venerdì 19 aprile 2024

Recensione: La foresta del Nord

 


La foresta del Nord
di Daniel Mason

Editore: Neri Pozza

Prezzo cartaceo: € 20
Pagine: 384
Traduzione: Massimo Ortelio

New England, xvii secolo. In principio ci sono un uomo e una donna, in fuga dalla Colonia puritana cui appartengono, braccati da uomini con archibugi e sciabole che vorrebbero trascinarli davanti al giudizio della comunità. Si nascondono, si amano cullati nel verde abbraccio della grande foresta del Nord, nuotano nudi nei torrenti, finché il giovane fuggiasco sceglie una pietra bianca e liscia per posarla in una radura in cui sorgerà una casupola in pietra e legno, il nuovo inizio. Non possono sapere, quei giovani amanti, che la casa nata dalla passione illecita e da un selvaggio ottimismo sarà abitata nei quattrocento anni a venire. Da un soldato inglese destinato alla gloria che abbandona i campi di battaglia del Nuovo Mondo per dedicarsi alla coltivazione delle mele. Da due gemelle nubili che insieme affrontano guerra e carestia, invidia e desiderio. Da un cronista di nera che porta alla luce una fossa comune, solo per scoprire che la terra si rifiuta di svelare i propri segreti. La foresta del Nord ne porta i segni indelebili, con i boschi maestosi che si tramutano in radure, coltivi, prati pettinati. Tuttavia, all’ombra di quegli alberi antichi, si sente il passo cadenzato del tempo che avanza, al cui paragone ambizioni, trasgressioni, amori, tradimenti, rimpianti umani appaiono di una vanità struggente, insignificanti contro l’immensità.

«Originalissimo. Ammaliante. Erano tanti anni che non leggevo un romanzo così». Abraham Verghese

«Mason ha portato alla luce, nella storia secolare di una singola casa del New England, una storia universale di perdita e riscatto: il più bel libro che abbia letto negli ultimi anni». Anthony Marra

«Con una trama che parte da lontano e va lontano come Cloud Atlas, atmosfere sottilmente inquietanti degne di Edgar Allan Poe e una consapevolezza carnale della Natura che richiama Thoreau, La foresta del Nord conferma un grandissimo talento». San Francisco Chronicle




Gli ammiratori della scrittura dell'autore californiano, che ha debuttato nel 2002 con il romanzo "L'accordatore di piano" ed ha confermato il proprio successo con "Il soldato d'inverno", troveranno un Daniel Mason in qualche modo trasceso. 

La foresta del Nord (North Woods il titolo originale) è un romanzo volutamente innovativo, originale nel senso meno banale del termine, la narrazione storica ma anche senza tempo dell'esperienza Americana condensata in un unico luogo, un'unica casa - testimone oculare ma silente del susseguirsi di caratteri ed epoche. Attori umani e non vivono e muoiono in questa regione remota del Massachussets, ma non scompaiono mai secondo Mason che ne evidenzia il perdurare in ciò che si lasciano alle spalle, nei cambiamenti che inevitabilmente apportano all'ambiente che li circonda ed in cui rimane traccia del loro passaggio. La eco di ogni personaggio risuona durante tutto il corso del romanzo, negli anni e secoli a venire, intrecciando uomo e natura in modo indissolubile. E' una narrazione spezzettata, rapida e salvata dall'essere macchinosa dallo stile sapiente dell'autore e dal fascino delle sue descrizioni; il lettore deve fare un po' di fatica nel raccogliere via via le briciole cosparse per tenere le fila della trama forse a tratti caotica ma ammaliante, facendolo sentire che in fondo ne sia valsa la pena. 

Attraverso il racconto di una piccola foresta nordamericana, Mason riesce a mostrare senza malinconia che la storia del mondo è una storia di cambiamento, di mutazione e non di perdita. Niente va mai perduto, ma si trasforma dando vita a nuove opportunità, nuove storie. Non sono semplici storie appiccicate insieme in una specie di quilting malriuscito come altri romanzi "corali" risultano, sono storie intrecciate come un'ecosistema, in cui ognuna contribuisce e causa lo sbocciare delle altre, in una efficace metafora dei rapporti ineluttabili tra i tanti elementi dell'ambiente naturale di cui, spesso ormai inconsapevoli, facciamo parte.

Il racconto un po' edenico di una giovane coppia di puritani, scappati nudi tra le foreste per vivere liberamente il proprio amore e trovare terra fertile in cui mettere radici come semini portati dal vento, si trasforma nella storia di una giovane donna rapita da nativi americani in una missione di difesa delle proprie terre. Un soldato inglese che decide di averne abbastanza dell'odore della polvere da sparo e si trasferisce insieme alle figlie nella campagna del Massachussets perché "Dio vuole che metta su un meleto"...ed è proprio tra le ossa del suo cadavere seppellito che un seme di melo riesce a farsi strada ed attecchire, per portare frutto. E poi storie di fratellanza e tragedia, malattia mentale, scarabei in calore, giovani innamorati, gatti randagi, lettere d'amore, appunti di medicina, articoli di giornale...tutto diventa protagonista e spalla in questo cast innumerevole che compone la storia umana e dei luoghi che tocchiamo.

E' un romanzo sicuramente affascinante, complesso e che non mancherà di smuovervi e farvi osservare forse con occhi un po' più attenti l'ambiente che vi circonda, ricco di storie e di tracce del suo passato. 


Durata totale della lettura: 10 giorni
Età consigliata: 18 anni 
Bevanda consigliata: Ginger Beer
Formato consigliato: Cartaceo
Consigliato a chi ha apprezzato: The Overstory


« L’unico modo per comprendere il mondo come qualcosa di diverso da una storia di perdita è vederlo come una storia di cambiamento”».


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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