venerdì 1 agosto 2025

Recensione: La Fuliara

   

La Fuliara 
di Anna Chisari

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: €17,60
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 224

Belpasso, Sicilia, metà Ottocento. Gnu Ranna: questo è il nome che le hanno affibbiato, insieme a quello di strega, fattucchiera, speziale. Ma, prima di scagliare una maledizione su un’intera stirpe – la famiglia Baruneddu, condannata a una vita di sfortunati amori –, Gnu Ranna aveva un altro nome. Si chiamava Veneranda Balsamo, ed era solo una ragazzina affidata dal padre alle cure di una mavara che le ha insegnato come trovare le erbe giuste per curare le malattie, riconoscere i boccioli dei fiori alla luce chiara dell’alba e vivere dei frutti della terra. Giorno dopo giorno, anche Veneranda è diventata una mavara di talento, a cui tutti gli abitanti di Belpasso si sono rivolti con fiducia. In particolare le donne che si recavano nel retro del negozio del padre a chiederle aiuto per i loro bambini o per un dolore troppo tenace. Lì erano al sicuro. Ma nessuna donna, a Belpasso, lo è mai del tutto. Nessun uomo sa rispettare un «no» mormorato con paura. Per questo, quando la figlia scappa con un Baruneddu, Veneranda decide di diventare una strega. Tutto pur di proteggerla e tenerla vicino. Perché lei, dalla madre, dalla nonna e da quelle prima di loro, ha ereditato una macchia. Una macchia che ha segnato il suo destino. Una macchia impressa dai masculi. Una macchia che, come inchiostro, si allarga di generazione in generazione



Sicilia, metà Ottocento. Belpasso, paesino del catanese, ricco di famiglie numerose da portare avanti. Non tutte, però, riescono ad avere un erede e per questo motivo molte donne vengono continuamente punite e maltrattate dai mariti per non essere state in grado di mettere al mondo un figghiu masculo. È l’unica cosa conta in un mondo in cui la violenza, verbale e fisica, è all’ordine del giorno e si impossessa anche delle persone più insospettabili. Ne è un esempio lampante Cateno Spampinato, allevato, fino ai 16 anni, da Padre e Antonio e dalla Ginetta al rispetto e all’educazione, e diventato un’altra persona una volta immersosi nel mondo reale. 

Le donne, nonostante i ruoli fondamentali che ricoprono nelle famiglie, rappresentano la debolezza e in alcuni casi quasi l’inutilità. Ma Gnu Ranna, prima Veneranda Balsamo, questa vita non non l’accetta, né per lei nè per le donne che la circondano. E così dopo aver vissuto per 10 anni con Donna Lucia, la cosiddetta Fuliara, dopo la morte di sua madre nel tentavi di dare alla luce l’ennesimo figlio maschio, ne diventa la degna erede apprendendone tutte le tecniche, imparando ad usare le erbe e le spezie per curare ed aiutare tutte le persone di Belpasso che si rivolgevano a lei nei momenti di bisogno, ma non imparò solo questo. In una notte di luna piena infatti, irradiata di rabbia, maledì un’intera famiglia, i Baroneddu, per aver deviato la sua stessa stirpe e per proteggere la sua amata figlia Nunzia da un mondo violento in cui le donne non sono al sicuro in nessun luogo, con nessun uomo. 

Uno spaccato di fine ottocento incredibilmente realistico, descritto con una scrittura accattivante che porta il lettore ad immergersi totalmente nella storia, grazie anche agli intercalari linguistici, che danno ancora più carattere al racconto. 

Consigliato, per la scrittura, per il racconto in sé, ma soprattutto per il tema importante e purtroppo sempre attuale che tratta: la condizione delle donna, la differenza di genere, la violenza domestica. 

Durata  della lettura:  Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni

      "La macchia è il danno. Il danno è la macchia. Non c’è danno che non macchi. Non c’è macchia che non faccia danno. Il danno e la macchia sono madre e figlia, sono padre e figlio, sono suocera e nuora, sono suocero e genero, cugini, antenati ed eredi. Il danno si nutre dello stesso inguaribile dolore, si bagna nel magma della solitudine, gioca con il cuore bollente della violenza.”
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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