di Annie Ernaux Editore: Rizzoli Prezzo cartaceo: € 14.00 Titolo originale: La femme gelée Traduzione di Lorenzo Flabbi Pagine: 272 Annie cresce nella provincia francese degli anni Quaranta, in una famiglia dove il lavoro e l’intelligenza femminile non sono ostacolati. Da bambina si sente libera, convinta che il futuro le appartenga. Ma fuori da casa, il mondo segue altre regole. A scuola, nell’adolescenza, nei primi amori, scopre che essere donna significa dover compiacere, adattarsi, imparare a stare dentro confini invisibili. Negli anni dell’università si illude di poter sfuggire a questo destino, si muove tra passioni e scelte, vive con slancio. Ma poi arriva il matrimonio, e tutto si chiude. La casa, i figli, il lavoro domestico non sono conquiste, ma vincoli. La sua individualità si assottiglia, la libertà si restringe dentro gesti sempre uguali. Negli anni Settanta, mentre la società inizia a interrogarsi sul ruolo delle donne, Annie si scopre intrappolata in una normalità che nessuno mette in discussione. La donna gelata è la cronaca di questa lenta trasformazione: donne educate a diventare appendici silenziose, mogli che tacciono, madri che scompaiono dietro al ruolo che ricoprono. Ernaux osserva il processo con spietata lucidità, mostrando il progressivo scivolare in un’esistenza ridotta. Ma nel gelo della protagonista si nasconde anche un rifiuto, un dissenso che si fa racconto. Dare un nome all’oppressione significa incrinarla. |
Lo ammetto: dopo aver letto i miei primi due libri di Annie Ernaux, e in particolare questo, non ho potuto fare a meno di domandarmi: Com’è possibile che sia arrivata a 47 anni senza mai leggerla prima?.
La donna gelata, in questa nuova edizione arricchita dall'introduzione di Chiara Tagliaferri, racconta la storia di una donna che, crescendo, si ritrova lentamente intrappolata in un ruolo che non ha scelto. Annie Ernaux, Premio Nobel per la Letteratura 2022, con uno stile limpido e tagliente ci accompagna nel racconto in prima persona della sua vita: dall’infanzia libera e spensierata, alla scoperta, da adolescente, delle regole non scritte imposte alle donne.
Da bambina gioca senza preoccuparsi di cosa sia “da femmina” o “da maschio”, cresce in una famiglia in cui i genitori lavorano entrambi e si dividono i compiti domestici: una normalità che, con il tempo, si rivela eccezione. A scuola, infatti, capisce che le ragazze devono soprattutto piacere, essere dolci, carine, non troppo brillanti. E così, quasi senza accorgersene, inizia ad adattarsi.
Durante l’università riscopre un po’ di libertà: studia, viaggia, vive storie leggere. Ma quando si innamora e diventa madre, la sua vita cambia. Il marito si aspetta che lei si occupi di tutto: casa, figli, lavoro. Lei mette da parte sé stessa, i suoi desideri, e lentamente si spegne. Il “gelo” del titolo non è mancanza di emozioni, ma il risultato di una rinuncia continua alla propria identità.
Ernaux racconta questa trasformazione con onestà e senza drammi. Ogni parola è essenziale, ma carica di significato. E molte lettrici, me compresa, possono riconoscersi nei suoi pensieri, nelle sue scoperte, nelle sue rinunce. Una figura che ho apprezzato particolarmente nel libro è quella della madre, donna forte, libera e indipendente, che non si lascia imbrigliare dalle convenzioni sociali e trova nella lettura, nell'incontro con le storie delle persone e nell'esplorazione una forma autentica di espressione e libertà.
Anche se è ambientato negli anni Sessanta, questo libro è ancora molto attuale. Ci invita a chiederci: quanto siamo davvero libere oggi? Quante aspettative sociali influenzano ancora le nostre scelte? La donna gelata è una lettura importante, che fa riflettere molto, lasciando un segno. Un racconto intimo e tagliente che mostra il peso invisibile della cura, le pressioni sociali e la fatica quotidiana dell’essere donna, madre e moglie. Un’esperienza personale che si fa voce collettiva e riflessione politica.
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