mercoledì 13 agosto 2025

Recensione: Figlie selvagge



  Figlie Selvagge

 di Cinzia Giorgio

 Editore: Rizzoli
 Prezzo: € 18,00
 Pagine: 352
 
 

 Benevento, 1630. Corre, Bianca, attraversa il bosco col fiato in gola per tornare a casa. Conosce a menadito il sentiero, eppure avverte una presenza tra gli alberi: qualcuno la sta seguendo, ne fiuta nell’aria il sentore sgradevole. Non deve cedere alla paura, si dice, anche se proprio lì vicino sono state aggredite delle ragazze, e del vero colpevole non c’è traccia. Anzi, in città serpeggia la convinzione che siano state le janare, donne che – come lei, sua madre e sua sorella Maria – vivono ai margini di Benevento, conoscono i segreti delle piante e li usano per curare i malati. Per il protomedico della città, Pietro Piperno, le janare sono creature del diavolo: streghe, insomma, contro cui invoca l’intervento della Chiesa. La sua ossessione per loro si nutre del desiderio, non corrisposto, che prova per Maria. Così, quando lei sparisce, Bianca si troverà da sola a cercare la verità sul mistero della sua scomparsa. Anche lei è in pericolo ma è determinata a inseguire un destino di libertà e d’amore con un’unica e potente arma a disposizione: la sorellanza. In un romanzo che avvince e affascina, Cinzia Giorgio scava nella leggenda delle streghe di Benevento, restituendo alle janare del Sannio la voce che è stata loro negata dalla storia: quella di donne sapienti, e per questo perseguitate, che hanno celebrato la vita. 





Partiamo dal presupposto che questo romanzo, pur essendo storico, è anche fortemente romanzato quindi anche se non siete amanti del genere, la bellezza della scrittura e la leggerezza con cui i fatti reali vengono presentati lo rendono una lettura coinvolgente per chiunque.

 La storia è ambientata nel Beneventano del ’700, poco prima della diffusione della peste nera. Rosa e le sue due figlie, Maria e Bianca, si prendono cura dei malati e assistono le donne in gravidanza grazie alle loro conoscenze delle erbe medicinali, che coltivano personalmente. Rosa è amata da tutti, non solo per aver salvato molte vite, ma anche perché chiede come pagamento soltanto del cibo. Tutti, tranne il protomedico Pietro Piperno, che vede in lei una “janara”, un chiaro esempio – secondo lui – del diavolo cornuto. 

Le janare, secondo la tradizione popolare beneventana, erano donne esperte di erbe e di cure naturali, capaci di guarire malanni fisici e spirituali. In un’epoca in cui la medicina ufficiale era costosa e spesso inefficace, queste figure erano punti di riferimento nelle comunità rurali. Tuttavia, il loro sapere – unito all’indipendenza e all’autorevolezza che esercitavano – le rendeva bersaglio di sospetti e accuse di stregoneria, alimentate dalla superstizione e dal potere religioso. La leggenda voleva che di notte si radunassero sotto il famoso “noce di Benevento” per danzare e compiere riti misteriosi.

 Il diacono tenta di distogliere il protomedico dalla sua ossessione, invitandolo a concentrarsi sulle misteriose sparizioni di ragazzine che stanno avvenendo in zona. Ma per Piperno, da quando sua moglie è morta di parto, non esiste altro scopo se non far soffrire Rosa. 
Vi anticipo che riuscirà nel suo intento, ma i colpi di scena non mancano: i twist narrativi sono numerosi e sorprendenti. Nel romanzo spiccano l’importanza della lealtà tra donne, la forza silenziosa della solidarietà femminile di fronte alle ingiustizie, e il coraggio di difendere la propria libertà e il proprio sapere anche quando questo significa sfidare la paura, il pregiudizio e il potere costituito. 

L’autrice restituisce bene il clima di paura e sospetto che si respirava: un contesto in cui bastava poco perché una guaritrice diventasse una strega agli occhi della gente, e in cui la superstizione poteva trascinare un’intera città nel panico più totale. 

 Tra incendi e devastazioni, persecuzioni e massacri di anime innocenti, si intrecciano temi come il patriarcato e i diritti delle donne. 
La tensione è costante e la scrittura di Giorgio – questo è il primo romanzo suo che leggo – mi ha davvero incantata: scorrevole, intensa e con una capacità straordinaria di dare vita ai personaggi.
Consigliatissimo a  tutti!

Durata totale della lettura: Sette giorni
Bevanda consigliata: Tisana al tiglio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Website dell'autrice: Cinzia Giorgio
Consigliato a chi ha apprezzato: Sirene di Emilia Hart




"Bianca non aveva paura del buio, non aveva paura degli animali selvatici, non aveva paura della tempesta. Aveva però paura del male"."









Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 11 agosto 2025

Recensione: Il tempo delle belve

     

Il tempo delle belve

di Vìctor del Àrbol

Editore: Elliot
Prezzo Cartaceo: € 20,00
Prezzo ebook: -
Pagine: 448
Titolo originale: El tempo de las fieral
Traduzione a cura di: 
Pierpaolo Marchetti


Un poliziotto in procinto di andare in pensione viene esiliato nella tranquilla isola di Lanzarote, dove trascorrerà gli ultimi anni della sua carriera. Quello che né lui né nessun altro può immaginare è che l’indagine su un ordinario incidente automobilistico che coinvolge una ragazza scoperchierà una rete di criminalità e poteri occulti che si estende in diverse città europee. In un vortice di intrighi, tra omicidi efferati, alta finanza e malavita organizzata, il maestro del noir spagnolo prova a rispondere a questa domanda: che cosa succede quando la preda sfugge al cacciatore e inizia a cacciare a sua volta? Un romanzo che ci porta nel cuore della gente comune, dove i confini tra il bene e il male si confondono, e ci mostra come la brama di potere della nostra epoca – il tempo delle belve – possa trasformare profondamente in peggio anche gli individui più integerrimi. Con il racconto "Ti aspetto dall’altro lato. Quello che Julián Leal non ha potuto dire".



Il protagonista del romanzo è l’ispettore Julián Leal, un poliziotto vicino alla pensione che si trova coinvolto in un’indagine dove un incidente stradale, in cui perde la vita una giovane ragazza a Lanzarote, si rivela solo l’inizio di qualcosa di molto più complesso e oscuro.

La storia prende il via proprio a Lanzarote: una ragazza dell’Est viene investita da un’auto e poco dopo un incendio doloso distrugge una fabbrica dell’impero Ortiz, causando la morte di otto persone. Da lì in poi, gli eventi si susseguono rapidamente, portando continui colpi di scena e sviluppi inattesi che tengono alta la tensione.

La narrazione è in prima persona e segue più punti di vista, permettendo di entrare nei pensieri e nelle motivazioni di diversi personaggi. Le informazioni vengono svelate poco alla volta, aumentando la suspense e la curiosità. Il tono rimane per lo più sobrio e diretto, ma non mancano momenti in cui emerge un pizzico di ironia o una critica sociale ben piazzata.

Lo stile è asciutto e incisivo, con capitoli brevi che spingono a continuare la lettura. È uno di quei libri che si fatica a mettere giù e che si leggono quasi d’un fiato.

Il tempo delle belve è un romanzo intenso e coinvolgente, che non si limita a intrattenere ma mette in luce anche il lato più duro e fragile dei suoi personaggi, ricordando che la parte più oscura può nascondersi dentro chiunque.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè nero
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Mimica di Sebastian Fiztec

  "Un’indagine che svela la ferocia nascosta in ogni uomo."



Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

lunedì 4 agosto 2025

Recensione: Una questione di famiglia



  Una questione di famiglia

 di Claire Lynch

 Editore: Fazi Editore >
 Prezzo: €18.50
 Pagine: 216
 Titolo originale: A family matter
 Traduzione a cura di: Clara Nubile

  È il 1982 e Dawn, ad appena ventitré anni, ha già una figlia, Maggie, e un marito, Heron, che pianifica il loro futuro. Un futuro che, per quanto modesto, sembra avviato su binari sicuri. Finché Dawn non incontra una donna, Hazel, e quasi senza accorgersene se ne innamora. Decide di parlarne con il marito, convinta che lui, un uomo mite e benevolo, capirà. Non è così. Gli avvocati a cui l’uomo si rivolge gli consigliano di chiedere la custodia esclusiva di Maggie: donne “depravate” come sua moglie non possono occuparsi dei figli. Durante la dolorosa udienza in tribunale, Dawn viene dipinta come una figura pericolosa, una donna incapace di prendersi cura della sua bambina. È quindi costretta ad allontanarsi e a lasciare la piccola con il padre. Nel 2022 Maggie, ormai adulta, è madre di due figli, ha un marito dolce e premuroso e coltiva con il padre un rapporto quotidiano inossidabile: nel corso della sua infanzia e dell’adolescenza lui è stato tutta la sua famiglia. Alla figlia il padre ha sempre raccontato che sua madre l’ha abbandonata dopo averlo tradito. Null’altro. Quando però Heron scopre di avere il cancro e inizia a mettere mano ai documenti accumulati in una vita, Maggie trova le carte che raccontano la vera storia di sua madre e, scoperta finalmente la verità, decide di provare a rintracciarla. Nel suo romanzo d’esordio, un libro delicato e toccante, Claire Lynch imbastisce una storia sull’essere figli e genitori, sulla sessualità, sui rapporti intergenerazionali e familiari; le sue sono pagine bellissime che raccontano legami comuni, quasi scontati eppure preziosi, vite fatte di routine, di incertezze, di ferite passate e piccole gioie quotidiane.




Ho appena finito di leggere il romanzo d’esordio di Claire Flynch e non vi nascondo che trattenere la lacrimuccia è stato difficile. 

Il libro racconta la storia di Dawn, una donna sposata con un uomo e madre di una bambina, che negli anni ’80 scopre di essere innamorata di un’altra donna. Un sentimento del tutto inaspettato per lei e rivoluzionario nel piccolo paese del Galles in cui vive. La consapevolezza di questo amore e la necessità di porre fine al proprio matrimonio non sono facili da affrontare. 

Dawn, sposata con Herold – un uomo mite e sensibile – è convinta che, parlando con sincerità, riusciranno a trovare una soluzione amichevole, soprattutto per il bene della figlia. Ma Herold è anche un uomo legato alle regole e al fare “le cose per bene” e per questo decide di affidarsi agli avvocati. Negli anni ’80, le donne che ottenevano l’affidamento dei figli dopo aver dichiarato la propria omosessualità erano pochissime. Il romanzo ci porta poi ai giorni nostri, dove conosciamo Maggie, la figlia di Dawn, ormai adulta, sposata e madre di due figli, alle prese con i problemi e la routine quotidiana. Ha un legame fortissimo con il padre, che ha appena ricevuto una diagnosi molto seria. 

Il bisogno di fare ordine tra le carte del passato porterà Maggie a scoprire una verità che non avrebbe mai immaginato. Non aspettatevi grandi colpi di scena: questo romanzo non punta sulla suspense, ma sui sentimenti. Quelli delle donne, profondi, inaspettati, spesso dolorosi, ma anche quelli degli uomini, che sembrano faticare a reggere da soli il peso delle emozioni, lasciandosi guidare ora dalle mogli, ora dalle autorità o dalle convenzioni. 

È un romanzo scritto con estrema delicatezza, attento alle sensazioni e ai piccoli gesti d’amore. Un libro che fa riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni e la caducità della vita, e a tratti fa davvero male. 

Mi sarebbe piaciuto leggere ancora, che la storia proseguisse e raccontasse di più della vita di Dawn. Sicuramente mi ha fatto venire voglia di conoscere meglio la storia di questi crimini verso le coppie dello steso sesso.

Ma forse il bello è proprio questo: restare con la voglia di sapere come va a finire.

Da leggere con la testa... ma anche con il cuore.

Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Latte e Nesquik
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


"Diventerai così tante persone nella tua vita che un giorno ti guarderai indietro e alcune non le riconoscerai nemmeno" 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 1 agosto 2025

Recensione: La Fuliara

   

La Fuliara 
di Anna Chisari

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: €17,60
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 224

Belpasso, Sicilia, metà Ottocento. Gnu Ranna: questo è il nome che le hanno affibbiato, insieme a quello di strega, fattucchiera, speziale. Ma, prima di scagliare una maledizione su un’intera stirpe – la famiglia Baruneddu, condannata a una vita di sfortunati amori –, Gnu Ranna aveva un altro nome. Si chiamava Veneranda Balsamo, ed era solo una ragazzina affidata dal padre alle cure di una mavara che le ha insegnato come trovare le erbe giuste per curare le malattie, riconoscere i boccioli dei fiori alla luce chiara dell’alba e vivere dei frutti della terra. Giorno dopo giorno, anche Veneranda è diventata una mavara di talento, a cui tutti gli abitanti di Belpasso si sono rivolti con fiducia. In particolare le donne che si recavano nel retro del negozio del padre a chiederle aiuto per i loro bambini o per un dolore troppo tenace. Lì erano al sicuro. Ma nessuna donna, a Belpasso, lo è mai del tutto. Nessun uomo sa rispettare un «no» mormorato con paura. Per questo, quando la figlia scappa con un Baruneddu, Veneranda decide di diventare una strega. Tutto pur di proteggerla e tenerla vicino. Perché lei, dalla madre, dalla nonna e da quelle prima di loro, ha ereditato una macchia. Una macchia che ha segnato il suo destino. Una macchia impressa dai masculi. Una macchia che, come inchiostro, si allarga di generazione in generazione



Sicilia, metà Ottocento. Belpasso, paesino del catanese, ricco di famiglie numerose da portare avanti. Non tutte, però, riescono ad avere un erede e per questo motivo molte donne vengono continuamente punite e maltrattate dai mariti per non essere state in grado di mettere al mondo un figghiu masculo. È l’unica cosa conta in un mondo in cui la violenza, verbale e fisica, è all’ordine del giorno e si impossessa anche delle persone più insospettabili. Ne è un esempio lampante Cateno Spampinato, allevato, fino ai 16 anni, da Padre e Antonio e dalla Ginetta al rispetto e all’educazione, e diventato un’altra persona una volta immersosi nel mondo reale. 

Le donne, nonostante i ruoli fondamentali che ricoprono nelle famiglie, rappresentano la debolezza e in alcuni casi quasi l’inutilità. Ma Gnu Ranna, prima Veneranda Balsamo, questa vita non non l’accetta, né per lei nè per le donne che la circondano. E così dopo aver vissuto per 10 anni con Donna Lucia, la cosiddetta Fuliara, dopo la morte di sua madre nel tentavi di dare alla luce l’ennesimo figlio maschio, ne diventa la degna erede apprendendone tutte le tecniche, imparando ad usare le erbe e le spezie per curare ed aiutare tutte le persone di Belpasso che si rivolgevano a lei nei momenti di bisogno, ma non imparò solo questo. In una notte di luna piena infatti, irradiata di rabbia, maledì un’intera famiglia, i Baroneddu, per aver deviato la sua stessa stirpe e per proteggere la sua amata figlia Nunzia da un mondo violento in cui le donne non sono al sicuro in nessun luogo, con nessun uomo. 

Uno spaccato di fine ottocento incredibilmente realistico, descritto con una scrittura accattivante che porta il lettore ad immergersi totalmente nella storia, grazie anche agli intercalari linguistici, che danno ancora più carattere al racconto. 

Consigliato, per la scrittura, per il racconto in sé, ma soprattutto per il tema importante e purtroppo sempre attuale che tratta: la condizione delle donna, la differenza di genere, la violenza domestica. 

Durata  della lettura:  Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni

      "La macchia è il danno. Il danno è la macchia. Non c’è danno che non macchi. Non c’è macchia che non faccia danno. Il danno e la macchia sono madre e figlia, sono padre e figlio, sono suocera e nuora, sono suocero e genero, cugini, antenati ed eredi. Il danno si nutre dello stesso inguaribile dolore, si bagna nel magma della solitudine, gioca con il cuore bollente della violenza.”
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 31 luglio 2025

Recensione: Mimica

 

Mimica
di Sebastian Fitzek

Editore: Fazi Editore
Titolo Originale: Mimik
Prezzo Cartaceo: €19,00 
Prezzo e-book: 10,99
Pagine: 348
Traduzione a cura di: Elisa Ronchi

Non aver paura.

Se non di te stessa.

Un leggero tic all’angolo della bocca, il minimo movimento della palpebra, un involontario gesto della mano sono sufficienti a farle intravedere la vera essenza di una persona: Hannah Herbst è la più nota esperta tedesca di mimica facciale, una sorta di macchina della verità umana specializzata nei segreti del linguaggio del corpo. Vive a Berlino insieme al marito e ai figli e, in quanto consulente della polizia, ha già fatto condannare diversi criminali violenti. Un giorno, però, Hannah si risveglia in una stanza d’albergo, con le mani legate, senza alcun ricordo; ha subito un’operazione chirurgica che le ha causato la perdita della memoria, e si ritrova alla mercé di un uomo sospettato di essere un pericoloso killer… Ma il caso che dovrà risolvere è un altro, e sarà il più difficile della sua carriera. Una donna ha confessato di aver ucciso la propria famiglia in modo brutale. Solo il figlio più piccolo, Paul, è sopravvissuto. Una vicenda scioccante, che ha sconvolto la Germania intera. Dopo la confessione, la madre è riuscita a fuggire dal carcere. Sta forse cercando il figlio per completare la sua sanguinaria missione? Hannah Herbst ha a disposizione soltanto il breve video della confessione per incastrare la madre e salvare Paul. C’è soltanto un problema: l’assassina del video è Hannah stessa!



Hannah Herbst è una specialista di mimica facciale e lavora come consulente per la polizia ormai da anni, grazie alle sue capacità ha fatto incarcerare molti criminali violenti ma più ne riesce a incastrare e più si rende conto di quanti di loro vaghino ancora in mezzo a noi, liberi di commettere i peggiori crimini.
Hannah però un giorno si sveglia, è intontita e alla tv stanno trasmettendo uno speciale sulla sicurezza antincendio. Ci mette un po’ a realizzare che il letto in cui si trova non è il suo, quella che la circonda non è la sua stanza, i suoi polsi sono legati alla testiera del letto con delle fascette e lei non ricorda assolutamente nulla di sé.
Sente che c’è qualcuno nel bagno della stanza in cui si trova e cerca immediatamente di liberarsi ma senza ottenere risultati, se non una fitta di dolore lancinante nella zona sinistra del busto proprio sopra l’anca, dove si accorge di avere una abbondante fasciatura.
“Cosa mi è successo?”, “Chi c’è qui con me?”, “Chi sono?”, tutte domande che affollano la testa di Hannah mentre sullo schermo della televisione parte una conferenza stampa della polizia, nella quale il commissario capo mette in guardia gli abitanti per via della fuga di un pericoloso criminale di nome Lutz Blankenthal e soprannominato “Il Chirurgo” proprio perché negli anni era riuscito a ricoprire l’incarico di medico in diversi ospedali, ma senza aver mai studiato medicina, portando alla morte svariati pazienti che avevano messo la loro vita nelle sue mani.
In quel momento la porta del bagno si apre e Hannah si sente come schiacciata da un macigno, perché proprio mentre il commissario in tv sta dicendo le parole “un sociopatico, un sadico e uno spietato assassino” vede l’uomo che si sta avvicinando al letto a cui è legata, ed è proprio Lutz Blankenthal.
Hannah è terrorizzata ma la situazione per lei peggiora ulteriormente quando Blankenthal stesso le mostra un video, una confessione, una donna che di fronte alla polizia sta raccontando come ha massacrato i suoi due figli e il marito. E la donna nel video è proprio lei, Hannah Herbst.
Da quel momento per Hannah inizierà una agonizzante rincorsa della verità e della sua memoria perduta, che più ricerca a fondo e meno vorrebbe recuperare.
Cosa le è successo? Chi le ha fatto del male? E’ davvero lei quella del video? E’ stata davvero lei a massacrare la sua famiglia? Ma soprattutto…dove è finito suo figlio, l’unico sopravvissuto al massacro?

Sebastian Fitzek è sempre una certezza, i suoi thriller sono sempre molto carichi di tensione e mai scontati, il lettore non riesce mai a completare il puzzle finché lui stesso non gli da’ in mano l’ultimo indispensabile tassello.
Se vi sono piaciuti gli altri suoi romanzi, Mimica non sarà da meno!
Un racconto incalzante arricchito da flashback e cambi di point of view che lasciano il lettore in uno stato di profonda suspense dalla prima all’ultima pagina.
Sono certa che piacerà anche a voi!

Durata  della lettura:  Sei giorni
Bevanda consigliata: Bloody Mary ghiacciato
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: La psichiatra, Wulf Dorn



      "«Dopo quell'evento, nulla è stato più lo stesso. [...] Dopo aver visto quel luogo non riuscivo più ad andare avanti. Come dice il proverbio: una volta vista la verità, non la si può più ignorare.»
«Quale verità?»
«Che sono tutte cazzate. Il mondo è malvagio. Non vale la pena viverci. Il male trionferà sempre. Voglio dire: immagini di organizzare una partita di calcio. Una delle due squadre è costretta a rispettare le regole. L’altra, invece, può scendere in campo armata di asce e coltelli. Secondo lei chi vincerà?»."

 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 28 luglio 2025

Recensione: Al limite. On the edge



Al limite. On the edge
di K. Bromberg


Editore: Newton Compton
Prezzo cartaceo: 9,90 €
Prezzo ebook: 6,99 € 
Pagine: 406
Traduttore: Valentina Lombardi e Valentina Legnani
Consigliato a chi ha apprezzato: Driven

Ribelle e sempre pronto a far festa, Cruz Navarro è il bad boy della Formula 1. Questo lo aiuta senz’altro a far colpo sulle ragazze, ma non sullo sponsor che potrebbe far decollare la sua carriera una volta per tutte. Preoccupato per il futuro e desideroso di ripulire la sua immagine, il consiglio di amministrazione gli propone di trovare una brava ragazza che si finga la sua fidanzata e faccia credere a tutti che Cruz ha finalmente messo la testa a posto. La scelta ricade così su Maddix Hart, che tutto vorrebbe meno che essere invischiata in quella faccenda. All’apparenza Maddix è timida e tranquilla, ma Cruz si rende ben presto conto che quella è soltanto una facciata. La sua finta fidanzata è intelligente e caparbia, oltre che estremamente sexy. Non ci vuole molto perché Cruz perda la testa per Maddix e i suoi sentimenti per lei diventino reali. Ma quando la ragazza si avvicinerà a conoscere davvero l’uomo che si nasconde dietro il pilota, Cruz sarà disposto a rischiare tutto, incluso sé stesso, per donarle il suo cuore?





Da appassionata di motorsport, non posso che essere felice per il fatto che la Newton Compton abbia deciso di portare in Italia anche Al limite. On the edge - seguito di quel "Fuori pista. Off the grid" che avevo letto e apprezzato circa un annetto fa.
Torniamo quindi sulla griglia di partenza, e stavolta la storia si concentra su Cruz Navarro, pilota di Formula 1 di terza generazione: sia il padre che il nonno hanno corso in passato, e il nonno è ancora adesso considerato una leggenda del motorsport - ragion per cui la pressione su Cruz è particolarmente alta. Ma lui è un po' un bad boy, quasi volesse essere James Hunt dei nostri giorni, e questo non piace ad uno sponsor con cui Navarro sta cercando di raggiungere un accordo. E così, ecco che si ritrova a doversi ripulire la reputazione facendosi affiancare da Maddix Hart, una ragazza abbastanza timida che vorrebbe diventare una brand manager e che invece si ritrova a bazzicare il paddock fingendosi la fidanzata di Cruz. Ma passare del tempo insieme significa iniziare a conoscersi: Maddix scopre che Cruz non è il playboy del paddock che tutti si immaginano, mentre Cruz scopre che Maddix non è la timida ragazza che immaginava lui. E così, tra un gran premio e l'altro, i confini tra la finzione e la realtà diventano sempre più lievi...
Un bel romanzo da leggere d'estate, ideale per rilassarsi durante il "summer break" e adatto anche a chi non è necessariamente amante dei motori, ma apprezza una bella storia romantica.

Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata:  The freddo al gelsomino
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: K. Bromberg 


"Non si sbagliava: aveva previsto che mi avrebbe spezzato il cuore."

                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 23 luglio 2025

Recensione: Bugie perfette

    

Bugie Perfette

di Alafair Burke

Editore: Piemme
Prezzo Cartaceo: € 20,00
Prezzo ebook: € 13,99
Pagine: 352
Titolo originale: The note
Traduzione a cura di: 
Rachele Salerno


May Hanover è sempre stata una brava bambina. Sempre la prima della classe, educata e precisa fino all'ossessione. Con una madre single dalle aspettative altissime, May non ha mai potuto permettersi errori né passi falsi. Ma anche le brave ragazze nascondono segreti. E rimpianti. E nel caso dell'amicizia con Lauren e Kelsey, May ne ha molti. Il loro legame ha resistito a incidenti tragici, scandali e cuori spezzati. Ora, le tre amiche si ritrovano dopo anni di distanza per qualche giorno di sole e lusso sfrenato negli Hamptons. Ma una serata di divertimento e follie si trasforma, dopo un incontro casuale con due sconosciuti, in uno scherzo che finisce nel peggiore dei modi. Improvvisamente al centro di un'indagine di polizia, May inizia a sospettare che Lauren e Kelsey le stiano nascondendo qualcosa. E la sua lealtà verso le amiche di una vita inizia a vacillare...


Tre amiche, una villa negli Hamptons e un passato che non vuole saperne di restare tale: è questa la cornice in cui Alafair Burke costruisce “Bugie Perfette”, un thriller psicologico in cui il vero protagonista è ciò che non viene detto.

Lauren: il suo nome è legato a un vecchio scandalo sentimentale con un personaggio di spicco del campus. Kelsey ha una storia più ingombrante: il sospetto di aver ucciso il marito, Luke. E poi c’è May, avvocato di successo, che però il pubblico conosce per un video virale in cui non appare esattamente al suo meglio.

Fin dall’inizio è chiaro che tra loro ci sono troppi segreti per stare davvero tranquille, e l’arrivo di una nuova scomparsa – proprio durante quella che avrebbe dovuto essere una vacanza – riapre tutte le ferite mai davvero chiuse.

Burke costruisce una trama che gioca molto sui non detti, sulle mezze verità e sulle piccole omissioni quotidiane che, nel tempo, diventano vere e proprie bugie. Il thriller non punta sull’azione, quanto sul dubbio: ogni personaggio è sospettabile, ogni confessione è parziale, ogni rapporto ha incrinature invisibili agli occhi delle stesse protagoniste.

Il ritmo è scorrevole, con una scrittura pulita, quasi cinematografica: l’autrice dosa bene la tensione e, pur senza colpi di scena esagerati, riesce a mantenere viva l’attenzione del lettore fino alla fine.

“Bugie Perfette” è un romanzo che parla di amicizie complicate, di passato che ritorna e di quanto sia difficile fidarsi, anche (o soprattutto) di chi crediamo di conoscere meglio. Un thriller psicologico elegante e ben costruito, che lascia spazio a qualche riflessione sul peso dei segreti e sulla fragilità dei legami.

Consigliato a chi ama le storie dove l’ombra non è solo fuori dalla finestra, ma anche dentro le persone.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: limonata ghiacciata
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Sito web dell'autrice: Alafair Burke
Consigliato a chi ha apprezzato: La ragazza del treno

  "Non si rivela mai tutto di noi stessi, neanche alle persone più care."


Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.
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