martedì 9 marzo 2021

Recensione: L’ombrello dell'imperatore

 


L'ombrello dell'imperatore
di Tommaso Scotti


Editore: Longanesi
Prezzo Cartaceo: €16,80
Pagine: 320


L’ispettore Takeshi Nishida della squadra Omicidi della polizia di Tokyo ha un secondo nome che pochi conoscono, ma che dice molto di lui. All’anagrafe infatti è Takeshi James Nishida. Perché Nishida è un hāfu: un mezzo sangue, padre giapponese e madre americana.
Forse per questo non riesce a essere sempre accomodante e gentile come la cultura e l’educazione giapponese vorrebbero. Forse è per il suo carattere impulsivo, per quel suo modo obliquo e disincantato di vedere le cose e le persone che lo circondano, che non ha mai fatto carriera come avrebbe meritato. O forse è perché lui non vuole fare carriera, se questo significa mettere i piedi sotto la scrivania invece di usarli per battere le strade di Tokyo, città che ama e disprezza con altrettanta visceralità – e che allo stesso modo lo ricambia.
Ma Nishida è eccezionale nel suo lavoro: lo dimostra il numero di indagini che è riuscito a risolvere. Fino al caso dell’ombrello. Un uomo, ritrovato morto. L’arma del delitto? All’apparenza, un comunissimo ombrello di plastica da pochi yen, di quelli che tutti usano, tutti smarriscono e tutti riprendono da qualche parte.
Ma questo ombrello ha qualcosa che lo differenzia dagli altri. Un piccolo cerchio rosso dipinto sul manico e, soprattutto, un’impronta.
E Nishida si troverà di fronte a un incredibile vicolo cieco quando scoprirà a chi appartiene l’impronta digitale del possibile assassino: all’imperatore del Giappone.



Un poliziesco dal sapore orientale.
L'ispettore Takeshi Nishida si trova un caso molto particolare da risolvere. Un uomo è stato ucciso con un ombrello ficcato con in un occhio, ebbene si, una morte inquietante ma soprattutto davvero inspiegabile. L'ispettore però nonostante il caratteraccio ha davvero un talento nel ricordare i piccoli dettagli e trovare il colpevole. Un giro di persone, vite diverse, passati particolari, giovani e anziani che si incrociano nel ritrovamento di questo ombrello. 
Nishida e il collega Joe si ritrovano a rincorrere un criminale che davvero sembra impossibile da trovare, il fiato dei loro capi sul collo sicuramente non aiuta, in piú alcune persone non apprezzano che Nishida sia di razza mista e hanno difficoltà a parlare con lui.
L'autore del romanzo ci racconta del caso da risolvere ma quello che mi è effettivamente risultato più interessante è la conoscenza del giappone e di tutte le carattetistiche sociali che lo differenziano. Scotti ha un evidente conoscenza del Paese che ci regala in modo interessante e per niente noioso.

Forse mi hanno poco convinto le lunghe descrizioni di ogni singolo personaggio, avrei potuto sapere meno magari di alcuni soggetti, però la narrazione scorre fluida e sono davvero interessanti le diverse mentalità e i codici morali giapponesi. L'autore ci fa conoscere un mondo poco conosciuto da noi, quello degli hikkimori, questi giovani che decidono di ritirarsi dalla società, spesso per giocare ai videogiochi, finalmente leggiamo i motivi e cosa porta questi ragazzi a prendere una decisione così radicale.

Consiglio di avvicinarsi al romanzo non aspettandosi solo il classico poliziesco ma anche uno studio antropologico del Giappone e del suo sistema giudiziario, le tre stelline sono dovute solo a questo sbilanciamento. 

Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata: Latte di soia
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni 


"Verità e giustizia sono troppo spesso intrappolate sotto una 
coltre di sotterfugi e menzogne, lui lo sapeva meglio di chiunque"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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