lunedì 27 giugno 2011

Recensione: L'inverno si era sbagliato

di Louisa Young

Prezzo di copertina: € 18,60
Formato: Rilegato
Editore: Garzanti Libri
Data di uscita: 26/05/2011
Lingua: Italiano
Titolo originale: My Dear I Wanted to Tell You
Lingua originale: Inglese
Pagine: 352
Traduttore: R. Scarabelli
Generi: Romanzi e Letterature, Romanzo storico

Tre donne coraggiose e determinate.
Perché il buio non spegne ogni cuore.
Perché la guerra non uccide la speranza.

Inghilterra, 1915. Come ogni mattina, Julia compie i rituali dell'attesa: lucida la casa alla perfezione, indossa l'abito più elegante che possiede e si acconcia i capelli, accorda il violoncello e poi si siede alla finestra. E aspetta.
Aspetta che la promessa venga mantenuta, che suo marito Peter torni dal fronte.
Anche Nadine aspetta, ripensando come ogni giorno a quell'amore tenero e spensierato sbocciato a Londra, sotto la neve d'inverno.
Quello che nutre per Riley è un amore impossibile, contrastato aspramente dai genitori di Nadine. Ed è proprio per conquistarli che Riley è partito per il fronte, per quella guerra lampo che, dicevano tutti, sarebbe durata soltanto un inverno.
Ma l'inverno si era sbagliato.
Rose non ha tempo di aspettare.
Infermiera in prima linea nel conflitto, ha visto troppi uomini feriti nel corpo quanto nell'anima aspettare soltanto una cosa, la morte.
E c'è un filo sottile, fragile e capriccioso, fatto di messaggi dalla trincea, che Rose ha visto troppe volte spezzarsi.
Julia, Nadine e Rose sanno che quella maledetta guerra è una lunga attesa, ma unite dalla medesima determinazione e dall'imprevedibilità del destino scopriranno che quest'attesa può essere interrotta solo in un modo: con il coraggio dei loro cuori.

Louisa Young, londinese, discende da una famiglia di scrittori, scultori e poeti. Giornalista, scrive regolarmente per il «Guardian». Il suo primo romanzo Baby Love è stato candidato all'Orange Prize.

“Aspettò fuori, in Bayswater Road, davanti alla casa di sir James Barrie. Era dentro, nel bagliore del camino dietro le tende? Lui e i suoi ragazzi che non sarebbero mai diventati grandi? Un’immagine gli passò davanti: ragazzi che aveva visto e che non sarebbero mai diventati grandi, che volavano, cadevano sul filo spinato, a pezzi...”

La grande tragedia della Grande Guerra, la piaga che ha profondamente cambiato la storia mondiale di inizio ‘900, non è mai stata raccontata con così tanta grazia e delicatezza.
L’inverno si era sbagliato è un romanzo toccante, che arriva al cuore, e che umanizza una triste vicenda che spesso nei libri di storia viene presentata come mero elenco di battaglie vinte o perse.
In questi casi però non ci sono vincitori né vinti, ma solamente uomini, donne e bambini le cui vite sono straziate dal dolore e dalla perdita, ma che alla fine dei giochi riescono ancora ad avere speranza in una vita migliore.
Il titolo originale dell’opera è My dear, I wanted to tell you - carissima, volevo dirti..., frase iniziale di quelle cartoline pre-stampate che venivano offerte ai soldati, molti dei quali illetterati a quell’epoca, per poter mandare notizie a casa.
Ed è proprio una di queste lettere che Riley manda a Nadine, la sua amata, che ha abbandonato per partire per la guerra, con la volontà di dimenticarla per via della differenza di classe, ma allo stesso tempo per provare di essere uomo degno di lei.
Tanto sarebbe stato una guerra breve, che non sarebbe durata più di un inverno. Ma l’inverno si era sbagliato, perché tanti inglesi come Riley vennero spediti al fronte nelle Fiandre, a combattere in quelle “terre sommerse” che sarebbero stato il luogo del non ritorno per molti di loro.
In queste trincee soffocanti e senza speranza si trova anche il capitano Peter Locke, ben presto buon amico di Riley, anche lui con una persona amata a casa, la sua neo - sposa Julia. Quest’ultima è ben diversa dalla combattiva Nadine, che si è arruolata come infermiera volontaria in un ospedale, curando tutti i giovani soldati come se fossero Riley. Infatti Julia è una donna fragile, ossessionata in modo morboso dalla sua bellezza, e dalla volontà di farsi trovare bella e perfetta dal suo uomo al momento del suo ritorno.
Ma la guerra sembra non finire mai, e continua a lasciare dietro di sé uno strascico di morte e feriti gravi; ed è proprio di questi ultimi che si occupa Rose, una giovane donna il cui compito è quello di accudire i soldati menomati che vengono sottoposti alle prime operazioni chirurgiche dei tempi nell’ospedale di Sidcup.
Tra questi Rose trova Riley, al quale un’esplosione non ha deturpato solo la bellezza acerba, ma ha tolto anche la voglia di vivere.
Solo il tempo, il coraggio e la speranza e riusciranno a vincere la sua repulsione per se stesso e a convincerlo dell’amore sincero di Nadine, capace di superare con esso il trauma del suo volto sfigurato.
Finale più amaro per la coppia Peter – Julia: il capitano Locke è quello che è stato più profondamente segnato dalla guerra, un uomo che cerca nell’alcol un momento di pace dai ricordi troppo penosi dei suoi soldati morti, mentre Julia, sottopostasi a molteplici operazioni chirurgiche, finirà, ironia della sorte, per rimanere lei stessa deturpata.
Un romanzo veramente struggente e potente nel racconto delle emozioni, senza mai cadere nel patetico; l’autrice ci ha saputo donare un quadro della guerra molto dettagliato, dalle trincee, agli ospedali, dalle associazioni di volontari alla vita delle persone che rimangono, e che spesso non riescono a comprendere chi ha vissuto un sulla propria pelle l’incubo inimmaginabile della guerra.
La bravura dell’autrice sta nell’aver saputo intrecciare le storie di Rose, Julia e Nadine, tre donne dalle personalità contrastanti, in un'unica grande storia in cui l’importanza della solidarietà, priva di ogni tipo di compassione, è cruciale.

Durata della lettura: 10 giorni
Bevanda consigliata: tè al bergamotto
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Voto: 8 e mezzo

4 commenti:

  1. La tua recensione mi ha incantata! Si percepisce quanto hai amato il libro, lo leggerò sicuramente.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Sembra proprio un libro bellissimo e affascinante!che bella recensione Becky
    (ho sbagliato a digitare e ho eliminato quello prima pardon)

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  4. Una volta tanto devo dire di preferite il titolo italiano a quello originale! Infatti è stato proprio il titolo la prima cosa che i ha attirato, insieme alla copertina!
    Ora, dopo questa recensione, non posso che inserirolo in wishlist! :)

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