giovedì 19 giugno 2025

Recensione: Amore in esilio



  Amore in esilio

 di Shon Faye

 Editore: Atlantide Edizioni >
 Prezzo: €19
 Pagine: 208
 Titolo originale: Love in exile
 Traduzione a cura di: Clara Nubile
 

  Quando finisce un amore, quello che resta non è solo il vuoto, ma un’intera architettura da ricostruire: quella dell’identità, del desiderio, della possibilità stessa di essere amati ancora. Per Shon, dopo la fine della sua relazione con B. questa ricostruzione attraversa la fila dei giorni che passano senza l’uomo che ama, le notti di pianto soffocato in un cuscino, la realtà che sembra quasi sfilacciarsi sotto i piedi e soprattutto l’idea di non essere “abbastanza” per l’amore. Insieme confessione e saggio, manifesto politico sull’identità sessuale e riflessione sulla natura dell’amore contemporaneo in una società che pretende di insegnarci cosa l’amore dovrebbe essere e a chi dovrebbe spettare, Amore in esilio è il racconto luminoso e bruciante di una ferita e di una rinascita che scava nelle fondamenta stesse della nostra cultura sentimentale. Così, mentre pagina dopo pagina cerca le rovine di un amore perduto, in quelle stesse rovine Shon Faye prova a disegnare una nuova mappa per amare, restare, salvarsi: “Avevo bisogno di immaginare un altro modo di dare e ricevere amore. Dovevo capire che cosa c’era di sbagliato in ciò che mi avevano insegnato sull’amore e ricominciare da capo”.




Questo non è solo un libro da leggere, è un libro da ascoltare. Perché dietro la storia personale dell’autrice c’è molto di più: c’è un’intera riflessione su amore, identità e società che ci riguarda tutti, anche se in modi diversi. 

 La relazione con B., che si rompe nel corso del racconto, non sembra finire per mancanza d’amore, ma piuttosto per qualcosa di più profondo e doloroso: la sensazione della protagonista di non essere “abbastanza”. Non abbastanza donna, non abbastanza partner, non abbastanza giusta. Una sindrome dell’impostore che la porta a dubitare perfino del suo diritto di essere amata. Ma viene anche da chiedersi: quella relazione era autentica, o era solo un tentativo di aderire a ciò che la società si aspetta? 

Il modello “donna, moglie, madre” imposto dal mondo che ci circonda funziona davvero per tutti? L’autrice parte da sé – senza paura di mettersi a nudo – e da lì si allarga, parlando dell’evoluzione dell’amore romantico e dell’eterosessualità (che, spoiler: è un termine coniato solo nel 1868!). È una narrazione personale, sì, ma anche molto ben documentata: chi ha già letto The Transgender Issue, della tessa autrice, sa che lei non parla mai a caso ma anzi ci lascia con una lunghissima lista di letture che ho aggiunto alla mia TBR.

Il libro affronta anche un tema spesso ignorato: l’amore non è semplice nemmeno per le donne etero, cresciute in una società che per secoli le ha messe in secondo piano. Oggi, mentre molte donne iniziano a pretendere (giustamente) relazioni più paritarie, tanti uomini faticano a stare al passo. Risultato? Più donne felici da sole e più uomini che si sentono spaesati e che hanno problemi con la comunicazione. I rifermenti sono ovunque, politici, storici, femministi e musicali e ci vengo presentati in un unico fiume insieme alle sue esperienze di vita. 

E il sesso? L’autrice non si tira indietro nemmeno su questo. Racconta con sincerità e un pizzico di ironia come la sua sessualità sia cambiata nella transizione, e quanto sia complicato trovarsi desiderata da uomini che prima non la vedevano neppure. È un mix di rabbia, piacere, confusione. E tanta umanità. 

 Ma il cuore del libro, quello che davvero colpisce, è il tema dell’amore per sé stessi. È lì che si concentrano le ferite più profonde: quelle che ci portiamo dentro e che, a volte, ci fanno sabotare la nostra felicità ( e alle volt anche il nostro corpo). L’autrice è lucida ma anche vulnerabile, e proprio per questo riesce a parlare in modo così autentico. In poche parole: un libro che fa riflettere, che smonta certezze e apre nuove domande. 

Da leggere con la testa... ma anche con il cuore.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tisana al melograno
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Ero un prodotto del mio ambiente, e c’erano delle spiegazioni chiare per le mie scelte in amore; io avevo il potere di imparare da esse, e quindi cambiare. Ma se io potevo cambiare, come conseguenza logica anche gli uomini potevano cambiare." 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 16 giugno 2025

Recensione: Kala

  

Kala
di Colin Walsh

Editore: Fazi Editore
Prezzo Cartaceo: €19,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 456 

Che fine ha fatto Kala? 

A Kinlough, una cittadina irlandese che si affaccia sul mare, è l’estate del 2003. Un gruppo di amici quindicenni sta vivendo il momento più bello della vita: i primi amori, le  prime sbronze, l’amicizia viscerale come può esserlo solo a quell’età. È un’estate vissuta come se dovesse durare in eterno. È l’estate che cambierà per sempre le loro vite. Kala Lanann, carismatica leader del gruppo, trasgressiva e spericolata, al culmine di quella stagione scomparirà senza lasciare traccia. Quindici anni dopo, tre dei vecchi amici si ritrovano nella cittadina. Helen, Joe e Mush, un tempo inseparabili, ormai hanno preso strade diverse e si sono lasciati tutto alle spalle. Negli stessi giorni, però, vengono ritrovati dei resti umani nel bosco di Caille, lo stesso bosco dove Kala viveva con sua nonna. È l’inizio di un nuovo incubo. Mentre passato e presente cominciano a sovrapporsi, i tre amici sono costretti a confrontarsi ancora con la tragedia che li lega, cercando di mettere fine a quella storia una volta per tutte. Sullo sfondo di una città soffocata dai suoi stessi segreti, Kala, descrive in maniera brillante il costo a volte brutale dell’appartenenza, ma anche il contrasto tra vendetta e perdono, condanna e redenzione.

L’esordio di Colin Walsh, un bestseller che ha conquistato il primo posto della classifica in Irlanda, è un thriller letterario che cattura il  lettore sin dalla prima pagina. Romanzo emozionante e ricco di tensione, racchiude tutta l’intensità dell’amicizia tra adolescenti e la  nostalgia per un’innocenza perduta mentre, con abilità, conduce il lettore verso la soluzione di un grande mistero.

«Kala è molto più di un thriller. È emozionante e strutturato in modo intelligente, ma la sua grande  forza sono i personaggi: fantastici».

Roddy Doyle

« Un esordio frizzante, intriso di nostalgia e segreti. La forza della dinamica di gruppo e la persistente promessa di una resa dei conti spiegano i paragoni  con Dio di illusione di Donna Tartt. Kala è un vero e proprio page-turner,  ma anche una profonda riflessione sulla memoria, su come questa plasmi le nostre vite, su come la persona che siamo stati in passato non smette di tormentare la persona che siamo diventati».

«The Guardian»

«Un’ottima lettura, soprattutto se state cercando qualcosa di avvincente e veloce, con una trama forte. Una rielaborazione magistrale del giallo: avrete enormi difficoltà a smettere di leggere».

«The Irish Time»

«Un thriller crudo che ti spezza il cuore. Un po’ tenero romanzo di formazione, un po’ brutale noir irlandese, sarà una lettura spettacolare per i fan di Donna Tartt e Tana French».

«Kirkus Reviews»



2003, Kinlough, Irlanda. Kala, Joe, Helen, Aoife, Aidan e Mush stanno vivendo un periodo fantastico e spensierato, nel pieno dell’adolescenza. Vivono le giornate a pieni polmoni in quella fase di totale inconscienza giovanile, tra amicizia e primi amori. I ragazzi si conoscono dalle elementari, così come Aoife e Kala. L’unica “estranea” è Helen, il padre è originario di Kinlough e, dopo numerosi trasferimenti in giro per il mondo, decide di tornare nella sua amata Irlanda. Tra Kala ed Helen si crea un legame fortissimo, entrambe hanno un passato burrascoso, anche se nessuna delle due ne parla mai. Joe e Kala sono ufficialmente una coppia dalla sera del Sisco, la festa di fine anno delle scuole superiori di Kinlough. L’estate prosegue lenta e i sei amici sono inseparabili, finché, una sera di ottobre, Kala Lenann sparisce, nessuno sa cosa possa esserle successo. 
La storia riprende 15 anni dopo, nel 2018, di nuovo a Kinlough. Mush, l’unico rimasto in città, lavora nel locale di sua madre. Joe Brennan, ormai famoso cantante torna a Kinlough a trovare i suoi genitori. Helen, giornalista freelance in Canada, torna per il matrimonio di suo padre, che non vede e non sente da tempo. Sono passati 15 anni dalla scomparsa di Kala, nessuno ne ha più parlato e i rapporti tra i ragazzi sono andati piano piano a dissolversi. 

Helen, Mush e Joe si ritrovano di nuovo nel passato, in quel lontano 2003 a rivivere tutte quelle emozioni che hanno cercato di trattenere negli ultimi 15 anni: nel bosco di Caille sono stati trovati dei resti umani, proprio dove Kala viveva con sua nonna Mummy. 

Ogni capitolo è il punto di vista di uno dei tre amici, quasi un’introspezione in ognuno di loro. Passato e presente si mescolano in modo estremamente naturale: le loro storie, ogni piccolo segreto, il loro rapporto con Kala, vengono fuori pezzetto per pezzetto da ogni singolo capitolo. 

La scomparsa di Kala e la ricerca della verità sono sicuramente il centro della storia, in parallelo viene però gestita la scomparsa delle gemelle, cugine di Mush e figlie di Pauline, futura moglie di Helen, che non si presentano all’addio al nubilato della madre. 

I personaggi sono tanti, ognuno di loro con ruoli fondamentali per la riuscita del racconto: dai Lyons, ai genitori di Joe, alla nonna di Kala e persino all’insegnante di francese. Ogni singola frase o comportamento hanno avuto un ruolo e un impatto enorme nella storia. 

Il punto forte del libro è sicuramente il cambio continuo di punti di vista e l’alternarsi di passato e presente, gestito in modo magistrale. L’alone di mistero è presente in tutto il libro, fino alla fine, fino all’ultima pagina. 

Ricco di frasi profonde e  psicologiche, è un romanzo che consiglio assolutamente, non solo per la storia, ma per il modo in cui viene raccontata. Kala è un mix perfetto di emozioni: ansia, paura, curiosità e nostalgia.

Durata  della lettura:  Sette giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Traduzione a cura di: Stefano Tummolini



      "Il dolore è come l’innamoramento: è sempre narcisistico. Quando una catastrofe attraversa la nostra vita, ridisegniamo subito il mondo per trasformare quel disastro nel battito segreto di ogni cosa, nella verità sepolta dell’universo.”

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 13 giugno 2025

Recensione: La principessa d'argento

   

La principessa d'argento
La saga dei Guggenheim
di Rebecca Godrey con Leslie Jamison

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 320
Titolo originale: Peggy
Traduzione a cura di: Roberta Scarabelli


1908. Una fotografia. Tre sorelle vestite di bianco sorridono innocenti all’obiettivo. Sono il simbolo di un sogno infranto. Il sogno di un erede maschio. Perché le bambine sono le figlie di Benjamin Guggenheim, uno degli uomini più ricchi del mondo. Tra loro c’è Peggy, che nella foto si distingue per lo sguardo deciso. Peggy cresce con una convinzione: ogni donna ha il dovere di fare qualcosa di straordinario nella propria vita. Quando il padre muore nel naufragio del Titanic, le sorelle si ritrovano in mano una fortuna enorme, ma anche una pesante eredità. Peggy sente il vincolo delle aspettative della famiglia, di una strada già tracciata per lei, ma che non le appartiene. Ha voglia di azzardare. Ha bisogno di una vita che sia veramente sua. Lascia Manhattan e parte per Parigi. In Francia la accoglie un mondo nuovo, fatto di arte e bellezza. La sua vita si intreccia con quella di artisti destinati a rivoluzionare la storia: Jackson Pollock, che Peggy sarà la prima a capire e sostenere; Man Ray, di cui diventa la musa ispiratrice. Parigi la trasforma, la fa sentire libera. La sua passione per l’arte diventa un fuoco che la spinge sempre più lontano. Ma ci sono famiglie da cui è difficile scappare. Anche mentre viaggia per il mondo, cercando la bellezza e l’indipendenza, il peso del suo cognome la segue ovunque. Un peso che si fa insostenibile quando un evento sconvolgente travolge la sorella Hazel, protagonista di uno scandalo indicibile e doloroso. Eppure, a volte, è proprio dalla sofferenza che nascono le più grandi rivoluzioni.
La principessa d’argento è in via di pubblicazione in tutto il mondo ed è già stato acclamato dalla critica internazionale. Rebecca Godfrey ha trovato una voce capace di restituire non solo la complessità di un personaggio immenso come Peggy Guggenheim, ma anche l’intensità del Novecento. La sua scrittura, lirica e coinvolgente, rende questa saga familiare epica, indimenticabile e unica nel suo genere. 



Amo leggere biografie.
Per me, ogni biografia è un viaggio dentro una vita che credevo di conoscere, e che invece – quasi sempre – mi sorprende, mi spiazza, mi insegna qualcosa. Spesso parto con un’idea chiara della protagonista, magari costruita su racconti, aneddoti o immagini iconiche. Ma poi, leggendo davvero la sua storia, quella idea si modifica e lascia spazio a una comprensione più profonda, più umana. È esattamente quello che mi è successo leggendo Peggy Guggenheim di Rebecca Godfrey.
Questo libro non è una semplice biografia. È un’opera viva, densa, appassionata. È un lascito. Rebecca Godfrey ha dedicato dieci anni alla scrittura di questa biografia romanzata, una ricerca intensa e totalizzante che purtroppo non ha potuto concludere: è stata la sua amica e scrittrice Leslie Jamison a completarla, dopo la sua scomparsa. Il risultato è potente: un ritratto intimo, complesso, profondamente umano di una donna fuori dal comune.
Peggy Guggenheim non è solo “la collezionista d’arte” o “la mecenate eccentrica di Venezia”, come spesso viene etichettata. Figlia di Benjamin Guggenheim, morto nel naufragio del Titanic, Peggy perde il padre a quattordici anni. Non sarà l’unico dolore della sua vita: alla morte della sorella durante il parto si aggiungono un matrimonio infelice, relazioni turbolente, la difficoltà di essere madre e donna in un mondo che non perdonava l’anticonformismo femminile.
Ma Peggy non si è mai piegata.
Ha scelto di vivere altrove, altrove rispetto alle aspettative, altrove rispetto ai confini imposti. Ha viaggiato tra New York, Parigi, Londra, Venezia. Ha raccolto attorno a sé i nomi più straordinari dell’arte e della letteratura del Novecento: Marcel Duchamp, Samuel Beckett, Max Ernst (che fu anche suo marito), ma anche Jackson Pollock, che scoprì e sostenne quando era ancora sconosciuto.
Quello che colpisce, in questo libro, è il modo in cui l’autrice riesce a restituirci ogni sfaccettatura: la Peggy coraggiosa e visionaria, ma anche la Peggy fragile, piena di dubbi, in costante ricerca d’identità e appartenenza. Non solo una vita dedicata all’arte, ma una vita salvata dall’arte. Una vita in cui la cultura diventa ancora prima che un lavoro, una missione: quella di rendere l’arte accessibile, rivoluzionaria, parte della vita quotidiana.
Peggy Guggenheim di Rebecca Godfrey (completato da Leslie Jamison) è uno di quei libri che ti rimangono addosso. Non si sfogliano soltanto: si assorbono, si ascoltano. È una storia di audacia e vulnerabilità, di perdita e creazione, di libertà e bellezza.
Se volete approfondire, dopo che avrete letto il libro, andate su Peggy Guggenheim Collection


Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè au lait
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Open di Andre Agassi


  "Leggere biografie non è mai solo leggere vite altrui.
È imparare a guardare la propria da nuove angolazioni."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

giovedì 12 giugno 2025

Recensione: Emma

 


Emma
di Jean Reno

 Editore: Longanesi
 Prezzo cartaceo: € 16,90
Pagine: 320
Titolo originale: Emma
Traduzione: Alba Bariffi

«È la storia di una donna che fa del proprio dono e del dolore la  sua forza. Una donna che prende il controllo del proprio destino e compie una profonda metamorfosi. È sia un romanzo d’azione sia una storia piena di passione, con al centro un personaggio che spero sia d’ispirazione.»
Jean Reno

Quando Emma alza lo sguardo dal paziente che sta trattando, i suoi bellissimi occhi sono liberi di perdersi nell’oceano infinito che sferza la costa bretone. Non cambierebbe quella vista per niente al mondo, o quasi. Perché da anni ormai Emma soffre. Soffre per la morte della madre in un maledetto incidente d’auto in cui lei era alla guida. Non la conforta la stima dei clienti del rinomato centro benessere dove fa i massaggi con le sue «mani magiche». Né le basta più la solita vita di uscite serali con pochi amici e nessun amore. Quello che le serve è un cambiamento. E il cambiamento arriva con i colori, i profumi e i rischi di un nuovo lavoro in Medio Oriente. Quando l’affascinante Tariq Khan, figlio del vicepremier omanita, la sceglie per formare il personale di un lussuosissimo centro a Mascate, Emma accetta. E sa che sarà un salto nel buio. Quello che ancora non sa è che in Oman la attende un destino diverso. Perché dovrà mettere in gioco non solo il suo dono, ma la sua stessa vita. Coinvolta senza volerlo in un delicato affare di Stato, Emma diventerà il bersaglio. Diventerà la donna da amare. E da uccidere.




Primo romanzo dell'icona del cinema francese e internazionale, Jean Reno. Ideale come lettura estiva, "Emma" è un originale thriller la cui trama si svolge tra la Francia e l'Oman e mescola sapientemente suspence, intrighi politici, amori impossibili e un pizzico di di esotismo.
Emma, la protagonista, è una ragazza di 29 anni che lavora come massaggiatrice in un rinomato centro benessere in Bretagna. Nonostante la sua bellezza fuori dal comune e la sua bravura come massaggiatrice, la ragazza conduce una vita molto solitaria e ritirata: vive con il suo gatto Mardi e frequenta solo poche persone fidate, come l'amica Pénélope. Il suo modo di vivere nasconde una ferita ancora aperta, un incidente d'auto in cui lei era alla guida che ha portato alla morte della sua amata madre, Jeanne. Emma non smette di colpevolizzarsi per l'accaduto e vive sospesa in quel doloroso ricordo, che le ha lasciato cicatrici fisiche ed emotive.
Un giorno, sarà sul luogo di lavoro che un incontro inatteso cambierà il suo futuro in maniera indelebile: l'arrivo di una delegazione omanita al centro benessere, interessata ad apprendere le tecniche praticate in Francia per esportarle in Oman, e in particolare l'incontro con Tariq Khan, figlio del vicepremier omanita. Durante un trattamento all'affascinante omanita, Emma si trova a sorprendersi di se stessa e di quello che definisce un "fuoco" nelle sue mani, che paiono muoversi sapientemente da sole sul corpo dell'uomo, guidate dall'istinto e da un'energia potentissima mai provata prima. 
La sensazione di straordinarietà di quell'evento provata da Emma si scopre poi essere condivisa da Tariq Khan, che dopo qualche tempo le propone infatti di trasferirsi in Oman per un periodo per formare l'équipe di massaggiatori di un nuovissimo centro benessere di lusso a Mascate. Seppur molto combattuta, Emma accetta di partire, e quel viaggio rappresenterà molto di più di una parentesi orientale nella sua vita routinaria, rivelandosi una scoperta di se stessa in situazioni inedite e pericolose, dove regole e persone mutano regolarmente, trascinando Emma in un vortice di passioni, rabbia, paura e bugie. 
Non vi sveliamo altro perché siamo cert* non vediate l'ora di scoprirne di più personalmente, buona lettura!

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  caffè al cardamomo
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Il contatto la sorprende. Le formicola la pelle, benché non abbia ancora cominciato. Anche lui ha avuto un brivido. Il fuoco risponde al fuoco, mormora la vocina nella sua testa. Per riflesso, toglie un attimo le mani."



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 11 giugno 2025

Recensione: Napoli due volte al dì



  Napoli due volte al dìo

 di Amedeo Colella

 Editore: Mondadori
 Prezzo: €18
 Pagine: 228
 

  Luciano De Crescenzo scriveva che tutto il mondo ha bisogno di un po’ di Napoli. E aveva ragione. Città formidabile, sempre fuori dagli schemi e con uno schema tutto suo. L’unica che sfugge all’appiattimento dell’algoritmo che sta livellando bisogni, sogni, gusti ed esistenze di gran parte dell’umanità. In quale altro posto del mondo il primo ospedale può essere chiamato “degli incurabili”? Si conoscono altre situazioni in cui il santo protettore, san Gennaro, ha dovuto sottoscrivere il suo impegno a tenere sotto controllo il Vesuvio in un atto notarile, per di più qualche centinaia di anni dopo la morte? Tutto questo e molto altro succede solo a Napoli. Perché nella città di Partenope la medietà non ha proprio cittadinanza. C’è il primato e il non classificato, la vetta e l’abisso, il meglio e il peggio, ma non c’è mai la fascia mediana, quel borbottante tran tran quotidiano per cui le giornate, le persone e le metropoli si somigliano fra loro. L’eccezionalità di Napoli e dei napoletani è che poli sempre opposti non si attraggono per nulla, ma generano una diversa normalità, un modo di vivere atipico e creativo. Amedeo Colella, detto ‘o professore, ha speso tempo e intelligenza per scovare il principio attivo della napoletanità, e in questo libro ce lo propone come una buona medicina da assumere due volte al dì. Tantissimi racconti di cultura partenopea che narrano i grandi del passato, le meraviglie gastronomiche, il profano rapporto con il sacro, e che diventano, involontariamente, una salutare somministrazione di benessere per tutti.




Napoli è una terapia, un farmaco, una cura contro decine di malattie. Napoli è un rimedio contro la solitudine, la depressione, le dipendenze, contro i disturbi dell’alimentazione, le sindromi bipolari e tripolari; dal ginocchio della lavandaia al gomito del tennista, dal fuoco di Sant’Antuono ai disturbi della sfera sessuale. Insomma serve a ’nu poco ’e tutto. Ti chiedo di assumerla… due volte al dì.

 Il dottore ci ha prescritto una cura, e noi, diligenti, l'abbiamo seguita andando a Napoli proprio durante la lettura di questo romanzo. Certo, il vero motivo era la vittoria del quarto scudetto, ma con la scusa abbiamo prestato attenzione alle cose che racconta lo scrittore: gli orologi pre-napoleonici a sei ore ancora presenti in alcune piazze, le madonnine illuminate la sera all’ingresso delle case, che storicamente servivano a evitare rapine e hanno dato vita all'espressione “’A Maronn t'accumpagn”. Il romanzo ci regala una miriade di mini pillole di conoscenza sulla lingua e sulla napoletanità in sé. 

Ogni capitolo è di poche pagine, giusto il tempo di dirci l’essenziale, riuscendo però a infilarci dentro anche tutta la storia necessaria. Scopriamo, per esempio, l'origine della parola zoccola, il significato di mannaggia 'a culonna e tante altre espressioni che non sapevamo fossero legate a eventi storici fondamentali per la città. Si racconta la storia di questo magnifico melting pot di culture e di come la sua lingua e le sue tradizioni siano state influenzate da tutte le nazioni che l’hanno abitata, per periodi più o meno lunghi. Tutto ci viene narrato in modo più romanzato che etimologico o noioso, e questo rende la lettura estremamente scorrevole e divertente.

 Ma il romanzo non si concentra solo sulle parole: parla anche delle usanze. Ad esempio, quanto mettere nella busta per un matrimonio, perché si mangia la zuppa di cozze il Giovedì Santo, o come la sirena Partenope abbia influenzato il sottofondo musicale della città. 

 Un libricino breve e simpatico. Se non siete di Napoli, vi consiglio di leggerlo in compagnia di qualcuno del posto: vi farete delle grasse risate e quella persona potrà raccontarvi le proprie esperienze in merito. 

 Consigliato se avete bisogno di staccare la spina, rilassarvi davvero e, allo stesso tempo, imparare qualcosa che non sapevate. ’A Maronn v’accumpagn! 


Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Nu bellu caffè
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 12 anni




"Il babbà è l’eccellenza. Ecco perché un napoletano se deve dire a una bella donna che è perfetta dice: “Tu sî ’nu babbà" 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 4 giugno 2025

Recensione: La donna della porta accanto

 

La donna della porta accanto
di Freida McFadden

 Prezzo cartaceo: € 12,90
Prezzo ebook: € 6,99
Pagine: 352
Titolo originale: The Housemaid is watching
Traduzione: Giulio Lupieri

Dall’autrice del thriller bestseller Una di famiglia
Il thriller di cui tutti parlano
10 MILIONI DI COPIE VENDUTE
N°1 in tutto il mondo
L’autrice più letta degli ultimi anni
Un fenomeno internazionale

«I suoi libri creano dipendenza.»
Ana Huang

Una volta pulivo gli appartamenti degli altri, ora non posso credere che questa casa sia davvero mia. L’incantevole cucina, il tranquillo vicolo sul quale si affaccia, il giardino dove i bambini possono giocare. Io e mio marito abbiamo risparmiato anni per dare ai nostri figli la vita che meritano. Anche se sono diffidente nei confronti della nostra nuova vicina, la signora Lowell, quando ci invita a cena è la nostra occasione per fare amicizia. La domestica ci apre la porta indossando un grembiule bianco, i capelli raccolti in una crocchia stretta. So esattamente cosa vuol dire essere nei suoi panni. Ma il suo sguardo freddo mi fa venire i brividi... La domestica dei Lowell non è l’unica stranezza: sono sicura di vedere una figura che ci osserva minacciosa dalla finestra. Mio marito, inoltre, comincia a uscire la sera sempre più tardi. Quando incontro una donna che abita dall’altra parte della strada, le sue parole mi gelano il sangue: «Fai attenzione ai tuoi vicini».
Ho commesso un terribile errore trasferendomi qui con la mia famiglia? Pensavo di essermi lasciata alle spalle i segreti più oscuri. Ma questo quartiere tranquillo potrebbe rivelarsi il luogo più pericoloso di tutti...

«Freida McFadden è il nuovo fenomeno della narrativa americana. Sta scalando le classifiche USA e vendendo più copie di mostri sacri come James Patterson, John Grisham o Stephen King.»
Il Messaggero

«Suspense psicologica e plot twist sono la specialità di questa scrittrice.»
Tuttolibri




Torna a tenerci con il fiato sospeso Freida McFadden con il suo ultimo thriller, “Una di famiglia”
Per chi ha letto "Non mentire", sarà piacevole ritrovare il personaggio di Millie che già si era rivelata piena di sorprese nel romanzo precedente.  
Ideale come lettura estiva, la struttura del libro è quella tipica della scrittrice, con numerosi capitoli di breve lunghezza, ognuno dedicato a uno dei personaggi femminili della storia: Millie in primis, seguita dalla figlia Ada di undici anni e dalla misteriosa domestica Martha. 
Millie, insieme al marito Enzo e ai due figli Ada e Nico, si è da poco trasferita in una nuova casa di cui è entusiasta, sia perché è riuscita ad acquistarla a un prezzo molto vantaggioso, sia perché molto più spaziosa della precedente, sempre nella zona di New York.
Resta tuttavia ben presto sorpresa dall'eccentricità del vicinato, popolato dalla ficcanaso signora Janice che dimostra molti più anni di quanti non abbia e controlla il figlio a vista senza concedergli un minimo di libertà e dall'appariscente e sfacciata Suzette Lowell, agente immobiliare che vive con il marito Jonathan nella casa accanto a quella di Millie. 
I rapporti con Suzette diventeranno ancora più complicati da quando il marito di Millie, giardiniere paesaggista, inizierà a frequentare regolarmente casa Lowell per lavori di giardinaggio, scatenando la gelosia di Millie, convinta che Suzette approfitti della presenza di Enzo a casa per sedurlo, pur essendo sposata anche lei. 
La frequentazione di quella casa e dei coniugi Lowell sembra, col passare del tempo, non lasciare indenni nemmeno gli altri membri della famiglia di Millie, specialmente il figlio Nico, che da un po' di tempo inizia a essere taciturno e ostile. 
A completare il quadro, un ulteriore personaggio enigmatico: la taciturna Martha, la domestica dei Lowell che diventerà in seguito anche quella di Millie, che sin dall'inizio non riesce a fidarsi di lei.

Come nei precedenti romanzi della scrittrice, anche per quest'ultima uscita il pregio  è quello di indurre, a più riprese, il lettore a credere di aver compreso come la vicenda si svilupperà indovinandone il finale e credendo di aver scovato il colpevole di un omicidio che avverrà nel corso della storia. Nulla di più errato, in quanto capitolo dopo capitolo la trama si fa più intricata rivelando un finale a sorpresa costruito in maniera brillante e originale. 
Se non conoscete ancora questa scrittrice, scopritela con questo titolo: dopo non riuscirete più a smettere di leggere i suoi thriller! 

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  the nero
Formato consigliato: eBook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Una di famiglia
Website dell'autrice: Freida Mcfadden


"Ero così eccitata all'idea di trasferirmi qui, ma comincio a pensare di aver scelto l'isolato meno amichevole del quartiere. [...] Mi chiedo ancora una volta se venire qui non sia stato un terribile errore."



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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