore sincero Maisie non riesce ad abbandonarsi; del rapporto affettuoso con il padre ed il tiramolla emotivo che le suscita il ricordo della madre scomparsa a cui lei deve molta della sua identità; con la spumeggiante ma incasinata migliore amica che la incarica di una metà del suo incarico investigativo e tenta al contempo di punzecchiarla fuori dalla sua comfort zone, diremmo oggi. Ma la parte primaria della narrazione rimane incentrata sulla Maisie detective, come è coerente che sia per un personaggio nella cui vita il lavoro è tutto.

La prosecuzione del mistero - senza dilungarmi sulla trama già ben descritta in sinossi né fare spoiler - è assolutamente accattivante e ben riuscita per questo giallo scritto davvero con maestria e cura. Lo consiglio a tutti gli amanti di questo genere, ma anche a chi non è abituato a romanzi investigativi pesanti, perché è di facile lettura anche per i neofiti di questo tipo di storie.


Durata totale della lettura: Una settimana
Bevanda consigliata: Gin tonic
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 16 anni


« Fa il tuo lavoro Maisie, va in Francia e uccidilo il drago. Poi però torna a casa  ».


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 22 febbraio 2023

Recensione: Mrs England



 Mrs England

 di Stacey Halls

 Editore: Neri Pozza
 Prezzo: € 19
 Pagine: 336
 
 Riposta la graziosa divisa del Norland Institute, la prestigiosa scuola londinese di bambinaie qualificate in cui si è diplomata, e indossati gli abiti adatti a un faticoso viaggio in treno, in un giorno del 1904 Ruby May giunge nello Yorkshire per prendere servizio presso la famiglia di Mrs England. Ha accettato l’incarico senza batter ciglio. Benché la direttrice dell’istituto le abbia detto che nessuna famiglia è perfetta, gli England, con i loro bambini, la nursery separata dal resto della casa, una fabbrica tessile di proprietà e una grande dimora di campagna, le sono sembrati davvero la famiglia perfetta per una giovane bambinaia alle prime armi. Ad accoglierla nella fitta oscurità della notte è Charles England in persona. Grandi baffi neri, panciotto verde e l’aria di un avvenente locandiere venuto a prendere una cliente, nell’aria densa e umida dello Yorkshire, Mr England la conduce in carrozza fino a una grande casa incastonata nel fianco di una collina, poi scompare lasciandola sola in una stanza al buio con un vago odore di muffa. Di lì a poco, Ruby si ritrova al cospetto di Mrs England, una giovane donna con la vestaglia aperta sopra la camicia da notte, i capelli lunghi fino alla vita, un naso aggraziato e grandi occhi scuri. Soprattutto, una donna così sorpresa e impaurita da quell’incontro che a Ruby viene il dubbio di aver sbagliato casa. Una sensazione che si accrescerà nei giorni seguenti nei quali, in quella dimora silenziosa come una tomba e cupa, cinta com’è da una fitta foresta, Lilian England, così misteriosamente indifferente alla cura con cui una madre dovrebbe trattare i suoi figli, la guarderà non più con occhi smarriti, ma con ferocia e risentimento allorchè Mr England si concederà un atteggiamento troppo confidenziale nei suoi confronti.




Un bel romanzo di altri tempi, se vi piacciono i romanzi in costume, d'epoca, questo fa per voi.
La nostra protagonista è la bambinaia Ruby, una ragazza a cui piace stare sulle sue, preferisce stare coi bambini con gli adulti. All'inizio conosciamo poco del suo passato, la incontriamo che si occupa di un bambinetto adorabile di una famiglia ricca del centro di Londra. La vita scorre felice fino a quando la famiglia decide di trasferirsi all'estero. Ruby non se la sente di allontanarsi tanto dalla sua famiglia di origine di cui continuiamo a poter solo intuire qualche ombra come la sorellina Elsie che le manca tanto e ha un problema alla schiena per cui non riesce a camminare. L'accademia per bambinaie che le trova impiego, ha poche scelte ma lei ha paura di perdere soldi e un posto futuro e accetta la prima opzione che c'è nella casa della famiglia England, non a Londra ma nel rurale Yorkshire in una casa con quattro bambini. 
I bambini sono molto carini soprattutto Decca, la sua preferita, che va d'accordo con tutti ma sempra essere molto silenziosa con i genitori. 
Mr England ha una fabbrica di cotone e sembra essere un uomo tutto d'un pezzo, panciotto, sigaro e certezza economica. Mrs England invece ha un atteggiamento molto particolare soprattutto coi bambini, sembra non interessarsene, dimenticarsi i pezzi, non esce mai di casa. May non capisce cosa le succeda ma sente che qualcosa non va in questa famiglia, anche se non riesce a mettere a fuoco cosa. 
La natura e il clima dello Yorkshire circondano questa storia di crescita personale, di rapporti familiari nascosti e schemi che si ripetono nella storia. Anche la reputazione intonsa e la profonda conoscenza dell'umano di Ruby non riescono a scalfire alcuni segreti di famiglia, fino a che non arriva quella lettera...
Un romanzo con una forte componente storica e una vena gotica che lo rendono misterioso, l'ho trovato un pochino lento all'inizio ma in un modo piacevole solo che in confronto la parte successiva sembra accelerata e mi sarebbe piaciuto fosse approfondita maggiormente.

Una lettura veloce e non troppo impegnativa che consiglio vivamente, l'ho letto in due giorni proprio grazie al suo essere misterioso e facile da scorrere. Siccome il mistero non si capisce da dove venga, non riuscivo a smettere di leggere per capirne di più.

Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata: Te alla cannella
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Website dell'autrice: Stacey Halls

"Un buon seme piantato nel terreno fertile porta frutto, generazione dopo generazione"

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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