Arturo ha 37 anni ed è il figlio del multimilionario Santiago Colmenar. Soffre di stress acuto, probabilmente anche perché, come sostiene lui stesso, “ha sempre vissuto nella bambagia” grazie alla sua famiglia molto facoltosa. Non lavora per l’azienda del padre, perché fin da giovane ha preferito non dipendere da lui, al contrario di sua sorella Antìa che si appoggia ai soldi del padre per qualsiasi evenienza. A causa del forte stress da cui è affetto Arturo ha deciso di farsi seguire da una psicologa e da uno psichiatra per tenere a bada gli attacchi d’ansia che spesso lo assillano. A inizio maggio iniziano ad accadere delle cose strane: in primis suo figlio Dani, un bimbo particolarmente pacifico, picchia il suo amichetto Luisito, figlio dei vicini di casa, perché accusa il suo papà di essere un ladro; glielo hanno detto i suoi genitori e gli hanno proibito di giocare con lui. Arturo decide quindi di andare a chiarire la situazione con i genitori di Luisito, che in tutta risposta lo minacciano di denunciarlo alla polizia nel caso si avvicinasse di nuovo alla loro la famiglia: lo hanno visto, con i loro occhi, picchiare un uomo e derubarlo. Come se non bastasse sua sorella Antìa gli ha fatto delle domande su una conversazione relativa ad un paio di orecchini che avrebbe apparentemente voluto regalare a sua moglie Eva, di cui lui, però, non ha nessun ricordo. Ma non è tutto. Nella libreria che frequenta di solito c’è una nuova commessa che sembra flirtare con lui e gli dice che si sono visti qualche giorno prima: Arturo però non ha mai visto quella ragazza prima d’ora. Vuoto totale.
Prova a parlarne con la sua psicologa, che gli dice che è del tutto normale dimenticare cose e che sicuramente ci saranno delle spiegazioni plausibili, ad esempio, i suoi vicini potrebbero averlo semplicemente scambiato con qualcun altro. Arturo però non è convinto e consulta anche il suo psichiatra, se fossero i farmaci che prende a creargli questi vuoti? Ma la risposta del suo psichiatra combacia con quella della sua psicologa. Eppure, non è convinto, non possono essere delle coincidenze.
E poi la svolta: riceve delle lettere anonime da qualcuno che sembrerebbe potergli mostrare la verità e che lo esorta a non credere a tutto ciò che gli viene raccontato.
A chi deve credere? Di chi si può fidare? E se qualcuno stesse giocando con lui? E perché, a quale scopo?
Arturo non riesce a smettere di pensarci, può parlarne con la sua famiglia? O sarebbe forse meglio prima cercare di capire cosa sta succedendo realmente? Potrebbe essere molto rischioso cercare di andare a fondo a questa storia da solo, in fondo è il figlio di un multimilionario, se qualcuno volesse trarlo in inganno e rapirlo per chiedere un riscatto?
Nessuna ipotesi può essere scartata, nemmeno quella che secondo cui potrebbe essere semplicemente la sua mente a giocargli brutti scherzi.
E voi, come reagireste se all’improvviso nella vostra vita accadessero avvenimenti simili? Coinvolgereste le persone che amate o seguireste solo il vostro istinto? Di chi potreste realmente fidarvi?
Un thriller ben scritto, un ritmo incalzante scandito da giorni, ore e minuti che segnano l’inizio di ogni nuovo capitolo. Il lato positivo e il lato negativo, su cui si creano dialoghi interi, sembrano rappresentare i classici angioletto e diavoletto sulla spalla del protagonista e rendono tutto il racconto ancora più particolare, mettendo al centro dell’attenzione i complessi meccanismi della mente umana. Smettere di leggere è impossibile: alla fine di ogni capitolo senti la necessità di dover proseguire per scoprire la verità.
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