lunedì 22 settembre 2025

Recensione: I numeri non dicono bugie

   

I numeri non dicono bugie
di Claudia Mincione

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: €17,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 256

La notte è silenziosa, ma Pietro è sveglio. Conta i respiri della sorellina che dorme di fianco a lui. Pietro conta tutto: i passi, le parole, i battiti del cuore. La sua mente è un universo fatto di numeri e sequenze perfette che mettono ordine nel caos. Perché il caso è tutto ciò che ha conosciuto nei suoi sette anni di vita. La sua famiglia è caos. Il padre è un uomo difficile, la madre non c’è più e la matrigna, Maria, è troppo impegnata a rimettere insieme i pezzi della propria vita per occuparsi davvero di loro. Non c’è logica che possa spiegare perché la sua famiglia sia così diversa da tutte le altre. Come quella di Mike, il suo migliore amico. Ha due genitori sorridenti che amano stare con lui, una casa profumata e una routine che sembra funzioni senza sforzo. Pietro si accorge benissimo della differenza. Così prende una decisione: sua sorella Teresa deve essere felice. Senza sentirsi fuori posto. Deve avere la certezza di una casa che sarà sempre lì ad aspettarla. Ma è una promessa difficile da mantenere. Perché non tutto si può contare, non tutto si può controllare. E mentre la notte continua a scorrere, silenziosa e densa di pensieri, Pietro non sa ancora che non tutto è come sembra. E che, forse, anche i bambini cresciuti in una famiglia felice hanno dei segreti. 

I numeri non dicono bugie ha iniziato a farsi notare ancora prima della sua pubblicazione, sui social, attirando l’attenzione di lettori e appassionati che ne chiedevano l’uscita con impazienza. Ora, finalmente, questa romanzo arriva nelle mani di chi lo aspettava. La scoperta di questo potente esordio è anche la rilevazione di un’autrice eccezionale.Claudia Mincione, con questa storia intensa e profonda, dimostra di avere un talento raro. E lo conferma raccontando un romanzo toccante e universale che invita a riflettere su cosa significhi davvero crescere e trovare il proprio posto nel mondo.  



Le sensazioni che ho provato quando ho letto le ultime pagine di questo romanzo sono tante, ma è stata sicuramente la tristezza a sopraffare. Claudia Mincione ci fa vivere la storia di Pietro e della sua famiglia proprio attraverso i ricordi di Pietro, quasi fosse un flusso di coscienza, una serie di reminiscenze che riemergono dai meandri della memoria di Pietro, ormai uomo.
Attraversiamo la vita di questa famiglia disastrata fin dai primissimi ricordi di quel bambino troppo intelligente e già troppo maturo per la sua età. Pietro non ha avuto alternative. Sua madre è morta che lui aveva solamente 11 mesi, era poco più che un neonato ed è sempre stato un peso per suo padre, lo stesso padre da cui ha dovuto imparare a difendersi: beveva spesso, diventava violento, aveva iniziato a frequentare giri loschi e non si occupava mai di Pietro. Con l’arrivo di Maria, la sua matrigna, una giovane prostituta che suo padre “ha salvato da un sudicio bilocale”, la vita di Pietro non migliora, ma almeno ha qualcuno su cui contare. La loro vita cambia ancora quando Maria rimane incinta e nasce la piccola Teresa. È lei la cosa più preziosa per Pietro e quella piccola sorellina deve rimanere immacolata e pura: non deve conoscere la verità sulla loro vita, la sua infanzia deve trascorrere serenamente e normalmente per quanto possibile. Pietro ha un solo scopo: tenerla al sicuro da tutto quello schifo che li circonda. Almeno finché in suo potere. 

La propensione, o meglio l'ossessione, di Pietro per i numeri è la sua unica via d'uscita da quella vita piena di orrori, violenza, odio e povertà che lo circonda fin da quando è poco più che un neonato. Conta qualsiasi cosa, passi, piastrelle, oggetti, giorni, i battiti del cuore.  Tutta questa razionalità lo tranquillizza. E poi c’è Mike, il suo unico vero amico, l’unico che ad esserci sempre nel momento del bisogno. L’unico a proteggerlo in ogni situazione. È così che lo ha conosciuto, erano alle elementari e Mike lo ha difeso da quei bulli che si stavano prendendo gioco di lui. Mike è il suo esatto opposto e c'è sempre stato per Pietro, nonostante i frequenti piccoli litigi. 

Una storia toccante e complicata purtroppo non lontana da molte realtà che ci circondano. La vita è imprevedibile, tutto può cambiare in una frazione di secondo. Possiamo provare a scappare, cercare di tenere al sicuro le persone che amiamo, aggrapparci ad ancore di salvezza come ha fatto Pietro con i suoi amati numeri, o con Mike, o con Anna che in età adulta è stata l'unica donna ad accettarlo in ogni sua stranezza. Ma la mente fa strani scherzi, ti fa immaginare complotti dove non esistono e a volte l’unico modo per uscire veramente dalla propria situazione è affrontare i propri mostri, quelli che non sono mai stati mostrati a nessuno. 

Dialoghi botta e risposta, visioni distorte di realtà, buchi di memoria del protagonista fanno scorrere le pagine velocemente. Mi aspettavo forse un romanzo diverso, ma sono rimasta piacevolmente colpita, soprattutto da un finale completamente inaspettato che ribalta tutta la prospettiva.




Durata  della lettura:  Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni




      "Io volevo salvarmi. Scampare a questo baratro che è un punto di non ritorno, perché nella vita c’è un limite alle volte in cui ci si può salvare da morte certa, ma anche da se stessi ” 

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio 

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