lunedì 10 giugno 2019

Recensione: Il tribunale degli uccelli




Il tribunale degli uccelli
di Agnes Ravatn
Editore: Marsilio
Prezzo edizione cartacea:
 € 16,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 320
Titolo originale: Fugletribunalet

Allis Hagtorn, giovane promessa della tv travolta da uno scandalo, decide di lasciare il lavoro e il marito e di cercare rifugio nell’anonimato di un lavoro umile. In una sorta di esilio volontario, accetta il posto di domestica al servizio di Sigurd Bagge, un quarantenne misterioso che vive appartato sulla riva di un fiordo. Allis dovrà servirgli tre pasti al giorno, occuparsi della villetta e del giardino, e lasciarlo in pace. Protetta dalla natura norvegese, tra il bosco e il mare, messa a confronto con sfide per lei inedite, come cucinare un pollo arrosto, dissodare un terreno abbandonato o respingere un’invasione di roditori, Allis si convince che la vita le abbia offerto una seconda possibilità. Ben presto, però, il fascino oscuro di quell’imprevedibile padrone di casa comincia a dominare i suoi giorni. A mano a mano che i due si avvicinano, prende corpo una domanda cruciale: chi è Sigurd Bagge, e che cosa vuole da Allis? Scritto in una lingua intensa e bellissima, il romanzo di Agnes Ravatn è attraversato da un’inquietudine strisciante. La costa deserta e isolata, uccelli hitchcockiani e colpe segrete fanno da sfondo a un thriller psicologico magistrale, una storia di paure e misfatti, reali e immaginari, segnata dalle ossessioni e dalla ricerca del controllo; una storia in cui il seducente paesaggio nordico – foreste, fiordi, parchi dalla vegetazione selvaggia – diventa esso stesso protagonista, e i due personaggi principali, ambigui, sfuggenti, indecifrabili, alimentano il senso di disagio, distillando terrore a ogni pagina.






Davvero incredibile. È da molto tempo che non leggo un libro così inquietante.
Sì, l'aggettivo che mi viene in mente è proprio inquietante. Pochi personaggi, un'ambientazione che evoca sensazioni da romanzi d'altri tempi, il tutto in un mix perfetto di mistero ed emozioni forti.
Il libro porta il lettore subito nella storia, già dalle prime righe.
Quando Allis Hagtorn arriva a destinazione, trova una casa isolata sommersa dalla natura. Non sa cosa aspettarsi, ha risposto ad un annuncio dove veniva chiesto di occuparsi di un uomo, badare alla casa e al giardino. Ma lei non ha mai fatto niente di tutto questo. Lavorava in TV prima che uno scandalo la costringesse a sparire. Con una sorta di sollievo scopre che il suo nuovo datore di lavoro, Sigurd Bagge, è un uomo giovane e anche molto affascinante. Di poche parole e che ci tiene a stabilire da subito il suo ruolo: deve fare quello per cui è pagata ma non lo deve disturbare se non in caso di effettiva necessità.
E inizia così la sua nuova vita, fatta di fatica e sudore per cercare di domare un giardino dove la natura selvaggia ha preso il sopravvento, di pasti consumati sola dopo che Sigurd ha lasciato la sala da pranzo per appartarsi come sempre nel suo studio.
Sigurd è una presenza silenziosa, che parla molto raramente ma che ha la capacità di materializzarsi all'improvviso, senza fare rumore alcuno e senza che lei se ne accorga.
Ma ci sono dei momenti in cui si lascia andare, prende una bottiglia di vino e la condivide con lei, accennando ad un dialogo, ad un contatto pur sempre mantenendo le distanze.
Si crea così una sorta di rapporto altalenante, fatto di piccole confessioni, che però la maggior parte delle volte terminano bruscamente e in modo inaspettato.
La curiosità spinge Allis a sfruttare le saltuarie assenze di Sigurd per esplorare i recessi nascosti della casa. Sa che Sigurd ha una moglie che prima o poi tornerà ma non sa niente di più. Si sono separati momentaneamente? Lei lo ha lasciato? Perché non c'è in tutta la casa alcun oggetto che le appartenga? A parte un ricettario che lei sfrutta per preparare pranzi e cene per Sigurd, chiaramente scritto da una donna.
Se dovessi trovare un aggettivo per descrivere l'atmosfera che si respira pagina dopo pagina, è "cupa", è molto difficile da descrivere, ma ho avuto la sensazione che nel racconto fosse sempre notte, anche quando la storia si svolgeva durante il giorno.
Ma vi chiederete "perché il titolo Il tribunale degli uccelli?". Già, perché? Lo scoprirete leggendo il libro, non posso e non voglio svelare di più.
Davvero notevole e lo consiglio vivamente, è un libro che ti assorbe fin dalle prime pagine e che, potendo, si leggerebbe tutto in una volta.


Durata totale della lettura: 2 giorni
Bevanda consigliata: te al limone
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni


   “ Due gabbiami si lanciarono su di noi, sentii un’ala sulla faccia, vidi gli occhi rotondi, il becco.....”

             

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.



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