venerdì 11 luglio 2025

Recensione: Terapia di gruppo per serial killer

 

Terapia di gruppo per serial killer
di Saratoga Schaefer

Editore: Mondadori
Titolo Originale: Serial killer support group
Prezzo Cartaceo: €20,00
Pagine: 324
Traduzione a cura di: Mirko Zilahy

È passato qualche mese dal ritrovamento del corpo della giovane Mira Griffin vicino alla rimessa delle barche di Prospect Park, ma la polizia di New York brancola nel buio. Cyra, sorella maggiore di Mira, grazie a un amico che lavora in polizia viene a sapere che in città esiste un gruppo di sostegno per serial killer, dove gli assassini si recano non con l’intento di rimettersi in carreggiata ma per condividere le storie sui crimini che hanno commesso, affinare le tecniche, ascoltare consigli, e dare libero sfogo alle proprie fantasie malate. Tormentata dal fatto di aver litigato con la sorella poco prima della sua scomparsa, Cyra è determinata a vendicarne la morte: decide così di infiltrarsi nel gruppo inventandosi un personaggio, la gelida Mistletoe, e trovare da sola il killer di Mira. Il surreale mondo con cui entra in contatto è composto da killer senza scrupoli, tutti maschi: c’è Python, un omone che ha il ruolo di moderatore; Pea Crab, che non riesce a trovare il modo di sbarazzarsi dei corpi senza venire scoperto dalla polizia; Cuckoo, che compie solo delitti di natura sessuale; e Lamprey, maschio alfa attraente e sicuro di sé, un ingegnere informatico che a tempo perso fa l’hacker e ha reso più efficienti i metodi di reclutamento del gruppo. Quando Cyra inizia ad avvicinarsi a quell’ambiente, però, si rende conto che impersonificare qualcuno privo di scrupoli ed emozioni significa anche poter liberare i propri istinti peggiori e immaginare di compiere azioni a cui non avrebbe mai pensato prima. Un thriller a tinte femministe, con un ottimo equilibrio tra suspense e divertimento che gioca con la parte più oscura dell’animo umano e che porta i lettori a chiedersi quanti mostri spaventosi camminino, invisibili, tra noi.



Cyra ha perso da poco sua sorella minore Mira e ora la polizia le sta dicendo che ci sono alte probabilità che sia stata vittima di un serial killer, è stata uccisa mentre faceva jogging al parco e il suo corpo è stato ritrovato vicino alla rimessa per le barche con il cranio spaccato.
Il problema è che le informazioni che la polizia riesce a fornirle si fermano qui e Cyra, appesantita dal senso di colpa per aver litigato pesantemente con Mira prima che morisse, è assolutamente intenzionata a vendicarne la morte.
Una sera, il suo amico Eli, che lavora negli archivi della polizia, le racconta di non essere riuscito a resistere alla curiosità e di aver dato una sbirciatina ad un fascicolo, all'interno di esso si parlava della possibile esistenza di uno speciale gruppo di sostegno per serial killer, nel quale gli assassini si incontrano non per frenare i propri istinti omicidi ma per condividere con fierezza i propri crimini, per godere dei racconti altrui e migliorare le proprie tecniche.
Cyra si rende conto che l’unico modo per scoprire chi sia stato ad uccidere Mira è riuscire ad intrufolarsi nel gruppo di cui le ha parlato Eli, la sua determinazione è forte ma fingersi una assassina senza scrupoli non è semplice, tuttavia riesce a superare la barriera di controllo e i test che le vengono posti.
Cyra partecipa al primo incontro con non poca tensione, tutti gli occhi sono puntati su di lei e non solo perché sia la nuova arrivata, ma anche perché sino a quel momento mai una donna aveva fatto parte del gruppo di sostegno per serial killer; inoltre, il suo cervello non può fare a meno di ricordarle che si trova in un covo di crudeli assassini senza pietà che non esiterebbero a farla fuori se scoprissero le sue vere intenzioni.
All'interno del gruppo è vietato usare il proprio vero nome perciò ogni partecipante ha un suo soprannome, quello si Cyra è Mistletoe. Un'altra regola fondamentale del gruppo è non avere assolutamente alcun contatto con gli altri partecipanti al di fuori del luogo in cui avvengono gli incontri, ma già dopo il primo appuntamento Cyra si trova a dover affrontare un enorme problema: Lamprey, un altro assassino del gruppo di sostegno, l’ha seguita.
Lamprey è un hacker, ha scoperto come si chiama, dove abita e soprattutto il vero motivo per cui si è infiltrata nel gruppo di sostegno. Per fortuna, siccome Lamprey sospetta ci sia una spia all'interno del gruppo, la presenza di Cyra può tornargli utile e riescono a trovare un accordo: Cyra aiuterà Lamprey a scoprire chi sia l’infiltrato e Lamprey aiuterà Cyra a scoprire chi sia il killer di sua sorella. Cyra ovviamente, nonostante l’accordo pattuito, non si fida di Lamprey e continua a dubitare di tutto ciò che le dice perché è convinta che, nonostante le ripetute negazioni, possa essere lui stesso l'assassino di Mira.
A un certo punto però sorge un nuovo problema, un componente del gruppo di sostegno viene ucciso e a scoprirlo è proprio lei, immediatamente lo viene a sapere anche Lamprey che decide di far giungere la notizia anche a tutto il resto del gruppo, suscitando il panico generale. Nello scompiglio, i due riescono ad individuare un elemento sospetto che Cyra scoprirà essere proprio la spia e sarà allora che prenderà una decisione sconvolgente, una scelta più nelle corde di Mistletoe che in quelle di Cyra, perché in fondo sta cominciando a sentirsi bene nelle spoglie di Mistletoe. Forse, in realtà, le vesti di Mistletoe non sono solo un travestimento, ma son sempre state la sua vera natura.

Terapia di gruppo per serial killer è uno di quei libri da cui non ti riesci a staccare, carico di suspance e personaggi a dir poco inquietanti. Ho adorato la scelta dell’autrice di utilizzare i flashback per presentarci meglio alcuni personaggi e soprattutto il modo in cui modifica lo stile di scrittura per adattarlo ai personaggi stessi.
Se amate i romanzi tetri , carichi di tensione e colpi di scena questo libro vi piacerà tantissimo.



Durata  della lettura:  Sei giorni
Bevanda consigliata: The freddo al limone
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Io uccido, Giorgio Faletti



      "Aveva creato il personaggio di Mistletoe per ingannare gli uomini, ma lentamente era diventato un rifugio, un luogo in cui Cyra poteva essere la versione di sé stessa che aveva nascosto per anni. [...] La versione che presentava al mondo era ancora lì, a portata di mano dentro di lei, ma non aveva più voglia di indossarla."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 7 luglio 2025

Recensione: 1991

    

1991

La prima indagine di Franck Sharko
di Franck Thilliez

Editore: Fazi (Darkside)
Prezzo Cartaceo: € 19,50
Prezzo ebook: € 10,99
Pagine: 468
Titolo originale: 1991
Traduzione a cura di: Daniela De Lorenzo



Conclusa la scuola ispettori, Franck Sharko a trent'anni approda a Quai des Orfèvres, prestigiosa sede dell'anticrimine di Parigi. È l'ultimo arrivato: gli assegnano i compiti più noiosi e trascorre il suo tempo negli archivi passando al setaccio centinaia di informazioni alla ricerca di un indizio utile per risolvere un vecchio caso. Tra il 1986 e il 1989 tre donne sulla trentina sono state rapite, brutalmente uccise e abbandonate in campi di periferia. Nonostante centinaia di deposizioni, notti insonni e denunce, il predatore è ancora in libertà. Siamo all'inizio degli anni Novanta, le indagini procedono ancora alla vecchia maniera: computer, cellulari, internet sono novità di cui si comincia solo vagamente a sentir parlare, come di un sogno futuristico. Ma Sharko scalpita, vuole dimostrare di meritare il suo posto nella squadra. Una notte di dicembre, uscendo dagli archivi ormai deserti per tornare a casa, intercetta un uomo in preda al panico. Ha in mano una foto – ritrae una donna legata, il volto coperto da un sacchetto di carta con sopra disegnati occhi e bocca – e gli racconta una storia confusa riguardo a una lettera con un enigma da risolvere e una poesia di Baudelaire. Sharko non ci pensa due volte: decide di aggirare le procedure e occuparsene di persona. Ha finalmente l'occasione di uscire dai box e iniziare la sua corsa.



Franck Thilliez non delude mai. Credo di aver letto quasi tutti i suoi romanzi e ogni volta resto affascinata dalle atmosfere cupe e avvolgenti che riesce a costruire. Nei suoi noir, i risvolti psicologici si intrecciano a storie complesse, ricche di collegamenti tra i personaggi. Le sue trame sono veri e propri labirinti narrativi che ti catturano e ti tengono incollata al libro fino all'ultima pagina.

Ho adorato anche quest’ultimo romanzo, che apre le indagini del giovane detective Franck Sharko, appena entrato nella polizia di Parigi al celebre 36 di Quai des Orfèvres. Il suo primo caso è legato alla sparizione e all’orribile morte di tre donne, brutalmente assassinate e violate alla fine degli anni Ottanta. Nonostante le indagini approfondite, l’assassino non è mai stato trovato. Eppure, la cosa più strana è che — se davvero si trattava di un serial killer — dopo queste vittime la scia di sangue si è interrotta.

Il romanzo si apre con una scena davvero inquietante: un giovane uomo, tornando a casa dopo il lavoro, trova ad attenderlo un pacchetto misterioso. All’interno c’è una copia de I Fiori del Male di Baudelaire e un messaggio criptico: gli viene chiesto di pensare a un nome di donna e poi di sfogliare il libro fino a pagina 122. Con sgomento, scopre che proprio quel nome appare nella pagina indicata. Ma non è finita. Un secondo messaggio lo spinge a recarsi a un indirizzo preciso e a controllare la cassetta della posta di quella donna. Nonostante la paura, la curiosità ha la meglio e l’uomo si reca sul posto: lì trova una foto inquietante di una donna incappucciata, legata a un letto. È in pericolo? È ancora viva?

È questo l’uomo che Sharko incontra quasi per caso, durante un turno notturno alla centrale. Da qui, spinto dall’istinto e infrangendo alcune regole, decide di lanciarsi in una corsa contro il tempo per salvare quella donna sconosciuta.

E questo è solo l’inizio. Gli enigmi si susseguono senza tregua, in un crescendo di misteri che sfidano la logica. Magia nera, riti voodoo, citazioni di Houdini: chi muove i fili di questa trama ha un piano ben preciso e una sola ossessione — la vendetta per qualcosa accaduto nel passato, che ancora brucia.

E le tre vittime di Sharko? Riuscirà a non abbandonare quell’indagine rimasta senza soluzione e a chiudere finalmente il cerchio?

Raccontare la trama di un romanzo di Thilliez in poche righe è quasi impossibile. I suoi libri sono intricati, tesi, densi di riferimenti e di sfumature psicologiche che ti portano dentro l’abisso della mente umana. Quello che rende i suoi thriller così avvincenti è proprio la capacità di ricordarci che il male, spesso, si nasconde dietro le facce più insospettabili — quelle del vicino di casa, di una persona gentile, di qualcuno che potremmo incontrare ogni giorno.

Se amate i thriller psicologici con trame complesse e personaggi memorabili, questo libro vi terrà incollati fino all’ultima pagina.


Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: ginger beer
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Jean-Christophe Grange I fiumi di Porpora

  "Negli anni '90 le indagini si svolgevano senza il supporto digitale, ogni verifica era sul campo, ogni documento era stampato sulla carta, ma niente ha mai potuto fermare un detective alla ricerca della verità."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

venerdì 27 giugno 2025

Recensione: L’inventario dei sogni



  L’inventario dei sogni

 di Chimamanda Ngozi Adichie

 Editore: Einaudi
 Prezzo: €22
 Pagine: Dream count 
 Titolo originale: 512
 Traduzone a cura di: Giulia Boringhieri
 

  Nigeriana di nascita e americana di adozione, Chiamaka si porta appresso da sempre il nomignolo di Latteburro: è ricca, è bellissima, di mestiere viaggia comodamente da un posto all’altro scrivendo reportage leggeri sulla vita quotidiana nei luoghi del mondo. Ma che stia riferendo di un rave party a Budapest, delle rovine antiche e dei gabinetti moderni di Gede, o dei ristoranti rustici e un po’ razzisti di Skopje, l’obiettivo della sua ricerca rimane altrove: un essere umano che la conosca fino in fondo e per sempre. E allora il catalogo degli uomini della sua vita si va dilatando anno dopo anno: Darnell, Chuka, l’inglese, Luuk, Johan, uomini adoranti, uomini sprezzanti, un graal comunque irraggiungibile. Anche quando l’epidemia di Covid ferma i suoi spostamenti, ma non gli aneliti del suo cuore. Aneliti che la sua amata cugina Omelogor tratta con bonaria canzonatura. Maga della finanza nigeriana, capace di far lievitare fortune come di azzerarle, o ridistribuirle, Omelogor è volitiva, spigliata, caustica, critica del modello americano di esistenza e dell’approccio maschile alla sessualità, al quale dedica un blog ironico dal titolo Per soli uomini. Sembra del tutto padrona della sua vita, fino a quando non si trova a fare i conti con il lato oscuro di sé. Anche Zikora, la migliore amica di Chiamaka, sembrerebbe non aver bisogno di nulla. Organizzata, scostante, ambiziosa, affermata nel suo mestiere di avvocata, non è avvezza alla sconfitta in nessun campo. Senonché un imprevedibile abbandono rischia di annientare ogni sua certezza. La quarta donna della storia, Kadiatou, non ha nulla a che spartire con le altre tre: non è bella, non è ricca, non è colta; non può contare su una famiglia presente né sulla protezione della società. È un’immigrata francofona giunta negli Stati Uniti dalla nativa Guinea nel tentativo di offrire riscatto e futuro alla figlia Binta. Le sue speranze si infrangono in pochi minuti nella cieca violenza di un uomo potente e inattaccabile. Ma è proprio a lei e alle sue ali spezzate che Adichie regala il momento di piú alto riscatto, in un abbraccio materno che supera gli umani fallimenti. Definito dal «Times» «un Guerra e pace femminista», questo nuovo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie è una riflessione acuta, poetica e militante sull’essenza dell’amore, il prezzo della fedeltà a se stesse, la forza del legame fra madre e figlia e l’effimero godimento della felicità. E conferma l’autrice come una delle voci piú dinamiche ed emozionanti del panorama letterario mondiale.




Chia è di origini nigeriane ma vive in America dove sta cercando di diventare una famosa scrittrice di viaggio. 

Le sue amiche Omelogor e Zikora sono interessanti e affezzionate. Cosa c'è di male allora direte voi? Darnell il suo fidanzato, se vogliamo definirlo così, non sembra particolarmente interessato alla loro relazione. Questo non sembra essere stata una evoluzione della storia ma anzi lui è sempre stato poco disponibile, non sembra stimarla per niente, soprattutto dato che lei arriva da una famiglia molto ricca. Ad ogni minino gesto positivo o tenero, lui risponde con indifferenza, distanza e anzi con sarcasmo freddo mettendo distanza tra loro. Chia però, nonostante sia cosciente di tutti questi atteggiamenti, sembra non voler uscire da questa relazione (tossica ve lo dico direttamente io). Nasconde i difetti di Darnell alle amiche, lo riempie di regali, fa finta di non leggere i messaggi di altri donne sul suo cellulare. Il precedente era troppo perfetto, un uomo che rappresentava l'idolo di ogni mamma nigeriana, igbo, cristiano, con un lavoro e voglia di sposarsi e fare figli. Il fidanzato successivo invece sulla carta era fantastico, ma sulla carta era anche sposato. 

Zikora è la migliore amica di Chia e nella sua vita ci sono stati un paio di ladri di tempo, uno che la vede come troppo sicura e non le chiederà mai di sposarlo, l'altro che non le racconta tutta la verità è nasconde un altra vita. Anche qui però è lei ad accettare e chiudere un occhio, perché l'età avanza e di conseguenza la possibilità di fare I due figli che sogna si allontana. Ma anche perché la societá e la famiglia non perdonano e continuano a mettere il dito nella piaga. Perlomeno ha una candela che glielo ricorda costantemente. Quando però quella gioia arriva solo una persona può aiutarla, quella che ha sempre odiato e incolpato per tutti i suoi mali. Ma conosciamo davvero chi ci dá la vita o crediamo alla storia che ci hanno raccontato. 

La storia di Kadiatou mi ha spezzato il cuore, i dolori vissuti e le mutilazioni subite sin da bambina sembrano renderla debole ma in realtà la sua testa rimane alta e anche quando scopre un tradimento non si riduce mai al silenzio ma lotta per lei e Binta per una vita migliore. Il destino e la bestialità di alcuni uomini però non la lasceranno vivere in pace e riapriranno vecchie ferite e ne creeranno di molte più grandi. 

Omelogor non gira intorno a niente, nessuna mezza parola ma va dritta per la propria strada guardando tutti negli occhi. Il suo studio per la pornografia che la porta al di fuori del paese. Infine abbiamo Chiamaka, anche la sua vita intrecciata alle altre donne, anche lei che ricostruisce se stessa nella nuova vita americana, lottando con le differenze di pensiero e di società. 

I temi del romanzo sono tantissimi, potere, violenza sessuale, genere, immigrazione, rapporto madre e figlia. In un romanzo basato sulle donne e dedicato a queste si nota purtroppo una fortissima presenza degli uomini ma questa è la realtà della vita. 

La capacità di raccontare è dipingere vite di Chimamanza rimane imbattuta e anche stavolta il romanzo mi è piaciuto tanto. Vi avverto che vi lascerà con tanto su cui riflettere soprattutto sui rapporti di cui vi circondate. Le scelte che compiamo sono davvero le nostre o sono influenzate al mondo che ci circonda?


Durata totale della lettura: Dieci giorni
Bevanda consigliata: Cappuccino
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Appunti sul dolore di Chimamanda Ngozi Adichie




"Forse mi innamorai quel giorno; l’amore arriva molto prima che lo chiamiamo amore. " 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 26 giugno 2025

Recensione: Nove vite segrete


Nove vite segrete
di Robert Gold

Editore: Longanesi
Titolo Originale: Nine hidden lives
Prezzo Cartaceo: €19,60
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 368
Traduzione a cura di: Giuseppe Maugeri

I segreti sopravvivono solo dentro l’oscurità.

Un venerdì sera, a tarda ora, una donna parcheggia l’auto in una piazzola di sosta di Haddley, un sobborgo di Londra attraversato dal Tamigi. Spegne il motore e scende. Nascosto nel bosco vicino alla strada, il suo assassino la sta aspettando. La vittima è Alaka Jha, giornalista del Richmond Times, che con le sue inchieste ha dato voce a molte donne vittime di abusi domestici.

Trent’anni dopo, sua figlia Uma sta ancora tentando di scoprire la verità sulla morte della madre e per questo si rivolge a Ben Harper, brillante giornalista investigativo della stessa testata.

Anche Harper in passato ha perso in modo violento chi amava. E ha lottato per anni in cerca della verità. Non può dunque tirarsi indietro e si tuffa nell’indagine.

Ma scavare nel passato, a volte, porta lontano da dove si credeva di arrivare, in un intreccio di misteri e bugie insospettabili. Quando qualcuno inizia a minacciare di morte Uma, a poco a poco si scopre che troppe persone sono coinvolte. E tutte, da oltre trent’anni, hanno qualcosa da nascondere…



Sono passati trent’anni dalla morte di Alaka Jha quando la figlia Uma torna a Londra per scoprire la verità sull’omicidio della madre.
Alaka era giornalista del Richmond Times e negli ultimi tempi si occupava principalmente di donne vittime di abusi domestici, dando loro voce attraverso i suoi articoli.
Le sue ricerche però stavano per riportare a galla delle verità che erano state tenute nascoste per moltissimi anni e proprio per questo Alaka viene uccisa.
Uma, ormai adulta, non riesce a darsi pace e vuole a tutti i costi ottenere delle risposte sull’omicidio irrisolto della madre, per riuscirci chiede aiuto a Ben, giornalista investigativo che pubblica immediatamente un articolo digitale sulla morte di Alaka, con la speranza di ottenere delle informazioni tramite i commenti dei lettori.
Naturalmente, la loro scelta di investigare nuovamente sul caso Jha non va a genio a tutti, una sera mentre Uma cammina nell’isolato insieme a Dani, moglie di Ben, un uomo sbuca da un sentiero e dà fuoco alla sua macchina, lei però non si lascia intimidire e procede con le indagini.
Qualche giorno dopo, appare al mercato del quartiere una tossicodipendente che corre verso di lei brandendo un martello insanguinato, per fortuna i presenti riescono a fermarla ma la donna riesce a fuggire. Dopo questo avvenimento molti cercano di sviare Uma dal suo intento ma lei resta rigida sulla sua volontà di ottenere una spiegazione alla morte della madre e continua imperterrita a indagare insieme a Ben.
Le ricerche di Uma e Ben procedono, ma i tasselli del puzzle che cercano di ricostruire sembrano non avere in alcun modo dei lati combacianti e tra ulteriori morti, aggressioni e verità nascoste si scoprirà che alcuni avvenimenti avevano un’origine del tutto inaspettata.

Un giallo leggero, vecchio stile, che scorre facilmente.
Un libro che risveglia l’istinto di detective che c’è un po’ in ognuno di noi e spinge la mente a cercare la chiave per risolvere il caso anche dopo aver messo in pausa la lettura.

Nove vite che sembrano non avere alcun punto in comune.
Nove personaggi che sono apparentemente sconnessi tra loro, ma ognuno di essi nasconde un segreto che unito a quello degli altri otto porterà alla soluzione di più di un caso.


Durata  della lettura:  Sei giorni
Bevanda consigliata: Caffè freddo shakerato
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Dieci secondi, Robert Gold



      "Era uscita da casa di Eileen con una certezza. Mark Marvis e David Lennon. Due morti per nasconderne un’altra."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 19 giugno 2025

Recensione: Amore in esilio



  Amore in esilio

 di Shon Faye

 Editore: Atlantide Edizioni >
 Prezzo: €19
 Pagine: 208
 Titolo originale: Love in exile
 Traduzione a cura di: Clara Nubile
 

  Quando finisce un amore, quello che resta non è solo il vuoto, ma un’intera architettura da ricostruire: quella dell’identità, del desiderio, della possibilità stessa di essere amati ancora. Per Shon, dopo la fine della sua relazione con B. questa ricostruzione attraversa la fila dei giorni che passano senza l’uomo che ama, le notti di pianto soffocato in un cuscino, la realtà che sembra quasi sfilacciarsi sotto i piedi e soprattutto l’idea di non essere “abbastanza” per l’amore. Insieme confessione e saggio, manifesto politico sull’identità sessuale e riflessione sulla natura dell’amore contemporaneo in una società che pretende di insegnarci cosa l’amore dovrebbe essere e a chi dovrebbe spettare, Amore in esilio è il racconto luminoso e bruciante di una ferita e di una rinascita che scava nelle fondamenta stesse della nostra cultura sentimentale. Così, mentre pagina dopo pagina cerca le rovine di un amore perduto, in quelle stesse rovine Shon Faye prova a disegnare una nuova mappa per amare, restare, salvarsi: “Avevo bisogno di immaginare un altro modo di dare e ricevere amore. Dovevo capire che cosa c’era di sbagliato in ciò che mi avevano insegnato sull’amore e ricominciare da capo”.




Questo non è solo un libro da leggere, è un libro da ascoltare. Perché dietro la storia personale dell’autrice c’è molto di più: c’è un’intera riflessione su amore, identità e società che ci riguarda tutti, anche se in modi diversi. 

 La relazione con B., che si rompe nel corso del racconto, non sembra finire per mancanza d’amore, ma piuttosto per qualcosa di più profondo e doloroso: la sensazione della protagonista di non essere “abbastanza”. Non abbastanza donna, non abbastanza partner, non abbastanza giusta. Una sindrome dell’impostore che la porta a dubitare perfino del suo diritto di essere amata. Ma viene anche da chiedersi: quella relazione era autentica, o era solo un tentativo di aderire a ciò che la società si aspetta? 

Il modello “donna, moglie, madre” imposto dal mondo che ci circonda funziona davvero per tutti? L’autrice parte da sé – senza paura di mettersi a nudo – e da lì si allarga, parlando dell’evoluzione dell’amore romantico e dell’eterosessualità (che, spoiler: è un termine coniato solo nel 1868!). È una narrazione personale, sì, ma anche molto ben documentata: chi ha già letto The Transgender Issue, della tessa autrice, sa che lei non parla mai a caso ma anzi ci lascia con una lunghissima lista di letture che ho aggiunto alla mia TBR.

Il libro affronta anche un tema spesso ignorato: l’amore non è semplice nemmeno per le donne etero, cresciute in una società che per secoli le ha messe in secondo piano. Oggi, mentre molte donne iniziano a pretendere (giustamente) relazioni più paritarie, tanti uomini faticano a stare al passo. Risultato? Più donne felici da sole e più uomini che si sentono spaesati e che hanno problemi con la comunicazione. I rifermenti sono ovunque, politici, storici, femministi e musicali e ci vengo presentati in un unico fiume insieme alle sue esperienze di vita. 

E il sesso? L’autrice non si tira indietro nemmeno su questo. Racconta con sincerità e un pizzico di ironia come la sua sessualità sia cambiata nella transizione, e quanto sia complicato trovarsi desiderata da uomini che prima non la vedevano neppure. È un mix di rabbia, piacere, confusione. E tanta umanità. 

 Ma il cuore del libro, quello che davvero colpisce, è il tema dell’amore per sé stessi. È lì che si concentrano le ferite più profonde: quelle che ci portiamo dentro e che, a volte, ci fanno sabotare la nostra felicità ( e alle volt anche il nostro corpo). L’autrice è lucida ma anche vulnerabile, e proprio per questo riesce a parlare in modo così autentico. In poche parole: un libro che fa riflettere, che smonta certezze e apre nuove domande. 

Da leggere con la testa... ma anche con il cuore.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tisana al melograno
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Ero un prodotto del mio ambiente, e c’erano delle spiegazioni chiare per le mie scelte in amore; io avevo il potere di imparare da esse, e quindi cambiare. Ma se io potevo cambiare, come conseguenza logica anche gli uomini potevano cambiare." 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 16 giugno 2025

Recensione: Kala

  

Kala
di Colin Walsh

Editore: Fazi Editore
Prezzo Cartaceo: €19,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 456 

Che fine ha fatto Kala? 

A Kinlough, una cittadina irlandese che si affaccia sul mare, è l’estate del 2003. Un gruppo di amici quindicenni sta vivendo il momento più bello della vita: i primi amori, le  prime sbronze, l’amicizia viscerale come può esserlo solo a quell’età. È un’estate vissuta come se dovesse durare in eterno. È l’estate che cambierà per sempre le loro vite. Kala Lanann, carismatica leader del gruppo, trasgressiva e spericolata, al culmine di quella stagione scomparirà senza lasciare traccia. Quindici anni dopo, tre dei vecchi amici si ritrovano nella cittadina. Helen, Joe e Mush, un tempo inseparabili, ormai hanno preso strade diverse e si sono lasciati tutto alle spalle. Negli stessi giorni, però, vengono ritrovati dei resti umani nel bosco di Caille, lo stesso bosco dove Kala viveva con sua nonna. È l’inizio di un nuovo incubo. Mentre passato e presente cominciano a sovrapporsi, i tre amici sono costretti a confrontarsi ancora con la tragedia che li lega, cercando di mettere fine a quella storia una volta per tutte. Sullo sfondo di una città soffocata dai suoi stessi segreti, Kala, descrive in maniera brillante il costo a volte brutale dell’appartenenza, ma anche il contrasto tra vendetta e perdono, condanna e redenzione.

L’esordio di Colin Walsh, un bestseller che ha conquistato il primo posto della classifica in Irlanda, è un thriller letterario che cattura il  lettore sin dalla prima pagina. Romanzo emozionante e ricco di tensione, racchiude tutta l’intensità dell’amicizia tra adolescenti e la  nostalgia per un’innocenza perduta mentre, con abilità, conduce il lettore verso la soluzione di un grande mistero.

«Kala è molto più di un thriller. È emozionante e strutturato in modo intelligente, ma la sua grande  forza sono i personaggi: fantastici».

Roddy Doyle

« Un esordio frizzante, intriso di nostalgia e segreti. La forza della dinamica di gruppo e la persistente promessa di una resa dei conti spiegano i paragoni  con Dio di illusione di Donna Tartt. Kala è un vero e proprio page-turner,  ma anche una profonda riflessione sulla memoria, su come questa plasmi le nostre vite, su come la persona che siamo stati in passato non smette di tormentare la persona che siamo diventati».

«The Guardian»

«Un’ottima lettura, soprattutto se state cercando qualcosa di avvincente e veloce, con una trama forte. Una rielaborazione magistrale del giallo: avrete enormi difficoltà a smettere di leggere».

«The Irish Time»

«Un thriller crudo che ti spezza il cuore. Un po’ tenero romanzo di formazione, un po’ brutale noir irlandese, sarà una lettura spettacolare per i fan di Donna Tartt e Tana French».

«Kirkus Reviews»



2003, Kinlough, Irlanda. Kala, Joe, Helen, Aoife, Aidan e Mush stanno vivendo un periodo fantastico e spensierato, nel pieno dell’adolescenza. Vivono le giornate a pieni polmoni in quella fase di totale inconscienza giovanile, tra amicizia e primi amori. I ragazzi si conoscono dalle elementari, così come Aoife e Kala. L’unica “estranea” è Helen, il padre è originario di Kinlough e, dopo numerosi trasferimenti in giro per il mondo, decide di tornare nella sua amata Irlanda. Tra Kala ed Helen si crea un legame fortissimo, entrambe hanno un passato burrascoso, anche se nessuna delle due ne parla mai. Joe e Kala sono ufficialmente una coppia dalla sera del Sisco, la festa di fine anno delle scuole superiori di Kinlough. L’estate prosegue lenta e i sei amici sono inseparabili, finché, una sera di ottobre, Kala Lenann sparisce, nessuno sa cosa possa esserle successo. 
La storia riprende 15 anni dopo, nel 2018, di nuovo a Kinlough. Mush, l’unico rimasto in città, lavora nel locale di sua madre. Joe Brennan, ormai famoso cantante torna a Kinlough a trovare i suoi genitori. Helen, giornalista freelance in Canada, torna per il matrimonio di suo padre, che non vede e non sente da tempo. Sono passati 15 anni dalla scomparsa di Kala, nessuno ne ha più parlato e i rapporti tra i ragazzi sono andati piano piano a dissolversi. 

Helen, Mush e Joe si ritrovano di nuovo nel passato, in quel lontano 2003 a rivivere tutte quelle emozioni che hanno cercato di trattenere negli ultimi 15 anni: nel bosco di Caille sono stati trovati dei resti umani, proprio dove Kala viveva con sua nonna Mummy. 

Ogni capitolo è il punto di vista di uno dei tre amici, quasi un’introspezione in ognuno di loro. Passato e presente si mescolano in modo estremamente naturale: le loro storie, ogni piccolo segreto, il loro rapporto con Kala, vengono fuori pezzetto per pezzetto da ogni singolo capitolo. 

La scomparsa di Kala e la ricerca della verità sono sicuramente il centro della storia, in parallelo viene però gestita la scomparsa delle gemelle, cugine di Mush e figlie di Pauline, futura moglie di Helen, che non si presentano all’addio al nubilato della madre. 

I personaggi sono tanti, ognuno di loro con ruoli fondamentali per la riuscita del racconto: dai Lyons, ai genitori di Joe, alla nonna di Kala e persino all’insegnante di francese. Ogni singola frase o comportamento hanno avuto un ruolo e un impatto enorme nella storia. 

Il punto forte del libro è sicuramente il cambio continuo di punti di vista e l’alternarsi di passato e presente, gestito in modo magistrale. L’alone di mistero è presente in tutto il libro, fino alla fine, fino all’ultima pagina. 

Ricco di frasi profonde e  psicologiche, è un romanzo che consiglio assolutamente, non solo per la storia, ma per il modo in cui viene raccontata. Kala è un mix perfetto di emozioni: ansia, paura, curiosità e nostalgia.

Durata  della lettura:  Sette giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Traduzione a cura di: Stefano Tummolini



      "Il dolore è come l’innamoramento: è sempre narcisistico. Quando una catastrofe attraversa la nostra vita, ridisegniamo subito il mondo per trasformare quel disastro nel battito segreto di ogni cosa, nella verità sepolta dell’universo.”

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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