venerdì 15 aprile 2011

Intervista ad Anna Giraldo

Oggi vi presentiamo una speciale intervista ad Anna Giraldo, autrice di 436 edito da Casini Editore.


Prezzo di copertina: € 16,90
Formato: Brossura
Pagine: 140
Lingua: Italiano
Editore: Casini Editore
Data uscita: marzo 2011
Generi: urban fantasy, paranormal romance

Cosa ci fa un giaguaro in carne e ossa nel cuore di Londra? Cosa sono tutte quelle reminiscenze di un passato remoto? E le visioni sanguinose che perseguitano Redlie, diciassettenne venuta dall'Italia, ospite a Londra di zia Daisy? Perché tutti continuano a dirle che la sua luce è abbagliante? Cosa significa? Ci sono nuovi adorabili amici per Redlie. Ci sono una zia un po' squinternata ma premurosa e un padre che da sempre è lontano. C'è un gattino randagio di nome Copernico. C'è un segreto che nessuno vuole rivelarle: - Devi arrivarci da sola - le rispondono ogni volta che lei chiede. C'è un amore, uno splendido e tenebroso giovane, dalle abitudini e dai comportamenti inspiegabili. Ma c'è anche David. Ossuto e grigio, quanto spietato e violento.

Noi di Tiffany's abbiamo deciso di intervistare l'autrice, ecco a voi le sue risposte:

Buongiorno Anna e benvenuta da Tiffany's!
La trama di 436 è davvero intrigante e come Redlie anche noi lettori scopriremo solo leggendo il mistero che si cela in questo suo libro d'esordio! Come è nato questo romanzo?

436 è nato per gioco: ero annoiata dalla tv e non trovavo libri interessanti da leggere, in quel periodo. Ho pensato - Scrivo qualche pagina e poi butto tutto, solo per passare il tempo.
In realtà il mio personaggio principale, Redlie McFarlane, e alcuni dei passaggi più significativi del romanzo mi ronzavano in testa da molto. L’intreccio è nato scrivendo, in maniera quasi spontanea, per poi essere limato e verificato più volte. Ma c’era una strana alchimia in quell’estate del 2008, che faceva sì che ogni dettaglio andasse a combaciare perfettamente con gli altri, fino a formare la struttura portante della storia.
Poi ci sono stati tagli e revisioni, prima di arrivare alla versione presentata agli editori, ma questi non hanno toccato il nocciolo di 436, che leggete ora nella sua versione iniziale.

C’è stato uno scrittore o un libro che ti ha particolarmente ispirata?
Ci sono molte suggestioni letterarie e non solo in 436. C’è Jorge Luis Borges, con i suoi racconti L’immortale e La scrittura del dio, c’è William Shakespeare e… ci sono i Red Hot Chili Peppers. Ci sono i quadri di Henry Rousseau e svariate influenze cinematografiche, anche. C’è il mio mondo di gusti un po’ freak e di stimoli artistici differenti e contrastanti. C’è Londra, che la fa da padrona, proprio come perfetto esempio di mescolanza culturale.

Come mai hai deciso di scegliere Londra come ambientazione?
Lo dice Redlie, la protagonista, in uno dei primi capitoli di 436: “Amo Londra e mi sento affine a Lei. In fila davanti al pub alle cinque del pomeriggio del venerdì per l’aperitivo. Oppure a spasso per Leicester Square il sabato notte a piedi scalzi con le scarpe in mano anche se in questo mese non si sono registrate mai temperature più alte di diciotto gradi centigradi. A Kensington Gardens, immersa nei roseti, tra un acquazzone e uno sprazzo di sole caldo, rigorosamente senza ombrello. Sul bus number fifteen mentre il bigliettaio annuncia «Tower, tower, tower!». Nella City, seduta sugli scalini di una chiesa medievale con il naso all’insù a guardare gli ascensori panoramici della torre dei Lloyd.”

Come mai hai scelto 436 come titolo? Cosa si cela dietro questo numero?
436 è un numero… da scoprire leggendo.
Faccio la consulente informatica e chi mi conosce, quando impara il titolo del mio libro, mi domanda, - Parla di informatica? -. La risposta è - Assolutamente no!

I vari personaggi sono molto caratteristici, qual è il tuo preferito?
In mio personaggio preferito è Redlie, la ragazza diciassettenne che è anche l’io narrante della vicenda. La sua fragilità e la sua forza, assieme, la rendono in qualche modo adorabile ai miei occhi. I suoi difetti sono in parte i miei e a lei ho dato i pregi che spesso invidio alle altre persone.
Però amo molto anche tutti gli altri personaggi, a partire da Sean, il giovane bellissimo e tenebroso che ella vede per la prima volta in un caffè di Camden Town. Poi ci sono Honey, Tree, Elliot, Lucas e Anthony. Daisy e Nate. L’affascinante James McFarlane… In fondo in ognuno di loro io ho messo un po’ di me stessa e della mia esperienza con gli altri.

Perché i lettori dovrebbero comprare 436? Cosa lo rende indimenticabile?
Tra gli autori fantasy italiani, è vivo il dibattito se la letteratura che essi propongono debba essere in qualche modo istruttiva e formativa o se, invece, debba limitarsi al puro intrattenimento.
Io non amo le letture palesemente didascaliche, ma ho letto testi che si prefiggevano di raccontarmi soltanto una storia e li ho sentiti vuoti, impersonali e quindi poco godibili.
Per quanto mi riguarda non ho nulla da insegnare, ma sicuramente ho qualcosa da dire. 436 narra una storia, tra l’altro, di grande crescita interiore, è stata pura emozione per me scriverlo e spero che lo sia anche per chi lo legge.

Come mai hai scelto l'Urban Fantasy? Ti piace questo genere letterario?
Non sono patita di Urban Fantasy e, quando ho scritto 436, non avevo idea di quali libri fossero compresi nel genere. In effetti, quando ho iniziato a sentir dire che il mio romanzo è un Urban Fantasy e un Young Adult, sono rimasta perplessa, perché ho sicuramente peccato di inconsapevolezza dei generi letterari quando l’ho scritto.
Mi piace molto invece la definizione che, qualche mese fa, ha dato di me il mio editore: mi ha definita una scrittrice “crossover”. Mi riconosco molto in questa parola, credo che abbia colto in pieno ciò che desideravo fare di 436: una mescolanza di suggestioni, di generi e di linguaggi.

Sappiamo che è un libro autoconclusivo e ultimamente molti scrittori scelgono di scrivere libri in serie: come mai hai fatto questa scelta?
Dopo 436 un lettore può archiviare il caso “Redlie McFarlane” e vivere felice e contento.
Ma una volta portato a termine 436, i miei personaggi erano ancora tutti lì, assetati di vita e di “altre storie”. Così ho scritto un sequel, Thunder + Lightning, e una serie di racconti che in parte sono già sparsi in giro per il web. Si tratta letteralmente di altre storie, a volte sembrano inconcluse, a volte raccontano episodi che il lettore forse non si aspetta di leggere e altre volte è difficile trovarne subito il nesso con la storia principale.
Scriverò anche un terzo libro, un giorno, forse conclusivo e anche questa… è un'altra storia!

Per concludere, cosa vorresti dire ai nostri lettori su 436?
Voglio dire che 436 mi ha già fatto il regalo di portarmi a contatto con tante umanità splendide: altri scrittori, il mio editore e i miei editor, tutti i giornalisti e i blogger che si stanno interessando e stanno dimostrando grande entusiasmo, e, ultimi, ma non per importanza, i lettori.
Ringrazio tutti e li abbraccio forte.
La luce è dietro l’angolo…

Ringraziamo Anna per l'esclusiva intervista e per averci dedicato un pò del suo tempo!

Anna Giraldo è una lettrice “seriale”, ama viaggiare e adora i felini. Non è mai riuscita a tenere i piedi ancorati alla solida terra per più di cinque minuti consecutivi. Tempo addietro, la cosa la preoccupava molto: si impegnava quotidianamente in veri e propri esercizi di serietà. Una noia mortale. Ma, un giorno, la passione per la scrittura l’ha travolta. Da allora si diverte a intrecciare la realtà con le sue storie fantastiche, a cercare nuovi varchi attraverso i quali affacciarsi al mondo. Adesso affronta questo suo viaggio. QUI troverete il suo sito.
(fonte della biografia http://azurestrawberry.altervista.org)

Vi abbiamo incuriosito abbastanza? Questo libro sembra davvero misterioso e interessante!

A presto,
Holly

2 commenti:

  1. Anna ha soddisfatto in pieno la nostra curiosità, mi piace il fatto che sia definita una scrittrice “crossover” e la sua versione di Londra è davvero accattivante. Grazie Anna, non vediamo l'ora di leggere 436!

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  2. Ho appena acquistato il libro e l'intervista mi ha incuriosita un bel po'...è molto bello...e mi piace vedere che un bel libro così sia nato per gioco...

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