mercoledì 3 gennaio 2024

Recensione: Storie giapponesi di paura

 


STORIE GIAPPONESI DI PAURA
di Lafcadio Hearn

Editore: Rizzoli
Prezzo cartaceo: 19 €
Pagine: 256
Traduzione di: Andrea Cassini
Illustrazioni di: Elisa Menini

Il mondo del folklore giapponese è ricco di creature spaventose: apparizioni inquietanti, spiriti, demoni, creature metà animali e metà donne, mutaforma che mettono in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti. Uno degli aspetti più inebrianti di questo universo è ben spiegato nella prefazione a questo libro da Paolo Linetti, esperto di arte giapponese: “I mostri giapponesi non possono essere definiti ‘soprannaturali’, essi non vengono da un’altra dimensione, occupano lo stesso spazio reale degli umani”. Una caratteristica che il giornalista e professore di origine greco-irlandese Lafcadio Hearn riesce a trasmetterci pienamente: anche oggi le sue selezioni di racconti dal folklore nipponico sono considerate un vero e proprio ponte tra Occidente e Oriente. Questo volume ne raccoglie trentatré di genere spaventoso, con una nuova traduzione di Andrea Cassini, fresca e fedele allo spirito del mito antico giapponese, accompagnate dalle illustrazioni di Elisa Menini, talentuosa fumettista italiana che si ispira alla stilistica ukiyo e manga più tradizionale. Il risultato è un viaggio ipnotico tra vicende inquietanti e seducenti: dal destino straziante della oshidori, l’anatra mandarina, al suonatore di biwa contattato dalle anime dei morti, dalla trappola del Rokuro- Kubi alla maledizione del rospo-donna, e alla leggenda del Mangiatore di sogni. Un viaggio tra parola e immagine unico nel suo genere, un’immersione fantastica nel folklore del Giappone.





Questa raccolta di storie attira l'occhio dei lettori sin dalla copertina, che riporta l'illustrazione di uno dei 33 racconti contenuti al suo interno, sapientemente disegnata dall'illustratrice Elisa Menini. Le illustrazioni della raccolta, infatti - come esplicitato anche nell'introduzione - non sono un mero vezzo estetico accessorio, bensì rappresentano parte integrante delle singole storie, fornendo al lettore una raffigurazione visiva di quanto riportato a parole. 
In merito al contenuto delle storie, se alcune tematiche sono comuni all'essere umano in qualunque zona del mondo si trovi, in quanto vertono su amore, vendetta, fedeltà e promesse, del tutto particolare ne è la narrazione e il messaggio che tali storie paiono voler trasmettere: se infatti nei tradizionali racconti dell'orrore occidentale vi è spesso un intento morale, etico o didattico, tale aspetto è estraneo ai racconti giapponesi, che spaventano per il gusto di far sussultare i lettori, abituando i giovani ascoltatori alla paura come uno dei sentimenti propri dell'esistenza umana. Un ottimo esempio di tale tecnica è, a mio avviso, rappresentato dal racconto "Il cavalca-cadaveri", dove il marito si ritrova letteralmente a dover salire in groppa al cadavere posseduto dell'ex moglie per potersi liberare dalle persecuzioni della donna. 
Inoltre, le creature spaventose dei racconti della raccolta non sono relegate in una dimensione altra rispetto a quella umana, anzi la linea di confine tra i due mondi spesso si confonde e si mescola. In merito a questo punto, basti pensare che nel folklore giapponese coesistono due tipologie di spiriti:
  • ikiryō, letteralmente "spirito vivente", ossia lo spirito di una persona ancora viva che può separarsi dal corpo a causa della rabbia e perseguitare i vivi oggetto di tale astio;
  • shiryō, letteralmente "fantasma morto", ovvero il fantasma di un defunto. Questo termine è utilizzato proprio in opposizione al precedente che identifica l'apparizione di una persona ancora vivente.
La suddetta distinzione è certamente affascinante per il lettore occidentale, tendenzialmente abituato a identificare spiriti e fantasmi solo in associazione a defunti, e la raccolta dedica un racconto a ognuna delle due tipologie. 
Ebbene, arrivati a questo punto, non voglio svelarvi altro sui singoli racconti, che vi invito a leggere con curiosità e attenzione, magari in compagnia per non farvi spaventare troppo!


Durata totale della lettura: quattro giorni
Bevanda consigliata:  the verde giapponese
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 12 anni


"Lo shintoismo, la religione autoctona, popola di vita ed esseri qualunque cosa. Anche gli oggetti inanimati possono prendere vita se caricati di energia. Ecco dunque come per un giapponese del periodo Edo anche un pettine ereditato dalla nonna veniva visto con un certo timore."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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