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venerdì 13 giugno 2025

Recensione: La principessa d'argento

   

La principessa d'argento
La saga dei Guggenheim
di Rebecca Godrey con Leslie Jamison

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 320
Titolo originale: Peggy
Traduzione a cura di: Roberta Scarabelli


1908. Una fotografia. Tre sorelle vestite di bianco sorridono innocenti all’obiettivo. Sono il simbolo di un sogno infranto. Il sogno di un erede maschio. Perché le bambine sono le figlie di Benjamin Guggenheim, uno degli uomini più ricchi del mondo. Tra loro c’è Peggy, che nella foto si distingue per lo sguardo deciso. Peggy cresce con una convinzione: ogni donna ha il dovere di fare qualcosa di straordinario nella propria vita. Quando il padre muore nel naufragio del Titanic, le sorelle si ritrovano in mano una fortuna enorme, ma anche una pesante eredità. Peggy sente il vincolo delle aspettative della famiglia, di una strada già tracciata per lei, ma che non le appartiene. Ha voglia di azzardare. Ha bisogno di una vita che sia veramente sua. Lascia Manhattan e parte per Parigi. In Francia la accoglie un mondo nuovo, fatto di arte e bellezza. La sua vita si intreccia con quella di artisti destinati a rivoluzionare la storia: Jackson Pollock, che Peggy sarà la prima a capire e sostenere; Man Ray, di cui diventa la musa ispiratrice. Parigi la trasforma, la fa sentire libera. La sua passione per l’arte diventa un fuoco che la spinge sempre più lontano. Ma ci sono famiglie da cui è difficile scappare. Anche mentre viaggia per il mondo, cercando la bellezza e l’indipendenza, il peso del suo cognome la segue ovunque. Un peso che si fa insostenibile quando un evento sconvolgente travolge la sorella Hazel, protagonista di uno scandalo indicibile e doloroso. Eppure, a volte, è proprio dalla sofferenza che nascono le più grandi rivoluzioni.
La principessa d’argento è in via di pubblicazione in tutto il mondo ed è già stato acclamato dalla critica internazionale. Rebecca Godfrey ha trovato una voce capace di restituire non solo la complessità di un personaggio immenso come Peggy Guggenheim, ma anche l’intensità del Novecento. La sua scrittura, lirica e coinvolgente, rende questa saga familiare epica, indimenticabile e unica nel suo genere. 



Amo leggere biografie.
Per me, ogni biografia è un viaggio dentro una vita che credevo di conoscere, e che invece – quasi sempre – mi sorprende, mi spiazza, mi insegna qualcosa. Spesso parto con un’idea chiara della protagonista, magari costruita su racconti, aneddoti o immagini iconiche. Ma poi, leggendo davvero la sua storia, quella idea si modifica e lascia spazio a una comprensione più profonda, più umana. È esattamente quello che mi è successo leggendo Peggy Guggenheim di Rebecca Godfrey.
Questo libro non è una semplice biografia. È un’opera viva, densa, appassionata. È un lascito. Rebecca Godfrey ha dedicato dieci anni alla scrittura di questa biografia romanzata, una ricerca intensa e totalizzante che purtroppo non ha potuto concludere: è stata la sua amica e scrittrice Leslie Jamison a completarla, dopo la sua scomparsa. Il risultato è potente: un ritratto intimo, complesso, profondamente umano di una donna fuori dal comune.
Peggy Guggenheim non è solo “la collezionista d’arte” o “la mecenate eccentrica di Venezia”, come spesso viene etichettata. Figlia di Benjamin Guggenheim, morto nel naufragio del Titanic, Peggy perde il padre a quattordici anni. Non sarà l’unico dolore della sua vita: alla morte della sorella durante il parto si aggiungono un matrimonio infelice, relazioni turbolente, la difficoltà di essere madre e donna in un mondo che non perdonava l’anticonformismo femminile.
Ma Peggy non si è mai piegata.
Ha scelto di vivere altrove, altrove rispetto alle aspettative, altrove rispetto ai confini imposti. Ha viaggiato tra New York, Parigi, Londra, Venezia. Ha raccolto attorno a sé i nomi più straordinari dell’arte e della letteratura del Novecento: Marcel Duchamp, Samuel Beckett, Max Ernst (che fu anche suo marito), ma anche Jackson Pollock, che scoprì e sostenne quando era ancora sconosciuto.
Quello che colpisce, in questo libro, è il modo in cui l’autrice riesce a restituirci ogni sfaccettatura: la Peggy coraggiosa e visionaria, ma anche la Peggy fragile, piena di dubbi, in costante ricerca d’identità e appartenenza. Non solo una vita dedicata all’arte, ma una vita salvata dall’arte. Una vita in cui la cultura diventa ancora prima che un lavoro, una missione: quella di rendere l’arte accessibile, rivoluzionaria, parte della vita quotidiana.
Peggy Guggenheim di Rebecca Godfrey (completato da Leslie Jamison) è uno di quei libri che ti rimangono addosso. Non si sfogliano soltanto: si assorbono, si ascoltano. È una storia di audacia e vulnerabilità, di perdita e creazione, di libertà e bellezza.
Se volete approfondire, dopo che avrete letto il libro, andate su Peggy Guggenheim Collection


Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè au lait
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Open di Andre Agassi


  "Leggere biografie non è mai solo leggere vite altrui.
È imparare a guardare la propria da nuove angolazioni."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

sabato 28 dicembre 2024

Recensione: Una vacanza incantevole

        

Una vacanza incantevole
di Elizabeth Jane Howard

Editore
Fazi
Prezzo Cartaceo: € 20,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 432
Titolo originale: The Beautiful Visit
Traduzione a cura di: 
Manuela Francescon


La protagonista di questo romanzo è una ragazza come tante. Sedici anni, figlia di un compositore squattrinato, non conosceremo mai il suo nome, ma capiremo presto quanto si sforzi per trovare una propria identità, nonostante l’opaco destino già tracciato che la lega alle sue coetanee. Siamo nella Londra di inizio Novecento, e lo spazio vitale riservato alle ragazze perbene è rigidamente delimitato dalle mura domestiche. Ma a spezzare una routine quotidiana noiosa e avvilente arriva un invito inaspettato: la ragazza trascorrerà le vacanze di Natale nella dimora di campagna della famiglia Lancing. Per la prima volta potrà viaggiare da sola, per la prima volta assaporerà la libertà. L’atmosfera che si respira a casa Lancing è molto diversa da quella a cui è abituata: profumo di fiori, conversazioni brillanti, lunghe ore di ozio e lauti banchetti allietano le giornate; e poi c’è Rupert Laing, che la stuzzica suscitando in lei dei sentimenti mai provati prima. Una volta tornata a casa, non sarà facile affrontare di nuovo la normalità, soprattutto con la guerra imminente, che porterà con sé le prime amarezze della vita adulta.
Il romanzo d’esordio di Elizabeth Jane Howard, autrice della saga dei Cazalet, svela già tutto il suo talento per la scrittura; critica pungente verso l’educazione delle ragazze borghesi dell’epoca e ritratto di una giovane donna che lotta per ritagliarsi il proprio posto nel mondo, Una vacanza incantevole racconta in maniera impeccabile il desiderio, l’eccitazione e il commovente melodramma dell’adolescenza.

«Sono contenta: voglio che questa esperienza duri il più possibile. Non mi importa se poi non succede nient’altro. Sarà questo il mio tempo più felice. E poi davvero, è solo l’inizio, ho sedici anni. Voglio tutto, ogni singola cosa».


Un libro delicato, un tuffo in un'epoca, quella dei primi del Novecento, così diversa dalla nostra quotidianità. È stato il libro di esordio di E.J. Howard, ma non è questa l'impressione che si ha leggendo questo romanzo. Bellissimo. Una volta iniziato non si riesce più a staccarsene. Quindi non vi lasciate spaventare dal numero di pagine, lo leggerete tutto d'un fiato.
La Howard riesce a farci immergere nei paesaggi, nelle case e nelle vite dei protagonisti del libro grazie alle sue descrizioni accurate, sia dei luoghi sia delle atmosfere. Insomma, se siete appassionati del genere, non ne rimarrete delusi.
La storia parla di una ragazza inglese, adolescente, che vive nella Londra dei primi del Novecento, un periodo dove essere donna significava principalmente vivere in casa, non potersi esprimere liberamente, essere obbedienti e aspirare al matrimonio.
La ragazza, di cui non sapremo mai il nome, viene da una famiglia squattrinata, è infelice e non sa cosa vuole dalla vita. Quando riceve l'invito per passare le vacanze di Natale nella dimora dei Lancing non ci può credere. Smette di piangere e parte per l'avventura. Naturalmente quello che l'aspetta è molto diverso da quello a cui è abituata. Tutto è più bello, più gioioso, profumato. Il ritorno a casa è scioccante. E tutto è descritto con una delicatezza, una sensibilità che traspare dalle parole nel descrivere i sentimenti di questa giovane ragazza. Vulnerabile e toccante.
Se sentite il bisogno di una lettura calma, raffinata, non lasciatevi scappare questo delizioso capolavoro.


Durata totale della lettura: 4 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè au lait
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Muriel Spark


  "La speranza non ha età."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

martedì 2 gennaio 2024

Recensione: Sussurri

                                         

Sussurri
di Ashley Audrain

Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 18,50
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 360
Titolo originale: The whispers
Traduzione a cura di: Isabella Zani


 I Loverly, proprietari della casa più lussuosa di Harlow Street, hanno organizzato un pomeriggio di fine estate tra amici: un party favoloso dal primo all’ultimo dettaglio, ma solo fino a quando Whitney Loverly, l’impeccabile padrona di casa, donna magnetica che richiama in egual modo malevolenze e ammirazione, si scaglia urlando contro il primogenito di dieci anni. Una scenata che gela all’istante l’atmosfera festaiola e gli invitati. Nove mesi più tardi, verso mezzanotte, quello stesso bambino cade dalla finestra della sua cameretta ed entra in coma. Whitney gli siede accanto nella stanza d’ospedale satura di apprensione e angoscia, rifiutandosi di parlare con chiunque, compresa la sua migliore amica Blair, di cui non riesce nemmeno a sopportare la vista. I fatti che seguono nei tre giorni successivi, mentre si consuma il dramma del piccolo Xavier, la cui sorte è sospesa in un fermo immagine, stringono il campo sulle famiglie di Harlow Street. In particolare, sulle tre donne che ruotano intorno a Whitney – Blair, Rebecca, Mara – di cui vengono svelati segreti e bugie: sussurri, che a poco a poco s’insinuano sotto la spessa coltre che ha sempre protetto, o meglio coperto, i rapporti di buon vicinato. I sussurri sono le invidie, i desideri, le confusioni, le intuizioni silenziate; e Ashley Audrain si conferma maestra di seduzione nel delineare le paure e la furia delle donne quando diventano madri, quando diventano amiche, ogni volta che scelgono.



Un piccolo centro, un quartiere dove vivono molte famiglie. I vicini si conoscono bene e si frequentano abitualmente. Ognuno con le sue vite, molto diverse tra loro. Un libro narrato al femminile con un'esplorazione della natura umana, delle relazioni, delle paure e delle certezze che possono infrangersi in un secondo.
Whitney è la donna di successo che tutte ammirano, ha tre figli, un bel marito, una società di successo e un rapporto difficile con il primo figlio Xavier che ha poco più di dieci anni. Blair è la casalinga, con una casa modesta, un buon marito e una figlia che adora. È affettuosa, perfetta nella gestione della propria famiglia, ma sempre alle prese con una gelosia che rischia di trasformarsi in odio nei confronti del marito Aiden. Rebecca. Medico, sposata con Ben che adora, vorrebbe tanto avere un figlio ma dopo cinque aborti le sue speranze sono ridotte a un lumicino. E poi c'è Mara, un'anziana donna portoghese che abita in una casa ormai decadente con il marito Alberto. Mara aveva un figlio "speciale" che le manca infinitamente. Le sue giornate sono scandite da una routine ormai consolidata, il bucato, la cucina, i ricordi e... l'osservazione di tutto quello che accade alle sue famiglie vicine. Ma non si intromette mai, osserva e tace e viene trattata quasi con condiscendenza dalle donne che vivono a pochi metri da lei. Ha un appuntamento fisso il giovedì: raccogliere l'aeroplanino di carta che trova nei cespugli che delimitano il suo giardino. 
Un giorno qualsiasi di una settimana qualsiasi accade un incidente: Xavier, il figlio di Whitney, a sera tarda cade dalla finestra della sua cameretta e giace in un letto d'ospedale in coma. Non si sa se se la caverà. Whitney entra in una specie di trance e non si allontana mai dal capezzale del figlio. Blair, sua intima amica (o almeno così lei credeva) cerca di starle vicina ma Whitney la allontana, non la vuole accanto. Rebecca lavora nell'ospedale dove è stato portato Xavier, ed è proprio lei ad accoglierlo in Pronto Soccorso.
La narrazione si snoda attraverso la visione di ognuna delle protagoniste, delle quali iniziamo a conoscere anche i più intimi pensieri, i rapporti apparentemente saldi che invece si rivelano fragili come cristallo.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: una tisana con miele
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Sito dell'autore: Ashley Audrain

  "I vicini, le loro famiglie, gli affetti e le amicizie una storia di donne forti e deboli, felici e disperate."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

mercoledì 3 maggio 2023

Recensione: Un altro Eden

                           

Un altro eden
di Paul Harding

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 224
Titolo originale: This other Eden


Dalla fine del Settecento fino al 1912, l’isola di Malaga accolse una comunità di pescatori composta da afroamericani, bianchi poveri e altre etnie che avevano trovato rifugio su quel lembo di terra nel Golfo del Maine. Nel 1912, il governatore dello Stato decretò «lo sgombero dei quarantasette residenti e la traslazione delle salme dei loro defunti». Un atto che sancí con efferata violenza la fine di quella comunità. In Un altro Eden, con la grazia della sua impeccabile scrittura, Paul Harding ritorna su quella vecchia vicenda crudele per narrare una magnifica storia "fatta di poesia e luce solare", come ha scritto il New York Times.
Il romanzo si apre nel 1793 con l'arrivo ad Apple Island - così viene ribattezzata nella finzione letteraria - Benjamin Honey, nero nato in schiavitù, e di sua moglie Patience, irlandese di Galway. Aspirante frutticultore, Benjamin Honey sbarca sull'isola con dodici sacchetti di iuta contenenti semi di diverse varietà di mele e, con ostinata pazienza, riesce a creare il suo piccolo Eden: un frutteto di trentadue meli. Più di un secolo dopo, nel 1911, una manciata di esseri umani vive sull'isola: i discendenti di Benjamin e Patience Honey, innanzi tutto, Esther Honey e suo figlio Eha, i figli di Eha; le sorelle McDermott, che passano le giornate a lavare i panni e ad accudire tre orfani; i fratellastri Lark, abili pescatori dai capelli e dagli occhi incolori, ereditati da padri africani, mamme irlandesi e nonni svedesi, e i loro quattro figli, vaganti per l'isola come spettri gentili e affamati; la vecchia Annie Parker e Zachari Hand to God Proverbs che vive in un albero cavo.
Gli abitanti di Apple Island conducono un'esistenza semplice e povera nel loro piccolo Eden, in cui ciascuno è libero di prendersi cura delle proprie ore e dei propri giorni. Ignorano, dunque, che qualcun altro possa decidere del loro tempo e decretarne addirittura la fine. Ignorano anche i tormenti di Matthew Diamond, il missionario bianco che ogni mattina rema fino all'isola per predicare e insegnare tutto lo scibile ai bambini. Fermamente convinto che ogni uomo è suo fratello, Matthew Diamond non può, tuttavia, fare a meno di provare un istintivo e viscerale senso di repulsione ogni volta che si trova, come afferma con candore in una lettera, "alla presenza di un negro". Angustiato dal senso di colpa, si rivela non soltanto impotente dinanzi alla distruzione della piccola comunità di Apple Island, decretata dai deliri eugenetici e razzisti dell'epoca, ma anche incapace di scorgere in quel lembo di terra un'antica verità della sua fede: che l'Eden è dei poveri e dei semplici.


Apple Island, 1793. Benjamin Honey e sua moglie Patience sbarcano sull'isola. Il sogno di Benjamin, nero nato in schiavitù, è di creare il proprio Eden, creando un frutteto di ben 12 varietà di mele i cui semi ha raccolto lavorando come schiavo. E ci riesce, nonostante le avversità. Inizia così la storia romanzata di avvenimenti realmente accaduti in un'isola nel golfo del Maine.
Benjamin e Patience danno vita a una vera e propria comunità. Tante etnie differenti, bianchi svedesi, irlandesi, africani. Tutte unite in un mélange che ha come risultato una varietà di personaggi peculiari. Anche perché essendo una piccola comunità, spesso i figli sono frutto di incesti, figli che sono anche fratelli perché nati dallo stesso padre. Qualcuno se ne va, qualcuno arriva. Come Matthew Diamond, ex insegnante, che confessa in una lettera a un amico di provare una certa repulsione alla vista di un negro e, per questo, per espiare il proprio senso di colpa, si dedica anima e corpo all'istruzione degli isolani. E scopre dei veri talenti, nelle materie più diverse. Una delle ragazze cui insegna riesce a parlare latino correntemente, un'altra ha uno spiccato talento per la matematica e apprende velocemente. Uno dei ragazzi disegna e dipinge come un artista nato. Seguiamo la vita di Esther Honey, discendente di Benjamin che per primo mise piede sull'isola, che vive con suo figlio Eha e i di lui figli. I Lark, le sorelle McDermott, Zachari Hand to God Proverbs, dall'età indefinita, carpentiere esperto che insegna il mestiere a Eha e lo aiuta a costruire la casa dove vive con la sua famiglia. Quanto a Zachari, lui vive nel tronco di un albero dove ne ha inciso tutte le pareti, quasi a lasciare una traccia per ricordare tutta la storia dell'isola.
Le sorelle McDermott hanno adottato tre orfanelli, portati lì dalla madre che poi, una volta certa che fossero in ottime mani, li ha abbandonati per andare a cercare una vita migliore.
La vita quotidiana degli abitanti è semplice e povera. Si nutrono di bacche e di tutto quanto trovano di commestibile. Esther fuma una pipa ma, in assenza di tabacco, utilizza foglie di artemisia. Ognuno aiuta l'altro e si prende cura quanto può di chi ha bisogno. Qualcuno muore e viene seppellito direttamente nell'isola. 
Tutto scorre serenamente, nonostante le difficoltà, fino al giorno in cui i politici che abitano di fronte all'isola sulla costa del Maine, decidono che bisogna fare qualcosa per risolvere il problema di avere davanti a sé una comunità così indecente, sporca, puzzolente, mescolanza di razze che ha portato a procreare una genie malata di mente e di cui avere paura.
È così che, sotto gli occhi di Matthew Diamond, iniziano le visite sull'isola da parte di medici, politici, sceriffi, a controllare, esaminare e... decidere di eliminare questa comunità.
A testimonianza di quanto avvenuto e delle persone che vivevano sull'isola, i disegni e i dipinti del nipote di Eha.
Una storia triste di come, invece di aiutare chi è in difficoltà, sia stato deciso di eliminare il problema alla radice. Facendo evacuare chi vi viveva e bruciando tutto. Ma non proprio tutto.....
Da leggere se avete voglia di immergervi in un mondo affascinante, noi abituati ad avere tutto a portata di mano, con la tecnologia e tutte le innovazioni che ogni giorno cercano di facilitare la nostra vita, possiamo scoprire che c'è stato un tempo in cui tutto ciò non esisteva e che ci sono molti modi per superare le difficoltà.

Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: limonata ghiacciata
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni

  "l'Eden, nell'immaginario collettivo un luogo di serenità, gioia, abbondanza."



giovedì 1 dicembre 2022

Recensione: La casa delle spie

                       

La casa delle spie
di Katherine Reay

Editore: Newton Compton
Prezzo Cartaceo: € 12,00
Prezzo ebook: € 0,99
Pagine: 320
Titolo originale: The London House


Mentre sta lavorando, Caroline Payne riceve una telefonata davvero inaspettata. Mat Hammond, un vecchio amico dell'università, studiando documenti relativi alla seconda guerra mondiale, si è imbattuto nel nome di una prozia di Caroline. Pare che un membro della famiglia abbia tradito il proprio Paese per amore di un soldato tedesco. Caroline non può credere che sia accaduto e così, determinata a scoprire la verità, parte per Londra, diretta verso la casa che è di proprietà della sua famiglia da generazioni. Con l'aiuto di Mat comincia subito a frugare negli armadi e nei vecchi cassetti, alla ricerca di lettere e diari che possano aiutarli a ricostruire l'accaduto. Ed è così che comincia a emergere la storia di sua nonna e della sua prozia, le famose gemelle Waite, cresciute in un mondo dorato finché la guerra non le separò. ma più Caroline scava nel passato, più i dubbi la tormentano: è imparentata con una collaborazionista o la realtà è più complessa di come appare? Forse le risposte che cerca sono legate a una fatale sera del 1941, che potrebbe aver cambiato l'intera storia della famiglia.


Caroline Payne risponde alla chiamata di Mat, suo compagno di università e caro amico che ha perso di vista. Una chiamata inaspettata, dopo tanti anni e dopo che lei lo ha praticamente escluso dalla sua vita. Si incontrano e Mat le racconta del suo progetto: pubblicherà una storia relativa alla seconda guerra mondiale e una delle protagoniste è la prozia di Caroline, Caro, sorella gemella della nonna Margo. Caroline è perplessa perché la sua prozia Caro è morta a sette anni a causa della poliomielite e non si spiega come possa essere coinvolta in avvenimenti della seconda guerra mondiale.... Ma il suo nome è apparso nel 1941, anni dopo la sua "morte".
I risvolti dell'articolo che Mat le consente di leggere in anteprima sono a dir poco inquietanti perché porterebbero la famiglia di Caroline al centro di uno scandalo che, seppur risalente agli anni '40, avrebbe delle conseguenze su tutta la sua famiglia. Su di lei ma, soprattutto sul padre. 
Inizia così per Caroline una corsa contro il tempo: ha poco più di 4 giorni prima che l'articolo venga pubblicato per verificare la veridicità della storia. Sua zia era veramente una collaborazionista tedesca? È per questo che suo padre ha sempre vissuto una vita da solo, ormai isolato e chiuso in se stesso tanto che non vuole neanche lottare contro il cancro di cui è affetto? Caroline decide così di partire per Londra, alla volta della London House, la villa di famiglia dove ora vive la madre che vi si è trasferita per assistere la suocera Margo.
Caroline inizia a leggere i diari della nonna e la corrispondenza con la sua gemella Caro. Le due, molto legate, sono state separate a causa della malattia di Margo che ha rischiato di perdere la vita. Le due donne, infatti, seppur distanti e con vite ormai così diverse, sono sempre rimaste in contatto, indivisibili anche nella lontananza.
Caroline scopre che la zia si era trasferita a Parigi e lavorava per la famosa Maison Schiaparelli. Da quanto legge nei diari e nelle lettere alla sorella Margo, a Caroline sembra impossibile che la zia possa essere stata una collaborazionista. Riesce così a convincere Mat ad aiutarla a scoprire la verità.
Un bellissimo romanzo che è la storia di generazioni di una famiglia che ha vissuto in prima persona i bui anni della grande guerra e che ne ha subito le conseguenze psicologiche e morali arrivando a ripudiare un membro della famiglia a causa delle sue simpatie naziste.
Raccontato attraverso Caroline e gli scritti delle sue ave è un andare avanti e indietro nel tempo, alla ricerca della verità.

Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: tisana allo zenzero
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Katherine Raey


  "Due gemelle separate dagli eventi ma mai veramente divise. Una famiglia spezzata che solo la verità riuscirà forse a riunire."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

lunedì 18 luglio 2022

Recensione: Le tre figlie

                

Le tre figlie
di Anna Dalton

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 18,60
Prezzo ebook: € 9,99


Dopo tanti anni, il sontuoso cancello di Villa Fiorita si apre di nuovo per accogliere Margherita, Viola e Iris. Tre sorelle. Tre giovani donne che, per ragioni diverse, si sono lasciate alle spalle la casa in cui sono cresciute e tutto quello che significava per loro. Ma ora è lì che devono tornare. Perché Dalia, la loro madre, vuole scrivere un'autobiografia che racchiude tutta la storia della famiglia. Non solo i dettagli della sua luminosa carriera di attrice che, all'apice della fama, ha deciso di ritirarsi dalle scene: ma anche segreti che le tre sorelle non vogliono che vengano svelati. Perché hanno ormai la loro vita. Perché finalmente nessuno sa chi sono e non sono più circondate da giornalisti e fotografi. Perché quello che è stato è giusto che resti sepolto. La verità non sempre è la scelta giusta. Margherita, Viola e Iris hanno solo un weekend per far cambiare idea a Dalia, una donna che non le ha mai ascoltate perché sempre concentrata su sé stessa. Ma la posta in gioco è troppo alta e loro non sono più tre ragazzine. Sono cresciute e il loro futuro dipende da quello che verrà scritto in quel libro. Solo unite potranno raggiungere il loro obiettivo. Ma il rapporto tra sorelle può essere sia un rifugio sia una prigione e la famiglia a volte è un logo in cui lasciare che ogni segreto rimanga tale per sempre.


Viola, una suora vicina a prendere i voti per la vita. Margherita, una donna vicina a prendere le redini del suo partito nella città dove vive a Bassano, madre di due bimbi e felicemente sposata. Iris, una ragazza che vive da sola a Roma, cercando di contare solo su se stessa, non è fidanzata, anzi non ha mai avuto un fidanzato. Dalia, un'attrice che al culmine della celebrità si è ritirata dalle scene per ritirarsi a Villa Fiorita, una magione romana con un bellissimo parco, con la sola compagnia di Dolores, la sua fedele governante da sempre, e le sole persone che si occupano della villa.
Dalia decide di scrivere un'autobiografia dove racconta la sua vita e quella della sua famiglia. Sarà sicuramente un successo. Le tre figlie ricevono una sua lettera dove lei comunica la sua decisione e questo le convince a recarsi da lei per un weekend dove cercheranno di persuaderla a lasciare perdere questo progetto che per loro sarebbe devastante. Tutte e tre sono fuggite, cercando di costruirsi una vita lontana dalle scene, dove essere solo se stesse e non le "figlie di Dalia". Quando erano piccole erano sempre sotto i riflettori, i fotografi facevano a gara per rubare scatti anche della loro intimità. E la madre non c'era mai. Sono cresciute nella sua ombra, desiderose del suo affetto, della sua vicinanza, ma non hanno mai potuto contare su di lei. Certo, non mancava loro niente. Hanno sempre avuto tutto quello che potevano desiderare, un autista sempre a disposizione per accompagnarle a scuola o dovunque volessero andare. Margherita era quella seria, con la testa sulle spalle. Viola la scapestrata, sempre alla ricerca di scandalizzare con le sue bravate. Iris, la piccola, con problemi di ansia e difficoltà a socializzare. E il padre? Una figura enigmatica, uno studioso, sempre immerso nel suo lavoro e quasi invisibile. Le tre sorelle sono sempre state molto unite, sapendo di poter contare l'una sull'altra. Fino a quando qualcosa ha fatto sì che Viola e Iris smettessero di parlarsi. Margherita ha sempre fatto il possibile per riconciliare le due sorelle ma senza riuscirci. Fino al fatidico weekend. L'incontro con la madre non è facile. Lei è sempre bellissima, ma sembra non essere cambiata neanche nei loro confronti. E un segreto nascosto da molti anni rischia di essere portato alla luce dall'autobiografia che Dalia vuole scrivere. Un segreto e la storia delle loro vite riporterà alla ribalta il nome di Dalia ma rischia di sconvolgere la vita delle tre figlie. Un romanzo sulla famiglia, sugli affetti e sui rapporti tra sorelle e tra genitori e figli. Molto bello, una romanzo rilassante e immersivo che accompagna il lettore, pagina dopo pagina, verso un epilogo che non chiude la storia delle tre figlie, ma apre le porte delle loro vite.

Durata totale della lettura: 4 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: infuso di lamponi e ribes
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
 

  "Le famiglie possono essere complicate."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

venerdì 23 aprile 2021

Recensione: È durata poco la bellezza Tutte le lettere di Capote

   

È durata poco la bellezza
Tutte le lettere di Capote
a cura di Gerald Clarke

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 28,00
Prezzo ebook: € 19,99
Pagine: 608
Titolo originale: Too brief a treat. The Letters of Truman Capote

È durata poco la bellezza raccoglie per la prima volta tutte le lettere di Truman Capote, offrendoci il ritratto intimo e più nascosto del grande scrittore. Dalle lettere inviate in oltre quarant’anni ad amici, nemici, editori, amanti, famigliari, emerge un Capote in larga parte inedito: scopriamo il ragazzo ingenuo che fa il suo improvviso ingresso nella scena letteraria della New York del dopoguerra; leggiamo lo scrittore maturo degli anni Cinquanta, al centro del jet-set e amato dalla critica; scrutiamo il dietro le quinte della stesura del suo capolavoro A sangue freddo nella corrispondenza con il detective Alvin Dewey e con uno dei killer, Perry Smith; ci commuoviamo nel leggerlo, disilluso e ormai isolato, nel corso degli ultimi giorni della sua vita. Capote scriveva lettere con spontaneità, enfasi, passione. Oggi, grazie alla cura attenta di Gerald Clarke, È durata poco la bellezza getta luce su una vita senza eguali, e su un intero mondo che nessuno è stato in grado di descrivere con la stessa forza e sincerità.



Ho letto molti libri di Capote, dal suo primo Colazione da Tiffany, del quale praticamente tutti hanno visto la trasposizione cinematografica, al crudo e realistico A sangue freddo, l'ultimo che ha scritto. E di tutti mi sono innamorata, per i motivi più diversi. Non potevo non leggere questa raccolta delle lettere che il grande autore ha scritto e che in qualche modo ci permettono di conoscerlo anche in modo più intimo. Sì, perché quando si scrive una lettera, così come quando si scrive un libro, ci si mette a nudo. 
Capote è nato a New Orleans nel 1924 ed è mancato a soli 60 anni a Bel Air. Si è trasferito a New York per raggiungere la madre che nel frattempo si è risposata, dopo avere abbandonato lui e suo padre. E proprio per fare un dispetto alla madre che disprezzava apertamente, decide di prendere proprio il cognome del patrigno, il signor Joe Capote. Inizia a scrivere presto e diventa velocemente famoso, grazie ai racconti scritti su Harper's Bazaar, entrando a far parte dei salotti più esclusivi di New York, frequentati da Jackie Kennedy, Bogart, Warhol e Tennessee Williams. Omosessuale e dal carattere irriverente ama vivere ai limiti dell'eccesso. Questa breve biografia è secondo me utile per inquadrare il contesto in cui dobbiamo leggere le lettere che ha scritto durante tutta la sua vita, anche quando gli era possibile alzare il telefono per parlare con chiunque desiderasse.
Truman scrive ad amici e colleghi lettere molto allegre e colme d'affetto. Una buona parte di queste lettere risalgono al periodo in cui stava scrivendo A sangue freddo, racconto verità di un fatto avvenuto alla fine degli anni 50 in Kansas. Scrive molte lettere alla famiglia Dewey, che ha conosciuto in Kansas e che ha collaborato con lui nelle ricerche per il libro. Nelle sue lettere ci sono molti pettegolezzi, critiche ed elogi, parla di viaggi e di faide. Poi si racconta del periodo di riabilitazione, a seguito di un incidente d'auto. Le lettere sono unilaterali, nel senso che nel libro troviamo solo quelle scritte da Capote, ma non le risposte, pertanto bisogna leggerlo un po' alla volta, per assaporare i vari passaggi da un periodo all'altro della sua breve vita. Grazie al curatore, Gerald Clarke, e alle sue note a pié pagina, riusciamo a contestualizzare ogni lettera in base al periodo in cui è stata scritta, in modo da capire e seguire bene gli eventi.
Un modo di scoprire l'autore dietro i libri con le sue peculiarità, i suoi vizi e le sue virtù e far finta che quelle lettere fossero destinate a noi, per raccontarci di lui e di un periodo che ha segnato un'epoca di grandi rivoluzioni e cambiamenti. 


Durata totale della lettura: un po' alla volta
Bevanda consigliata dall'autrice: latte e menta
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni



      "qualche lettera al giorno per scoprire uno scrittore istrionico, superstizioso, eccentrico"




 

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio 

lunedì 22 marzo 2021

Recensione: La spinta

 


La spinta
di Ashley Audrain

Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 348
Titolo originale: The push

È la vigilia di Natale e Blythe è seduta in macchina a spiare la nuova vita di suo marito. Attraverso la finestra di una casa estranea osserva la scena di una famiglia perfetta, le candele accese, i gesti premurosi. E poi c'è Violet, la sua enigmatica figlia che dall'altra parte del vetro, a sua volta, la sta fissando immobile. Negli anni, Blythe si era chiesta se fosse stata la sua stessa infanzia fatta di vuoti e solitudine a impedire di essere una buona madre, o se invece qualcosa di incomprensibile e guasto si nascondesse dietro le durezze e lo sguardo ribelle di Violet. Quando ne parlava con Fox, il marito, lui tagliava corto, tutto era come doveva essere, diceva. Era cominciata così, o forse era cominciata molto prima, quando era stata lei la bambina di casa. Blythe ora è pronta a raccontare la sua parte di verità, e la sua voce ci guida dentro una storia in cui il rapporto tra una madre e una figlia precipita in una voragine di emozioni, a volte inevitabili, altre persino selvagge. Un tour de force che pagina dopo pagina stilla tutto quel che c'è da sapere quando una famiglia, per preservare la sacralità della forma, tace. Viscerale, onesto fino alla brutalità.
La spinta è un viaggio ipnotico e necessario nella psiche di una donna a cui nessuno è disposto a credere.



Un libro che fa riflettere sui rapporti tra madre e figlia, ma non solo. Quanto il carattere, la personalità di una madre può influire sulla vita futura della figlia. Sia per quanto riguarda il suo rapporto con la maternità e sull'educazione che questa avrà a sua volta con la propria figlia, ma anche con gli altri. È la storia di Blythe, della sua infanzia con una madre, Cecile, che sembra non averla mai amata. Ma è anche la storia di Cecile e del rapporto che (non) ha mai avuto con la madre Etta. Blythe ha avuto la fortuna di incontrare un uomo perfetto, innamorato di lei, con una famiglia molto unita e amorevole che la accoglie e la circonda di affetto. Blythe non è sicura di voler diventare madre. Il suo passato la porta a credere che non potrà mai essere una buona madre, ma Fox, suo marito lo desidera moltissimo, sogna di avere una famiglia. Quando scopre di aspettare un bambino le sue emozioni sono contrastanti. Da un lato è terrorizzata che la storia si ripeta, consapevole di essere cresciuta senza amore, abbandonata da una madre che non l'ha mai veramente desiderata e con un padre che non è stato in grado di compensare quella mancanza. Ma dall'altro ha voglia di riscatto, di dimostrare che può essere una madre amorevole e che sarà in grado di crescere un figlio circondandolo di tutte le attenzioni, premure e affetto. Quando nasce Violet Blythe è in difficoltà. Non prova quell'innamoramento istantaneo verso la propria figlia che le altre madri le raccontano. Violet sembra respingerla fin dai primi giorni ed è serena sono con il padre o con la nonna. Fox cerca di aiutare Blythe, di minimizzare, la tranquillizza dicendole che si tratta solo di una fase, che passerà. Ma mano a  mano che Violet cresce aumenta anche la distanza tra lei e Blythe e quest'ultima inizia anche a intravedere una sorta di cattiveria nell'animo della figlia che si ripercuote anche nei suoi rapporti con gli altri bambini quando inizia a frequentare l'asilo. È dispettosa, aggressiva e subdola. Ma Fox non vuole sentire ragioni: per lui Violet è solo una bimba affettuosa e che .... è Blythe il problema. 
E la storia prosegue, con alternati passaggi tra passato e presente, nei quali si raccontano le storie di Etta, la nonna di Blythe, di Cecile, sua madre e di Violet sua figlia, in un susseguirsi di eventi inaspettati.
Un viaggio nel rapporto tra madri e figlie, ma anche un esempio di come molte volte le richieste di aiuto rimangono inascoltate e delle conseguenze che il rifiuto di accettare la realtà e di prendere coscienza dei problemi possano portare a epiloghi anche tragici e dolorosi.
Un libro che si legge senza sosta e che fa riflettere. 
 

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: te nero con un goccio di latte
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni



      "È sempre vero che una madre ami incondizionatamente i propri figli? E che questo amore sia reciproco?"


 Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio 

sabato 28 dicembre 2019

Recensione: Che fine ha fatto Bernadette?


Che fine ha fatto Bernadette?
di Maria Semple
Titolo originale: Where'd you go, Bernadette?
Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 20,00
Pagine: 400


Uno dei più grandi bestseller USA degli ultimi anni, 60.000 copie vendute. Bernadette Fox non è un tipo facile. Sarà forse a causa degli occhialoni da diva, dei modi scostanti o dell'abrasiva ironia con cui considera le cose del mondo. Sarà perché esce di rado, trascura la casa e non fa nulla per nascondere l'ndifferenza nei confronti dei comitati scolastici e della piaga dei rovi infestanti. Quando la figlia Bee chiede un viaggio in Antartide come premio per la pagella perfetta, Bernadette si getta eroicamente nei preparativi. Consumata dallo sforzo di adattarsi a una vita che non le assomiglia affatto, è una donna sull'orlo di una crisi di nervi. Mentre gli intoppi e i disastri si susseguono uno dopo l'altro, all'improvviso Bernadette scompare, lasciando alla sua famiglia il compito di raccogliere i cocci. Il che è esattamente ciò che Bee decide di fare, ricostruendo con acume e pazienza la scia di mail, fatture, articoli di giornale e circolari scolastiche che la madre si è lasciata alle spalle, fino a svelare il clamoroso segreto che Bernadette nasconde da vent'anni. Sorprendente ritratto femminile, Che fine ha fatto Bernadette? celebra l'istinto di fuga che cova dentro ognuno di noi. Perché nell'ingorgo assordante delle nostre vite è l'imperfezione l'unica ancora di salvezza. Da oggi Bernadette ha il volto di Cate Blanchett, protagonista del film ispirato a questo romanzo.


Ho adorato questo libro fin dalle prime pagine. Scritto in modo dinamico, un po' in prima persona, un po' attraverso le mail e i messaggi che i vari protagonisti si scrivono. Scambi ironici e assolutamente riconoscibili nella vita di ogni giorno. Bernadette è una bella donna, vivace, irriverente, molto particolare, che prende la vita con molta ironia, un passato come architetto vincitore di un importante premio. Ora vive a Seattle, dove si è trasferita da Los Angeles, con la famiglia. Chiaramente in crisi, con la fobia di stare in mezzo alla gente e di avere rapporti con la comunità in cui vive a Seattle. Un marito che ha una carica importante alla Microsoft, una figlia che ha avuto problemi fin dalla nascita ma che ora è diventata una personcina molto determinata, sicura di sé e molto intelligente. Tanto che ha sfidato i propri genitori strappando loro la promessa che se avesse ottenuto ottimi risultati a scuola come premio l'avrebbero portata a fare un viaggio in Antartide. Promessa che i genitori hanno fatto a cuor leggero ma che si ritrovano a dover mantenere in quanto non solo la pagella è perfetta, ma colma di elogi per questa ragazzina di 15 anni che sembra un piccolo genio. Per Bernadette è un problema, lei che da sempre evita i contatti con tutti coloro che le stanno intorno, figuriamoci fare un viaggio dove è costretta a stare in mezzo ad un gruppo con il quale condividere ogni cosa, dalla colazione alle escursioni! Però inizia ad organizzare il viaggio e ordina tonnellate di attrezzature che saranno sicuramente indispensabili per un viaggio così avventuroso e la casa si riempie di scatoloni. Ma la vita di tutti i giorni la mette sempre a contatto con le "moscerine" le mamme della scuola che frequenta la figlia. Non le sopporta, si è fatta cancellare dalla mailing list della scuola, non partecipa alla vita scolastica, non ci pensa nemmeno a essere parte integrante di questa piccola comunità dove ognuno è chiamato a partecipare e a fare qualcosa. Ma più si avvicina la data della partenza e più Bernadette entra in crisi. Ha una segretaria virtuale che sta in India e che si occupa di tutto quello di cui lei bisogno, organizza il viaggio, le prende gli appuntamenti con il dentista, insomma tutto quello che Bernadette da sola, non riesce a fare, cioè tutto. Ma per fare questo Manjula, la sua segretaria virtuale, deve avere accesso a conti bancari, dati sensibili che Bernadette le comunica senza alcun problema. Ma chi è Manjula? Vi anticipo solo che ad un certo punto ci si mette di mezzo persino l'FBI! E poi ad un certo punto Bernadette sparisce letteralmente nel nulla. Non vado avanti perché vi svelerei troppe cose, ma vi assicuro che arriverete alla fine del libro senza quasi accorgervene. Al cinema in questo periodo è uscito il film e sono stata tentata di andare a vederlo mentre leggevo il libro, tanto ero ansiosa di scoprire come sarebbe andata a finire, ma ho preferito aspettare. E ho fatto bene, così mi godrò il film, con la fantastica Cate Blanchett a interpretare la fantastica Bernadette.
Ecco, mi chiedo se siate già usciti per procurarvi una copia di questo libro...




Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè con panna
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Sito dell'autrice: Maria Semple






      "Le persone come te devono creare, se non lo fai rischi di scoppiare."





Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

mercoledì 27 febbraio 2019

Recensione: Resta con me



Resta con me
di Elisabeth Strout

Editore: Fazi Editore
Prezzo edizione cartacea:
 € 18,50
Pagine: 381
Titolo originale: Abide with me


Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Annett: è giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal comune. Ed è diverso dalle precedenti guide spirituali che i fedeli hanno conosciuto perché ha carisma e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto. Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto può cambiare, l’attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. La giovane signora Caskey muore. Una morte che travolge il marito e le loro bambine in modo irreversibile. La figlia maggiore, Katherine, di appena cinque anni, smette di parlare chiudendosi in un silenzio impenetrabile; Tyler non trova più le parole adatte in chiesa, né alcuna misericordia per chi si rivela ottuso, arido, distante. Cosa resta, quindi, del conforto religioso? Poco o niente, se di fronte alla fragilità di un lutto che si apre come una voragine nessuno riesce a compenetrarsi nel dolore altrui, se le meschinità di un quotidiano prosciugato di ogni calore si moltiplicano tra le mille illazioni che corrono lungo i fili del telefono propagando sciocche storie di adulterio o di malattia mentale. È vero, sono i conformisti anni Cinquanta, e West Annett è nel Maine, una terra di antichi pionieri rigidamente protestanti. Ma Resta con me si dilata oltre ogni confine e ci conduce nelle pieghe più oscure dei rapporti affettivi, lì dove ogni perdita può rivoluzionare una vita. Scendere, per risalire più in alto: questa è Elizabeth Strout, nella sua scrittura puntuale, nei chiaroscuri emozionali, e in quello sguardo sul mondo nel quale dilaga ancora, inaspettata e dunque più preziosa, l’eco di un’imperscrutabile salvezza.



Elisabeth Strout, per chi non avesse ancora letto uno dei suoi meravigliosi libri, è un'abile scrittrice americana, nata a Portland, con un talento incredibile nello scavare nell'animo umano per poi portarne alla luce ogni dettaglio. E lo fa in modo straordinario.
In questo libro narra la storia del Pastore Tyler Caskey, giovane, dalla figura imponente e con una forte spiritualità. Al suo arrivo nel piccolo villaggio di West Annett, negli anni '50,  viene accolto con calore dalla comunità che, attratta dal suo carisma lo riconosce come una forte guida spirituale e torna a riempire la chiesa. I suoi sermoni, che non legge mai, ma che recita spontaneamente, sono colmi di amore, di rispetto verso ogni cosa, dalla natura agli esseri umani. Sua moglie è bella, giovane e sensuale, e suscita da subito sentimenti diversi, che vanno dall'ammirazione all'invidia. La storia si snoda tra passato e presente, in un capolavoro di dialoghi e descrizioni non solo del protagonista, ma di tutti coloro che ne fanno parte. È una tranche de vie raccontata con maestria: l'arrivo nella piccola comunità, la morte della giovane moglie che lo lascia solo con due piccole figlie, la madre dispotica e rigida, i componenti della congregazione. Leggendo questa storia mi è parso di essere in quel villaggio, di respirarne l'aria fresca e profumata, di soffrire con Tyler Caskey quando la sua vita viene stravolta dalla tragica perdita della moglie tanto amata. Mi sono avvicinata alla figlia Katherine che in seguito alla morte della madre si rifiuta di parlare e di comunicare con chiunque, anche con il padre. Fede e dubbio, dolore e speranza, i legami e i rapporti tra le persone, sono temi che vengono affrontati con una tale delicatezza da tenere incollati alle pagine il lettore dall'inizio alla fine del libro. Lo consiglio a chi voglia leggere una storia intensa, struggente ma sempre molto equilibrata.


Durata totale della lettura: 8 giorni
Bevanda consigliata: del te caldo al limone
Formato consigliato: cartacea
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Sito dell'autore: Elisabeth Strout




   
   "Cosa resta della fede quando tutto sembra essere perduto?"


  
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