L'amante del bosco
di Susan Vreeland
Editore: Neri pozza Editore
Prezzo: € 9,80
Pagine: 464
Titolo originale: The Forest Lover
Ogni artista, si sa, ha il suo démone, la forza impetuosa che lo separa dal resto del mondo e costituisce la fonte più vera della sua ispirazione. Il démone di Emily Carr, pittrice-culto di generazioni di donne e artiste, è il bosco dell’isola di Vancouver, la foresta pullulante e minacciosa, dove le case, nella prima metà del secolo scorso, erano ancora fatte di cedro e abitate da tribù nobili e fiere.
Solo in quel luogo grondante di succhi vitali, il posto più selvaggio, più libero e seducente della terra, lei, l’amante del bosco, l’amica degli indiani e perciò, secondo sua sorella Dede, «la disgrazia della sua famiglia», ha scoperto il suo mondo, il paesaggio ideale della sua arte.
Come nella Passione di Artemisia, Susan Vreeland ci offre, con L’amante del bosco, il ritratto indimenticabile di un’artista la cui vita è stata segnata dal conflitto con le ottuse convenzioni sociali e i pregiudizi dell’epoca. Vera e propria icona (prima di Georgia O’Keeffe e Frida Kahlo) dell’arte del secolo scorso, Emily Carr (1871-1945) condusse, infatti, un’esistenza scandalosa per il suo tempo: donna bianca della buona società vittoriana, visse tra le tribù indiane della Columbia britannica, e fece suo il loro stile di vita «selvaggio e pagano».
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