venerdì 28 novembre 2025

Recensione: Sottobosco

 


Sottobosco
di Sara Strömberg

 Editore: Fazi Editore
Prezzo cartaceo: € 19
Pagine: 396
Traduzione: Renato Zatti
Titolo originale: Sly


L’esordio crime che ha conquistato la Svezia: il primo volume di una serie con una protagonista ineguagliabile.

Vera Bergström è un’ex giornalista cinquantenne in piena crisi di mezza età. Dopo trent’anni di lavoro al «Jämtlandsposten» e una lunga convivenza con il compagno Levan, si ritrova di punto in bianco senza più certezze, licenziata dal giornale in seguito alla crisi della carta stampata e lasciata dal partner per una ragazza più giovane. Costretta a reinventarsi una vita, torna nella sua regione natia nel Nordovest della Svezia cercando faticosamente di riconquistare un equilibrio. Il ritrovamento del cadavere di una donna brutalmente assassinata in una radura nelle foreste circostanti la riporta sul terreno che predilige: quello del giornalismo d’inchiesta. Contattata dal suo ex caporedattore, viene incaricata di seguire il caso per conto della sua vecchia testata. Ben presto Vera si accorge che le dinamiche del delitto non sono chiare come vorrebbe la polizia. Intraprende così un’indagine parallela alla ricerca della vera identità della vittima e del possibile movente dell’assassino: scoprirà quanto sconfinati e oscuri possono diventare i luoghi che pensiamo di conoscere da sempre.

Con una scrittura fluida e coinvolgente, Sara Strömberg riesce a creare un perfetto equilibrio tra realismo, crudezza, lirismo e ironia. Sottobosco è un grande affresco della Svezia contemporanea nel solco della migliore tradizione del noir scandinavo, e Vera Bergström, sfolgorante eroina hard-boiled, è una protagonista indimenticabile che, con il suo cinismo e il suo disincanto, riempie tutta la scena.



Vera Bergström, la protagonista del romanzo, ha saputo conquistarci lungo il corso della storia, senza exploit da copertina né gesti esclatanti, ma grazie alla sua schiettezza e onesta umanità. La nostra eroina è infatti una donna svedese di mezza età che sconta ancora i postumi di una relazione durata una vita conclusa bruscamente dall'ex compagno e che ha avuto effetti sconvolgenti su tutti gli aspetti della sua vita. Per anni ha lavorato come brillante giornalista d'inchiesta per una testata locale, mentre ora si ritrova a fare l'assistente scolastico, mestiere che in apparenza non sembra dispiacerle. Conduce una vita piuttosto solitaria e anche le amiche di sempre, con cui di recente è stata in vacanza a Maiorca, le sembrano in parte appartenere a una vita passata, che lei ha ormai abbandonato. 
Un macabro evento giunge a un certo punto come un tuono, a scuoterla dal suo torpore. Una donna viene ritrovata morta nel bosco, in circostanze poco chiare e la polizia è restia a fornire dettagli. Viene allora ricontattata dal suo ex caporedattore per svolgere delle indagini sul caso ed ecco che quello che inizialmente doveva essere un breve incarico, quasi un passatempo accettato controvoglia, torna ben presto a essere la sua principale occupazione. 
Isabella Sandgren, donna riservata con cui pochi hanno un rapporto stretto, è stata assassinata. 
Chi la voleva morta? Quale passato cela la donna, che alcuni chiamano Maria? 
Maria/Isabella sarà un intricato puzzle i cui pezzi man mano scoperti non faranno che aggiungere al caso elementi di maggiore complicazione per la nostra giornalista investigativa, che tuttavia grazie alla sua tenacia riuscirà a scoprire l'intricata verità dietro al delitto. 
Nella cornice di una natura indomita e selvaggia, Vera si addentrerà negli abissi della natura umana, e delle sue complesse sfumature e relazioni.
Un romanzo degno di nota per la sua trama e l'originalità della protagonista. 


Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  caffè americano
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni




"Qui avevo giocato ed ero cresciuta. In mezzo all’odore di palude e muschio. Il mio corpo se ne ricordava. Portava i segni del sottobosco e della sterpaglia. Agognava sempre il calore, ma quando restavo al caldo troppo a lungo voleva tornare a casa per poter davvero respirare. Qui si era molto distanti dalle sparatorie della grande città, dalle esplosioni e dalla criminalità delle gang. In questi territori si svolgevano lotte di tutt’altro genere."



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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