mercoledì 11 agosto 2021

Recensione: Dasvidania


Dasvidania
di Nikolai Prestia

Editrice: Marsilio
Prezzo cartaceo: € 16.00
Prezzo Ebook: € 9,99
Pagine: 160
Genere: Biografia

Kola ha sette anni e, concentratissimo, studia una mela verde sul davanzale di una finestra. Fuori ogni cosa è bianca della neve appena caduta. I tetti della città si scorgono appena. La città dà su un fiume: è il Volga, nel pieno dell’inverno russo. Kola è orfano e vive con la sorella in un istituto. Ha alle spalle una storia di povertà, disagio e scarsa cura, se non abbandono. Quel bambino, che oggi ha trent’anni e abita in Sicilia, racconta la sua storia. In questo libro, l’istituto, i lunghi corridoi sempre vuoti – tranne quando i bambini e le bambine rientrano dalla scuola –, la famiglia d’origine, la madre giovanissima e senza aiuti, lo zio disperato e violento riprendono sostanza, e volti. Con la precisione di un reportage, Nikolai Prestia racconta la seconda metà degli anni Novanta e l’epoca post-sovietica nel loro aspetto più duro di miseria ed esclusione sociale, violenza domestica, alcolismo e droga. Descrive quegli anni con la disinvoltura di chi ne ha fatto esperienza, e con straordinaria capacità di osservazione. Questo libro però non è un reportage, è un romanzo. È una storia durissima, che sarebbe insostenibile se lo sguardo di Kola non compisse una specie di magia: l’immaginazione. Solo che l’immaginazione di Kola non crea mondi alternativi, non cerca vie di fuga, ma indaga il potere simbolico, poetico e quasi magico degli oggetti quotidiani: basta una mela verde per rendere nutriente quello che era solo cupo e doloroso, basta un paio di calzoni con le tasche per volare verso il futuro. Kola trova la forza di immaginare molto prima delle parole per esprimerla. E queste pagine in controluce raccontano anche la conquista delle parole. Prima del bambino che guarda, ora del ragazzo che scrive. Una lingua chiara, semplice, accogliente, nella quale si avvertono echi antichi e letterari. Ne viene fuori un’atmosfera dolce amara, a tratti dickensiana. Dasvidania racconta del male e del dolore, ma anche moltissimo del bene: la zia che tira fuori i bambini dai guai, il direttore dell’istituto che per primo mette in mano un libro al bambino, e quel libro è L’idiota di Dostoevskij, e poi l’infermiera Katiusha – che stringe con lui un patto di speranza –, gli amici dell’orfanotrofio, ognuno con il proprio fardello di rabbia e vitalità, e infine i due maestri che adottano Kola e la sorella portandoli con sé in Sicilia e offrendogli un radicamento da cui potranno guardare avanti, e anche indietro. Con Dasvidania, Nikolai Prestia racconta come anche da bambini si possano amare tutte le memorie, non solo quelle felici. Nikolai Prestia nasce nel 1990 a Nizhny Novgorod, in Russia. All’età di otto anni, insieme alla sorella, viene adottato da una coppia italiana che vive in Sicilia. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Siena e attualmente vive a Roma. Questo è il suo primo romanzo.





Nikolai, anzi Kola ora ha trent'anni ed è felice insieme alla sua famiglia adottiva in Sicilia. Ma la sua vita non è sempre stata facile: ha cambiato insieme alla sorella tre orfanotrofi in Russia, ha capito sin da subito la dura legge del più forte e della fame. La fame non solo in senso lato ma una fame che ti divora dall'interno: fame di amore, di abbracci e di calore umano che è riuscito a trovare solo all'età di otto anni quando è stato adottato. Sono passati anni e ora Nikolai ci racconta la sua storia che è anche la storia di molti bambini in tutto il mondo che passano la loro vita a guardare il mondo in attesa di una mano benevola capace di accoglierli. Dasvidania è una finestra aperta sulla vita negli orfanotrofi: Nikolai ci permette di guardare nella sua anima, ci racconta la sua storia affinché sia di ispirazione e di aiuto per tutti quei bambini che ancora non hanno una casa. Il passato e le cicatrici non possono essere cancellate ma possono aiutare a  vivere un futuro e un presente migliore. Lo stile narrativo semplice, le frasi quasi sempre corte e immediate rendono perfettamente la difficoltà nel raccontare una storia difficile, nel rievocare momenti dolorosi e compagni di vita lontani.


Durata totale della lettura: due giorni
Bevanda consigliata: Tè freddo alla menta
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 16 anni


"quattro ragazzini che hanno in comune la forza del dolore vissuto, pronti a spalleggiarsi per sempre"

    
                                

                                         Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

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