di Valeria Locati Editore: Mondadori Prezzo cartaceo: € 18.50 Pagine: 204 Quanto pesa la famiglia nelle scelte che compiamo? Fino a che punto le aspettative dei genitori influenzano la nostra realizzazione personale, economica e affettiva? E, soprattutto, come possiamo inseguire i nostri desideri senza tradire le nostre radici? Ci sono legami invisibili che spesso ci trattengono, aspettative che non ci appartengono, paure che non sono davvero nostre. Diventare adulti significa imparare a riconoscerli e, quando necessario, a prenderne le distanze. Ma come si fa senza provare sensi di colpa? In La distanza che cura, la dottoressa Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta della coppia e della famiglia, affronta con lucidità e delicatezza il tema dell’indipendenza emotiva dai genitori e dai condizionamenti familiari, una sfida cruciale per i giovani di oggi alle prese con il difficile equilibrio tra autonomia e appartenenza. Con uno sguardo attento ai Millennial e alla Generazione Z, l’autrice ci invita a riflettere su tre pilastri fondamentali della vita adulta – la scelta del partner, l’indipendenza economica e la realizzazione professionale – mostrandoci come la famiglia, con le proprie dinamiche interne e i miti narrati e tramandati di generazione in generazione, spesso diventi una gabbia che ci impedisce di evolvere. E, attraverso racconti tratti dall’esperienza clinica e dalla narrativa, ci accompagna in un percorso di consapevolezza e riposizionamento, insegnandoci a riconoscere i legami che ci condizionano e a ripensarli senza subirli. “Ci si svincola creando confini, limiti, definizioni, regole chiare, non barriere o assenze. È la distanza che cura, non lo strappo, non il rimanere, non il soccombere”: la “giusta distanza” per allontanarsi e poi ritornare con una nuova consapevolezza di sé e del proprio posto nel mondo. |
Quanto costa il peso della famiglia nelle decisioni che prendiamo? In che misura le aspettative dei genitori influenzano la nostra vita? Come ci si libera dai legami familiari senza spezzarli e senza sensi di colpa?
Sono queste alcune delle domande che mi hanno accompagnata durante la lettura di La distanza che cura di Valeria Locati.
Sono queste alcune delle domande che mi hanno accompagnata durante la lettura di La distanza che cura di Valeria Locati.
Domande scomode, profonde, inevitabili se si è appassionati, come me, di psicologia e relazioni umane. Fin da subito mi sono sentita coinvolta nei temi trattati, ma devo ammettere che ho impiegato del tempo a concludere il libro: non perché non fosse interessante, o non mi piacesse, tutt’altro, ma perché è una lettura che richiede tempo e attenzione, riflessione e anche una certa dose di coraggio. Ogni pagina è un invito a fermarsi e riflettere e a fare i conti con ciò che portiamo dentro, da lontano.
Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta, ci conduce in questo percorso con uno stile asciutto ma accogliente, professionale ma mai distaccato. Nei suoi brevi capitoli, che assomigliano a piccoli saggi , affronta con competenza e sensibilità il tema del legame con la famiglia di origine, quel filo che ci tiene legati e che, a volte, va allentato per poter respirare.
Il libro lavora sul concetto di distanza relazionale, soprattutto nel contesto familiare, e prova a rappresentare quel limite sottile e delicato tra rottura e chiarezza. È una tensione che ci tocca da giovani, ma che continua a vivere in ogni fase dell’età adulta.
Attraverso casi clinici reali, riferimenti a personaggi della narrativa contemporanea e una lunga serie di domande stimolanti, il testo ci accompagna in un viaggio verso l’indipendenza emotiva, la consapevolezza, e la costruzione di relazioni familiari più funzionali.
Attraverso casi clinici reali, riferimenti a personaggi della narrativa contemporanea e una lunga serie di domande stimolanti, il testo ci accompagna in un viaggio verso l’indipendenza emotiva, la consapevolezza, e la costruzione di relazioni familiari più funzionali.
È un libro che non si limita a raccontare: suggerisce, ispira, fa riflettere. Lo consiglio non solo a chi è in terapia, ma a chiunque si interroghi sulle proprie relazioni, a chi sente il bisogno di rimettere a fuoco qualcosa, a chi ha il coraggio o il desiderio di imparare a stare nella relazione in modo più sano e con più libertà e meno peso. Perchè sì, la distanza può curare e capire quando e come prenderla può fare davvero la differenza.
Durata totale della lettura: dodici giorni
Bevanda consigliata: succo ace
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni
"Va ripensato lo spazio da concedere ai genitori, va immaginato che siano adulti che hanno fatto ciò che potevano, con ciò che avevano in quel momento. Accettare il limite, accogliere la fatica, non per perdonare ma per non infierire contro se stessi."
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta e condividi con noi la tua opinione!