lunedì 12 giugno 2023

Recensione: Tre ciotole



 Tre ciotole

 di Michela Murgia

 Editore: Mondadori
 Prezzo: € 18
 Pagine: 144
 
 
 S’innamorano di una sagoma di cartone o di un pretoriano in miniatura, odiano i bambini pur portandoseli in grembo, lasciano una donna ma ne restano imprigionati, vomitano amore e rabbia, si tagliano, tradiscono, si ammalano. Sono alcuni dei personaggi del nuovo, strabiliante libro di Michela Murgia, un romanzo fatto di storie che si incastrano e in cui i protagonisti stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva. “Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita.” A volte a stravolgerla è un lutto, una ferita, un licenziamento, una malattia, la perdita di una certezza o di un amore, ma è sempre un mutamento d’orizzonte delle tue speranze che non lascia scampo. Attraversare quella linea di crisi mostra che spesso la migliore risposta a un disastro che non controlli è un disastro che controlli, perché sei stato tu a generarlo.




Ormai lo sappiamo che la Murgia scrive sempre la vita vera e anche stavolta non è da meno. 

Un insieme di racconti che a prima vista non sembrano avere un fil rouge ma che poi si palesa con calma. 
L'inizio fin troppo vicino alla realtà della scrittrice ci inchioda alla sedia e ci presenta subito il tono, reale, crudo e profondo del testo. 
La malattia, i suoi sintomi, le amicizie che non guardano negli occhi ma al girovita, lui che ci lascia e sparisce, una ferita dopo l'altra. 
Mi sono fatta delle grandi risate a leggere dell'odiatrice seriale di bambini, non solo per quello che dice ma soprattutto immaginanando quanta gente si incazzerá leggendolo. Io, invece, ho amato visceralmente il candore. 
Stesso tono per le mamme a cui non si può raccontare tutta la verità perché stanno già stressando i figli da piccoli e questi non hanno altro modo di ribellarsi che regalarsi del dolore, l'unica cosa che li fa sentire vivi e non sotto una campana di vetro. 
Alcuni racconti mi hanno lasciata perplessa perché non capivo dove volesse andare l'autrice e li ho riletti una seconda volta per carpirne il vero significato, come la signora di mezza età e il suo Jimmin cartonato. 
 Un romanzo profondo e stratificato in più livelli, si inizia a capirne il significato del sottotitolo solo ad un certo punto, tutte queste vite ad un punto di svolta, non per forza positivo, ma questo lo si può capire solo procedendo nella vita. Pochi romanticismi e fette di prosciutto sugli occhi, questi romanzi sono lo specchio della realtà nuda e cruda, della perdita e dell'allontanamento reale e poco romanzato. Gli argomenti ci sono dolorosamente vicini, il covid, la violenza sulle donne, il non conoscere i propri figli davvero, la perdita di qualcuno. Un romnzo che potrebbe risultare negativo mentre  credo abbia lo scopo di far riflettere.

Mi sarebbe piaciuto leggere di più, di solidificare ancora di più questi riti, ma si può sempre sperare in un successivo anche se purtroppo questo romanzo ha il forte e aspro gusto di un addio.

Durata totale della lettura: Quattri giorni
Bevanda consigliata: Te alla cannella
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


"Le cose che non possono essere nascoste non sono tre, ma quattro: 
uno starnuto, la bellezza, la povertà e il fatto che uno è una merda "


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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