lunedì 27 ottobre 2025

Recensione: Il labirinto di seta



  Il labirinto di seta

 di Anna Samueli

 Editore: Sonzogno
 Prezzo: €19
 Pagine: 464 

 Un’aggressione violenta a Granada, e Luz in una notte perde tutto. Unico, misterioso lascito della madre: una scatola bianca con un logo a forma di labirinto, una lettera di presentazione fasulla e un biglietto per Venezia. È così che la ragazza, sedici anni e muta per scelta, si ritrova a lavorare per Mariano Fortuny, l’alchimista delle stoffe. Nel suo palazzo di campo San Beneto, già si stampano con tecniche segrete gli scialli knossos, ambiti dalla buona società di tutta Europa, ma il suo genio instancabile è ossessionato dalla creazione di un abito senza tempo, la cui piega perfetta possa disegnare il corpo e l’anima di chi lo indossa. Da questa visione e dalle intuizioni della compagna, l’affascinante Henriette, nascerà il delphos, un vestito destinato a entrare nella storia della moda. Testimone e poi artefice di questo mondo di tessuti e colori, Luz dovrà scavare tra i meandri del passato e affrontare le incertezze del primo amore e del futuro, per dare finalmente forma alla sua vera identità. A fare i conti con i propri fantasmi è anche Mariano, che vive da sempre sotto l’ala protettrice della madre e oscurato dall’ombra del padre – il famoso pittore Marià Fortuny y Marsal, ufficialmente morto di malaria ma con i sintomi di un avvelenamento da piombo. E tra le pieghe della seta, di una città, di una storia, sia Luz che Mariano dovranno scoprire chi sono davvero. Nella chiassosa vivacità della Venezia di inizio Novecento – in cui si muovono Gabriele D’Annunzio e Giovanni Stucky, Luisa Casati e Marcel Proust, ma anche operaie e impiraresse dalla saggezza spiccia – Anna Samueli unisce la finzione alla realtà per restituirci il ritratto di un artista poliedrico, un inventore eclettico e insaziabile che ha segnato un’epoca.




Preparatevi, perché qui c’è davvero tantissimo da scoprire!

La storia ruota attorno a Mariano Fortuny, inventore del celebre Delphos e vero mago dei colori e dei tessuti. Mariano condivide la sua vita con Henrietta, una donna elegante e di classe, ma con un passato pieno di segreti che nessuno conosce. I due vivono nel suggestivo Palazzo Orfei, dove hanno anche il loro laboratorio, animato da lavoranti molto particolari, dedite alla creazione di stoffe straordinarie. Un giorno, però, qualcosa cambia: al palazzo arriva una ragazzina muta, Luz, con una lettera. Sua madre l’aveva preparata a questa eventualità nel caso fosse morta. 

Anche Luz ha molti segreti, ma il suo silenzio e la sua intelligenza la rendono subito preziosa. Inizia a lavorare in cucina, ma ben presto le sue mansioni si evolvono, segno che qualcosa in lei colpisce profondamente chi la incontra. 

    “La sua muta presenza si rivelava potente, capace di osservare, comprendere e trasformare. 

Il suo percorso era quello di una rinascita, in cui la parola non era necessaria per 

affermare la propria identità.”

 Il mondo che circonda questi personaggi è sfavillante: siamo nella Venezia dei primi del Novecento, tra serate mondane, abiti favolosi e ospiti illustri come Proust e d’Annunzio. Un intrigo di trame, letteratura e bellezza, dove persino i ghepardi al guinzaglio fanno parte del quadro. 

Mariano è un genio inquieto, sempre alla ricerca di qualcosa di più. Ogni sua invenzione sembra solo un passo verso un’idea migliore, che però non riesce mai a realizzare. Vive nel ricordo del padre, un pittore rinomato, la cui morte per malaria non ha mai accettato del tutto. I personaggi che si susseguono sono numerosi e complessi, anche se non sempre si integrano perfettamente nella trama. 

Il romanzo, come le stoffe che descrive, intreccia le insicurezze dei protagonisti: Mariano e il peso del suo talento, Luz e la sua voce da ritrovare, Henrietta e la sua genialità nascosta, insieme alle intricate vicende della famiglia Fortuny. Pur avendo apprezzato la storia, ho trovato il ritmo del romanzo piuttosto lento. La presenza di così tanti personaggi e sottotrame rischia di distogliere l’attenzione dalla narrazione principale. Personalmente, avrei preferito un maggiore approfondimento su Luz, Henrietta, o anche sulle figure di Dele e Piera. 

Consigliato a chi ama i romanzi impegnativi, basati su eventi reali, con un forte focus sulla storia della moda e, più in generale, sulla bellezza in tutte le sue forme.

Durata totale della lettura: Dieci giorni
Bevanda consigliata: Cappuccino
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Quell'uomo pensava come un pittore, lavorava come un artigiano e disponeva dei poteri di un alchimistaSolo silenzioe e rancore per nascondere la vergogna di dover ammettere che un futuro, per loro, lì non c’era più . " 
 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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