venerdì 26 giugno 2020

Recensione: La memoria del lago


La memoria del lago
di Rosa Teruzzi


Editore: Sonzogno
Prezzo Cartaceo: € 14,00
Pagine: 144


In una tiepida sera di fine estate, un vecchio dossier di polizia, ingiallito dal tempo, arriva sul tavolo del laboratorio di Libera, la fioraia del Giambellino. Contiene i documenti di un dimenticato caso di cronaca - erano gli anni del dopoguerra, una giovane donna trovata morta sulla riva del lago di Como - rapidamente archiviato dalle autorità. Libera ne resta sgomenta: quella morte riguarda da vicino sua madre Iole e la sua misteriosa famiglia. Le carte contengono anche la testimonianza e i dubbi, trascurati dalla polizia, di un vecchio prete di montagna: la figlia di quella povera ragazza era davvero dell'uomo che l'aveva appena sposata? E perché Tarcisio Planetta, il contrabbandiere, l'aveva minacciata ad alta voce nell'osteria? E chi erano quegli "autorevoli" personaggi che hanno garantito per lui? Ce n'è abbastanza perché la fioraia milanese abbandoni i suoi bouquet matrimoniali e si improvvisi di nuovo detective. Insieme all'eccentrica Iole, cultrice dello yoga e del libero amore, e alla giovane cronista Irene, dotata di un fiuto infallibile, Libera si mette in cerca della verità, provando a scardinare i silenzi dei testimoni sopravvissuti. Alle Miss Marple del Giambellino, come le chiamano i giornali, non mancheranno certo la tenacia e l'arguzia, in un'indagine serrata tra Como, Lecco e le vie esclusive di Milano, per far affiorare il segreto che si nasconde sotto le acque del lago.



Quello che adoro fare durante la stagione estiva è leggere libri gialli, di qualsiasi genere ed autore. Rosa Teruzzi a tal proposito, non delude mai. Anche questa volta, le tre investigatrici del Giambellino vi terranno incollate alle pagine di questo romanzo. Il personaggio che adoro è letteralmente Libera, la figlia dell’eccentrica Iole. Una donna che ha dovuto ricostruirsi totalmente: Era infatti stato Spartaco (suo nonno) a insegnarle i segreti dei fiori e delle piante, ed era la rimessa dei suoi attrezzi che Libera aveva adattato a laboratorio, quando era stata costretta a reinventarsi un mestiere, a quarant’anni suonati, dopo la chiusura della sua piccola libreria specializzata in gialli e noir. Suo malgrado anche stavolta Libera sarà costretta ad indagare su di un nuovo misterioso omicidio, direi quasi di famiglia, considerato che ad essere stata uccisa, in tal caso, si è trattata proprio di sua nonna. L’indagine ha dunque inizio, nel rispetto dell’insegnamento chiave di nonno Spartaco: solo la verità ci rende liberi, ed in fondo, non è mai troppo tardi per conoscere la verità. Ribella la nonna materna di Libera è morta in circostanze misteriose. Nella denuncia del misterioso suicidio di Ribella, don Carolino scriveva che i suoi dubbi si erano rafforzati nei giorni successivi al funerale, dopo aver raccolto le confidenze di alcuni parrocchiani che, «timorosi di rivolgersi alle Autorità Secolari», alludevano alla «chiacchierata amicizia» tra Ribella e un giovanotto del paese, un certo Alfredo Planetta, e alle oscure minacce proferite contro la donna dal padre di lui, Tarcisio. Qualunque cosa ci fosse scritto su quello stupido verbale non avrebbe intaccato il suo ricordo del nonno. Perché l’amore è fatto di vita vissuta insieme ed è più forte del dna. Questo il punto di partenza da cui partono le indagini, in una fase continua di colpi di scena, vecchie storie di famiglia e morte mai risolte. Un romanzo davvero ben scritto, che scivola veloce e rapisce. Succede sempre con i libri che valgono (come avrebbe commentato la stessa Libera). Buona lettura, e non dimenticate: la vendetta è una medicina amara.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Tè freddo alla frutta
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Rosa Teruzzi



"Un nuovo caso per la fioraia del Giambellino e 
il suo eccentrico pool di apprendiste investigatrici"



                            

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