martedì 9 dicembre 2025

Recensione: Empusium - Una storia di natura e orrore


Empusium 
Una storia di natura e orrore
di Olga Tokarczuk

Editore: Bompiani
Prezzo Cartaceo: € 22,00
Pagine: 336

Titolo originale: Empusium
Traduzione: Silvano De Fanti  


1913. Il giovane Mieczyslaw, malato di polmoni, arriva a Görbersdorf, noto centro di cure della Bassa Slesia, ed entra subito a far parte della piccola variegata comunità che aspetta la guarigione − o altro − passeggiando, conversando, mangiando e bevendo saporose specialità locali. Filosofia, amore, arte, guerra, e poi le donne, sempre le donne: questi i temi prediletti dai suoi compagni di pensione e terapia.
Nella pensione in cui M. abita succedono strane cose: la moglie del proprietario è appena morta in circostanze misteriose, e il ragazzo è attratto dalla sua stanza, dalla sua storia. Ma anche altre storie lo avvincono: per esempio la leggenda locale che vuole che nei boschi riposino singolari creature terrigne, calde e seducenti quanto feroci. Ancora donne. E mentre tra chiacchiere, potenti cordiali alle erbe, confidenze e tirate fanatiche i suoi compagni di ventura cercano di allontanare i presagi di morte che li accerchiano, M. scoprirà l'attrazione che lo lega a Thilo, giovanissimo artista, e le sfumature di slanci e sentimenti che lo abitano, lo fanno inimitabile, forse lo salveranno. 

Olga Tokarczuk rivisita certe atmosfere alla Thomas Mann, torna al tema amato della natura e del suo potere, irride i triti rituali dell'amicizia al maschile e tratteggia un ritratto di giovane pensoso che nel dolore e nella paura impara a crescere e a credere in ciò che è.



Germania di inizio Novecento. 
Un villaggio sperduto tra le montagne, la campagna, i boschi, i colori dell’autunno. Un sanatorio isolato, luogo di ritiro per curare malattie di polmoni, di corpo, della mente.
È qui che arriva Wojnicz, un giovane studente polacco malato di tubercolosi, che si allontana per la prima volta dal suo ambiente familiare per unirsi a un gruppo di personaggi originali ed alquanto eccentrici.
La vita nel sanatorio scorre tra trattamenti, passeggiate e lunghe discussioni filosofiche, ma presto l’atmosfera si fa inquieta: rumori inspiegabili che riecheggiano nella notte, porte e stanze che nascondono segreti, leggende locali che circolano tra i pazienti, un presunto suicidio (o forse non è un suicidio?).
In questo scenario sospeso tra cura e morte, tra realtà e suggestione, Wojnicz non solo esplora il mondo fuori dal suo ambiente familiare, ma inizia un viaggio ancora più profondo: alla scoperta di se stesso.

Questo libro ha tutti i temi che più mi appassionano, soprattutto nel periodo invernale: atmosfera gotica, immerso nella natura, scienza e superstizione, storia e filosofia, il tutto condito con un pizzico di ironia.
Le descrizioni sono incredibilmente dettagliate, e permettono al lettore di immergersi sin da subito nell’atmosfera e nei simbolismi del racconto.
Sembra quasi di guardare un film: ogni stanza, ogni paesaggio, ogni piccolo dettaglio contribuisce a creare un mondo vivido e sospeso tra realtà e immaginazione. I suoni della natura sono così coinvolgenti che possiamo quasi sentire il rumore dell’acqua che scorre mentre passeggiamo nei boschi con il protagonista.

L’aspetto più potente del libro è sicuramente l’atmosfera. Il villaggio immerso tra le montagne, la nebbia, il cimitero, la notte. A questo si accompagna una tensione costante, malinconica e cupa.
L’inquietudine e la curiosità del lettore crescono ma senza mai esagerare : suoni oscuri, personaggi stravaganti e misteriosi, ombre che appaiono e scompaiono, fino a un presunto suicidio che lascia però qualche dubbio. L’ambientazione mi ha sicuramente ricordato la Transilvania di Dracula.

Altra interessante particolarità la presenza di continui contrasti: il ruolo dell’uomo e della donna nella società del tempo, con una misoginia estrema al limite del ridicolo, e uno sguardo all’omoerotismo, ma anche scienza e superstizione, incontro tra razionale e sovrannaturale, e sicuramente l’evolvere precario della vita tra giovinezza e decadenza.
Da una parte la fragilità del corpo e la malattia fisica e mentale, dall’altro il contrasto con la forza di spirito e la voglia di vivere : il protagonista cerca di guarire dalla malattia affrontando pensieri sulla morte come come se potesse giungere da un momento all’altro, nonostante la sua giovane età.

Questi contrasti e il tono onirico del racconto rendono la storia ancora più intensa, un’esperienza sospesa tra realtà e sogno, dove non è chiaro cosa sia reale, cosa leggenda, cosa allucinazione, cosa fantasia, lasciando il lettore avvolto in un’incertezza affascinante ed inquietante, che poi, forse, è riflesso dell’incertezza stessa della vita

Durata totale della lettura: otto giorni  
Bevanda consigliata: the bianco fico e vaniglia
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Olga Tokarczuk
« Noi riteniamo che le cose più interessanti stiano sempre nell’ombra,
in ciò che non si vede »


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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